Per una rimpatriata che mancava dall’agosto scorso due magnum per cui non necessitano tante presentazioni e preamboli. Due simboli della viticoltura italiana. San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) di Tenuta San Leonardo
Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) di Loredan Gasparini – Venegazzù60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenére, 10% Merlot con affinamento in barrique di primo, secondo e terzo passaggio per San Leonardo10% Cabernet Franc, 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Malbec
18-24 mesi in botti grandi di rovere, per il 30%, in barrique, poi 12 in bottiglia per il Capo di Stato. Arrivano all’appuntamento col cavatappi in modo diametralmente opposto. Un po’ seduto il Capo di Stato, con brillante eleganza San Leonardo. Capo di Stato ci fa pensare, per via del tappo e del colore un po’ opaco, a una bottiglia che ha avuto un trascorso burrascoso.
Il colore è rosso scuro non molto vivo, il bouquet risulta un po’ ristretto a note di cassis, vegetali, e sentori riconducibili al passaggio in legno che appaiono troppo marcati.
Anche il sorso appare un po’ piatto, poco fresco, poco dinamico, sviluppando molto in volume e calore con tannino un po’ sgraziato e finale amaricante. San Leonardo 2008 arriva invece in stato di grazia.
Colore granato molto vivo, finezza e complessità al naso con ricordi di cassis, scorza d’arancia, liquirizia, foglia di the, cacao.
Dietro l’apparenza di un sorso sottile si celano una forza inarrestabile, lunghezza e profondità gustativa, equilibrio, tannino ricamato, ma più di tutto resta impressa l’accelerazione sapida del finale. Martino Baldi, padrone di casa a capotavola lo definì “una bevuta pacificante”. Se ne parla spesso in termini denigratori, dopo questa Magnum mi chiedo il perché.

Scrittore/poeta disorganico, coltivatore principiante, cuoco discontinuo, sommelier agli inizi, movimentatore di poponi, giovane padre.