Bottiglie, Degustazioni

L’Alberello 2018 Bolgheri Superiore – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco

Bolgheri Superiore

“Pole Bolgheri permettisi di pareggiare con tutti gli altri territori vocati così da poter essere considerato vocato allo stesso modo?”
Prendo a prestito, parafrasandola, una famosa battuta del film “Berlinguer ti voglio bene” per introdurre le mie note su questo Bolgheri Superiore.
Certi assaggi ci dicono di sì e questo è tra quelli. Assaggiato in diverse occasioni nel 2022, occasioni in cui mi sembrò sempre un vino piuttosto convincente, stappo finalmente una bottiglia a casa.

Cabernet Sauvignon per il 70 percento Cabernet Franc per il restante 30. Un anno in barrique e un anno in bottiglia. Questo si evince dalla scheda tecnica reperibile sul sito aziendale. Altrove si legge che il blend si completa con un saldo di Petit Verdot.

Veste color rubino scuro, impenetrabile, vino aperto, gioviale, profumato e non ci mette molto a presentarsi con ricordi di cassis, spezie dolci, mirto, timo fresco pestato e reminiscenze di tabacco, terrose e vagamente balsamiche.

Caldo senza mai strabordare, freschezza misurata molto larga/diffusa, buon corpo, ricchezza di gusto e tannini ben maturi per un sorso gratificante ed equilibrato dal lungo finale fruttato/balsamico.

Approcciabile e godibile fin da subito, ma non escluderei ottimi risultati anche nel tempo. Ma sicuramente consiglio a chi ne avesse comprate alcune bottiglie di stapparne una subito.

L’Alberello 2018 – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco

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Châteaux Siran 2016 – Margaux

CHÂTEAU SIRAN 2016 – MARGAUX

 

Domenica ore 15.00: apro una mezzetta di Bordeaux (con un pò di pane e salame) perché fuori piove, sono annoiato e non c’è nemmeno il campionato a lenire il torpore. Si tratta di Château Siran, storico produttore situato nella parte più a sud della denominazione Margaux. L’azienda dispone di 88 ettari di terreno di cui solo 25 pienamente vitati (dal 2020 il 10% è in regime biologico) con certificazione di attenzione alla biodiversità e vigne di una età media di 30 anni. L’attuale consulente enologo è Hubert De Bouard di Château Angelus, dopo essere passati tra i tanti nomi anche per il guru dell’enologia francese “interventista”, Michel Rolland (1995-2004).

La 2016 è stata una grandissima annata, benedetta dalla pioggia di settembre che pone fine allo stress idrico dovuto ad una estate molto arida. Blend al 46% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 13% Petit Verdot and 1% Cabernet Franc (spicca la presenza relativamente alta di Petit Verdot). Fermentazione in acciaio e malolattica in barrique (di cui il 35% nuove), dove rimane per 12 mesi.

Il vino si presenta nel calice con un rosso rubino carico e quasi impenetrabile ma con un’unghia lucente e vivivissima. Naso complesso, dove prevalgono cassis e prugna, pepe nero, sottobosco, poi cuoio, un accenno di vaniglia bourbon e note boisé non troppo marcate. L’assaggio è morbido in entrata, secco, caldo e avvolgente. L’acidità è spiccata e vibrante ma non esasperata, i tannini sono vivaci ma non acerbi, anzi già ben integrati, così come l’alcool che non prevarica minimanente. Il sorso è pieno, corposo, persistente, e con un centrobocca decisamente gratificante. Finale molto lungo e piacevolmente amaricante.

Per chi non ha mai bevuto un Margaux, e vuole togliersi lo sfizio, questo Siran 2016 potrebbe essere un bel trampolino di lancio nel vasto e complesso mondo del Medoc. Annata eccellente, bevuta in una fase “adolescenziale” che definirei comunque serena e con un raggiante futuro. È un vino elegante e molto equilibrato, anche immedito se si vuole, di facile e buona beva. Non ha certamente la complessità aromatica, l’estrema eleganza, la potenza e la dinamica continuamente cangiante dei grandissimi Bordeaux di Margaux (o Pauillac), per i quali bisogna essere però disposti a pagare cifre ben più ingenti del vino di cui si racconta.

È un vino che ricomprerei senza indugio: piccola bottiglia-piccolo prezzo-grande piacere. Ed ha anche smesso di piovere.

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“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

Una delle più piccole denominazioni di Margaux. Azienda in conduzione biologico-biodinamica certificata. Fermentazione in cemento (termocontrollata) e affinamento in barrique da 225lt per 18/24 mesi.

Cabernet Sauvignon 66% con saldo Merlot (30% )e Petit Verdot (4%).

Rosso rubino carico, quasi impenetrabile. Al naso apre subito con una girandola di sentori classici della denominazione e del vitigno. Piccoli frutti rossi, in particolare mirtilli e ribes, più vicini alla confettura che al frutto. Violetta, poi qualche leggera nota erbacea di passaggio apre la strada ad una potente carica balsamica. A seguire cacao in purezza e pepe nero di Sichuan. Chiude un delicato accenno legnoso e di torrefazione.

Al palato attacca molto fresco grazie ad un’ottima acidità dinamica che si mantiene viva lungo tutto il sorso, senza tuttavia mai prevaricare. Buon corpo e struttura definita, mai pesante. Tannino educato e setoso, frutta rossa matura, chiusura (non lunghissima) di liquirizia amara, cacao e un accenno di cuoio.

Bordeaux molto classico ed elegante, equilibrato, quasi didattico nostante sia ancora in fase giovanile. Non può che migliorare e definirsi al meglio nei prossimi 3/4 anni, acquisendo a mio avviso quel carattere e quella personalità di cui oggi difetta lievemente. Il rapporto qualità-prezzo non è propriamente eccelso, se confrontato con molti vini italiani della stessa gamma di prezzo, ma con una bella costata alla griglia fa egregiamente il suo mestiere senza mai prevaricare né scansarsi.

Se si possiede la pazienza di attendere qualche anno la valutazione del rapporto prezzo-qualità, considerando che si tratta di un Margaux, potrebbe ribaltare il discorso.

Enonauta/Degustazione di Vino #144 - review - "Margaux" Grand Cru Classé Château Ferrière 2015 | elegante, equilibrato, quasi didattico

“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

One of the smallest appellations of Margaux. Certified organic-biodynamic company. Fermentation in cement (thermo-controlled) and aging in 225lt barriques for 18/24 months.

Cabernet Sauvignon 66% with the balance Merlot (30%) and Petit Verdot (4%).

Deep ruby ​​red, almost impenetrable. The nose opens immediately with a swirl of classic hints of the denomination and the grape variety. Small red fruits, especially blueberries and currants, closer to jam than fruit. Violet, then some passing light herbaceous notes open the way to a powerful balsamic charge. Followed by pure cocoa and Sichuan black pepper. It closes with a delicate woody and roasted hint.

It is very fresh on the palate thanks to an excellent dynamic acidity which remains alive throughout the sip, without however ever overpowering. Good body and defined structure, never heavy. Polite and silky tannin, ripe red fruit, finish (not very long) of bitter licorice, cocoa and a hint of leather.

Very classic and elegant Bordeaux, balanced, almost didactic despite still being in its youthful phase. It can only improve and define itself better in the next 3/4 years, acquiring in my opinion that character and personality that it slightly lacks today. The quality-price ratio is not exactly excellent, if compared with many Italian wines in the same price range, but with a nice grilled rib it does its job very well without ever overdoing it or shying away.

If you have the patience to wait a few years for the evaluation of the price-quality ratio, considering that it is a Margaux, it could turn the situation around.

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