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Esegesi 2018 – Eugenio Rosi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

Sono ormai più di dieci anni che bevo i vini di Eugenio Rosi, da quando a me e ad alcuni amici fu consigliato dal sommelier dell’Osteria del Pettirosso di Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/) , e in questi anni ho notato una progressione continua. Le volte che mi sono trovato ai banchi d’assaggio ho sperimentate qualità e piacevolezza sempre più evidenti nei vini proposti dalla cantina di Volàno (TN). 

Torno a stappare quindi Esegesi di Eugenio Rosi durante una vacanza in Trentino-Alto Adige dopo il 2016 bevuto a Malga Cere. (Link sotto)

Cabernet Sauvignon 80% e Merlot 20%, vino artigianale con invecchiamento di 24 mesi in legni di varia dimensione e cemento. 

Scuro e Impenetrabile, estroverso al naso con sentori prevalentemente fruttati, prima la prugna e poi la creme de cassis, la mora, estroverso e intenso, una speziatura fine, ricordi di humus, cacao, eterei/balsamici. 

In bocca ha uno sviluppo coerente. Caldo, spaziale, acidità calibrata, centrobocca avvincente e pieno di energia, tannini perentori, ma senza ruvidità, un finale quasi da leggenda dove il frutto a piena maturazione torna e ritorna e in cui si ha il tempo di riflettere sul fatto che forse il vino è un po’ troppo alcolico, ma mentre rifletti il finale non finisce e la persistenza non si può contare in secondi e nessuna riflessione  sembra  avere più rilevanza. 

Vino ottimo. Buona l’accoppiata con la polenta con porcini in rosso, ma si poteva fare meglio. 

Enonauta/Degustazione di Vino #340 - review - Esegesi 2018 - Eugenio Rosi | una sempre piacevole conferma per Eugenio Rosi e il suo Esegesi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

I have been drinking Eugenio Rosi’s wines for more than ten years now, ever since it was recommended to me and some friends by the sommelier of the Osteria del Pettirosso in Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/), and in recent years I have noticed a continuous progression. The times I found myself at the tasting tables I experienced increasingly evident quality and pleasantness in the wines offered by the Volàno (TN) winery.

So I’m back to uncorking Eugenio Rosi’s Esegesi during a holiday in Trentino-Alto Adige after the 2016 drink at Malga Cere. (Link below)

Cabernet Sauvignon 80% and Merlot 20%, artisanal wine aged for 24 months in wood of various sizes and cement.

Dark and impenetrable, extroverted on the nose with predominantly fruity scents, first plum and then creme de cassis, blackberry, extroverted and intense, a fine spiciness, hints of humus, cocoa, ethereal/balsamic.

In the mouth it has a coherent development. Warm, spatial, calibrated acidity, gripping mid-mouth full of energy, peremptory tannins, but without roughness, an almost legendary finish where the fully ripe fruit returns and returns and in which one has time to reflect on the fact that perhaps the wine it’s a little too alcoholic, but as you reflect the ending doesn’t end and the persistence can’t be counted in seconds and no reflection  seems  to have any more relevance.

Excellent wine. The pairing with the polenta with red porcini mushrooms was good, but it could have been done better.

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Caiarossa 2016 – Caiarossa

Caiarossa 2016

Rosso di Toscana igt

Caiarossa / Riparbella – un supertuscan accessibile

Premessa:
Qualche anno fa ricordo che un amico e compagno di bevute sosteneva che l’aggettivo elegante non fosse appropriato al fine della descrizione di un vino perché sostanzialmente non significa niente. Sono sempre stato d’accordo in linea di massima. Eppure per questo Caiarossa 2016 non riesco a non usarlo. Perché questo bel mischione in stile Rodano, non si legga il termine “mischione” in senso denigratorio ché è solo un modo ironico e toscano di tradurre la parola inglese blend il cui significato è miscela, è evidentemente elegante. Non si può apprezzarne l’espressività varietale, ma si può in indubbiamente apprezzarne il lavoro di taglio e composizione, come per un abito sartoriale, e dunque la sua eleganza. E il fatto di essere un Supertuscan accessibile.

