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Titon – Nizza docg – 2020 – L’Armangia

Titon 2020 – L’Armangia
Nizza D.o.c.g.

Titon è un ottimo Nizza, ma prima ancora una fantastica Barbera. Assaggiato due volte, a mercato Fivi e alla kermesse di Nizza Monferrato Nizza È, in entrambe le occasioni mi lasciò di buonumore. Un ottimo Nizza che nel panorama rappresenta a mio avviso una visione più tradizionale traghettata nel contesto della denominazione, forse più orientata verso vini moderni, e per questo, perlomeno per chi scrive, ancora più apprezzabile. Una fantastica barbera perché porta in dote tutte le qualità che generalmente la fanno apprezzare.
Affinamento in legni di varie dimensioni, ma principalmente grandi.
Colore porpora, scuro, denso, un’ondata floreale e di frutto fragrante ti investe con veemenza. Questo Titon è uno di quei vini entusiasmanti che ti coinvolgono subito e non mancano però di convincerti. Ricordi di viole, susina rossa e lampone, spezie, balsamici. Con generosità.
Sorso che manifesta vigoria, larga acidità e un’anima quasi salina. Buono, coinvolgente, dall’azione arrembante e lunga, gli si perdona volentieri qualche eccesso di calore alcolico.

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Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Il Dolcetto di Flavio Roddolo è uno di quei vini la cui conoscenza, meglio se accompagnata dalla conoscenza del Signor Flavio stesso, aiuta a sgretolare alcuni preconcetti con cui talvolta, nel mio caso sicuramente, si parte per avventurarsi nel vasto territorio del Vino. I pregiudizi verso alcuni vitigni ritenuti minori, le graduatorie fittizie, le sale d’assaggio fruffrù con visita tipo deportazione, l’appeal, le mode, etc.

I vini di Roddolo hanno tutti una forza non comune e il Dolcetto d’Alba Superiore 2013 è un’idea di Dolcetto forse estrema, che spoglia il Dolcetto di alcune sue caratteristiche per portarlo a un punto limite di evoluzione.

Barrique esauste per il lungo affinamento.

Il colore è rubino scuro, al limite dell’impenetrabile. Profumi di fiori secchi, cassis, leggere note di sottobosco, pepe bianco, vagamente rustico.

Asciutto, secco, sferzante, nervoso al palato. Delle morbidezze del dolcetto non c’è traccia, è un vino assolutamente essenziale, con un tannino rigoroso. Bitter, erbe secche in mazzo tritate, cassis in un finale più che persistente.

Personalmente lo metterei nel novero dei Dolcetto che mi sentirei di consigliare per farsi un’idea delle potenzialità del vitigno e dei vini che se ne traggono.

Enonauta/Degustazione di Vino #107 - review - Dolcetto d'alba Superiore 2013 - Flavio Roddolo |  Il Dolcetto Estremo del Ronin Flavio Roddolo
Enonauta/Degustazione di Vino #107 - review - Dolcetto d'alba Superiore 2013 - Flavio Roddolo |  Il Dolcetto Estremo del Ronin Flavio Roddolo

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 – Flavio Roddolo

Flavio Roddolo’s Dolcetto is one of those wines whose knowledge, better if accompanied by the knowledge of Mr. Flavio himself, helps to crumble some preconceptions with which sometimes, in my case certainly, one sets out to venture into the vast territory of wine. The prejudices towards some vines considered minor, the fictitious rankings, the fruffrù tasting rooms with deportation-type visits, the appeal, the fashions, etc.

Roddolo’s wines all have an uncommon strength and the Dolcetto d’Alba Superiore 2013 is perhaps an extreme idea of ​​Dolcetto, which strips Dolcetto of some of its characteristics to bring it to a limit point of evolution.

Barriques exhausted from long aging.

The color is dark ruby, bordering on impenetrable. Aromas of dried flowers, cassis, light notes of undergrowth, white pepper, vaguely rustic.

Dry, dry, lashing, nervous on the palate. There is no trace of the softness of the dolcetto, it is an absolutely essential wine, with rigorous tannins. Bitters, chopped dried herbs, cassis in a more than persistent finish.

Personally, I would put it among the Dolcettos that I would recommend to get an idea of ​​the potential of the vine and the wines made from it.

