Bottiglie, Degustazioni

L’irripetibile composizione del tavolo o “anche dal colore sembra un Barolo”

L’irripetibile composizione del tavolo o “anche dal colore sembra un Barolo”

(ricordi di una serata con sei Baroli)

Per quale motivo si organizza una serata come quella illustrata nella documentazione fotografica? La risposta è semplice. Per L’irripetibile composizione del tavolo. Composizione VISIVA, umana, enoica, verbale. Ma se è abbastanza facile replicare una compagnia di bevitori, non è altrettanto facile replicare le bevute proposte soprattutto quando si tratta di bottiglia prestigiose e d’annata. E quando il caso, coadiuvato dalla dedizione nella ricerca, ti porge una opportunità non c’è da indugiare, ma solo da agire, ché solo modo per progredire nella conoscenza del vino è il confronto. Di percezioni e bottiglie.
Ed eccoci dunque a tavola con questi 6 Baroli.

  1. Barolo Fossati 2012 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)
  2. Barolo Gabutti 2010 BOASSO (mga in Serralunga)
  3. Barolo Dardi le Rose Bussia 2010 PODERI COLLA (sottozona in Bussia Soprana – Monforte)
  4. Barolo Sottocastello di Novello 2010 CÀ VIOLA (mga in Novello)
  5. Barolo Cannubi 2009 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)
  6. Barolo LISTE 2009 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)

Il Barolo Fossati (mga del Comune di Barolo) 2012 è il primo che viene stappato e versato e subito si alza una voce “dal colore sembra un barolo” e infatti è un Barolo. L’unico che tradisce una qualche flessione pur essendo, paradossalmente, il più giovane.
Colore rubino pieno, naso prevalentemente di frutto maturo, con qualche noterella di confettura, poi humus, ricordi fungini e mentolato/balsamici.
Sorso dalla vitalità moderata, acidità media, con volume e concentrazione, ritorno consistente di frutto maturo e spezie, tannino un po’ tranchant, buona sapidità. Trova apprezzamenti alterni, io sinceramente l’ho trovato un po’ moscio nella sua pur apprezzabile consistenza.

Barolo Gabutti (Serralunga d’Alba) 2010 di Boasso sconta il fatto di essere molto chiuso d’acchìto e di essere stato l’ultimo ad assumere una fisionomia precisa.
Granato scuro, inizialmente non dà molti segnali, solo cenere, incenso, appena un po’ di visciola. Anche al palato appare un po’ involuto, confusionario.
Nel tempo che vengono stappate e assaggiate le altre bottiglie il vino cambia faccia, non radicalmente ma la cambia.
Emergono fragranze di mazzetto aromatico, rosa, ribes/cassis, spezie. Non esplosivo.
Al palato risulta austero, di corpo medio, con acidità lineare, puntuta, tannini non domati che tendono un po’ a chiudere e a limitare l’espressività del vino.

I due vini centrali sono l’essenza della prontezza, della piacevolezza e della centratura.

Barolo Bussia 2010 Dardi Le Rose di Poderi Colla

Tra il rubino e il granato, molto brillante.
Nitore e forza nei sentori di melograno, scorza d’arancio, spezie dolci, china.
Al palato è immediato, senza sbavature, luminoso, materia viva, con tannini maturi che lasciano lo spazio a un finale lungo centrato sul frutto dolce. Vino al punto giusto.

Barolo Sottocastello di Novello 2009 di Ca’ Viola

Il più muscolare, ma anche il più pronto.
Un punto di colore più scuro, vivo, ha ancora florealità, ricordi di marasca e balsamici, vagamente terroso, profusione di spezie e radici, con intensità.
Sorso di spessore, robusto, ma innervato da acidità fluente, ben delineato, tannini e finale aperto, rinfrescante. Come premesso è il più pronto.

I due Borgogno 2009, Cannubi e Liste,

Barolo Cannubi 2009 – Borgogno

Vino traslucido brillantissimo, impattante con gran varietà di sentori. Ciliegia, etereo/smalto, sottobosco, cuoio, foglia di the, origano, ultimi cenni di rosa.