Caiarossa 2016 dell’omonima azienda
di Riparbella nella zona di Montescudaio (PI).

Un bel mischione fatto con Cabernet Franc 42%, Merlot 25%, Syrah 15%, Cabernet Sauvignon 6%, Petit Verdot 6%, Sangiovese 5%, Alicante 1%.

Dove mischione sta per blend, termine gergale toscano usato qui non in senso denigratorio. D’altra parte se alla proprietà straniera piacque la terra toscana credo potrà apprezzare anche l’idioma che quella terra ha generato e con cui si parla tuttora.

Fermentazioni separate, l’affinamento avviene in legno di varie dimensioni e nuovo per il 30 percento, la filosofia è quella biodinamica.

Vino di colore fitto, vivido, con ventaglio olfattivo piuttosto ricco. Predomina il frutto scuro maturo come il cassis, accompagnato da note balsamiche, speziate, un quid di resina e di alloro fresco frantumato.

Il sorso è una ottima congiunzione di immediatezza, eleganza, vitalità.
Vellutato senza essere macchinoso, tocco sapido, acidità e tannini che sviluppano azione da dentro il vino in un quadro complessivo di precisa piacevolezza. Finale coerente e prolungato.
Da bere adesso senza pensieri.

Enonauta/Degustazione di Vino #248 - review - Caiarossa 2016 | un bel mischione in stile Rodano, un Supertuscan accessibile da Riparbella
Caiarossa 2016
Enonauta/Degustazione di Vino #248 - review - Caiarossa 2016 | un bel mischione in stile Rodano, un Supertuscan accessibile da Riparbella
caiarossa 2016
Enonauta/Degustazione di Vino #248 - review - Caiarossa 2016 | un bel mischione in stile Rodano, un Supertuscan accessibile da Riparbella
Caiarossa 2016
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Château Lynch-Moussas 2017 Pauillac

Château Lynch-Moussas 2017 Pauillac

Molto tempo fa, un caro amico mi disse che per spiegare ad una persona poco avvezza al mondo del vino la differenza tra un vino di Bordeaux ed uno della Borgogna si poteva ricorrere all’archetipo della bellezza femminile. I vini della Borgogna potevano essere rappresentati da una donna bellissima, fine, elegante ed ammaliante. Quelli di Bordeaux erano rappresentati da una bellezza femminile molto più fisica, sensuale e seducente (negli anni ’80/’90 avremmo detto sexy, senza paura di offendere nessuno). Come ogni metafora, questa breve storia è ovviamente semplificatoria e riduttiva. Inoltre per par condicio, si potrebbe certamente fare la stessa cosa con l’immaginario maschile.

Complice la presenza, nella città in cui vivo, di uno dei più grandi distributori di Bordeaux europei, ultimamente mi trovo a bere con regolarità Medoc di buon livello, pur non essendone un loro appassionato sfegatato. Bevendo l’ultimo millesimo di Château Lynch-Moussas a Pauillac, ho rammentato la storiella del mio amico, la quale però questa volta appariva ai miei sensi decisamente riduttiva. Infatti questo assemblaggio di Cabernet Sauvignon al 78% e Merlot al 22%, con vinificazione separata di ciascuna parcella e che riposa 24 mesi in barrique (60% nuove), mi sembra poter contenere entrambe le immagini ideali della bellezza femminile (o maschile se si preferisce).

Il colore è un rosso granato molto scuro, ematico. Il naso è decisamente complesso e sprigiona la facile percezione di frutti di bosco come ribes e mirtilli, prugna secca, con al seguito sensazioni di pepe nero, liquirizia, tabacco e pellame. L’attacco al palato è secco e morbido, polposo, seducente. La struttura è importante ed offre una piacevole sensazione di viscosità diffusa, senza però mostrare troppo i muscoli. I Tannini sono già piuttosto morbidi e rotondi, ma la nota più significativa a mio avviso (non sempre facile da trovare nei Bordeaux di medio livello) è rappresentata dalla freschezza che accompagna e mantiene bilanciato il sorso, e sopratutto la straordinaria ed imprevista sapidità, la quale regala un bel finale di leggerezza, pulizia ed equilibrio.

