Bianchi Macerati, Bottiglie, Degustazioni

Bianco Sandrigo 2018 – Denis Montanar

Bianco Sandrigo 2018 – Denis Montanar

Dopo il Dodòn 2018 stappo anche il Bianco Sandrigo 2018 per approfondire la conoscenza dei vini del signor Denis Montanar da Borgo Dodone (UD).

Sempre uve Friulano/Tocai con breve macerazione e sosta sulle fecce. Solo acciaio.

Lo gradisco come l’altro, ma lo preferisco per un più manifesto equilibrio, per cui pur restando un vino molto diretto ne guadagna in precisione.

Colore intenso, sentori agrumati, meno exotic del Dodòn già stappato, di purea di albicocca, fiori di camomilla ed erbaceo fresco.

Freschezza, intensità di gusto, ma anche una certa precisione di tratto, sempre in relazione al Dodòn, per cui risulta più suadente e meno ostico sul finale.

Una coppia di bottiglie che invogliano a proseguire nell’approfondimento.

Enonauta/Degustazione di Vino #118 - review - Bianco Sandrigo 2018 - Denis Montanar | Freschezza, intensità di gusto, ma anche una certa precisione di tratto
Enonauta/Degustazione di Vino #118 - review - Bianco Sandrigo 2018 - Denis Montanar | Freschezza, intensità di gusto, ma anche una certa precisione di tratto
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Bottiglie, Degustazioni

Dodòn 2018 – Denis Montanar

Dodòn 2018 – Venezia Giulia IGT – Denis Montanar

Quando approccio un produttore di cui non ho mai bevuto nulla cerco di lasciare ogni preconcetto e di approssimarmi alla condizione del bevitore neofita. È il caso di Denis Montanar. Da Borc Dodon/Borgo Dodone nel Friuli.

Friulano con macerazione sulle bucce per 24 ore e fermentazione spontanea in acciaio.

Giallo paglierino scuro, torbido, ricorda sulle prime certe birre ipa evocando il mango essiccato, il cedro, fragranze erbacee che ricordano il bitter , floreali, un amico che lo ha degustato insieme a me disse “ci sento il tuo fiore preferito, l’elicriso…”.

In bocca è frontale, diretto, con una lunga scia sapida, persistente, bevibilissimo, ma non difetta in materia. Sul finale risulta un po’ rustico, ed è il motivo per cui non lo consiglierei a tutti i bevitori, certo non agli amanti del bianco carta e dell’acidità metallica, per via di certe imprecisioni in fase retrolfattiva che potrebbero far storcere il naso, ma che a mio avviso nell’economia gustativa complessiva di questo vino si possono perdonare.

Enonauta/Degustazione di Vino #116 - review - Dodòn 2018 - Denis Montanar | frontale, diretto, con una lunga scia sapida
Enonauta/Degustazione di Vino #116 - review - Dodòn 2018 - Denis Montanar | frontale, diretto, con una lunga scia sapida

Dodòn 2018 – Venezia Giulia IGT – Denis Montanar

When I approach a producer I have never drank anything from, I try to leave all preconceptions behind and approach the condition of the novice drinker. This is the case of Denis Montanar. From Borc Dodon/Borgo Dodone in Friuli.

Friulano with maceration on the skins for 24 hours and spontaneous fermentation in steel.

Dark straw yellow, cloudy, at first it recalls certain IPA beers evoking dried mango, cedar, herbaceous fragrances reminiscent of bitter, floral, a friend who tasted it with me said “I can smell your favorite flower, helichrysum …”.

In the mouth it is frontal, direct, with a long savory trail, persistent, very drinkable, but not lacking in this respect. On the finish it is a bit rustic, and this is the reason why I would not recommend it to all drinkers, certainly not to lovers of paper white and metallic acidity, due to certain inaccuracies in the aftertaste phase that could make one turn up their noses, but which in my opinion can be forgiven in the overall gustatory economy of this wine.

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