Bottiglie, Degustazioni

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

Il primo stappo dell’anno è stato memorabile. Questo Barolo Boscareto 2008, mga del Comune di Serralunga d’Alba, di Ferdinando Principiano, ex Barolo Boy poi transitato a un’idea di viticoltura più sostenibile, è un vino sontuoso. Sono veramente felice di averlo scovato in uno scatolo, mentre in realtà stavo acquistando un altro lotto di baroli d’annata per una serata di degustazione, e di averlo adottato per il breve periodo intercorso tra l’incontro e lo sturamento, risparmiando a questa grande bottiglia un futuro ipotetico di passaggi di proprietà e l’ingloriosa fine col livello sotto la spalla in mano a qualcuno che chiede “che valore può avere” dopo essersi dimenticato che il valore più grande che una bottiglia può esprimere è quando è aperta.
Vino generoso al naso e al palato. Colore granato scuro, vivissimo, ricordi di prugna, cassis, chiodo di garofano, bergamotto, spinge molto, è avvolgente, anche sentori di anice e foglia di the, fichi maturi, vagamente terrosi. Il sorso è caldo, sferico, sembra che gli elementi si siano amalgamati e siano al punto di simbiosi perfetta. A dominare è il frutto anche in bocca, tannino incorporato senza più spigoli, pienezza, acidità senza increspature, dotazione alcolica imponente, ma completamente funzionale a una piacevolezza radicale, totalizzante.
Per chi ne detenesse una, o più di una, io mi sentirei di consigliare l’apertura per un dopo cena meditativo/edonico in buona compagnia. E il momento, almeno a giudicare da questa personale esperienza, è adesso.
A tratti commovente.

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Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Barolo Sarmassa 2010

Brezza

Barolo

Ogni tanto bisogna prendersi il rischio di stappare una di quelle bottiglie cercate e tenute da parte, una di quelle bottiglie su cui abbiamo proiettato aspettative rilevanti e farlo senza un’occasione precisa se non per celebrare la gioia di vivere. Così da dare una misura al vino e alle proprie convinzioni. Ad esempio la mia di cercare di bere il Barolo sempre, o quasi sempre, nella finestra 10/12 anni per cercare di intercettare il liquido nella fase di massima espressività prima dell’inizio della fase discendente.
In questo caso si sarebbe potuto aspettare ancora qualche anno vista l’integrità e le caratteristiche del vino, ma la mia convinzione si rafforza.

Barolo classicista con invecchiamento in botte grande con uve dal cru posto a nord di Barolo verso il confine con La Morra.

Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Colore granato vivo, complessità e finezza olfattiva. Apre con una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta, lampone e melograno, floreale residuale, carruba, eucalipto, sentori minimi di cuoio fresco e di spezie. Preciso e intenso anche nel tempo.
In bocca è un crescendo continuo, non è un vino da esposizione che lascia di stucco in ingresso, lascia semmai estasiati in uscita, con quella sua lunga scia balsamico/sapida, con la sua struttura, la sua stoffa, lo scheletro solido di questo vino che promette di essere buono anche in tempo X lontano da noi, il suo bilanciamento, questa progressione di gusto che non finisce, la bevibilità incredibile, ebbe ragione chi ne intravide le potenzialità a suo tempo e peccato per tutte quelle bottiglie imprigionate nelle cantine dei mercanti del nordeuropa.

Il mio consiglio a chi lo dovesse trovare è di prenderne quanto più possibile.

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Trebbiano 2015 – Valentini

Trebbiano 2015

Valentini

Trebbiano d’Abruzzo Doc

Ci ritroviamo di nuovo dopo sei anni dall’ultima volta, allora era l’annata 2010, e la conclusione è questa: il Trebbiano di Valentini è un vino che non somiglia a nessun altro vino.

Al netto di una sottilissima rifermentazione svanita nel tempo trascorso tra il pranzo e la cena, è un vino ricco e composto, non è un vino che spinge, è un vino che si apre a ventaglio e che apre diverse porte percettive, di lunghezza rara e presenza. Fondista e caleidoscopico, meno fresco dell’ultimo bevuto, molto più sapido e materico.