Questo giovane e bel Pauillac, mi ha stupito per la sua capacità di essere molto gustoso, diretto e materico; ma al contempo dinamico, poliforme, equilibrato. A mio avviso la sapidità in questo caso è la chiave di volta che gestisce una perfetta uscita di scena al sorso, e lasciando aperto il sipario al rabbocco del calice.

Enonauta/Degustazione di Vino #166 - Château Lynch-Moussas 2017 Pauillac |  Giovane e gustoso vino di Pauillac

Ultima nota di merito la straordinaria longevità della bottiglia aperta, la quale rimane ottima (e forse migliore) il giorno dopo e quello ancora a seguire. Rapporto qualità prezzo é nella media, per via del blasone territoriale piuttosto elevato.

Enonauta/Degustazione di Vino #166 - Château Lynch-Moussas 2017 Pauillac |  Giovane e gustoso vino di Pauillac
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Châteaux Siran 2016 – Margaux

CHÂTEAU SIRAN 2016 – MARGAUX

Domenica ore 15.00: apro una mezzetta di Bordeaux (con un pò di pane e salame) perché fuori piove, sono annoiato e non c’è nemmeno il campionato a lenire il torpore. Si tratta di Château Siran, storico produttore situato nella parte più a sud della denominazione Margaux. L’azienda dispone di 88 ettari di terreno di cui solo 25 pienamente vitati (dal 2020 il 10% è in regime biologico) con certificazione di attenzione alla biodiversità e vigne di una età media di 30 anni. L’attuale consulente enologo è Hubert De Bouard di Château Angelus, dopo essere passati tra i tanti nomi anche per il guru dell’enologia francese “interventista”, Michel Rolland (1995-2004).

La 2016 è stata una grandissima annata, benedetta dalla pioggia di settembre che pone fine allo stress idrico dovuto ad una estate molto arida. Blend al 46% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 13% Petit Verdot and 1% Cabernet Franc (spicca la presenza relativamente alta di Petit Verdot). Fermentazione in acciaio e malolattica in barrique (di cui il 35% nuove), dove rimane per 12 mesi.

Il vino si presenta nel calice con un rosso rubino carico e quasi impenetrabile ma con un’unghia lucente e vivivissima. Naso complesso, dove prevalgono cassis e prugna, pepe nero, sottobosco, poi cuoio, un accenno di vaniglia bourbon e note boisé non troppo marcate. L’assaggio è morbido in entrata, secco, caldo e avvolgente. L’acidità è spiccata e vibrante ma non esasperata, i tannini sono vivaci ma non acerbi, anzi già ben integrati, così come l’alcool che non prevarica minimanente. Il sorso è pieno, corposo, persistente, e con un centrobocca decisamente gratificante. Finale molto lungo e piacevolmente amaricante.

Per chi non ha mai bevuto un Margaux, e vuole togliersi lo sfizio, questo Siran 2016 potrebbe essere un bel trampolino di lancio nel vasto e complesso mondo del Medoc. Annata eccellente, bevuta in una fase “adolescenziale” che definirei comunque serena e con un raggiante futuro. È un vino elegante e molto equilibrato, anche immedito se si vuole, di facile e buona beva. Non ha certamente la complessità aromatica, l’estrema eleganza, la potenza e la dinamica continuamente cangiante dei grandissimi Bordeaux di Margaux (o Pauillac), per i quali bisogna essere però disposti a pagare cifre ben più ingenti del vino di cui si racconta.

È un vino che ricomprerei senza indugio: piccola bottiglia-piccolo prezzo-grande piacere. Ed ha anche smesso di piovere.

