Gite in Cantina

Una trasferta ai confini del vino

Friuli, una terra di paradossi – friuli enotour

Enotour #002 - Una trasferta ai confini del vino | Friuli, una terra di paradossi | Oslavia/Cividale La Castellada Primosic Princic Flaibani

Il Friuli è una terra fatta di ossimori un po’ come tutte le terre di confine, fatta di persone rudi ma educate, di terre calde e piovose, di vette altissime e di spiagge selvagge. Dieci anni fa ci approdai per gli ultimi due anni di magistrale, un po’ per fuggire dal Granducato, un po’ per sfida personale: approcciarsi ad una cultura e ad una regione differente è sempre difficile.

La tradizione culinaria friulana è un enorme paradosso: materie prime semplici, genuine, quasi esclusivamente a km 0, che però diventano piatti saporiti e ricchi, dove in essi si ritrovano il lavoro quotidiano, la familiarità e la ricchezza di questa terra.

Per quanto riguarda il vino, la continua ricerca, la sperimentazione, l’amore verso quei terreni producono alcune tra le migliori bottiglie del nostro Bel Paese.

Una domenica ad Oslavia – friuli enotour

Con il compare Dario Agostini, amante del vino e della fotografia, decidiamo di visitare 2 cantine iconiche, in una domenica di fine ottobre che ci regala un clima più primaverile che autunnale. In mattinata partiamo dal centro di Udine e ci dirigiamo verso Oslavia, frazione di Gorizia che in 2 km di strada raccoglie alcuni tra i più grandi produttori di Ribolla e di vini del Friuli.

Sono tutti lì, uno dietro l’altro, Princic, Castellada, Primosic, Gavner, Radikon, ecc. senza cartelli o insegne che accolgono i visitatori, nascosti tra le pendici vitate che si affacciano a sinistra sull’Italia e a destra sulla Slovenia.

Dai racconti delle visite emergono simpatici aneddoti, che fanno capire quanto sia forte e unita l’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia, di quanta competizione (giustamente) ci sia, ma anche di quanta amicizia e rispetto viva fra i vigneron.

La Castellada – friuli enotour

La prima tappa è a La Castellada, dove il gentilissimo Stefano ci accompagna in visita in cantina, per poi farci degustare alcune delle sue più famose bottiglie:

  • Ribolla 2016 (non ancora in commercio)
  • Friulano 2015
  • Bianco de La Castellada 2015
  • Chardonnay 2015
  • Sauvignon 2015
  • Rosso de La Castellada 2015

La Castellada si affaccia su una vallata dove il paesaggio è mozzafiato e dove si vedono le vigne di tanti altri produttori. Stefano ci fa capire quanta ricerca in cantina, quanta cura nella terra e nella vinificazione deve essere attuata per produrre i loro vini straordinari.

Una menzione particolare per il loro Chardonnay, che non assomiglia a nessuno Chardonnay tradizionale: fresco, dinamico, con sentori di frutta bianca e note di lime e pompelmo, un bianco superlativo.

Primosic

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Prima di pranzo, decidiamo di fermarci da Primosic per un acquisto veloce, dove troviamo l’ottimo Silvan intento a dialogare con una simpatica coppia romana.

Con il nostro arrivo scatta un veloce aperitivo con la celebre Ribolla, in versione macerata e non. La ribolla di Primosic è diretta, senza fronzoli, come chi la produce, provare per credere.

Dario Princic

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Alle 15.00 appuntamento da Dario Princic. Saliamo la ripida strada che conduce alla cantina e fuori c’era lui, Dario, intento ad aspettarci, ma con l’aria di chi non ne aveva assolutamente voglia…

“Stamani mio figlio è tornato alle 6:00, la visita ve la faccio io”: così ci saluta il buon vigneron, con aria rude ma allo stesso tempo simpatica. Scendiamo in cantina e subito si avverte un’atmosfera completamente diversa: in una cantina in ordine, pulita, quasi asettica, Dario inizia a raccontarci delle sue continue ricerche per raggiungere il tempo di macerazione perfetta per i suoi vini e ci versa direttamente dalle botti il suo nettare prezioso.