Fermentato e affinato in grandi botti di quercia. Il colore lo definirei “giallo paglierino archetipico”, il bouquet si arricchisce senza sosta e dispiace che la bottiglia non sia durata quanto di solito tento di farle durare a casa. Ricorda la giunchiglia, la pesca tabacchiera, lo zafferano, e fa sovvenire il pensiero della salamoia di olive verdi e il caffe tostato.

Complessità che non abbisogna di sforzi interpretativi. Al palato è un vino di spessore e grande intensità. Materico, avvolgente, molto persistente e sapido, di una sapidità unica e senza paragoni possibili.

Questa bottiglia rimarrà per me quella stappata in casa durante la pandemia e non quella stappata da Romano a Viareggio in una serata indimenticabile, ma nell’albo dei ricordi enoici fanno entrambi grande figura.

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Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – F. LLI Alessandria

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – F. LLI Alessandria

Vigneto nel Comune di Verduno con esposizione a sud. 25 giorni di macerazione in acciaio, 30 mesi in botti da 30 hl, poi 2 mesi in acciaio e 6 in bottiglia.

C’è da dire che mi ricordero di questa bottiglia per lungo tempo. Cercherò di riverberarne i ricordi per utilizzarli come pietra di paragone qualitativa. Per la finezza espressiva, per la potenza e l’eleganza congiunte, l’equilibrio e la progressione gustativa, la fortuna di essere stato stappato a un punto di evoluzione, a mio giudizio, ottimale.

Colore rubino tendente al granato. Intenso e preciso al naso con sentori sentori di Rosa e Melograno e chinotto su tutto e poi carruba e vaghe reminiscenze eteree e di rabarbaro.

Il sorso è caldo in partenza, del resto i gradi sono 15, poi si innesca una brillante progressione. Tensione acida, lunga scia sapida, pienezza di gusto, tannino setoso e di buona forza, finale maestoso e coerente.

Trovare un Barolo in quello che sembra il punto esatto in cui la curva evolutiva comincia a cambiare direzione è un’emozione enoica impareggiabile.

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Barolo Castellero 2012 – Giacomo Fenocchio

Barolo Castellero 2012

Giacomo Fenocchio

Monforte d’Alba

La cantina è a Monforte. Il cru Castellero è nel comune di Barolo. Fenocchio è uno degli emblemi della classicità e della tradizione. Giornata indimenticabile quella in cui comprai questa e altre bottiglie dal Signor Fenocchio che fu prodigo nel farci assaggiare i suoi vini così come nella compagnia e nel discorrere.

Lunga macerazione, sei mesi in acciaio e poi 30 mesi in botti da 25 hl. Tra i più tradizionali tra i tradizionali alla prova dell’assaggio. Vini che hanno bisogno di pazienza quelli di Giacomo Fenocchio. Questo tra gli altri suoi pari età della cantina sembra comunque il più pronto, quello che ha sviluppato al momento un equilibrio più manifesto.

Tra il rubino scarico e il granato, naso classico di viola, amarene, ribes, radice aromatica, balsamico, per il momento nessun terziario, vino ancora in fase evolutiva ascendente. Il sorso è rigoroso, ma non così austero come ad esempio il Villero 2012 del quale non ha la chiusura tannica asciugante. Il tannino è più levigato, la freschezza è più avvolgente, distribuita, il centrobocca gratificante e porta in dote una persistenza notevole con finale appassionante su amarena e balsamico. A dispetto dell’annata, che ha una brutta nomea, un vino ottimissimo.

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Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

Uno dei simboli della Rinascita del vino Toscano

Percarlo di San Giusto a Rentennano è fatto con 100 per cento Sangiovese di Gaiole in Chianti, uno dei luoghi chiantigiani storicamente più vocati, selezionato dai migliori otto ettari di proprietà aziendale fermentazione in cemento e poi maturazione in fusti da 225 litri per 22 mesi.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

L’appassionato di vini spesso finisce per avere più vini che occasioni. Il distanziamento sociale potrebbe diminuirne ulteriormente il numero, ma paradossalmente il pericolo, le difficoltà, l’incertezza ci ricordano che l’occasione alla fine la fanno la bottiglia e il suo bevitore nell’unico momento che ci è veramente concesso che è quello presente.