Enonauta/Degustazione di Vino #162 - CHÂTEAU SIRAN 2016 - MARGAUX  | Bordeaux valido di prezzo accessibile
Enonauta/Degustazione di Vino #162 - CHÂTEAU SIRAN 2016 - MARGAUX  | Bordeaux valido di prezzo accessibile
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Esegesi 2016 di Eugenio Rosi

Tra le cose che allietano e rendono memorabile la giornata di un appassionato di vini c’è sicuramente l’arrivare alla fine di una faticosa ascesa, figlia in spalla, verso una malga (in questo caso Malga Cere, raggiungibile da una strada forestale, o in alternativa da un sentiero, che si dipanano dalla strada che conduce al Passo Manghen – Trentino) e trovare una selezione di vini interessanti. Tra cui Esegesi 2016 di Eugenio Rosi (Vallagarina IGT)

Lo bevo senza avere ulteriori informazioni oltre quelle di etichetta e confesso di aver pensato a una percentuale di Merlot superiore rispetto a quella che ho poi scoperto esserci realmente in questo vino. In virtù della sua fine espressività, pur rimanendo nel quadro di un vino corposo e caldo.

Cabernet Sauvignon 80 e Merlot 20.

Lieviti indigeni, lunga macerazione in acciaio, legno e cemento. 24 mesi in rovere di diverse dimensioni.

Colore rosso scuro, intenso profumo di mora, resine, cacao, muschio, vagamente etereo, al palato attacca caldo e vellutato, con tannini smussati, sviluppa molto volume, ma non lèsina in freschezza. Finale buono, centrato su frutto scuro e spezie dolci.

Vino confortante, magari un po’ troppo alcolico, che probabilmente trova la sua collocazione ottimale accanto a un piatto di selvaggina.

Enonauta/Degustazione di Vino #161 - review -  Esegesi 2016 - Eugenio Rosi | Vino confortante del bravissimo vignaiolo Eugenio Rosi

Esegesi 2016 di Eugenio Rosi

Among the things that cheer up and make the day of a wine enthusiast memorable there is certainly arriving at the end of a tiring ascent, daughter on the shoulder, towards a mountain hut (in this case Malga Cere, reachable from a forest road, or alternatively from a path, which unravels from the road that leads to Passo Manghen – Trentino) and find a selection of interesting wines. Including Exegesi 2016 by Eugenio Rosi (Vallagarina IGT)

I drink it without having any further information beyond that on the label and I confess that I thought of a higher percentage of Merlot than what I later discovered was actually in this wine. By virtue of its fine expressiveness, while remaining within the framework of a full-bodied and warm wine.

Cabernet Sauvignon 80 and Merlot 20.

Indigenous yeasts, long maceration in steel, wood and concrete. 24 months in oak of different sizes.

Dark red colour, intense aroma of blackberry, resins, cocoa, musk, vaguely ethereal, warm and velvety on the palate, with smooth tannins, develops a lot of volume, but does not skimp on freshness. Good finish, centered on dark fruit and sweet spices.

A comforting wine, perhaps a little too alcoholic, which probably finds its best place alongside a game dish.

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Merlot Baolar 2016 – Pierpaolo Pecorari

Merlot Baolar 2016 – Pierpaolo Pecorari

Merlot Baolar 2016
Pierpaolo Pecorari
Venezia Giulia Igt
12 mesi di barrique e 14 in bottiglia

Questo Merlot mi conferma le impressioni positive ricevute lo scorso anno al banco d’assaggio di Wine and Siena e mi ricorda anche, per eleganza e finezza di tratto, altri assaggi recenti ben più costosi.

Rosso intenso e vivo, al naso è molto pulito, con sentori floreali, di mora, lavanda, vagamente balsamico/mentolato, accenni di cacao e vaniglia.

L’assaggio è preciso, caratterizzato da bella finezza di tratto, equilibrio ed eleganza, pienezza di gusto, acidità avvolgente e distribuita, tannini levigati. Non teme l’apertura prolungata. Lo riberrei anche subito.

Enonauta/Degustazione di Vino #145 - review - Merlot Baolar 2016 - Pierpaolo Pecorari | Finissimo Merlot Isontino
Enonauta/Degustazione di Vino #145 - review - Merlot Baolar 2016 - Pierpaolo Pecorari | Finissimo Merlot Isontino


https://youtu.be/7wVi1n-ofcg

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“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

Una delle più piccole denominazioni di Margaux. Azienda in conduzione biologico-biodinamica certificata. Fermentazione in cemento (termocontrollata) e affinamento in barrique da 225lt per 18/24 mesi.

