Degustazioni

Les Sardines 2019 – Domaine Robert Denogent

Les Sardines 2019 – Domaine Robert Denogent
Appellation Macon-Villages Controlee

EngFra

Avrei già voluto aprirlo un paio di volte, mi sono risoluto a stappare dopo aver letto un catastrofico racconto di una bottiglia decisamente molto diversa da questa.

Chardonnay da uve provenienti da più parcelle situate nel Maconnais. Fermentazione e malolattica in barrique usate, da 18 a 30 mesi sulle fecce.

Vino di enorme personalità.
Cangiante e luminoso, alla luce mostra a tratti riflessi verdi.
Un campionario di fragranze da profumeria introdotto da una lieve volatile, questo va detto, che include la scorza di lime, il timo limone, il cappero essiccato, la nespola, il tarassaco, il miele di cardo e forse altro che io non ho mai avuto la fortuna di annusare.
Rugoso e stratificato, caldo e persistente animato da un’acidità che non si fa notare per la quantità, ma per la sua forma, la sua forza, come una sonda che traccia inarrestabile una rotta a un vino che sembra poter esprimersi a lungo. Sapidità pronunciata, credo potrebbe essere portato ad esempio come l’esatto opposto del vino “bianco carta”. Un finale lungo e potente dove si rievocano le drupe mature, le spezie, le erbe aromatiche.

Non direi che siano l’eleganza e la precisione i suoi punti di forza. Non penso nemmeno che fosse il risultato cercato. La persuasiva potenza, la qualità del gusto. Queste mi sembrano le sue armi migliori.

A tavola con gli Spaghetti alle Vongole, ma l’ultimo bicchiere benissimo anche con tonno, pomodoro e uovo sodo.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità

Les Sardines 2019 – Domaine Robert Denogent Appellation Macon-Villages Controlee

I already wanted to open it a couple of times, I resolved to uncork after reading a catastrophic story of a bottle very different from this one.

Chardonnay from grapes from several parcels located in the Maconnais. Fermentation and malolactic fermentation in used barriques, from 18 to 30 months on the lees.

Wine of enormous personality.

Iridescent and bright, in the light it shows green reflections at times. A sampling of perfumery fragrances introduced by a slight volatile, it must be said, which includes lime zest, lemon thyme, dried caper, medlar, dandelion, thistle honey and perhaps other things that I have never had lucky enough to smell.

Wrinkled and stratified, warm and persistent animated by an acidity that is not noticed for its quantity, but for its shape, its strength, like a probe that traces an unstoppable route to a wine that seems to be able to express itself for a long time. Pronounced sapidity, I think it could be used for example as the exact opposite of the “white paper” wine. A long and powerful finish where ripe drupes, spices and aromatic herbs are evoked.

I would not say that elegance and precision are its strengths. I don’t even think that was the result you were looking for. The persuasive power, the quality of taste. These seem to me his best weapons. At the table with Spaghetti alle Vongole, but the last glass is also excellent with tuna, tomato and hard-boiled egg.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità

Les Sardines 2019 – Domaine Robert Denogent Appellation Mâcon-Villages Contrôlés

J’ai déjà voulu l’ouvrir plusieurs fois, je me suis résolu à déboucher après avoir lu une histoire catastrophique d’une bouteille très différente de celle-ci.

Chardonnay issu de raisins de plusieurs parcelles situées dans le Mâconnais. Fermentation et fermentation malolactique en barriques usagées, de 18 à 30 mois sur lies.

Vin d’une énorme personnalité.

Irisé et lumineux, il présente à la lumière des reflets verts par moments. Un échantillonnage de fragrances de parfumerie introduites par un léger volatil, il faut le dire, qui comprend du zeste de citron vert, du thym citronné, du câpre séché, du néflier, du pissenlit, du miel de chardon et peut-être d’autres choses que je n’ai jamais eu la chance de sentir.

