Degustazioni, Eventi

Senti questo Grignolino!

serata di degustazione dedicata al grignolino

Grignolino: Quando la Tradizione Incontra l’Inaspettato – Degustazione Grignolino

Venerdì 27 giugno ore 21 – Magazzino 19 – Via Antonelli 19 – Pistoia

con Simone Molinaroli de L’Enonauta (enonauta.it)  

Chi scrive, ovviamente, ha un debole per il Grignolino così come per tutti quei vitigni che per decenni hanno costituito la colonna portante di un sistema economico, sociale e culturale e che poi, a causa delle contingenze del mercato e della comunicazione del vino, sono finiti semidimenticati per favorire l’espansione della coltivazione di vitigni ritenuti più remunerativi e/o più fascinosi. 

Eppure il Grignolino è un vino che ha grande personalità, finezza e si presta a interpretazioni interessanti e all’accompagnamento di una moltitudine di piatti. Un vero peccato farselo mancare in casa, o all’occorrenza al Ristorante.

Fortunatamente i produttori di Grignolino non si sono arresi e ne stanno anzi rilanciando l’immagine e le suggestioni con nuovi ambiziosi progetti come quello dell’Associazione Monferace / monferace.it  

In questa occasione abbiamo stappato le seguenti bottiglie:

  1. Grignolino D’Asti “Pianàs” 2022 – Cascina Carlot
  2. Grignolino D’Asti “San Patelu” 2023 – Crotin
  3. Grignolino del Monferrato Casalese “Bricco del Bosco” 2023 – Accornero
  4. Grignolino del Monferrato Casalese “San Bastiano Terre Bianche” 2016 – Castello di Uviglie

1. Pianàs 2023 di Cascina Carlot ha l’aspetto di un rosato e anche all’assaggio potrebbe sembrarlo. Vino di struttura leggera, con fragranze di lampone e fiore di Malva, un pizzico di spezie. Sorso agile, scorrevole, non lunghissimo, ma gratificante. Macerazione in acciaio per 10/15 giorni. Affinamento di 4 mesi in acciaio più 2 in bottiglia. 

2. San Patelu 2023 di Crotin è la sorpresa della serata. Stupisce per la sua estrema e netta “fragolosità”, il profilo ben delineato, la sapidità e l’equilibrio con un ben dosato finale amaricante. Davvero un vino convincente. Per la qualità dei suoi profumi e per la bella precisione al palato, con un disegno tannico ben riuscito. Vigneto sabbioso esposto a sud a 400 metri di altezza. Acciaio. Rapporto qualità prezzo entusiasmante.

3. Bricco del Bosco 2023 dell’azienda Accornero risulta il più robusto ed alcolico della quaterna e paga con questo un mancato apprezzamento subitaneo. Aumenta l’intensità del colore, aumenta lo scheletro, inizialmente sembra poco espressivo, ma sulla distanza innesca una bella progressione olfattiva e gustativa. Marasca, spezie, note terrose e balsamiche e poi un sorso deciso fatto di acidità e tannini rigorosi. Terreno marnoso, solo acciaio. Una sicurezza.

4. Terre Bianche 2016 di Castello di Uviglie è una interpretazione del Grignolino ambiziosa e a mio avviso ben riuscita dal momento che il vino risulta all’assaggio assolutamente pronto.  Di Colore chiaro, originale bouquet con reminiscenza di cenere bianca, lavanda, mora di gelso, eucalipto e pepe bianco. Lineare in bocca, saldo, coerentemente balsamico e fruttato, fresco e dal tannino già rifilato. Da bere assolutamente adesso. Dal vigneto omonimo con terreno di natura calcarea ed  esposto a sud est. Lunga macerazione in acciaio e 30 mesi di invecchiamento in botti da 30 ettolitri per 36 mesi.