Cabernet Sauvignon 66% con saldo Merlot (30% )e Petit Verdot (4%).

Rosso rubino carico, quasi impenetrabile. Al naso apre subito con una girandola di sentori classici della denominazione e del vitigno. Piccoli frutti rossi, in particolare mirtilli e ribes, più vicini alla confettura che al frutto. Violetta, poi qualche leggera nota erbacea di passaggio apre la strada ad una potente carica balsamica. A seguire cacao in purezza e pepe nero di Sichuan. Chiude un delicato accenno legnoso e di torrefazione.

Al palato attacca molto fresco grazie ad un’ottima acidità dinamica che si mantiene viva lungo tutto il sorso, senza tuttavia mai prevaricare. Buon corpo e struttura definita, mai pesante. Tannino educato e setoso, frutta rossa matura, chiusura (non lunghissima) di liquirizia amara, cacao e un accenno di cuoio.

Bordeaux molto classico ed elegante, equilibrato, quasi didattico nostante sia ancora in fase giovanile. Non può che migliorare e definirsi al meglio nei prossimi 3/4 anni, acquisendo a mio avviso quel carattere e quella personalità di cui oggi difetta lievemente. Il rapporto qualità-prezzo non è propriamente eccelso, se confrontato con molti vini italiani della stessa gamma di prezzo, ma con una bella costata alla griglia fa egregiamente il suo mestiere senza mai prevaricare né scansarsi.

Se si possiede la pazienza di attendere qualche anno la valutazione del rapporto prezzo-qualità, considerando che si tratta di un Margaux, potrebbe ribaltare il discorso.

Enonauta/Degustazione di Vino #144 - review - "Margaux" Grand Cru Classé Château Ferrière 2015 | elegante, equilibrato, quasi didattico

“Margaux” Grand Cru Classé Château Ferrière 2015

One of the smallest appellations of Margaux. Certified organic-biodynamic company. Fermentation in cement (thermo-controlled) and aging in 225lt barriques for 18/24 months.

Cabernet Sauvignon 66% with the balance Merlot (30%) and Petit Verdot (4%).

Deep ruby ​​red, almost impenetrable. The nose opens immediately with a swirl of classic hints of the denomination and the grape variety. Small red fruits, especially blueberries and currants, closer to jam than fruit. Violet, then some passing light herbaceous notes open the way to a powerful balsamic charge. Followed by pure cocoa and Sichuan black pepper. It closes with a delicate woody and roasted hint.

It is very fresh on the palate thanks to an excellent dynamic acidity which remains alive throughout the sip, without however ever overpowering. Good body and defined structure, never heavy. Polite and silky tannin, ripe red fruit, finish (not very long) of bitter licorice, cocoa and a hint of leather.

Very classic and elegant Bordeaux, balanced, almost didactic despite still being in its youthful phase. It can only improve and define itself better in the next 3/4 years, acquiring in my opinion that character and personality that it slightly lacks today. The quality-price ratio is not exactly excellent, if compared with many Italian wines in the same price range, but with a nice grilled rib it does its job very well without ever overdoing it or shying away.

If you have the patience to wait a few years for the evaluation of the price-quality ratio, considering that it is a Margaux, it could turn the situation around.

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Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
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San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009

Per una rimpatriata che mancava dall’agosto scorso due magnum per cui non necessitano tante presentazioni e preamboli. Due simboli della viticoltura italiana. San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) di Tenuta San Leonardo e Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) di Loredan Gasparini – Venegazzù

60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenére, 10% Merlot con affinamento in barrique di primo, secondo e terzo passaggio per San Leonardo

10% Cabernet Franc, 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Malbec
18-24 mesi in botti grandi di rovere, per il 30%, in barrique, poi 12 in bottiglia per il Capo di Stato.