Ridée et stratifiée, chaleureuse et persistante animée par une acidité qui ne se remarque pas pour sa quantité, mais pour sa forme, sa force, comme une sonde qui trace une route imparable vers un vin qui semble pouvoir s’exprimer longtemps . Sapidité prononcée, je pense qu’il pourrait être utilisé par exemple comme l’exact opposé du vin “papier blanc”.

Une finale longue et puissante où les drupes mûres, les épices et les herbes aromatiques sont évoquées.

Je ne dirais pas que l’élégance et la précision sont ses atouts. Je ne pense même pas que c’était le résultat que vous recherchiez. Le pouvoir de persuasion, la qualité du goût. Celles-ci me semblent ses meilleures armes. A table avec des Spaghetti alle Vongole, mais le dernier verre est aussi excellent avec du thon, de la tomate et de l’œuf dur.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità
Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità
Standard
Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils
Bottiglie, Degustazioni

Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Dispiace per l’unica foto disponibile perché un vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo, avrebbe meritato miglior documentazione. Però ero impegnato con la griglia, la zuppa di pesce  e l’Ombrina da 3 kg. 

Ricevuta in regalo per il mio cinquantesimo, le uniche informazioni che avevo prima dello stappo erano a proposito del passaggio in legno, solo 25% nuovo, e il commento di un amico “Bouzereau è un grande!“. È stato qualche anno in cantina e sentivo che era il momento giusto e non mi sbagliavo.

Assaggiandolo avrei detto fermentazione e affinamento in legno con sosta sulle fecce. Ed è effettivamente uno Chardonnay che matura 18/24 mesi in barrique per tre quarti usate, ma non trovo notizia del vaso di fermentazione e della eventuale sosta sulle fecce.

Colore concentrato, brillantezza esemplare, bouquet limpido con ricordi di  cedro, cedro candito, ananas maturo, enotèra/enagra selvatica, e poi le spezie, il fiore di cappero, un filo di balsamicità. Bellissimo al naso. Bellissimo.

Al palato è intenso, spaziale/stratificato, evocativo, con acidità diretta ben fusa dentro la materia che ha stoffa spessa, morbidezze ben calibrate e fusione è davvero la parola chiave per descrivere questa esperienza. La perfetta fusione di una serie di elementi a comporre una “lega” senza difetti, dalla forza espressiva inarginabile e con un finale a dir poco epico dove si rievocano molto frutto, molte spezie.

Vino da 98 punti minimo per chi gradisce la valutazione in punti. 98 in senso assoluto. In tavola c’erano la zuppa di pesce e un’ombrina alla griglia da 3 kg. Non il migliore degli abbinamenti, sarebbe sicuramente andata meglio con un coniglio, ma valido.

Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
ombrina da 3 kg
Standard
Bottiglie, Degustazioni

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018  – Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – De Moor è uno chablis elaborato dal Domaine De Moor con uve di altri vignaioli nel villaggio chiamato Courgis vicino al comune di Chablis (Borgogna). L’ispirazione di base è quella naturale. Il vitigno è lo Chardonnay.
Pressatura, fermentazione spontanea in legno usato e affinamento nello stesso per 12 mesi.

Premessa: finita la bottiglia ne avrei aperta subito un’altra.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Uno Chablis profumato e di colore giallo pieno e luminoso, con ricordi di lime, mela opal, frutti esotici, note petroso/minerali, reminiscenze di noce pecan, erbe aromatiche e floreali. Arioso, intenso, percussivo.
Acidità netta, rinfrancante, dentro un sorso che rivela maturità, fruttuosità, a tratti morbidezza, profondità, tenuta. In una tensione/alternanza continua tra queste due anime.
Persistenza memorabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Come premesso ne avrei bevute due di fila.

Dispiace per l’impronta di calcare sul bicchiere che comunque, se pure peggiora l’immagine, non inficia il valore assoluto del liquido nel bicchiere.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – De Moor

is a chablis elaborated by Domaine De Moor with grapes from other winemakers in the village called Courgis near the municipality of Chablis (Burgundy). The basic inspiration is natural. The grape variety is Chardonnay.
Pressing, spontaneous fermentation in used wood and aging in the same for 12 months.