Enonauta/Degustazione di Vino #459/462 - review - Senti questo Grignolino! | Una serata dedicata al Grignolino
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Sandro 2023 – Vino Rosso – Alberto Oggero 

Sandro 2023 – Vino Rosso – Alberto Oggero 

Sandro il Vino Rosso del Roero o della difficoltà di non finire la bottiglia in 20 minuti

Il Vino Rosso “Sandro” di Alberto Oggero è un vino divertente e gratificante fatto con Uve Rosse (nebbiolo) da terreni sabbiosi nel Roero, breve macerazione di 5 giorni, affinamento in cemento. Lieviti indigeni, no chiarifica e filtrazione.

Il colore è chiaro e invitante.

Ha fragranze vivaci di Rosa, Fragolina selvatica e Melograno, Bitter. Vivaci, intense e nette.

Nella sua lineare semplicità è un vino, come premesso, assai piacevole e divertente. Ma non solo per l’indubbia facilità di beva che certamente lo rende simpatico d’acchito.

Principalmente per la sua precisa forma, per la sua linearità coerente fatta di acidità smagliante, tannini accennati, poca concentrazione, radicale qualità del gusto, sorso che non perde mai di forza, un finale arioso e rinfrescante.

Un vino semplice pensato ed eseguito davvero bene.

Dall’ultima trasferta d’acquisto in Piemonte

Enonauta/Degustazione di Vino #458 - review - Sandro 2023 - Vino Rosso - Alberto Oggero | Un vino divertente e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #458 - review - Sandro 2023 - Vino Rosso - Alberto Oggero | Un vino divertente e buono

Sandro 2023 – Red Wine – Alberto Oggero 

Sandro the Red Wine of Roero or the difficulty of not finishing the bottle in 20 minutes

The Red Wine “Sandro” by Alberto Oggero is a fun and rewarding wine made with Red Grapes (nebbiolo) from sandy soils in Roero, short maceration of 5 days, aging in cement. Indigenous yeasts, no clarification and filtration.

The color is light and inviting.

It has lively fragrances of Rose, Wild Strawberry and Pomegranate, Bitter. Lively, intense and clear.

In its linear simplicity it is a wine, as mentioned, very pleasant and fun. But not only for the undoubted ease of drinking which certainly makes it nice at first sight.

Mainly for its precise shape, for its coherent linearity made of dazzling acidity, hinted tannins, little concentration, radical quality of taste, sip that never loses strength, an airy and refreshing finish.

A simple wine thought out and executed really well.

From the last purchasing trip to Piedmont

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Flaccianello della Pieve 2018 – Fontodi

Flaccianello della Pieve 2018 – Fontodi

Dalla Conca d’Oro di Panzano in Chianti questo Mega Sangiovese di fama e dal costo non trascurabile che al pari di altri Supertuscan ha subito clamorosi rincari in questi ultimi anni.

Sangiovese frutto di selezione accurata, vinificazione biologica e due anni di invecchiamento in barrique. 

Ma com’è questo Flaccianello della Pieve 2018? È la prima volta, forse l’ultima chissà, che lo stappo e bevo a casa. Ma avendo avuto la possibilità di assaggiarlo più volte all’uscita e poi di proporlo in una degustazione prima di questa occasione, posso affermare che ci sono sensazioni che si rinnovano e si strutturano trovando conferma ogni volta.

È un vino di colore scuro con fragranze di media intensità che ci riportano alla prugna matura, all’humus e alla felce, sentori di spezie dolci e tabacco, di arancia matura, che ci raccontano fin dall’inizio di un vino estrattivo, da materia a piena maturazione.

Il sorso è fasciante, ampio, con acidità moderata e integrata. Sicuro il centrobocca che è fruttato e pieno. Ha una impalcatura tannica solida, pungente e un finale piacevolmente coerente.

Buono, ma un po’ monotematico. Ciò che trova conferma è la sensazione di un vino già approcciabile che non fa promesse di durata. 