Mentre beviamo parliamo di vini “potabili”, dei suoi vicini vinificatori, di quanta scienza e passione ci sia nel suo lavoro. Ribolla, Sivi Pinot, Merlot e tanti calici che parlano tutti in maniera completamente diversa, come le canzoni di un disco dei Led Zeppelin.

Dario si rivela un ottimo interlocutore, si apre e racconta tanti aneddoti di cui purtroppo non posso scriverne. La sua Ribolla è “da brik”, da bere con piatti elaborati o da gustare da sola, da portarsi dietro, per l’appunto, in un brik e berla per fuggire dai pensieri quotidiani.

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Bruna Flaibani

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La giornata volge al termine, ma ci rimangono ancora le forze per far visita all’azienda di Bruna Flaibani, che ci accoglie in quel di Cividale alle 17.30 circa. Ci porta subito in vigna e ci parla delle sue viti, dei suoi terreni e di quanto la sperimentazione biodinamica abbia giovato per i suoi vini.

Ci accoglie in casa e ci fa degustare i celebri Friulano, Pinot grigio ramato, Cabernet Franc e l’indimenticabile Schioppettino, un rosso di un’espressività veramente fuori dal comune. Parliamo della sua storia, di quanto sia difficile per lei portare avanti i lavori in vigna e in cantina, ma di quanto la passione per questo lavoro sia superiore ad ogni ostacolo fisico e mentale.

Il tempo trascorso con Bruna è sempre troppo poco: torneremo Bruna, te lo promettiamo, e staremo con te molto di più!

Credits

Tutte le foto di Friuli Enotour sono state scattate da Dario Agostini (https://www.flickr.com/photos/133362519@N02https://www.instagram.com/darioago84/)

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Bianchi Macerati, Bottiglie, Degustazioni

Bianco della Castellada 2011 Collio Doc – La Castellada

Bianco della Castellada 2011

Collio Doc

La Castellada

È un piacere berlo ed è un piacere raccontarlo. È il Bianco della Castellada.
Vendemmia 2011.
A Oslavia dove ci sono la Ponca e il vento.

Pinot grigio 50%, Chardonnay 30% e Sauvignon 20%.
Per lo chardonnay e il sauvignon quattro giorni di macerazione.
12 mesi di barrique e 24 mesi ulteriori in bottiglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #028 - wine review - Bianco della Castellada 2011 -  Un bianco che ha fatto la storia del Collio

Giallo dorato e consistente.
Sprigiona una lunga sequenza di aromi come l’uva sultanina e la pesca percoca matura, sentori erbaceo/vegetali e floreali come il Tiglio in fiore e la camomilla, la nocciola e accenni di spezie e di resina come se accanto a te stessero potando un albero. Notevole.
Ma è all’assaggio che dimostra tutta la sua stoffa e le sue potenzialità attuali e presumibilmente in divenire.
Ha spessore, succo e forza. Le sensazioni si stratificano. Didatticamente lo si potrebbe usare per spiegare empiricamente il significato di “vino tridimensionale”. Frutto maturo, miele, ritorni aromatici nel centrobocca. La freschezza e una percepibile struttura tannica gli danno una profondità eccezionale e il suo è un grandissimo finale che vorresti rallentare per prolungare indefinitamente l’esperienza gustativa, come vorresti che la bottiglia fosse di nuovo piena, almeno a metà, anche un terzo basterebbe.

Enonauta/Degustazione di Vino #028 - wine review - Bianco della Castellada 2011 -  Un bianco che ha fatto la storia del Collio

Mi sono impegnato per accompagnarlo degnamente in cucina e allora sono venuti fuori il pollo in padella coi germogli di soia e la gallinella al cartoccio cotta a vapore con cipolla fresca di Certaldo.
Bene col pesce, benissimo col pollo.

Soldi ben spesi.

Enonauta/Degustazione di Vino #028 - wine review - Bianco della Castellada 2011 -  Un bianco che ha fatto la storia del Collio
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