Premise: once I finished the bottle I would immediately open another one.

Enonauta/Wine Tasting #260 – review – Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor | Airy, intense, percussive
Alice and Olivier De Moor
A fragrant Chablis with a full and bright yellow colour, with hints of lime, opal apple, exotic fruits, petrous/mineral notes, reminiscences of pecan nut, aromatic and floral herbs. Airy, intense, percussive.
Clear, refreshing acidity, in a sip that reveals maturity, fruitiness, at times softness, depth, stability. In a continuous tension/alternation between these two souls.
Memorable persistence.

Enonauta/Wine Tasting #260 – review – Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor | Airy, intense, percussive
Alice and Olivier De Moor
As mentioned, I would have drunk two in a row.

I am sorry about the limescale mark on the glass which, although it worsens the image, does not affect the absolute value of the liquid in the glass.

Standard
Bottiglie, Gite in Cantina, Luoghi del Vino, Produttori

Emmanuel Giboulot ed il suo Les Pierres Blanc 2017

Emmanuel Giboulot – Les Pierres Blanc 2017 – Cote de Beaune Aoc

Emmanuel Giboulot ha grandi mani ruvide da lavoratore, con le quali stringe forte le tue (all’epoca si stringevano ancora le mani) quando ti accoglie nella sua cantina a Beaune. Niente reception, sala da degustazione o personale per le visite guidate. Lui ti riceve, ti fa scendere in cantina, ti serve e beve con te gli assaggi dei suoi vini (che sono mezzi calici), ed alla fine ti prepara la cassa con i vini da portare via (perché è sicuro ne porterai via almeno una cassa).

Giboulot è noto soprattutto per essere un pioniere della viticoltura biologica e biodinamica in Borgogna (fa anche parte dell’associazione Renaissance des Appellation/Return to Terroir fondata nel 2001 dall’iconico vigneron Nicolas Joly). Anche la sua vinificazione è assolutamente di impronta non interventista, rientrando a pieno nello spettro dell’artigianalità/naturalità. Molti lo conoscono anche a causa delle accuse nel 2014, decadute dopo il ricorso, che gli sono state rivolte per aver rifiutato un ordine del governo di utilizzare pesticidi.

Ho visitato la cantina di questo impressionante uomo e vignaiolo nell’aprile del 2019, durante una viaggio in Borgogna. La foto delle bottiglie per gli assaggi fornisce un minimo esempio della dimensione “spartana”, in presa diretta dell’assaggio. L’ambiente rispecchia a pieno la personalità di Giboulot e del suo lavoro: essenziale, senza sovrastrutture, schietto e diretto. Anche i suoi vini hanno queste caratteristiche, alle quali bisogna aggiungere però una dose irrinunciabile di profonda eleganza.

Les Pierres Blanc 2017 è uno Chardonnay al 100% su terreno vulcanico di argille bianche e viti di 40 anni e fa parte della piccola e piuttosto rara appellazione Côte de Beaune (da non confondere con Côte de Beaune Village). Giallo paglierino chiaro con leggeri riflessi verdolini, al naso è molto sottile e delicato, con netta prevalenza di agrumi (limone e lime su tutti), fiori bianchi ed erbe selvatiche appena accennati. In bocca ha un attacco secco e dritto come pochi, una mineralità infinita (sembra proprio che nel calice ci siano dei sassi bianchi), buona persistenza e profondità. Il sorso continua tesissimo, con una bellissima acidità sferzante e una sapidità persistente (che manterranno vivo questo vino ancora per molto tempo), svuotando il calice in maniera prematura. Ha un corpo forse lievemente esile e non possiede una enorme complessità aromatica; alla cieca potrebbe facilmente essere scambiato con uno Chardonnay che non abbia visto legno. Ma questo è lo stile del Domaine, tutto incentrato sulla verticalità, la croccantezza del frutto, la tensione dinamica del sorso e la digeribilità dei vini.