Enonauta/Degustazione di Vino #457 - review - Flaccianello della Pieve 2018 - Fontodi | Supertuscan di fama e di prezzo

Flaccianello della Pieve 2018 – Fontodi

From the Conca d’Oro in Panzano in Chianti this Mega Sangiovese of fame and not inconsiderable cost that like other Supertuscans has undergone sensational price increases in recent years.
Sangiovese fruit of careful selection, organic vinification and two years of aging in barrique. But what is this Flaccianello della Pieve 2018 like?
It is the first time, maybe the last who knows, that I have uncorked it and drunk it at home. But having had the opportunity to taste it several times upon release and then to propose it in a tasting before this occasion, I can say that there are sensations that are renewed and structured finding confirmation every time.
It is a dark colored wine with medium intensity fragrances that bring us back to ripe plum, humus and fern, hints of sweet spices and tobacco, ripe orange, which tell us from the beginning of an extractive wine, from matter to full maturation.
The sip is enveloping, broad, with moderate and integrated acidity. The center of the mouth is fruity and full. It has a solid, pungent tannic structure and a pleasantly coherent finish.
Good, but a bit monothematic.
What is confirmed is the sensation of an already approachable wine that makes no promises of duration.
The price in my opinion is senseless.

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DOLCETTO Un grande passato e un presente da comprimario. La storia del più “popolare” tra i vitigni piemontesi in quattro assaggi. Dogliani Sup. Pianezzo “Vigna del Prey” 2021 - Francesco Boschis - www.boschisfrancesco.it Dolcetto di Diano d'Alba “Sorì Colombé” 2016 - Prandi - www.prandigiovanni.it Dolcetto d'Alba “Pian Balbo” 2023 - Poderi Colla - www.podericolla.it Dolcetto d’Ovada 2018 - Az. Agr. Tacchino - www.luigitacchino.it con Simone Molinaroli de L’Enonauta | www.enonauta.it Mercoledì 11 giugno ore 21.00 MAGAZZINO 19 Via Antonelli 19 Pistoia
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Dolcetto in degustazione | 11 giugno 2025

DOLCETTO | Un grande passato e un presente da comprimario.

La storia del più “popolare” tra i vitigni piemontesi in quattro assaggi. In collaborazione con happywine.it

Dogliani Sup. Pianezzo “Vigna del Prey” 2021 – Francesco Boschis – www.boschisfrancesco.it

Dolcetto di Diano d’Alba “Sorì Colombé” 2016 – Prandi – www.prandigiovanni.it

Dolcetto d’Alba “Pian Balbo” 2023 – Poderi Colla – www.podericolla.it

Dolcetto d’Ovada 2018 – Az. Agr. Tacchino – www.luigitacchino.it

con Simone Molinaroli de L’Enonauta  |  www.enonauta.it

Mercoledì 11 giugno ore 21.00

MAGAZZINO 19 – Via Antonelli 19 – Pistoia

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Greco di Tufo “Ponte dei Santi” 2018 – Villa Raiano

Greco di Tufo “Ponte dei Santi” 2018 – Villa Raiano 

Ultimo dei bianchi 2018 di Villa Raiano che racconto, per quanto fossi principalmente interessato ad assaggiare i due Fiano, il Greco di Tufo “Ponte dei Santi” è risultato, in un quadro comunque di generale qualità che non mette voglia di fare graduatorie, il più sorprendente principalmente in relazione alla tenuta all’invecchiamento in bottiglia. 

Vigneto a 550 metri slm nell’omonima frazione che dà il nome al vino. vinificazione in tini di acciaio, affinamento sulle fecce fini per 12 mesi negli stessi tini di vinificazione e 12 mesi in bottiglia.

Vino brillante e chiaro, molto fragrante con ricordi del fiore di Sambuco, della pesca bianca, della scorza di limone grattugiata, echi di profumi di macchia mediterranea in estate.

L’acidità è dritta come un righello di legno. Vino secco che fa salivare copiosamente e che al contempo ha spessore, profondità e ottimo ritorno di frutto a nocciolo e agrumi, una bella progressione guidata dalla componente acido/salina. 

Una ottima e poliedrica bevuta che può accompagnarsi felicemente a una moltitudine di piatti e che io personalmente non sprecherei per un aperitivo disattento. 

