Ottima l’annata, credo in Toscana nessuno sia riuscito a fallire nemmeno provandoci volontariamente, celebrato il vino. Il risultato è buono. Ultima bottiglia acquistata al prezzo di prima della deriva delirante del mercato e credo sarà, proprio per l’aumento del prezzo, l’ultima volta che ci incontriamo. Questo però non cambia il giudizio di valore sul vino che è indubbiamente ottimo.
Sangiovese con lunga macerazione e invecchiamento in barrique per un terzo nuove.
A differenza di altre volte, ho stappato la bottiglia a casa e ne ho potuto seguire la dinamica evolutiva. È un vino fondista che acquisisce brillantezza col passare del tempo e si va componendo col tempo un bouquet con ricordi preminenti di marasca e scorza d’arancia, reminiscenze di lavanda e incenso, alloro, residuali sentori di torrefazione e muschio/balsamico. Spiccano al palato la sapidita, la stratificazione e la stoffa di questo Sangiovese. Che è ricco di materia cosi come di scheletro, ha sorso definito, acidità fluida e tannini finissimi vagamente pungenti. Mostra già un certo equilibrio che lo rende godibile. Godibilissmo.
A spingere il suo natante di tappi di sughero, nel grande mare delle cose del vino, sono il vento della curiosità, la “sete di conoscenza” e il piacere di condividere la mensa e la bottiglia. Non ha pregiudizi, non teme gli imprevisti, cambia volentieri idea, beve tutto con spirito equanime pur conservando le sue preferenze.
E questo blog è un diario di bordo a più voci, fatto di sensazioni e mai di giudizi. Sensazioni irripetibili, racconti di cantina, note di degustazione, percezioni talvolta chiare e talvolta oscure, non discorso sul vino, ma discorso dal vino e nel vino. Con l’umiltà di chi sa bene che il dominio dell’ancora da scoprire è vasto, che le bottiglie di vino sono tante e ci vuole molto impegno per berle tutte.
Sotto l’occhio vigile di Claudio Sala, mio idolo d’infanzia e anche produttore di vino, e del suo iconico baffo ieri sera abbiamo stappato tre belle Magnum, espressioni suberbe del Sangiovese Toscano.
Nitidamente luminoso e possente il Chianti Classico Riserva 2016 di Buondonno da Castellina in Chianti che mette nella bottiglia un vino profumatissimo di arancio tarocco, lavanda, erbe in mazzetto, spezie gentili, animato da energia inarrestabile, una freschezza oceanica, il tannino delle migliori occasioni, fruttuosità piacevole, una pulizia e una vigoria gustativa entusiasmanti e questo Chianti Classico è come un Kolossal ben scritto che non ti annoia e non ti stanca coi suoi 15.5 gradi. Buondonno tra i migliori interpreti del Sangiovese in Toscana.
Il Brunello Vigna Soccorso 2016 di Tiezzi è monumentale. Non nel senso della massa immobile, ma perché rappresenta altissimi valori enoici, con la sua viva acidità, la sua fedeltà alla tipologia, la profondità. Colore rubino traslucido, emana scorza di arancio, marasca, giaggiolo, cuoio, sottobosco, carne fresca, il sorso è teso, spaziale, coerente, persistente assai, definito e mi viene facile di proiettare la bevibilità di questo Brunello anche molto avanti nel tempo.
Cepparello 2013 Isole e Olena – Degustazione – TRE MAGNUM DI GRANDE SANGIOVESE
Se me l’avessero proposto alla cieca avrei detto che era un Sangiovese con saldo di Canaiolo. Rispetto agli altri è animato da una forza più oscura, una struttura più massiccia e appare più scuro di colore, ampiamente speziato, con note di noce moscata, di frutti scuri, sandalo, terrosità, un bouquet che si amplia in progressione. L’andamento del sorso è similare. Impatto iniziale e lungo riverbero, meno luminoso, ma molto spessore, tannini fitti e piccanti, acidità densa, un finale speziato piuttosto lungo.
Degustazione – TRE MAGNUM DI GRANDE SANGIOVESE
Degustazione – TRE MAGNUM DI GRANDE SANGIOVESE/Tasting – THREE MAGNUM OF GRANDE SANGIOVESE
Under the watchful eye of Claudio Sala, my childhood idol and also wine producer, and his iconic mustache last night we uncorked three beautiful Magnums, suberb expressions of Tuscan Sangiovese.
The Chianti Classico Riserva 2016 by Buondonno
from Castellina in Chianti is clearly luminous and powerful, putting in the bottle a wine highly scented with tarot orange, lavender, bunch herbs, gentle spices, animated by unstoppable energy, an oceanic freshness, the tannin of the best occasions, pleasant fruitiness, cleanliness and exciting gustatory vigor and this Chianti Classico is like a well-written blockbuster that doesn’t bore you or tire you with its 15.5 degrees. Buondonno among the best interpreters of Sangiovese in Tuscany.
Tiezzi’s Brunello Vigna Soccorso 2016
is monumental. Not in the sense of immobile mass, but because it represents very high oenological values, with its lively acidity, its fidelity to the typology, its depth. Translucent ruby colour, it exudes orange peel, morello cherry, irises, leather, undergrowth, fresh flesh, the sip is tense, spatial, coherent, very persistent, defined and it is easy for me to project the drinkability of this Brunello even far ahead in time.
Cepparello 2013 Isole e Olena
If they had offered it to me blindly I would have said it was a Sangiovese with a balance of Canaiolo. Compared to the others it is animated by a darker strength, a more massive structure and appears darker in color, widely spicy, with notes of nutmeg, dark fruits, sandalwood, earthiness, a bouquet that broadens in progression. The sip pattern is similar. Initial impact and long reverberation, less bright, but very thick, dense and spicy tannins, dense acidity, a rather long spicy finish.
Una scarpinata in campagna si trasforma in un pranzo condiviso con un connubio tra i più classici della tradizione toscana. Chianti Classico di Isole e Olena e salsicce coi fagioli. In questo caso nella versione in Vasocottura.
Sangiovese, canaiolo e syrah (82-15-3) con affinamento in legno di varie dimensioni.
Rubino con riflessi purpurei, ha una bella spinta al naso con profumi di marasca e more, lavanda, viola, e ricordi terragni.
Fresco, diretto, di buon corpo al palato e di media persistenza, si fa ricordare per la misura e l’equilibrio, per il ritorno fruttato in bocca, ma anche per il rapporto qualità prezzo tra i meno vantaggiosi tra i suoi omologhi. Risulta tra i più cari tra i Chianti Classico d’annata, ma non mi suggerisce in questo frangente valori indiscutibili e peculiari che ne siano spiegazione. Il che non significa che non sia buono, ma solo che il costo pare un po’ elevato.
A hike in the countryside turns into a shared lunch with a combination of the most classic of the Tuscan tradition. Classic Chianti and sausages with beans. In this case in the jar cooking version.
Sangiovese, canaiolo and syrah (82-15-3) with aging in wood of various sizes.
Ruby with purple reflections, it has a nice push on the nose with aromas of morello cherries and blackberries, lavender, violets, and earthy memories.
Fresh, direct, with a good body on the palate and medium persistence, it is remembered for its measure and balance, for the fruity return in the mouth, but also for the quality-price ratio among the least advantageous among its counterparts. It is among the most expensive among the vintage Chianti Classicos, but in this situation it does not suggest indisputable and peculiar values that could explain it. Which doesn’t mean it’s not good, just that the cost seems a bit high.