Bottiglie, Degustazioni

Francesco Versio – Dogliani 2017 & Barbaresco 2015

Francesco Versio

Dogliani 2017 & Barbaresco 2015

Per la prima volta scrivo di due bottiglie in contemporanea. Perché sono opera dello stesso produttore, perché le ho comprate e stappate congiuntamente. Francesco Versio è un giovane stimato winemaker con vigne in Neive ed una esperienza da Bruno Giacosa con Dante Scaglione.

Per il Dogliani 2017 una interpretazione all’insegna della concretezza e dell’energia. Purpureo fitto, solido, con profumi netti di mirtillo e floreali con sfondo speziato e a tratti vinoso. Caldo e voluminoso con finale coerente che lascia una bella scia sapida.

Il Barbaresco 2015 è un Barbaresco tradizionale con uve dal vigneto San Cristoforo. Rispetto ad altri 2015 da me assaggiati negli ultimi mesi mostra più finezza di tratto e meno esplosività. Il colore è tra il rubino e il granato. Parte lento, ma il tempo gli giova. Ribes e melograno, rosa e richiami di piante aromatiche come l’anice compongono il quadro olfattivo. Al palato mostra grande energia, giovanile fermezza, persistenza aromatica rilevante comunicando l’opera di una mano valente ed ispirata.

Per la mia personale esperienza, se questo è l’inizio possiamo aspettarci gran belle bottiglie già nel futuro immediato.

Entrambi i vini hanno mostrato una straordinaria resistenza all’ossigeno.

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Ghemme 2015 – Paride Chiovini

Ghemme Docg 2015

Paride Chiovini

Nebbiolo maturato in botti da 5 hl per 18/20 mesi e successivi 6 mesi di bottiglia.

Ancora una sorpresa positiva dall’Alto Piemonte. Per qualità complessiva dell’esperienza e per il rapporto qualità prezzo. Stappato domenica a pranzo e finito stasera l’ultimo bicchiere, resta buona l’iniziale positiva impressione avuta al momento del versare il primo bicchiere.

Colore rubino molto chiaro tendente al granato. Profumi floreali e di ciliegia e lamponi freschi, rabarbaro e erbe aromatiche.

Esordisce caldo e flessuoso e poi si distende in un finale caratterizzato dal dualismo che si innesca tra l’importante struttura tannica e il ritorno fruttato di grande piacevolezza.

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Dolcetto di Diano d’Alba Sorì Pradurent 2016 – Claudio Alario

Dolcetto di Diano d’Alba Sorì Pradurent 2016 – Claudio Alario

Dolcetto con uve dal Sorì Pradurent posizionato a 400 metri slm, matura in barrique di terzo passaggio per 10 mesi

Un Dolcetto che unisce concretezza, eleganza e precisione e che l’amante della tipologia non dovrebbe esimersi dall’assaggiare. Ripenso al gestore dell’enoteca comunale di Diano d’Alba che invitato a consigliarmi alcune bottiglie da comprare consigliò questa come imprescindibile e ovviamente al tempo in cui l’enoappassionato poteva circolare libero e felice.

Colore rubino impenetrabile, naso di buona intensità con sentori floreali, di prugna, frutti di bosco e spezie.

Ampio in bocca, caldo e strutturato con tannini maturi, freschezza avvolgente e finale coerente di grande piacevolezza. Dolcetto che non esiterei a collocare tra i migliori mai assaggiati e con cui, ribadisco, l’appassionato del Dolcetto dovrebbe confrontarsi.

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Ultimi Raggi 2009 – Ar.Pe.Pe

Ultimi Raggi 2009 Ar.Pe.Pe

Sassella Riserva – Valtellina Superiore

Un vero piacere del palato e della mente aprire in semireclusione questa bottiglia ricordo di una gita di famiglia in Valtellina concomitante con gli Arpepe Days, così che il pensiero invece di concentrarsi sulle ansie dell’oggi si sofferma sulla dolcezza delle giornate di vacanza, sulle discese in slittino a Caspoggio e così anche il ricordo del Grande Ingorgo del Ponte di Sant’Ambrogio (9 dicembre 2017) in mezzo alla tormenta diventa un epico divertimento.

Ultimi Raggi 2009 Ar.Pe.Pe
Sassella Riserva
Valtellina Superiore

Nebbiolo da uve surmature
Con lungo affinamento in botte grande

Vi si individuano all’istante l’asciutta sobria eleganza e il rigore espressivo che sono, per la mia esperienza, i tratti distintivi dei vini della cantina valtellinese.

Bello il colore granato, esteso il bouquet con sentori di ribes e melograno, rosa, cuoio ed erbe aromatiche e un piccolo accenno speziato. In bocca c’è equilibrio, la freschezza distribuita e la vena sapida bilanciano la parte estrattiva e la componente alcolica di questo “non sforzato” il cui tannino è maturo e gentile ed è persistente e vellutato il finale con ritorno di frutti a bacca rossa.

Bevibilità ad alto rischio.

Tra i vini di Arpepe, sempre per la mia esperienza personale, il più morbido senza peraltro essere in assoluto un vino morbido.

Ottimo a tavola con le Tagliatelle fatte a mano con Sugo di Anatra.

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Taurasi Primum 2007 – Guastaferro

Taurasi Primum 2007 – Az. Agr. Guastaferro

Nel mio percorso di approfondimento del Taurasi trovo subito elementi che mi convincono della necessità di continuare ad approfondire. Uno è questo Taurasi 2007 della Aziend Agricola Guastaferro di Taurasi che a me sembra fin da subito un gioiello enoico d’indiscutibile valore.

Aglianico da viti centenarie con maturazione in barrique e tonneaux.

Granato scuro con ancora qualche riflesso rubino. Ampiezza, nitore e piacevolezza sono i tratti distintivi del bouquet dove si susseguono sentori di prugna secca, frutti scuri surmaturi, di incenso e cenere, spezie dolci, su un fondo continuo mentolato/balsamico.

Al palato si confermano le aspettative generate dal profumo e risulta ricco, stratificato, profondo, con acidità flessuosa che tende a ridiscendere il cavo orale, caldo e incisivo, tannini nobili e strutturati, una persistenza aromatica e una varietà di reminiscenze rara.

Entra prepotentemente nel novero dei vini indimenticabili.

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