Tra i tre assaggiati dell’azienda Villa Raiano è quello che mostra più chiaramente una spicata propensione alla maturazione in bottiglia.

https://www.enonauta.it/?s=Villa+raiano+

Se quindi Alimata era forse un po’ avanti nella maturazione e Bosco Satrano perfetto, qui abbiamo un vino che unisce a un’energia smagliante anche una disinvoltura che immagino al momento dell’uscita non fosse ancora presente. Quindi ci si dirige verso l’entusiasmo.

Greco di Tufo “Ponte dei Santi” 2018 – Villa Raiano

The last of the 2018 whites from Villa Raiano that I am talking about, although I was mainly interested in tasting the two Fianos, the Greco di Tufo “Ponte dei Santi” was the most surprising, in a general picture of quality that does not make you want to make rankings, mainly in relation to its resistance to aging in the bottle.

Vineyard at 550 meters above sea level in the homonymous hamlet that gives its name to the wine. vinification in steel vats, aging on the fine lees for 12 months in the same vinification vats and 12 months in the bottle.

Brilliant and clear wine, very fragrant with hints of elderflower, white peach, grated lemon peel, echoes of Mediterranean scrub scents in summer.

The acidity is straight as a wooden ruler. A dry wine that makes you salivate copiously and at the same time has thickness, depth and an excellent return of stone fruit and citrus, a beautiful progression guided by the acid/saline component.

An excellent and multifaceted drink that can happily accompany a multitude of dishes and that I personally would not waste for a careless aperitif.

Of the three tasted by the Villa Raiano company, this is the one that most clearly shows a marked propensity for maturation in the bottle.

https://www.enonauta.it/?s=Villa+raiano+

So if Alimata was perhaps a little ahead in maturation and Bosco Satrano perfect, here we have a wine that combines a dazzling energy with an ease that I imagine was not yet present at the time of release. So we head towards enthusiasm.

Enonauta/Degustazione di Vino #456 - review - Greco di Tufo "Ponte dei Santi" 2018 - Villa Raiano | Entusiasmante Greco di Tufo
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Fiano di Avellino “Bosco Satrano” 2018 – Villa Raiano

Fiano di Avellino Bosco Satrano 2018 – Villa Raiano

Un vigneto esposto a Nord/Ovest a 510 metri slm. Vinificazione classica in tini di acciaio e a seguire affinamento sulle fecce fini per 12 mesi negli stessi tini di vinificazione e 12 mesi in bottiglia.

Un vero piacere per l’olfatto col suo bouquet netto e possente che porta il ricordo della giunchiglia, della pesca percoca e della nespola, note di anice ed orzo, un che di petroso/salmastro e meno spiccate tracce di cedro e di spezie. Mostra una sicura propensione per l’invecchiamento.

Vino sontuoso, però mai opulento. Un connubio davvero funzionante tra la vitalità acida e la concentrazione materica. In bocca si attacca, impegna, ha una superficie increspata e poi libera la sua forza di gusto in un bel crescendo guidato dall’acidità diffusa, dal ritorno deciso delle Drupe e del vegetale aromatico.

Secondo bianco annata 2018 di Villa Raiano di cui scrivo. Considerazioni finali alla terza degustazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #455 - review - Fiano di Avellino Bosco Satrano 2018 - Villa Raiano | Vitalità e concentrazione

Fiano di Avellino Bosco Satrano 2018 – Villa Raiano

A vineyard facing North/West at 510 meters above sea level. Classic vinification in steel vats followed by aging on the fine lees for 12 months in the same vinification vats and 12 months in the bottle.

A real pleasure for the nose with its clean and powerful bouquet that brings the memory of daffodil, percoca peach and medlar, notes of anise and barley, a touch of stoney/salty and less pronounced traces of cedar and spices. It shows a sure propensity for aging.

A sumptuous wine, but never opulent. A truly functional combination of acidic vitality and material concentration. In the mouth it sticks, engages, has a rippled surface and then releases its strength of flavor in a beautiful crescendo guided by the diffused acidity, the decisive return of the Drupe and the aromatic vegetal.

Second white vintage 2018 from Villa Raiano that I write about. Final thoughts on the third tasting.