Ti investe con un’onda d’urto sul cui effetto rimani a meditare a lungo, potenza a tratti “intimidatoria”, vino compatto, coeso, dall’acidità brillante e dal tannino serrato, pepato direi, una coda lunghissima, nella quale riprendere fiato. Buono.

Barolo Liste 2009 – Giacomo Borgogno

Senza nulla togliere agli altri vini presenti in tavola, ognuno apprezzabile a suo modo e nel suo punto di evoluzione, ciò che si trova in questo Barolo Liste 2009 di Borgogno è un po’ ciò che si va cercando nelle bottiglie.
Definizione, equilibrio, unite a grande tensione ed energia.
Buono adesso, ma sarà buono anche nel 2029. Forse anche meglio.
Colore simile al coevo Cannubi, solo leggermente più rubino. Bouquet decisamente elegante, con ricordi di melograno, tamarindo, chinotto, spezie dolci, nessuna flessione.

Fluido e spaziale, ti investe a ondate forte di questa acidità che sale e scende, va e ritorna, ha un tannino che tratteggia il sorso, è sapido, nerbo e distensione, piacevolezza per cui ti porteresti via la bottiglia, litigheresti per l’ultimo sorso.
Vino memorabile.

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Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – F. LLI Alessandria

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – Fratelli Alessandria

Vigneto nel Comune di Verduno con esposizione a sud. 25 giorni di macerazione in acciaio, 30 mesi in botti da 30 hl, poi 2 mesi in acciaio e 6 in bottiglia.

C’è da dire che mi ricordero di questa bottiglia per lungo tempo. Cercherò di riverberarne i ricordi per utilizzarli come pietra di paragone qualitativa. Per la finezza espressiva, per la potenza e l’eleganza congiunte, l’equilibrio e la progressione gustativa, la fortuna di essere stato stappato a un punto di evoluzione, a mio giudizio, ottimale.

Colore rubino tendente al granato. Intenso e preciso al naso con sentori sentori di Rosa e Melograno e chinotto su tutto e poi carruba e vaghe reminiscenze eteree e di rabarbaro.

Il sorso è caldo in partenza, del resto i gradi sono 15, poi si innesca una brillante progressione. Tensione acida, lunga scia sapida, pienezza di gusto, tannino setoso e di buona forza, finale maestoso e coerente.

Trovare un Barolo in quello che sembra il punto esatto in cui la curva evolutiva comincia a cambiare direzione è un’emozione enoica impareggiabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | 100/100 dell'Enonauta

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – Fratelli Alessandria

Vineyard in the municipality of Verduno with southern exposure. 25 days of maceration in steel, 30 months in 30 hl barrels, then 2 months in steel and 6 in the bottle.

It must be said that I will remember this bottle for a long time. I will try to reverberate the memories to use them as a qualitative touchstone. For the expressive finesse, for the combined power and elegance, the balance and the taste progression, I am lucky to have been uncorked at an optimal point of evolution, in my opinion.

Ruby color tending towards garnet. Intense and precise on the nose with hints of rose and pomegranate and chinotto on everything and then carob and vague ethereal reminiscences of rhubarb.

The sip is warm at the start, after all the degrees are 15, then a brilliant progression is triggered. Acidic tension, long savory trail, fullness of flavour, silky tannins with good strength, majestic and coherent finish.

Finding a Barolo at what seems like the exact point where the evolutionary curve begins to change direction is an unparalleled wine emotion.

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Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica

Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica – Collio Doc

Non bevevo uno Chardonnay dalla sera del mio ultimo compleanno, nell’interzona temporale tra i due lockdown. Come allora è uno Chardonnay fatto entro confine e come allora è uno Chardonnay che lascia buoni ricordi. Anche se stavolta non era il mio compleanno e siamo in zona rossa.

Viene dal Collio.

Breve macerazione poi fermentazione e affinamento sulle fecce in legno di diverse dimensioni e acciaio (70%).

È uno Chardonnay denso, più fruttato che floreale, con acidità vischiosa, sorso ricco, profumi che ricordano la Mela Opal, il mango, il narciso e il miele di tiglio, color giallo intenso, che probabilmente ribevuto tra un anno darà ampia soddisfazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #130 - review - Ronco Bernizza Chardonnay 2019 - Venica | Chardonnay denso, più fruttato che floreale
Enonauta/Degustazione di Vino #130 - review - Ronco Bernizza Chardonnay 2019 - Venica | Chardonnay denso, più fruttato che floreale

Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica – Collio Doc

I hadn’t drank a Chardonnay since the evening of my last birthday, in the time between the two lockdowns. As then it is a Chardonnay made within the border and as then it is a Chardonnay that leaves good memories. Even if this time it wasn’t my birthday and we are in the red zone.

