Degustazioni

Sauvignon 2012 – Terre del Sillabo

Sauvignon 2012 – Terre del Sillabo

Il Sauvignon di Terre del Sillabo viene dalla Valfreddana, sulla via per Camaiore, a nord ovest di Lucca. Fermenta in acciaio e sosta per nove mesi sulle fecce nobili.

Inutile e fuorviante ogni paragone con omologhi, più o meno famosi, di altre latitudini.

Il colore è brillante giallo paglierino con viraggi sul dorato.

Bouquet ampio e per niente didascalico. Ci si trova il fico secco, il melone giallo, il narciso, lo zafferano e un sottilissimo ricordo di foglia di pomodoro ed erbe aromatiche.

Il sorso è denso, opulento, si rischia di perdersi tra le sue volute avvolgenti, fa ripensare in effetti al Sig. Moretti che la scorsa estate, durante una breve visita alla sua azienda, ci introdusse all’idea della vigna selvaggia (in foto) e al vino vaginale che accoglie come opposto del vino fallico da esibizione (discorso molto lungo che meriterebbe un approfondimento).

La materia si riaggancia continuamente alla componente acido/sapida e ne viene vivificata per una esperienza di gusto gratificante fino all’ottimo finale dove coerentemente si rievocano il frutto giallo e lo zafferano.

 
Enonauta/Degustazione di Vino #061 - wine review - Sauvignon 2012 - Terre del Sillabo | denso, opulento, si rischia di perdersi tra le sue volute avvolgenti
Enonauta/Degustazione di Vino #061 - wine review - Sauvignon 2012 - Terre del Sillabo | denso, opulento, si rischia di perdersi tra le sue volute avvolgenti
Enonauta/Degustazione di Vino #061 - wine review - Sauvignon 2012 - Terre del Sillabo | denso, opulento, si rischia di perdersi tra le sue volute avvolgenti

Sauvignon 2012 – Terre del Sillabo

The Sauvignon of Terre del Sillabo comes from Valfreddana, on the way to Camaiore, northwest of Lucca. It ferments in steel and rests for nine months on the noble lees.

Any comparison with more or less famous counterparts from other latitudes is useless and misleading.

The color is bright straw yellow with shades of gold.

Large and not at all didactic bouquet. There is dried fig, yellow melon, narcissus, saffron and a very subtle hint of tomato leaf and aromatic herbs.

The sip is dense, opulent, you risk getting lost among its enveloping swirls, it actually makes you think back to Mr. Moretti who last summer, during a short visit to his company, introduced us to the idea of ​​the wild vineyard (in the photo) and to vaginal wine which it welcomes as the opposite of phallic wine for display (a very long discussion which deserves further investigation).

The material continually reconnects to the acid/savory component and is enlivened for a rewarding taste experience up to the excellent finish where the yellow fruit and saffron are coherently evoked.

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