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Percarlo 2013 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Percarlo 2013 – Fattoria San Giusto a Rentennano 

Highlander del Sangiovese. È stato definito anche così. Ed è in effetti di tutti i Grandi Rossi di Toscana, insieme a I Sodi di San Niccolò, forse il più toscano e tra i primi a ridefinire i presupposti, i paradigmi espressivi e il potenziale del vino toscano.

Annata, la 2013, dall’andamento altalenante, come si può leggere sul sito aziendale dove non si lèsina in informazioni sui vini dell’azienda, ma ottima maturazione fenolica raggiunta.

Sangiovese di Gaiole. Selezione in vigna, vendemmia in ottobre, 30 giorni di fermentazione/macerazione, 22 mesi in legni da 225 e 500 litri e in botte da 30 hl. 15 mesi di bottiglia.

Bevo ormai da anni questo vino e ne conosco le possibilità di evoluzione nel tempo. Ultimo prima di questo 2013 è stato il 2010 offerto al banco d’assaggio a Terre di Toscana. In questo caso ci si trova davanti a un vino tonico di colore vivo rubino scuro, fragrantissimo con note dominanti di frutto scuro e maturo, prugna dunque, poi incenso, lavanda, terra smossa, sentori balsamici e di tabacco da pipa con ricordi meno accentuati di arancia tarocco.

Al palato è contraddistinto da saldezza ed equilibrio in congiunzione. Entrata discreta per poi innescare una progressione di gusto decisamente lunga. La trama tannica che comincia ad allargarsi, la gradazione non esagerata, l’acidità ben distribuita contribuiscono a un sorso dinamico, restando comunque nell’ambito della “concentrazione”, affatto faticoso. Anzi. Ritorna il frutto a piena maturazione, largo, mobile, sapido. 

Senza nessuna debolezza.

Per quanto ritenga che la stessa bottiglia, se conservata adeguatamente, potrebbe essere bevuta con soddisfazione anche tra dieci anni credo che adesso possa offrire un’esperienza di gusto intensa e probabilmente non replicabile. 

Enonauta/Degustazione di Vino #454 - review - Percarlo 2013 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Highlander del Sangiovese. Tra i più grandi.
Enonauta/Degustazione di Vino #454 - review - Percarlo 2013 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Highlander del Sangiovese. Tra i più grandi.
Enonauta/Degustazione di Vino #454 - review - Percarlo 2013 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Highlander del Sangiovese. Tra i più grandi.

Percarlo 2013 – Fattoria San Giusto a Rentennano 

Highlander of Sangiovese. It has also been defined as such. And in fact, of all the Great Reds of Tuscany, together with I Sodi di San Niccolò, it is perhaps the most Tuscan and among the first to redefine the presuppositions, the expressive paradigms and the potential of Tuscan wine.

The 2013 vintage has had an up-and-down trend, as you can read on the company website where they don’t skimp on information about the company’s wines, but excellent phenolic maturation has been achieved.

Sangiovese di Gaiole. Selection in the vineyard, harvest in October, 30 days of fermentation/maceration, 22 months in 225 and 500-liter woods and in 30 hl barrels. 15 months in the bottle.

I have been drinking this wine for years now and I know its potential for evolution over time. The last one before this 2013 was the 2010 offered at the tasting table at Terre di Toscana. In this case we find ourselves in front of a tonic wine of a lively dark ruby ​​color, very fragrant with dominant notes of dark and ripe fruit, plum therefore, then incense, lavender, loose earth, balsamic and pipe tobacco hints with less accentuated memories of tarocco orange.

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Etna Bianco “A’ Puddara” 2022 – Tenuta di Fessina

A’ Puddara 2022 Etna Doc – Tenuta di Fessina

A’ Puddara 2022 Etna Doc – Magrezza o Verticalità?