It comes from Collio.

Brief maceration then fermentation and aging on the lees in wood of different sizes and steel (70%).

It is a dense Chardonnay, more fruity than floral, with viscous acidity, rich sip, aromas reminiscent of Opal Apple, mango, narcissus and lime honey, intense yellow in colour, which will probably give ample satisfaction if drunk in a year’s time.

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Merlot 2016 – Edi Keber

Merlot 2016 – Edi Keber

Collio Doc

Mentre finisco questa unica bottiglia del Merlot di Edi Keber, ultimo reperto della visita in cantina nel novembre 2019, apprendo che è un progetto che verrà abbandonato per seguire i vitigni autoctoni del Collio. Nonostante la grande passione che nutro per i vitigni autoctoni del Collio, mi dolgo della cosa e del non aver comprato altre bottiglie di questo ottimo Merlot. Perché è ottimo essenzialmente. Espressivo, di carattere, intenso ed elegante al contempo.

Rosso scuro giovanile, profumi di mora e cassis, ricordi balsamici e di erbe aromatiche, al pari di altri omologhi del territorio trova il suo epicentro gustativo nella tensione tra morbidezze, la vellutata stoffa e una acidità dotata di un certo sprint. Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #128 - review - Merlot 2016 - Edi Keber | Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro
Enonauta/Degustazione di Vino #128 - review - Merlot 2016 - Edi Keber | Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro

Merlot 2016 – Edi Keber

Collio Doc

As I finish this single bottle of Edi Keber’s Merlot, the last find of the visit to the cellar in November 2019, I learn that it is a project that will be abandoned to follow the native Collio vines. Despite the great passion I have for the native Collio vines, I regret this and not having bought more bottles of this excellent Merlot. Because it’s essentially great. Expressive, with character, intense and elegant at the same time.

Youthful dark red, aromas of blackberry and cassis, hints of balsamic and aromatic herbs, like other counterparts in the area, it finds its gustatory epicenter in the tension between softness, the velvety texture and an acidity with a certain sprint. Large, tasty, with a good finish centered on the dark fruit.

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Pinot Grigio Jesera 2019 – Venica (Collio Doc)

Ecco un vino che ho apprezzato integralmente. Il Pinot Grigio Jesera 2019 di VENICA, azienda di Dolegna del Collio.

Per la foggia, una cosa secondaria che comunque completa l’esperienza, per la piacevolezza della beva, per il rapporto prezzo/soddisfazione e per l’apporto alla tavola imbandita.

Questo Pinot Grigio Jesera 2019 viene dal Collio, breve macerazione e poi sosta sulle fecce in acciaio e per il 10 percento in legno grande.

Il colore è quello della cipolla ramata.

Al naso una combinazione di suggestioni floreali e fruttate molto peculiari come il fiore di sambuco, lemongrass, la pera conference e pare di scorgere anche il profumo della fecoja e un leggera speziatura. Profumi densi.

Volume e sapore, ma non è un vino piazzato. È anzi dinamico, vivo, leggermente tannico, presente in bocca, coriaceo, con un buon finale giocato sulle reminiscenze di frutta disidratata.

Col risotto alla pescatora si accompagnò alla grande.

Enonauta/Degustazione di Vino #110 - review - Pinot Grigio Jesera 2019 - Venica | Volume e sapore, ma non è un vino piazzato.
Enonauta/Degustazione di Vino #110 - review - Pinot Grigio Jesera 2019 - Venica | Volume e sapore, ma non è un vino piazzato.

Pinot Grigio Jesera 2019 – Venica (Collio Doc)

Here is a wine that I fully appreciated. The Pinot Grigio Jesera 2019 from VENICA

For the style, a secondary thing that nevertheless completes the experience, for the pleasure of drinking, for the price/satisfaction ratio and for the contribution to the laid table.