Arrivano all’appuntamento col cavatappi in modo diametralmente opposto. Un po’ seduto il Capo di Stato, con brillante eleganza San Leonardo. Capo di Stato ci fa pensare, per via del tappo e del colore un po’ opaco, a una bottiglia che ha avuto un trascorso burrascoso.
Il colore è rosso scuro non molto vivo, il bouquet risulta un po’ ristretto a note di cassis, vegetali, e sentori riconducibili al passaggio in legno che appaiono troppo marcati.
Anche il sorso appare un po’ piatto, poco fresco, poco dinamico, sviluppando molto in volume e calore con tannino un po’ sgraziato e finale amaricante. San Leonardo 2008 arriva invece in stato di grazia.
Colore granato molto vivo, finezza e complessità al naso con ricordi di cassis, scorza d’arancia, liquirizia, foglia di the, cacao.
Dietro l’apparenza di un sorso sottile si celano una forza inarrestabile, lunghezza e profondità gustativa, equilibrio, tannino ricamato, ma più di tutto resta impressa l’accelerazione sapida del finale. Martino Baldi, padrone di casa a capotavola lo definì “una bevuta pacificante”. Se ne parla spesso in termini denigratori, dopo questa Magnum mi chiedo il perché.

Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 – review – San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico

San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) by Tenuta San Leonardo and Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) by Loredan Gasparini – Venegazzù

For a reunion that had been missing since last August, two magnums that don’t require many introductions and preambles. Two symbols of Italian viticulture. San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) by Tenuta San Leonardo and Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) by Loredan Gasparini – Venegazzù

60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenére, 10% Merlot with aging in first, second and third passage barriques for San Leonardo

10% Cabernet Franc, 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Malbec
18-24 months in large oak barrels, 30%, in barrique, then 12 in the bottle for the Head of State.

They arrive at the appointment with the corkscrew in a diametrically opposite way. The Head of State sits a little, with brilliant elegance San Leonardo. Capo di Stato makes us think, due to the cork and the slightly opaque colour, of a bottle that has had a stormy past.
The color is dark red, not very bright, the bouquet is a little restricted to notes of cassis, vegetables, and hints attributable to the passage in wood which appear too strong.
The sip also appears a little flat, not very fresh, not very dynamic, developing a lot in volume and heat with somewhat awkward tannins and a bitter finish. San Leonardo 2008 instead arrives in a state of grace.
Very bright garnet colour, finesse and complexity on the nose with hints of cassis, orange peel, licorice, tea leaf, cocoa.
Behind the appearance of a thin sip lies an unstoppable strength, length and depth of taste, balance, embroidered tannin, but most of all the savory acceleration of the finish remains imprinted. Martino Baldi, the host at the head of the table, defined it as “a pacifying drink”. It is often spoken of in disparaging terms, after this Magnum I wonder why.

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Merlot 2016 – Edi Keber

Merlot 2016 – Edi Keber

Collio Doc

Mentre finisco questa unica bottiglia del Merlot di Edi Keber, ultimo reperto della visita in cantina nel novembre 2019, apprendo che è un progetto che verrà abbandonato per seguire i vitigni autoctoni del Collio. Nonostante la grande passione che nutro per i vitigni autoctoni del Collio, mi dolgo della cosa e del non aver comprato altre bottiglie di questo ottimo Merlot. Perché è ottimo essenzialmente. Espressivo, di carattere, intenso ed elegante al contempo.

Rosso scuro giovanile, profumi di mora e cassis, ricordi balsamici e di erbe aromatiche, al pari di altri omologhi del territorio trova il suo epicentro gustativo nella tensione tra morbidezze, la vellutata stoffa e una acidità dotata di un certo sprint. Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #128 - review - Merlot 2016 - Edi Keber | Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro
Enonauta/Degustazione di Vino #128 - review - Merlot 2016 - Edi Keber | Ampio, gustoso, dal buon finale centrato sul frutto scuro

Merlot 2016 – Edi Keber

Collio Doc

As I finish this single bottle of Edi Keber’s Merlot, the last find of the visit to the cellar in November 2019, I learn that it is a project that will be abandoned to follow the native Collio vines. Despite the great passion I have for the native Collio vines, I regret this and not having bought more bottles of this excellent Merlot. Because it’s essentially great. Expressive, with character, intense and elegant at the same time.