È innegabile che intorno ai vini dell’Etna si sia creato un clamore, talvolta acritico, alimentato da un’eccessiva narrazione. D’altra parte è una delle Terre Promesse di tutti i vignaioli risoluti a sopravvivere al cambiamento climatico e devoti alla verticalità.
Per mia esperienza, ormai molte etichette tra bianchi, rossi e rosati, l’entusiasmo è scattato raramente. Talvolta perplessità, molti vini normali dal prezzo non commisurato alla gratificazione.
A mio parere questo Etna Bianco considerato prestigioso è preceduto dalla sua fama, dalla fascinazione esercitata dalle Pleiadi, ma lascia dietro a sé una scia di delusione e interrogativi;

  • Che vino è questo che costa al pubblico tra i 35 e i 40 euro?
  • Mi piace/mi è piaciuto?
  • Era buono nel senso proprio della bontà?
  • Quanto sforzo di interpretazione mi è necessario per trovargli un senso?
  • Vale davvero quel che costa?
  • Su cosa si fonda l’entusiasmo che mi sembra circondare questo vino?
  • Forse non sono stato in grado di comprendere appieno il senso di questo vino?


Carricante in purezza da selezione di vigna a 900 metri sul livello del mare nel Versante Sud. Vinificazione in botte da 3500 litri e affinamento di 6 mesi sulle fecce. 
La realtà, però, è che questo vino non mi ha convinto.
Perché è un vino magro, troppo magro. Diafano di colore, con fragranze che rievocano il fiore d’acacia e il limone fresco, forse addirittura il pompelmo, altri ricordi erbacei. Non ho trovato altro.
Al palato il vino è decisamente secco e acido. Vino estremamente fisico, tattile, senza alcuna concessione al gusto. E in effetti se ciò che viene denominato “verticalità” consiste in questo credo che oltre non si possa andare. Sul finale tende addirittura allo scoordinato con un ritorno di mandorla e burro/spezie che non sembra affatto avere a che fare col vino. 
Il giudizio può sembrare esageratamente critico, ma pur concentrandosi, e con pazienza attendendo qualche stimolo, non sono riuscito a trovare nessuno elemento di piacevolezza. E aggiungo che dal novembre 2023 ad adesso ne ho aperte tre bottiglie. Una addirittura in degustazione allargata e in nessuna occasione è sembrato un vino che vorresti pagare il prezzo che costa. Caso benevolo volle che le tre bottiglie fossero acquistate in un asta fortunata.
Non escludo di non aver ben compreso il senso ulteriore di questo vino fermandomi a cercarlo nelle sue caratteristiche evidenti. In realtà si potrebbe tranquillamente affermare che A’ Puddara 2022 di Tenuta di Fessina è un esempio di quanta verticalità è possibile ottenere sull’Etna. 

Enonauta/Degustazione di Vino #453 - review - A’ Puddara 2022 Etna Doc - Tenuta di Fessina | Etna Bianco - Magrezza o Verticalità?

A’ Puddara 2022 Etna Doc – Tenuta di Fessina

Leanness or Verticality?

It is undeniable that around the wines of Etna there has been a clamor, sometimes uncritical, fueled by excessive narration. On the other hand, it is one of the Promised Lands of all winemakers determined to survive climate change and devoted to verticality.
In my experience, by now many labels between whites, reds and rosés, enthusiasm has rarely been triggered. Sometimes perplexity, many normal wines with a price not commensurate with the gratification.
In my opinion this Etna Bianco considered prestigious is preceded by its fame, by the fascination exerted by the Pleiades, but it leaves behind a trail of disappointment and questions;

  • What kind of wine is this that costs the public between 35 and 40 euros?
  • Do I like it/did I like it?
  • Was it good in the true sense of goodness?
  • How much effort of interpretation does it take for me to find a meaning?
  • Is it really worth what it costs?
  • What is the basis of the enthusiasm that seems to surround this wine?
  • Maybe I have not been able to fully understand the meaning of this wine?

Pure Carricante from a selection of vineyards at 900 meters above sea level on the South Side. Vinification in 3500-liter barrels and aging for 6 months on the lees.