This Pinot Grigio Jesera 2019 comes from Collio, short maceration and then rest on the lees in steel and 10 percent in large wood.

The color is that of coppery onion.

On the nose a combination of very peculiar floral and fruity suggestions such as elderflower, lemongrass, conference pear and it seems to also detect the scent of fecoja and a light spiciness. Dense aromas.

Volume and flavour, but it is not a classy wine. Indeed, it is dynamic, lively, slightly tannic, present in the mouth, leathery, with a good finish played on reminiscences of dehydrated fruit.

It went great with risotto alla pescatora.

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Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

Una scarpinata in campagna si trasforma in un pranzo condiviso con un connubio tra i più classici della tradizione toscana. Chianti Classico di Isole e Olena e salsicce coi fagioli. In questo caso nella versione in Vasocottura.

Sangiovese, canaiolo e syrah (82-15-3) con affinamento in legno di varie dimensioni.

Rubino con riflessi purpurei, ha una bella spinta al naso con profumi di marasca e more, lavanda, viola, e ricordi terragni.

Fresco, diretto, di buon corpo al palato e di media persistenza, si fa ricordare per la misura e l’equilibrio, per il ritorno fruttato in bocca, ma anche per il rapporto qualità prezzo tra i meno vantaggiosi tra i suoi omologhi. Risulta tra i più cari tra i Chianti Classico d’annata, ma non mi suggerisce in questo frangente valori indiscutibili e peculiari che ne siano spiegazione. Il che non significa che non sia buono, ma solo che il costo pare un po’ elevato.

Comunque ottimo con le salsicce con fagioli all’uccelletto.

Enonauta/Degustazione di Vino #109 - review - Chianti Classico 2016 - Isole e Olena | Fresco, diretto, di buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #109 - review - Chianti Classico 2016 - Isole e Olena | Fresco, diretto, di buon corpo

Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

A hike in the countryside turns into a shared lunch with a combination of the most classic of the Tuscan tradition. Classic Chianti and sausages with beans. In this case in the jar cooking version.

Sangiovese, canaiolo and syrah (82-15-3) with aging in wood of various sizes.

Ruby with purple reflections, it has a nice push on the nose with aromas of morello cherries and blackberries, lavender, violets, and earthy memories.

Fresh, direct, with a good body on the palate and medium persistence, it is remembered for its measure and balance, for the fruity return in the mouth, but also for the quality-price ratio among the least advantageous among its counterparts. It is among the most expensive among the vintage Chianti Classicos, but in this situation it does not suggest indisputable and peculiar values ​​that could explain it. Which doesn’t mean it’s not good, just that the cost seems a bit high.

However, excellent with sausages and beans.

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Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Il Dolcetto di Flavio Roddolo è uno di quei vini la cui conoscenza, meglio se accompagnata dalla conoscenza del Signor Flavio stesso, aiuta a sgretolare alcuni preconcetti con cui talvolta, nel mio caso sicuramente, si parte per avventurarsi nel vasto territorio del Vino. I pregiudizi verso alcuni vitigni ritenuti minori, le graduatorie fittizie, le sale d’assaggio fruffrù con visita tipo deportazione, l’appeal, le mode, etc.

I vini di Roddolo hanno tutti una forza non comune e il Dolcetto d’Alba Superiore 2013 è un’idea di Dolcetto forse estrema, che spoglia il Dolcetto di alcune sue caratteristiche per portarlo a un punto limite di evoluzione.

Barrique esauste per il lungo affinamento.

Il colore è rubino scuro, al limite dell’impenetrabile. Profumi di fiori secchi, cassis, leggere note di sottobosco, pepe bianco, vagamente rustico.

Asciutto, secco, sferzante, nervoso al palato. Delle morbidezze del dolcetto non c’è traccia, è un vino assolutamente essenziale, con un tannino rigoroso. Bitter, erbe secche in mazzo tritate, cassis in un finale più che persistente.

Personalmente lo metterei nel novero dei Dolcetto che mi sentirei di consigliare per farsi un’idea delle potenzialità del vitigno e dei vini che se ne traggono.