Youthful dark red, aromas of blackberry and cassis, hints of balsamic and aromatic herbs, like other counterparts in the area, it finds its gustatory epicenter in the tension between softness, the velvety texture and an acidity with a certain sprint. Large, tasty, with a good finish centered on the dark fruit.

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Gaiole in Chianti State of Mind

Gaiole in Chianti State of Mind

una serata in compagnia di due famosi vini di Gaiole

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle & Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

Prendo in prestito il titolo di una delle più famose tra le canzoni di Billy Joel, New York State of Mind, per raccontare una serata in compagnia di due belle espressioni di Sangiovese provenienti dalla stessa area geografica. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

Così recita l’inizio della canzone. E così come si decide di risalire il fiume Hudson col Greyhound per riaffermare la propria identità, parafrasando il testo io posso affermare che, mentre alcuni prendono l’aereo dell’esotismo enoico, io e i miei compagni di bevuta, da toscani amanti del nostro vino, prendiamo la corriera del Sangiovese che ci porta in una zona di conforto assoluto, di certezze incrollabili, di sapori unici legati a una tradizione antica.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese con saldo di Merlot con affinamento in barrique (non nuove)

Fresco. Intenso. Immediato.

Tra il rubino e il purpureo con intensi sentori floreali di viola, mora e frutti scuri, piccoli cenni speziati e terragni. Attacco caldo e voluminoso, succoso. Emergono in allungo una buona vena fresco/sapida, un tannino delicato e nel finale al frutto scuro si aggiunge un piacevole retrogusto di erbe aromatiche.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Sangiovese in purezza. Acciaio e poi grandi tini di rovere per 10 mesi.

È sanguigno, vigoroso, diretto. Rubino pieno con profumi di marasca e spezie, arancia sanguinella, sentori ematici. Tra i Chianti Classico Riserva che bevuto negli ultimi anni appare come tra i più rigorosi, fedeli e meglio riusciti.

Il sorso è pieno, ma come premesso è vigoroso, fresco, equilibrato, nitido in fase retrolfattiva dove si rievocano l’agrume e la marasca, con un tannino preciso e maturo. Buono da subito.

Non sbagliava quello che disse che a Gaiole nelle annate che altrove danno vini molto potenti vengono vini mediamente più eleganti. In riferimento al Riserva 2015 di Capannelle.

Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015

Gaiole in Chianti State of Mind

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

I borrow the title of one of Billy Joel’s most famous songs, New York State of Mind, to describe an evening in the company of two beautiful expressions of Sangiovese from the same geographical area. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

So goes the beginning of the song. And just as one decides to travel up the Hudson River with the Greyhound to reaffirm one’s identity, paraphrasing the text I can say that, while some take the plane of wine exoticism, my drinking companions and I, as Tuscan lovers of our wine , we take the Sangiovese bus that takes us to an area of ​​absolute comfort, of unshakable certainties, of unique flavors linked to an ancient tradition.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese with Merlot balance with aging in barriques (not new)

Fresh. Intense. Immediate.

Between ruby ​​and purple with intense floral hints of violet, blackberry and dark fruits, small spicy and earthy hints. Warm and voluminous, juicy attack. A good fresh/savory vein, delicate tannins emerge in the long run and a pleasant aftertaste of aromatic herbs is added to the dark fruit in the finish.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Pure Sangiovese. Steel and then large oak vats for 10 months.

It is sanguine, vigorous, direct. Full ruby ​​with aromas of morello cherry and spices, blood orange, blood scents. Among the Chianti Classico Riservas that have been drunk in recent years, it appears to be among the most rigorous, faithful and most successful.

The sip is full, but as mentioned it is vigorous, fresh, balanced, clear in the aftertaste phase where citrus and morello cherries are evoked, with precise and ripe tannins. Good straight away.

He wasn’t wrong when he said that in Gaiole in the years that elsewhere produce very powerful wines, on average more elegant wines are produced. In reference to the 2015 Capannelle Reserve.

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