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Derthona 2017 – Ricci

Nell’oscurità semintegrale, testimoniata dalla fotografia (senza filtri), del nuovo suggestivo dehors dell’enoteca Nati Stanchi di Pistoia, ieri sera ci siamo divisi in due questa bottiglia di Derthona 2017 di Ricci. Trattasi di Timorasso, vitigno che ho frequentato poco, colpevolmente, ma senza intenzione. Con breve macerazione e passaggio in botte di acacia.
Il colore è giallo dorato brillante e al naso brilla per precisione e pulizia con sentori di resine, cedro, ricordi del fiore del Viburno dell’albicocca e dell’uva sultanina.
Il leitmotiv in bocca è una bella tensione che si innesca dal confronto tra la bella freschezza e la solida matericità del succo. Coerente il finale, forse non persistentissimo.
Lo riberrei. Magari a tavola.
Enonauta/Degustazione di Vino #088 - review - Derthona 2017 - Ricci | Uno dei  principali interpreti del Timorasso

 

 
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Chianti Classico Riserva 2013 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole è una piccola azienda con una posizione di assoluto privilegio in una delle zone più vocate parlando di Sangiovese e Chianti Classico. Vini tradizionali, legati al territorio e a un fare antico, rivendicato e tramandato orgogliosamente.

Sangiovese con saldo di Merlot

Acciaio e botti grandi di rovere per questa riserva identitaria e leggiadra dal colore rubino intenso, con profumi ancora centrati sul floreale e sulla marasca, scorze d’agrume, lavanda e con note appena accennate di tabacco e cacao.

Al palato si conferma Sangiovese di Lamole, fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot, in una fase di grande equilibrio che ne amplifica la piacevolezza e la bevibilità. Il giusto apporto alcolico, i tannini ricamati e il finale tutto agrume e balsamicità ne fanno davvero una bella bottiglia.

Per mia opinione al vertice della curva evolutiva.

Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 – review – Chianti Classico Ris. 2013 – Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot

 

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole is a small company with an absolutely privileged position in one of the most suitable areas when it comes to Sangiovese and Chianti Classico. Traditional wines, linked to the territory and to an ancient way of doing things, proudly claimed and handed down.

Sangiovese with Merlot balance

Steel and large oak barrels for this distinctive and graceful reserve with an intense ruby ​​colour, with aromas still centered on florals and morello cherries, citrus peel, lavender and with barely hinted notes of tobacco and cocoa.

On the palate it confirms Sangiovese di Lamole, fresh, bright, deep, only slightly rounded by the Merlot, in a phase of great balance which amplifies its pleasantness and drinkability. The right amount of alcohol, the embroidered tannins and the all-citrus and balsamic finish make it a truly beautiful bottle.

In my opinion at the top of the evolutionary curve.

 

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Chianti Classico 2015 – San Giusto a Rentennanno

Chianti Classico 2015 di San Giusto a Rentennanno

Sangiovese con saldo di Canaiolo
Cemento poi invecchiamento in botti di media grandezza e sosta in bottiglia.

Con l’avanzo di Peposo del pranzo della domenica stappo per il pranzo del lunedì questo Chianti Classico 2015 di Gaiole per ripassare le ragioni della giustezza dell’abbinamento per tradizione.

Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Credo sia per la sua tempra, per la vigoria della sua componente acida che in vini come questo non lasciano spazio a compromessi. Più che un vino che ammalia è un vino che ridesta, che scuote, vivifica, un vino corroborante. Chi cerca l’accomodante in questa bottiglia non lo trova.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Rubino vivo di media intensità, ha un afflato floreale che è una presentazione perfetta. Poi seguono sentori di marasca, lavanda, mirto e sottobosco. Pulito e penetrante.
Vino di buon corpo con tannini maturi. Il centrobocca ha volume, l’acidità è omogenea, duratura e sferzante. Lunga coda gustativa balsamica.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Rispetto ad altri 2015 che l’annata ha reso un po’ troppo muscolosi, il clima di Gaiole ne ha fatto un Chianti Classico quasi perfetto. Quello che l’amante del Chianti Classico spera di stappare.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.
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Riesling Vigna di Cancòr 2015 – Cantina Cembra

Il Riesling Vigna di Cancòr 2015 di Cantina Cembra è Riesling renano con 10 mesi sulle lisi e 7 mesi in bottiglia. Ed è un’altra piacevole conferma della Cantina Cembra.
Giallo brillante tra il paglierino e il verdolino.
Vivace al naso con sentori di mela granny smith (verde), nespola, cedro, tarassaco e pietra focaia.