Enonauta/Degustazione di Vino #107 - review - Dolcetto d'alba Superiore 2013 - Flavio Roddolo |  Il Dolcetto Estremo del Ronin Flavio Roddolo
Enonauta/Degustazione di Vino #107 - review - Dolcetto d'alba Superiore 2013 - Flavio Roddolo |  Il Dolcetto Estremo del Ronin Flavio Roddolo

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Flavio Roddolo’s Dolcetto is one of those wines whose knowledge, better if accompanied by the knowledge of Mr. Flavio himself, helps to crumble some preconceptions with which sometimes, in my case certainly, one sets out to venture into the vast territory of wine. The prejudices towards some vines considered minor, the fictitious rankings, the fruffrù tasting rooms with deportation-type visits, the appeal, the fashions, etc.

Roddolo’s wines all have an uncommon strength and the Dolcetto d’Alba Superiore 2013 is perhaps an extreme idea of ​​Dolcetto, which strips Dolcetto of some of its characteristics to bring it to a limit point of evolution.

Barriques exhausted from long aging.

The color is dark ruby, bordering on impenetrable. Aromas of dried flowers, cassis, light notes of undergrowth, white pepper, vaguely rustic.

Dry, dry, lashing, nervous on the palate. There is no trace of the softness of the dolcetto, it is an absolutely essential wine, with rigorous tannins. Bitters, chopped dried herbs, cassis in a more than persistent finish.

Personally, I would put it among the Dolcettos that I would recommend to get an idea of ​​the potential of the vine and the wines made from it.

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Lugana Riserva del Lupo 2016 – Ca Lojera

Lugana Riserva del Lupo 2016 di Ca Lojera. L’azienda si trova Sirmione nei pressi del Lago di Garda. 18 ettari per la Turbiana sulle argille un tempo fondale del Lago e altri due ettari in posizione collinare per le varietà internazionali. Un Lugana Riserva fatto con uve da raccolta tardiva, botritizzazione e lungo affinamento in vasca e bottiglia.

Il fortunato che lo stappa trova un vino di colore tendente al dorato, brillante, vivace ed estroverso al naso con sentori di chinotto, cedro, gelsomino, pesca tabacchiera in primo piano mentre le note petroso/gessose che caratterizzano la versione base restano nitide nel loro stare però più defilate. Un quadro olfattivo certamente complesso, piacevole e originale.

Al palato se ne apprezzano la suadente freschezza, l’intensità dell’aroma di bocca, la capacità dinamica di un vino di grande struttura.

L’unico rammarico è non avere bottiglie con qualche anno sulle spalle per trovare una conferma empirica ad alcune intuizioni.

Enonauta/Degustazione di Vino #093 - review - Lugana Riserva del Lupo 2016  - Ca Lojera | Al palato se ne apprezzano la suadente freschezza, l'intensità dell'aroma di bocca, la capacità dinamica di un vino di grande struttura.

Lugana Riserva del Lupo Ca Lojera

A Lugana Riserva made with late harvest grapes, botrytization and long aging in tank and bottle. The company is located in Sirmione near Lake Garda. 18 hectares for the Turbiana on the clay that was once the lake bed and another two hectares in a hilly position for the international varieties.

The lucky person who uncorks it finds a wine with a color tending towards golden, bright, lively and extroverted on the nose with hints of chinotto, cedar, jasmine, snuffbox peach in the foreground while the petrous/chalky notes that characterize the basic version remain clear in their but stay more out of the way. An olfactory picture that is certainly complex, pleasant and original.

On the palate one appreciates its persuasive freshness, the intensity of the mouthfeel, the dynamic capacity of a wine with great structure.

The only regret is not having bottles with a few years on them to find empirical confirmation of some intuitions.

Enonauta/Degustazione di Vino #093 - review - Lugana Riserva del Lupo 2016  - Ca Lojera | Al palato se ne apprezzano la suadente freschezza, l'intensità dell'aroma di bocca, la capacità dinamica di un vino di grande struttura.
Enonauta/Degustazione di Vino #093 - review - Lugana Riserva del Lupo 2016  - Ca Lojera | Al palato se ne apprezzano la suadente freschezza, l'intensità dell'aroma di bocca, la capacità dinamica di un vino di grande struttura.
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Nebbiolo d’Alba 2010 – Flavio Roddolo

Nebbiolo d’Alba 2010 – Flavio Roddolo

La quintessenza dell’Austerità. È questo il Nebbiolo d’Alba 2010 del Signor Flavio Roddolo da Monforte d’Alba. Esattamente dal Bricco Appiani.