Apprezzo molto i vini di Giboulot, il suo lavoro, la sua posizione intransigente e partigiana. Senza dubbio questo è il suo vino che preferisco e che a mio avviso maggiormente lo rappresenta. Se amate gli Chardonnay (anche di Borgogna) molto espressivi, potenti, profumatissimi, magari con note burrose e boisè, lasciate a scaffale Les Pierres Blanc (se lo trovate), non fa proprio per voi. Se invece amate e non solamente apprezzate (visto il prezzo non propriamente economico per un lieu-dit) questa tipologia di vini allora è un vino da bere assolutamente.

Enonauta/Degustazione di Vino #175 - Emmanuel Giboulot ed il suo Les Pierres Blanc 2017 | Chardonnay di grande finezza
Enonauta/Degustazione di Vino #175 - Emmanuel Giboulot ed il suo Les Pierres Blanc 2017 | Chardonnay di grande finezza

Emmanuel Giboulot – Les Pierres Blanc 2017 – Cote de Beaune Aoc

Enonauta/Degustazione di Vino #175 - Emmanuel Giboulot ed il suo Les Pierres Blanc 2017 | Chardonnay di grande finezza

Emmanuel Giboulot – Les Pierres Blanc 2017 – Cote de Beaune Aoc

Emmanuel Giboulot has large, rough worker’s hands, with which he shakes yours tightly (they still shook hands at the time) when he welcomes you into his cellar in Beaune. No reception, tasting room or tour staff. He receives you, takes you down to the cellar, serves you and drinks samples of his wines with you (which are half glasses), and at the end he prepares the case with the wines to take away (because he is sure you will take away at least one earnings).

Giboulot is best known for being a pioneer of organic and biodynamic viticulture in Burgundy (he is also part of the Renaissance des Appellation/Return to Terroir association founded in 2001 by the iconic vigneron Nicolas Joly). Its winemaking is also absolutely non-interventionist, fully falling within the spectrum of craftsmanship/naturalness. Many also know him because of the charges against him in 2014, which were dropped after an appeal, for refusing a government order to use pesticides.

I visited the cellar of this impressive man and winemaker in April 2019, during a trip to Burgundy. The photo of the tasting bottles provides a minimal example of the “spartan” dimension, directly from the tasting. The environment fully reflects the personality of Giboulot and his work: essential, without superstructures, frank and direct. Its wines also have these characteristics, to which we must however add an indispensable dose of profound elegance.

Les Pierres Blanc 2017 is a 100% Chardonnay on volcanic soil of white clay and 40-year-old vines and is part of the small and rather rare appellation Côte de Beaune (not to be confused with Côte de Beaune Village). Light straw yellow with light greenish reflections, the nose is very subtle and delicate, with a clear prevalence of citrus fruits (lemon and lime above all), white flowers and barely noticeable wild herbs. In the mouth it has a dry and straight attack like few others, an infinite minerality (it really seems as if there are white stones in the glass), good persistence and depth. The sip continues very tense, with a beautiful lashing acidity and a persistent flavor (which will keep this wine alive for a long time to come), emptying the glass prematurely. It has a perhaps slightly thin body and does not possess enormous aromatic complexity; in the blind it could easily be mistaken for a Chardonnay that has seen no wood. But this is the style of the Domaine, all focused on verticality, the crunchiness of the fruit, the dynamic tension of the sip and the digestibility of the wines.

I really appreciate Giboulot’s wines, his work, his uncompromising and partisan position. Without a doubt this is my favorite wine of his and which in my opinion best represents him. If you love very expressive, powerful, very fragrant Chardonnays (including Burgundy ones), perhaps with buttery and woody notes, leave Les Pierres Blanc on the shelf (if you can find it), it’s not really for you. If, however, you love and not just appreciate (given the not exactly cheap price for a lieu-dit) this type of wine then it is a wine to absolutely drink.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Champagne André Beaufort Brut Reserve e Pinot Noir Bourgogne Haute-Côte de Beaune 2018 Domaine du Lycée Viticole

