Percarlo 2013 – Fattoria San Giusto a Rentennano
Highlander del Sangiovese. È stato definito anche così. Ed è in effetti di tutti i Grandi Rossi di Toscana, insieme a I Sodi di San Niccolò, forse il più toscano e tra i primi a ridefinire i presupposti, i paradigmi espressivi e il potenziale del vino toscano.
Annata, la 2013, dall’andamento altalenante, come si può leggere sul sito aziendale dove non si lèsina in informazioni sui vini dell’azienda, ma ottima maturazione fenolica raggiunta.
Sangiovese di Gaiole. Selezione in vigna, vendemmia in ottobre, 30 giorni di fermentazione/macerazione, 22 mesi in legni da 225 e 500 litri e in botte da 30 hl. 15 mesi di bottiglia.
Bevo ormai da anni questo vino e ne conosco le possibilità di evoluzione nel tempo. Ultimo prima di questo 2013 è stato il 2010 offerto al banco d’assaggio a Terre di Toscana. In questo caso ci si trova davanti a un vino tonico di colore vivo rubino scuro, fragrantissimo con note dominanti di frutto scuro e maturo, prugna dunque, poi incenso, lavanda, terra smossa, sentori balsamici e di tabacco da pipa con ricordi meno accentuati di arancia tarocco.
Al palato è contraddistinto da saldezza ed equilibrio in congiunzione. Entrata discreta per poi innescare una progressione di gusto decisamente lunga. La trama tannica che comincia ad allargarsi, la gradazione non esagerata, l’acidità ben distribuita contribuiscono a un sorso dinamico, restando comunque nell’ambito della “concentrazione”, affatto faticoso. Anzi. Ritorna il frutto a piena maturazione, largo, mobile, sapido.
Senza nessuna debolezza.
Per quanto ritenga che la stessa bottiglia, se conservata adeguatamente, potrebbe essere bevuta con soddisfazione anche tra dieci anni credo che adesso possa offrire un’esperienza di gusto intensa e probabilmente non replicabile.




L’Enonauta è un navigatore.
A spingere il suo natante di tappi di sughero, nel grande mare delle cose del vino, sono il vento della curiosità, la “sete di conoscenza” e il piacere di condividere la mensa e la bottiglia. Non ha pregiudizi, non teme gli imprevisti, cambia volentieri idea, beve tutto con spirito equanime pur conservando le sue preferenze.
E questo blog è un diario di bordo a più voci, fatto di sensazioni e mai di giudizi. Sensazioni irripetibili, racconti di cantina, note di degustazione, percezioni talvolta chiare e talvolta oscure, non discorso sul vino, ma discorso dal vino e nel vino. Con l’umiltà di chi sa bene che il dominio dell’ancora da scoprire è vasto, che le bottiglie di vino sono tante e ci vuole molto impegno per berle tutte.