Bottiglie, Degustazioni

Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

Uno dei simboli della Rinascita del vino Toscano

Percarlo di San Giusto a Rentennano è fatto con 100 per cento Sangiovese di Gaiole in Chianti, uno dei luoghi chiantigiani storicamente più vocati, selezionato dai migliori otto ettari di proprietà aziendale fermentazione in cemento e poi maturazione in fusti da 225 litri per 22 mesi.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

L’appassionato di vini spesso finisce per avere più vini che occasioni. Il distanziamento sociale potrebbe diminuirne ulteriormente il numero, ma paradossalmente il pericolo, le difficoltà, l’incertezza ci ricordano che l’occasione alla fine la fanno la bottiglia e il suo bevitore nell’unico momento che ci è veramente concesso che è quello presente.

Colore vivissimo, tra il rubino e il granato.
Non c’è stata flessione.
Fine, filologico ed espressivo al naso con sentori di rosa disidratata, marasca matura, arancia sanguinella in primo piano e sullo sfondo note di cuoio fresco e mirto.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

Equilibrio e piacevolezza complessiva rara, per finezza e intensità. Freschezza ampia, fluente ed elegante, quasi vellutata, buona struttura e tannini nobili e rigorosi che profilano il sorso. Lunga coda balsamica e fruttata.

A casa mia con uno Spezzatino in bianco con patate, per una cena di famiglia. Nell’epoca del distanziamento sociale, ma senza arrendersi.

Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

One of the symbols of the Rebirth of Tuscan wine

Percarlo di San Giusto a Rentennano is made with 100 percent Sangiovese from Gaiole in Chianti, one of the historically most suitable Chianti areas, selected from the best eight hectares of company property, fermented in cement and then matured in 225 liter barrels for 22 months.

The wine enthusiast often ends up with more wines than deals. Social distancing could further reduce their number, but paradoxically the danger, the difficulties, the uncertainty remind us that the opportunity ultimately lies with the bottle and its drinker in the only moment we are truly allowed, which is the present.

Very bright colour, between ruby ​​and garnet.
There was no downturn.
Fine, philological and expressive on the nose with hints of dehydrated rose, ripe morello cherry, blood orange in the foreground and notes of fresh leather and myrtle in the background.

Rare balance and overall pleasantness, for finesse and intensity. Ample freshness, flowing and elegant, almost velvety, good structure and noble and rigorous tannins that profile the sip. Long balsamic and fruity tail.

At my house with a white stew with potatoes, for a family dinner. In the era of social distancing, but without giving up.

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Bottiglie, Degustazioni

Syrah 2011 (un po’ anche il 2010) di Michele Satta | o anche del piacere del ritornare

Syrah 2011 – Michele Satta


Il Syrah di Michele Satta nasce a Castagneto Carducci
Syrah in purezza
Raccolta a completa maturazione
Fermentazione spontanea in tino con follature manuali
Affinamento per 18 mesi in barrique per un terzo nuove

Enonauta/Degustazione di Vino #036 - wine review - Syrah 2011 di Michele Satta -  Un finissimo Syrah da Bolgheri

Ho avuto la fortuna di poter visitare l’azienda di Michele Satta molte volte e dunque a casa mia giacciono, in attesa di essere stappate, svariate bottiglie di diverse annate. Può capitare, come in questo caso, che due bottiglie dello stesso vino, ma di due annate diverse, vengano aperte in un tempo abbastanza breve da poter fare un raffronto a memoria senza consultare ipotetici appunti di degustazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #036 - wine review - Syrah 2011 di Michele Satta -  Un finissimo Syrah da Bolgheri

Per la gioia del palato questo Syrah di Michele Satta conferma tutte le buone sensazioni ricevute dal 2010, ma rivelando una personalità ben diversa. E abbiamo così la confortante conferma di trovarci davanti a vini non banali e non seriali che ci raccontano la mano che li fece e la stagione che contribuì a formare il loro carattere.

Ha il colore dell’amarena matura, fitto, praticamente impenetrabile. Al naso porge un bel ventaglio di sentori che spaziano dal frutto nero maturo alla foglia di mirto, dalla spezia dolce al tabacco, a tratti fanno capolino le scorzette d’arancio ricoperte e una leggerissima note boisee. Lo si potrebbe definire complesso e fine.

Rispetto al suo predecessore del 2010 che, dotato di più corpo e concentrazione, sviluppava in senso orizzontale – a delta, per un’esperienza gustativa più muscolare, qui siamo al cospetto di un vino più snello, a tratti sapido, dal gusto più definito, caratterizzato da succo più fresco e, a mio parere del momento, più equilibrato e godibile. Tannino ben inserito e buon finale dove spiccano le note aromatiche.

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