Colore vivissimo, tra il rubino e il granato.
Non c’è stata flessione.
Fine, filologico ed espressivo al naso con sentori di rosa disidratata, marasca matura, arancia sanguinella in primo piano e sullo sfondo note di cuoio fresco e mirto.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

Equilibrio e piacevolezza complessiva rara, per finezza e intensità. Freschezza ampia, fluente ed elegante, quasi vellutata, buona struttura e tannini nobili e rigorosi che profilano il sorso. Lunga coda balsamica e fruttata.

A casa mia con uno Spezzatino in bianco con patate, per una cena di famiglia. Nell’epoca del distanziamento sociale, ma senza arrendersi.

Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

One of the symbols of the Rebirth of Tuscan wine

Percarlo di San Giusto a Rentennano is made with 100 percent Sangiovese from Gaiole in Chianti, one of the historically most suitable Chianti areas, selected from the best eight hectares of company property, fermented in cement and then matured in 225 liter barrels for 22 months.

The wine enthusiast often ends up with more wines than deals. Social distancing could further reduce their number, but paradoxically the danger, the difficulties, the uncertainty remind us that the opportunity ultimately lies with the bottle and its drinker in the only moment we are truly allowed, which is the present.

Very bright colour, between ruby ​​and garnet.
There was no downturn.
Fine, philological and expressive on the nose with hints of dehydrated rose, ripe morello cherry, blood orange in the foreground and notes of fresh leather and myrtle in the background.

Rare balance and overall pleasantness, for finesse and intensity. Ample freshness, flowing and elegant, almost velvety, good structure and noble and rigorous tannins that profile the sip. Long balsamic and fruity tail.

At my house with a white stew with potatoes, for a family dinner. In the era of social distancing, but without giving up.

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Barolo 2013 – Massolino

Barolo Serralunga d’Alba 2013 – Massolino

La vita da reclusi consente di andare a ripescare ricette provate anni prima e con le quali non ci si è mai più cimentati per pigrizia o, come in questo caso, per la non facile reperibilità della materia prima in questione, in questo caso l’Asino, che in Toscana non sembra essere molto diffuso. L’epidemia mi chiude in casa nel momento in cui casualmente ho mezzo chilo di spezzatino di asino nel congelatore e una intera cantina da svuotare. Il Tapulone (o anche qui) col Barolo è l’accoppiata perfetta per questo surreale sabato italiano.

Il Barolo 2013 di Massolino si è accompagnato perfettamente al Tapulone d’Asino con le verze. Barolo Tradizionale da Serralunga d’Alba, 30 mesi di invecchiamento in botte di rovere e un anno di affinamento in bottiglia.

Granato chiaro molto vivo, non particolarmente intensi i profumi, ma netti di rosa e lampone, erbe aromatiche e radici. Al palato la sua forza sono l’equilibrio, la bevibilità, la lineare progressione di gusto. Bella tensione tra la piacevole dolcezza del succo, l’acidità diffusa e un tannino nobile e fitto. Ottimo finale coerente con piacevole sensazione amaricante che rievoca la genziana. Un entry level convincente e dal buon rapporto qualita prezzo che potrà dare soddisfazione anche nel tempo.

 
Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Barolo Massolino 2013
Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
 
Spezzatino di Asino per Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Tapulone d'Asino con le verze - Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Tapulone d’Asino con le verze

Barolo Serralunga d’Alba 2013 – Massolino

Life as a recluse allows you to go and fish out recipes you tried years before and which you never tried again due to laziness or, as in this case, due to the difficult availability of the raw material in question, in this case the Donkey. , which does not seem to be very widespread in Tuscany. The epidemic locks me in the house at the moment when I coincidentally have half a kilo of donkey stew in the freezer and an entire cellar to empty. Tapulone (or here too) with Barolo is the perfect pairing for this surreal Italian Saturday.

Massolino’s 2013 Barolo went perfectly with the Tapulone d’Asino with cabbage. Traditional Barolo from Serralunga d’Alba, 30 months of aging in oak barrels and one year of refinement in the bottle.

Very bright light garnet, the aromas are not particularly intense, but clear of rose and raspberry, aromatic herbs and roots. On the palate its strength is balance, drinkability and the linear progression of flavour. Nice tension between the pleasant sweetness of the juice, the diffuse acidity and a noble and dense tannin. Excellent consistent finish with a pleasant bittering sensation that recalls gentian. A convincing entry level with good value for money that will also give satisfaction over time.

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