Solèr 2020 Rosso Veneto IGT – De Stefani
Come spesso accade ai giorni d’oggi, dopo aver letto velocemente qualcosa online, avevo aggiunto i vini di De Stefani in una lista d’acquisto senza che poi si concretizzasse niente. Come spesso accade nella vita con i vini ci si incontra nel momento inaspettato ed ecco che durante una vacanza in Val Gardena entro in enoteca per comprare una Schiava ed esco con un bel taglio Bordolese del Piave.
È il Solèr di De Stefani annata 2020. Blend in parti equivalenti di Carmenere, Merlot, Cabernet Sauvignon, Refosco e Marzemino.
Refosco e Marzemino sottoposti ad appassimento tradizionale (da cui il nome del vino che rimanda al Solaio), il resto vinificato in vasche a temperatura controllata. 12 mesi in legno prima dell’imbottigliamento. 12 mesi in bottiglia.
Da vigne a Refrontolo e Fossalta di Piave.
Il colore è scuro, fitto. È riccamente fragrante con predominanti sentori di frutta rossa e scura, ma non mancano altri ricordi floreali di viola e balsamici e più previsti sentori di sandalo e cuoio, e meno previsti come le erbe aromatiche. E si parte bene.
Il continuo non è da meno e il sorso è concentrato, compatto, suadente senza perdere niente in vitalità. Chi si aspettasse un vino ultra morbido e meramente opulento resterebbe deluso perché troverebbe invece bilanciamento, morbidezza, sì, ma accompagnata da acidità fluente e un tannino di carattere. Mi viene di pensare a un ben riuscito connubio di opulenza Bordolese e vitalità Triveneta che a me parla di una indiscutibile perizia.
Vino dal prezzo onesto per cui si può immaginare anche una evoluzione positiva e che volendo si può accompagnare con successo a molti piatti della tradizione culinaria italiana. Nel nostro caso un Gulasch di Cinghiale.

Solèr 2020 Rosso Veneto IGT – De Stefani
As often happens these days, after quickly reading something online, I had added De Stefani wines to a shopping list, but nothing materialized. As often happens in life, wines strike at an unexpected moment, and so, during a vacation in Val Gardena, I wandered into a wine shop to buy a Schiava and walked out with a lovely Bordeaux blend from Piave.
A blend of equal parts Carmenere, Merlot, Cabernet Sauvignon, Refosco, and Marzemino. The Refosco and Marzemino undergo traditional drying (hence the wine’s name, which refers to Solaio, the Italian word for “Solà”), while the remainder is vinified in temperature-controlled tanks. It matures for 12 months in wood before bottling. Aged for 12 months in bottle. From vineyards in Refrontolo and Fossalta di Piave.
The color is dark and dense. It is richly fragrant with predominant notes of red and dark fruit, but there are also other floral notes of violet and balsamic, along with more expected notes of sandalwood and leather, and less expected notes such as aromatic herbs.
And off to a good start.
The finish is equally impressive, and the palate is concentrated, compact, and mellow, without sacrificing any vitality. Anyone expecting an ultra-smooth and merely opulent wine would be disappointed, as they would instead find balance and smoothness, yes, but accompanied by flowing acidity and characterful tannins. It makes me think of a successful combination of Bordeaux opulence and Triveneto vitality, which to me speaks of undeniable skill.
A fairly priced wine, one can imagine a positive evolution, and one that can be successfully paired with many traditional Italian dishes. In our case, a wild boar goulash.

L’Enonauta è un navigatore.
A spingere il suo natante di tappi di sughero, nel grande mare delle cose del vino, sono il vento della curiosità, la “sete di conoscenza” e il piacere di condividere la mensa e la bottiglia. Non ha pregiudizi, non teme gli imprevisti, cambia volentieri idea, beve tutto con spirito equanime pur conservando le sue preferenze.
E questo blog è un diario di bordo a più voci, fatto di sensazioni e mai di giudizi. Sensazioni irripetibili, racconti di cantina, note di degustazione, percezioni talvolta chiare e talvolta oscure, non discorso sul vino, ma discorso dal vino e nel vino. Con l’umiltà di chi sa bene che il dominio dell’ancora da scoprire è vasto, che le bottiglie di vino sono tante e ci vuole molto impegno per berle tutte.