Nebbiolo e vecchie barrique. Lunga maturazione prima di essere messo in vendita e poi eccolo.

Un Nebbiolo che ha la tempra e la finezza (e anche il prezzo per essere giusti) di un Barolo. Granato scuro, austero fino quasi a farsi definire arcigno, con profumi intensi molto centrati sulle radici aromatiche, sulle erbe medicamentose, con echi di rosa disidratata, ribes nero e ritorni eterei.

Il sorso è assertivo e caldo nel centrobocca, asciutto e senza compromessi, animato da una acidità diffusa, da un tannino tetragono, ma assolutamente maturo. Colpiscono l’intensità e la finezza dell’aroma di bocca e il nebbiolo del Signor Flavio Roddolo finisce coerente e lungo rievocando su tutto la genziana.

Vino di valore assoluto per cui non si può che immaginare un radioso futuro. Dentro un’altra bottiglia però…

Enonauta/Degustazione di Vino #077 - review - Nebbiolo d'Alba 2010 - Flavio Roddolo | Nebbiolo con la tempra e la finezza di un Barolo
Enonauta/Degustazione di Vino #077 - review - Nebbiolo d'Alba 2010 - Flavio Roddolo | Nebbiolo con la tempra e la finezza di un Barolo

Nebbiolo d’Alba 2010 – Flavio Roddolo

The quintessence of Austerity. This is the Nebbiolo d’Alba 2010 by Mr. Flavio Roddolo from Monforte d’Alba. Exactly from Bricco Appiani.

Nebbiolo and old barriques. Long maturation before being put on sale and then here it is.

A Nebbiolo that has the temper and finesse (and also the price to be fair) of a Barolo. Dark garnet, austere almost to the point of being defined as grim, with intense aromas very centered on aromatic roots, medicinal herbs, with echoes of dehydrated rose, blackcurrant and ethereal returns.

The sip is assertive and warm in the center of the mouth, dry and uncompromising, animated by a widespread acidity, by tetragonal tannins, but absolutely ripe. The intensity and finesse of the mouthfeel are striking and Mr. Flavio Roddolo’s Nebbiolo ends coherently and long, recalling the gentian above all.

A wine of absolute value for which one can only imagine a bright future. Inside another bottle though…

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Chianti Classico Riserva 2013 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole è una piccola azienda con una posizione di assoluto privilegio in una delle zone più vocate parlando di Sangiovese e Chianti Classico. Vini tradizionali, legati al territorio e a un fare antico, rivendicato e tramandato orgogliosamente.

Sangiovese con saldo di Merlot

Acciaio e botti grandi di rovere per questa riserva identitaria e leggiadra dal colore rubino intenso, con profumi ancora centrati sul floreale e sulla marasca, scorze d’agrume, lavanda e con note appena accennate di tabacco e cacao.

Al palato si conferma Sangiovese di Lamole, fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot, in una fase di grande equilibrio che ne amplifica la piacevolezza e la bevibilità. Il giusto apporto alcolico, i tannini ricamati e il finale tutto agrume e balsamicità ne fanno davvero una bella bottiglia.

Per mia opinione al vertice della curva evolutiva.

Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 – review – Chianti Classico Ris. 2013 – Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot

 

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole is a small company with an absolutely privileged position in one of the most suitable areas when it comes to Sangiovese and Chianti Classico. Traditional wines, linked to the territory and to an ancient way of doing things, proudly claimed and handed down.

Sangiovese with Merlot balance

Steel and large oak barrels for this distinctive and graceful reserve with an intense ruby ​​colour, with aromas still centered on florals and morello cherries, citrus peel, lavender and with barely hinted notes of tobacco and cocoa.

On the palate it confirms Sangiovese di Lamole, fresh, bright, deep, only slightly rounded by the Merlot, in a phase of great balance which amplifies its pleasantness and drinkability. The right amount of alcohol, the embroidered tannins and the all-citrus and balsamic finish make it a truly beautiful bottle.

In my opinion at the top of the evolutionary curve.

 

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