– Champagne André Beaufort Brut Reserve

– Pinot Noir Bourgogne Haute-Côte de Beaune 2018 Domaine du Lycée Viticole

Pochi giorni fa a Verona ho cenato presso L’Antica Bottega del Vino. Mentre mi rinfrancavo con gli ottimi piatti della tradizionale cucina veneta, essendo solo, ho scelto di bere al calice. Chiacchierando con il competente ed accogliente sommelier ho optato per lo Champagne di André Beaufort Brut Reserve Ambonnay (che non bevevo da qualche tempo) e successivamente un Pinot Noir di Borgogna, precisamente l’Haute Côte de Beaune Domaine Lycée Viticole 2018 (conosciuto, ma non bevuto in precedenza). Innanzi tutto grandi complimenti per il coraggio di tenere (o aprire su richiesta) vini del genere, poiché é sempre più difficile (con le dovute eccezioni del caso) trovare al calice vini di un certo calibro e fuori dalle principali rotte commerciali o modaiole.

Lo Champagne di Beaufort si presenta con un bel colore giallo paglierino brillante. Al naso è molto delicato e non troppo espressivo, con accenni di fiori bianchi, polpa di agrumi e lievitazione. Buon perlage, piuttosto fine, presente e persistente. Al palato è spiazzante. Attacca morbidissimo, cremoso, riempie la bocca con una dolcezza che si percepisce non derivante semplicemente da dosaggi zuccherini elevati, come accade purtroppo ormai in moltissimi champagne (Beaufort utilizza infatti solo lieviti indigeni e zuccheri naturali come il mosto d’uva o il succo d’uva concentrato sia per il tirare che per il dosage). Al contempo è fresco e vivo grazie alla bella acidità e ad una sapidità sferzante che ripulisce il palato e giocando da contraltare al bilanciamento della spiccata morbidezza. Grande persistenza e chiusura con una piacevole e leggera nota ossidativa.

I vini di André Beaufort (tra i pionieri del naturale/biodinamico/biologico nella Champagne) non sono per tutti e non sono certamente accademici. Ma ben vengano anche bollicine come queste che escono dagli schemi tradizionali ingessati da un eccessivo lavoro di cantina e dosaggi che uccidono il vino e la sua possibilità di espressione. Per esperienza con Beaufort si rischia di bere una grandissima bottiglia (sopratutto vecchi millesimi o vecchie sboccature) ma talvolta anche una bottiglia piuttosto squilibrata. La frase “ogni bottiglia è diversa” è estremamente calzante. L’importante è sapere cosa si cerca da una bottiglia di vino, visto anche che i prezzi non sono propriamente economici.

Il Bourgogne Haute-Côte de Beaune 2018 della scuola vitivinicola di Beaune è invece un Pinot Noir a dire poco didattico. Tipico rosso rubino un pò scarico e trasparente. Al naso piccoli frutti rossi croccanti, prugna, ciliegia, viola, accenni speziati. Al palato é secco e fresco, con un pregevole bilanciamento tra morbidezza e verticalità. Bella acidità e mineralità, tannini delicatissimi e vellutati, corpo snello ma presente. Chiude il sorso piuttosto lungo, con un bel sentore di radice di liquirizia. Molto elegante, equilibrato e di ottima beva. È un vino buonissimo da bere ora, senza aspettare troppo per non perderne la fragranza. Tutto quello che ci si potrebbe aspettare da un giovane Pinot Noir di Borgogna prodotto da un Lycée Viticole. È certamente un base, non molto complesso e giovane, ma stiamo parlando di Côte d’Or ad un rapporto qualità-prezzo impressionante. Andate a vedere il prezzo sul sito del produttore (diverso sarà se lo troverete online o a scaffale in qualche enoteca) ed a quel punto, dopo averlo assaggiato, vi sembrerà un piccolo miracolo che si trasforma in vino quotidiano.

Enonauta/Degustazione di Vino #163/164 - review -  Champagne André Beaufort Brut Reserve & Pinot Noir Haute-Côte de Beaune 2018 Lycée Viticole
Standard