Enonauta/Degustazione di Vino #050 - wine review - Riesling Vigna di Cancòr 2015 - Cembra. freschezza, sapida petrosità, una bella tensione.

Il frutto torna coerente in bocca e ha spessore e gusto, mette il liquido in condizione di tendere verso un equilibrio possibile, ma che non si raggiunge e l’anima di questo vino restano la freschezza, la sapida petrosità, una bella tensione.

Enonauta/Degustazione di Vino #050 - wine review - Riesling Vigna di Cancòr 2015 - Cembra. freschezza, sapida petrosità, una bella tensione.

Con la Scaloppina di Tacchino coi Funghi in abbinamento perfetto per il consumo quotidiano del bevitore di tutti i giorni.

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Barbaresco Autinbej 2015 di Ca’ del Baio

Barbaresco Autinbej 2015

Ca’ del Baio

il Barbaresco Autinbej di Ca’ del Baio di Treiso passa due anni in botti grandi ed è un Vino di stampo tradizionale

Enonauta/Degustazione di Vino #039 - wine review - Barbaresco Autinbej 2015 di Ca' del Baio. Ottima Barbaresco tradizionale

Seppure la luce artificiale di ieri sera non gli rendesse assolutamente giustizia il Barbaresco Autinbej 2015 di Ca del Baio si è accompagnato mirabilmente con le fettine di fegato spadellate nel burro con sfoglia di parmigiano.
Eccellente Barbaresco base che non sfigura al cospetto degli altri, più pregiati, cru aziendali.

Enonauta/Degustazione di Vino #039 - wine review - Barbaresco Autinbej 2015 di Ca' del Baio. Ottima Barbaresco tradizionale

Trasparente e vivo color rubino.
Profumi nitidi, filologici e intensi di Rosa, Lampone in essenza, genziana, erbe officinali, Cuoio.
In bocca è teso e caldo. Acidità e tannini senza compromessi. Di corpo asciutto, dotato di una vigoria ragguardevole e di grande finezza. Colpisce l’intensità dell’aroma di bocca che in totale corrispondenza con le sensazioni olfattive ripresenta piccoli frutti rossi ed erbe officinali.
Grande piacevolezza di beva e credo, per quanto possa valere dal momento che tutto dipende anche dalle capacità e dalla sete di chi beve, sia la bottiglia durata meno nel 2019.

Enonauta/Degustazione di Vino #039 - wine review - Barbaresco Autinbej 2015 di Ca' del Baio. Ottima Barbaresco tradizionale

Giovane, ma già godibilissimo, e con buone prospettive per gli anni a venire.

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Costa di Giulia 2015 – Michele Satta

Costa di Giulia 2015

Bolgheri Bianco

Michele Satta

Ebbi la ventura di assaggiare questo Costa di Giulia 2015 appena imbottigliato perché giunsi casualmente in azienda un pomeriggio in cui si stavano ultimando le operazioni di imbottigliamento. Ne ho seguito con piacere dunque, in questi pochi anni, l’evoluzione del gusto e credo di poter affermare che Costa di Giulia di Michele Satta è un vino che sviluppa personalità col tempo, che si conferma negli anni e che questa 2015 ha comunque una energia fuori del comune.

Enonauta/Degustazione di Vino #038 - wine review - Costa di Giulia 2015 di Michele Satta. Ottima evoluzione per il Vermentino di Satta

Vermentino e Sauvignon
Lunga Fermentazione e affinamento sulle proprie fecce in acciaio.

Giallo paglierino intenso. Brillante e profumato. Esprime sulle prime note fruttate, di pesca bianca che si alternano a egualmente evidenti sentori vegetali, erbe aromatiche come il timo e l’erba appena tagliata, floreali, di miele e vaniglia.
In bocca acidità soffice, dolce e duratura, ben equilibrata dal corpo e dalla succosità del sorso che risulta vellutato. Lo si potrebbe definire un vino suadente e finanche opulento che pur tuttavia non è stancante, come un oratore che oltre alla perizia abbia argomenti interessanti di cui si vorrebbe dibattere, per amore del discorso, all’infinito.
Il finale è estremamente lungo con ritorno di frutta matura e miele di cardo. Allunga in progressione, senza scatti brucianti o velleitari.

