Bottiglie, Degustazioni

Boca 2012 – Barbaglia

BOCA 2012 – BARBAGLIA

Un vino splendido, generoso, complesso, raffinato.
Sicuramente tra i migliori 2012, annata un po’ difficile, che io abbia provato finora.
Nebbiolo e Vespolina con 18 mesi di invecchiamento in botte.
Colore granato compatto, dalla luminosità spiccata, bei profumi di frutti scuri, noce moscata, ampia speziatura, floreale residuale, appena terroso, balsamico, in bocca spicca la sua marcata sapidità, l’acidità è ben distribuita, centrobocca pieno, fruttuoso, tannino robusto non più spigoloso, equilibrio generale e, come diceva il manuale, armonia certa tra le fasi di approccio. Il finale è aperto, di frutti di rovo e spezie.
L’alto Piemonte che non smette mai di emozionarci.

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Bramaterra 2010 – Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

Una splendida bevuta che ha bisogno di una premessa. Bevvi la stessa bottiglia qualche anno fa in un ristorante del quartiere San Salvario a Torino durante un diluvio, lo Scannabue (www.scannabue.it). Lo cito, non per fare pubblicità, perché la scoperta fu indotta dall’entusiasmo del sommelier nel proporsi di scegliere un vino, a suo dire particolare, per degli amanti del nebbiolo. Apprezzo questo entusiasmo quando mi sembra provenire da qualcuno che sembra competente e sincero al solito tempo.

Arrivò in tavola questo Bramaterra 2010 della cantina Antoniotti che riscosse un grande successo. Andai poi in seguito a conoscere la famiglia Antoniotti e a procurarmi questa bottiglia di stasera in quel di Sostegno.

Bevute anche altre annate (leggi qui ad esempio), ma nessuna come questa.

Vino perfettamente compiuto, per esecuzione, piacevolezza, carattere e anche originalità.

È nebbiolo con 20 percento di Croatina, 7 percento di Vespolina e 3 percento di Uva Rara. Cemento e botte grande per tre anni, approccio tradizionale.
Il vino è granato, integro fino al bordo, pieno, luminoso, ampio ed aperto da subito, intenso, con aromi nettissimi di rosa, lampone, ciliegia matura, chiodo di garofano e speziatura che sottolineano il buon uso dei vitigni complementari e che a questo Bramaterra donano una personalità davvero unica. È inoltre lievemente etereo, con ricordi di radici, appena un po’ di scorza di arancio. Rigore e precisione rari.
Nel sorso tutti gli elementi convergono affinché l’esperienza sia entusiasmante. Tenore alcolico misurato, acidità e salinità davvero importanti, ma che non tagliano mai il flusso di gusto, ne sono invece propulsore infinito. Tannino finissimo, di buona forza e non smussato, un ricamo, centro bocca fruttato, pieno, definito e gustoso. Il Finale è lungo, rinfrescante dove trova il modo di essere rievocato tutto ciò che era stato suggerito al naso.

98 punti, ma anche 100.

Bramaterra 2010 - Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

Bramaterra 2010 - Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

Bramaterra 2010 - Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

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Vespolina Ledi 2015 – Barbaglia

Della Vespolina Ledi dell’Azienda Barbaglia di Cavallirio (NO) conservavo un bel ricordo da una serata di degustazione alla presenza di Silvia Barbaglia all’Enoteca Nati Stanchi di Pistoia. Mi pento adesso che è vuota di averne acquistata una soltanto.

Vespolina con affinamento in acciaio e bottiglia.

Scuro, intenso il colore, sentori di viola e frutto maturo, spiccano note speziate di cannella e pepe, molto brillante.

In bocca se la gioca per spontaneità, piacevolezza, equilibrio, pulizia.

Suadente in ingresso, quasi vellutato, acidità avvolgente, pienezza gustativa e una pregevole chiusa tannica in cui coerenti tornano la mora matura e le spezie.

Ottimamente semplice e diretto. In ottima compagnia con gli Gnocchi alla Romana al Sugo.

Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto
Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto
Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto

Vespolina Ledi 2015 – Barbaglia

I had fond memories of the Vespolina Ledi from the Barbaglia company from an evening of tasting in the presence of Silvia Barbaglia at the Enoteca Nati Stanchi in Pistoia. Now that it’s empty, I regret having only bought one.

Vespolina with aging in steel and bottle.

Dark, intense colour, hints of violet and ripe fruit, spicy notes of cinnamon and pepper stand out, very bright.

In the mouth it plays with spontaneity, pleasantness, balance, cleanliness.

Persuasive on entry, almost velvety, enveloping acidity, fullness of flavor and a fine tannic finish in which the ripe blackberry and spices return coherently.

Excellently simple and direct. In excellent company with Gnocchi alla Romana with sauce.

LA VESPOLINA

(in breve da wikipedia per chi non la conoscesse)

Il Vespolina o Ughetta è un vitigno a bacca nera. Giunge a piena maturazione verso la prima metà di ottobre. Sull’origine del suo nome esistono molte versioni, tra le quali quella che lo attribuisce al fatto che l’uva è molto dolce e attrae le vespe.

Storia

Già dal secolo XVIII viene coltivata in Alto Piemonte (province di Novara, Vercelli e Biella), dove è vinificata anche in purezza nelle due denominazioni di zona (Coste della Sesia e Colline Novaresi), ed entra nell’uvaggio delle DOC Lessona, Bramaterra, Boca, Fara e Sizzano e delle DOCG Gattinara e Ghemme. Viene coltivata da tempi remoti anche in provincia di Pavia sulle colline dell’Oltrepò Pavese, dove rientra nell’uvaggio della DOC Oltrepò Pavese ed in quella del Buttafuoco. È un vitigno di vigoria e produttività moderate, piuttosto regolare.

La prima descrizione della Vespolina risale al 1825, poi ad opera del Gallesio, che la chiamò Vitis Vinifera Circumpadana. Fra i sinonimi ricordiamo ughetta e uvetta di Canneto in Oltrepò, balsamina in Val d’Ossola, nespolina o nespolino (nespoulìn), inzaga o inzagre, massana, solenga, novarina, uva cinerina, vispavola, vespolino.

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Bottiglie

Ghemme d.o.c.g. 2009 – Il Chiosso

Ghemme d.o.c.g. 2009 – Il Chiosso

90 % nebbiolo con saldo di Vespolina e Bonarda per un massimo del 10%. 36 mesi di Botte grande. 13% Alc.

Vivo rubino con riflessi granata. Consistente.
Al naso spinge. Con i Fiori, molti fiori, un intero cesto di fiori secchi. E poi ribes, rabarbaro, reminiscenza di pellame. Profilo olfattivo intenso e ricco.
Ha buon corpo, misurata alcolicità e una freschezza vivace solcata da una vena sapida che rende intenso e persistente il sorso. Finale coerente, lungo, dove tornano il frutto e la radice aromatica. Il tannino è rustico e dona a questo Ghemme la forza di una brezza improvvisa di maggio.
Vino fine e rispettoso della tipologia e della sua provenienza.
Ha trovato degna compagnia in tavola, confermando empiricamente ciò che la teoria avrebbe suggerito, in un Gorgonzola di media stagionatura come anche nei Radiatori con Fonduta di Formaggi (buoni).

Aperto nel gennaio 2019

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