Enonauta/Degustazione di Vino #038 - wine review - Costa di Giulia 2015 di Michele Satta. Ottima evoluzione per il Vermentino di Satta

Non stanca sul momento e negli anni dimostrando una disposizione alla maturazione già testata con altre annate.
Motivo per cui si ritorna sempre a Castagneto, tra le colline e i cipressi cari al Carducci, da che cura il ricevimento e le degustazioni, a comprare il Costa di Giulia e gli altri vini che Michele Satta produce con esito qualitativo costante e sempre a prezzi terrestri.

Enonauta/Degustazione di Vino #038 - wine review - Costa di Giulia 2015 di Michele Satta. Ottima evoluzione per il Vermentino di Satta

Giovano a questo vino, a mio avviso, un paio di anni in bottiglia almeno e una temperatura di servizio un paio di gradi più alta di quanto solitamente si usa per i vini bianchi.

Ottimo in abbinamento col polpettone di fagiolini, ma azzarderei perfetto con lo spaghetto con patate lesse, olio evo e basilico fresco.

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Syrah 2011 (un po’ anche il 2010) di Michele Satta | o anche del piacere del ritornare

Syrah 2011 – Michele Satta


Il Syrah di Michele Satta nasce a Castagneto Carducci
Syrah in purezza
Raccolta a completa maturazione
Fermentazione spontanea in tino con follature manuali
Affinamento per 18 mesi in barrique per un terzo nuove

Enonauta/Degustazione di Vino #036 - wine review - Syrah 2011 di Michele Satta -  Un finissimo Syrah da Bolgheri

Ho avuto la fortuna di poter visitare l’azienda di Michele Satta molte volte e dunque a casa mia giacciono, in attesa di essere stappate, svariate bottiglie di diverse annate. Può capitare, come in questo caso, che due bottiglie dello stesso vino, ma di due annate diverse, vengano aperte in un tempo abbastanza breve da poter fare un raffronto a memoria senza consultare ipotetici appunti di degustazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #036 - wine review - Syrah 2011 di Michele Satta -  Un finissimo Syrah da Bolgheri

Per la gioia del palato questo Syrah di Michele Satta conferma tutte le buone sensazioni ricevute dal 2010, ma rivelando una personalità ben diversa. E abbiamo così la confortante conferma di trovarci davanti a vini non banali e non seriali che ci raccontano la mano che li fece e la stagione che contribuì a formare il loro carattere.

Ha il colore dell’amarena matura, fitto, praticamente impenetrabile. Al naso porge un bel ventaglio di sentori che spaziano dal frutto nero maturo alla foglia di mirto, dalla spezia dolce al tabacco, a tratti fanno capolino le scorzette d’arancio ricoperte e una leggerissima note boisee. Lo si potrebbe definire complesso e fine.

Rispetto al suo predecessore del 2010 che, dotato di più corpo e concentrazione, sviluppava in senso orizzontale – a delta, per un’esperienza gustativa più muscolare, qui siamo al cospetto di un vino più snello, a tratti sapido, dal gusto più definito, caratterizzato da succo più fresco e, a mio parere del momento, più equilibrato e godibile. Tannino ben inserito e buon finale dove spiccano le note aromatiche.

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Vigna delle Forche Muller Thurgau 2017 – Cantina Cembra

Muller Thurgau Vigna delle Forche 2016

Cantina Cembra

Vigna delle Forche – Cembra – Trentino Doc
Acciaio e affinamento sulle lisi

Muller Thurgau da una vigna situata a 872 metri di altezza slm in Val di Cembra.
Giallo con lampi smeraldini. Brillante come pochi.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.

Intenso ed espressivo il bouquet composto da sentori di frutta fresca come la pesca selvatica, di anemone bianco, note di zenzero, erba sfalciata ed erbe aromatiche su un fondo sapido/petroso.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.

Vino estremamente fresco/salino, di grande e originale personalità, tonico e mai monocorde, sviluppa una lunga persistenza in cui riemergono ricordi di frutto ed erbe fresche.
Ottima versatilità in compagnia dei cibi.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.
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