The reality, however, is that this wine did not convince me.
Because it is a lean wine, too lean. Diaphanous in color, with fragrances that evoke acacia flower and fresh lemon, perhaps even grapefruit, other herbaceous memories. I found nothing else.
On the palate the wine is decidedly dry and acidic. An extremely physical, tactile wine, without any concession to taste. And in fact if what is called “verticality” consists of this I believe that it cannot go beyond. On the finish it even tends to be uncoordinated with a return of almond and butter/spices that does not seem to have anything to do with the wine at all. 
The judgment may seem exaggeratedly critical, but even concentrating, and patiently waiting for some stimulus, I was unable to find any element of pleasantness. And I add that from November 2023 to now I have opened three bottles. One even in an extended tasting and on no occasion did it seem like a wine that you would want to pay the price it costs. By a fortunate chance, the three bottles were purchased at a lucky auction.
I do not rule out that I did not fully understand the further meaning of this wine by stopping to look for it in its evident characteristics. In reality, one could easily say that A’ Puddara 2022 by Tenuta di Fessina is an example of how much verticality can be obtained on Etna.

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Muranera 2022 – Tenuta Iuzzolini

Muranera 2022 – Tenuta Iuzzolini

La retroetichetta di Muranera riporta questa dicitura “Caldo, vellutato, intenso e morbido”. E in effetti c’è una corrispondenza assoluta tra quanto dichiarato e quanto assaggiato. Il vino è in effetti opulento e di spessore. Aggiungerei agli aggettivi sopra elencati solo abboccato. Ché il vino al palato mostra chiaramente una incontrovertibile dolcezza.

Trattasi di un blend di Gaglioppo, Magliocco, Cabernet Sauvignon e Merlot in parti uguali. Vinificazione classica e elevazione in barrique per 12 mesi. Cantina in Cirò Marina (KR)

Non trovo nessuna reminiscenza dei Cirò asciutti e tannici che solitamente si accostano alla Calabria del Vino. 

Il colore è molto scuro, impenetrabile. Evoca il frutto maturo, scuro, anche sotto spirito. E poi ricordi di cioccolato, muschio, vaniglia ed essenze orientali. Didascalico, ma non necessariamente lo si deve intendere come una notazione negativa, nel suo essere interpretazione ottima di una certa visione del bere d’impatto. Ed è infatti un vino che entra pieno di volume e di calore, con importante ritorno di frutto maturo e spezie, ma senza una reale dinamica di gusto se non l’esaurirsi di questo slancio iniziale. L’acidità è tenue, tannini molto rifiniti e al mio palato finisce per risultare monodimensionale e alla lunga stucchevole. Sempre per mio gusto, non riuscirei ad immaginarlo accompagnato al cibo e dovrei dunque relegarlo in quella categoria che io non ho ancora compreso dopo anni perché si chiami “Vini da Meditazione”.

Quel che va detto è che lo consiglierei, al pari di certi altri voluminosi pugliesi, a chi ama la categoria “Vinoni” più volentieri di altri vini similari che godono di ben più vasta fama. Per il prezzo che è certo invitante, ma anche per una sua certa originalità.

Enonauta/Degustazione di Vino #452 - review - Muranera 2022 - Tenuta Iuzzolini | Dalla Calabria il Vino che non ti aspetti
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Teroldego 2018 – Rudi Vindimian

Teroldego 2018 – Rudi Vindimian 

Vigneti delle Dolomiti IGT

Rudi Vindimian. Azienda che ho conosciuto di recente a Bologna in occasione di Slow Wine Fair. Al banco di Vindimian ho speso un bel po’ di tempo assaggiando ottimi vini e così nei giorni seguenti ho organizzato un acquisto per approfondire. 

Da Lavis in provincia di Trento. 4 generazioni di vignaioli, terreni collinari tra i 250 e i 750 metri.

Questo Teroldego conferma le vibrazioni positive ricevute a Bologna. 

Da vigneti in conduzione biodinamica e con approccio naturale in cantina. Invecchiamento in legno e a seguire un anno di bottiglia.

Il Colore  è scuro tendente al porpora. Fragrante assai nella sua semplicità. Floreale spinto, particolarmente il Glicine, speziato, e poi parecchia mora e qualche note balsamica.

Secco, scuro, di nerbo, saporito di un gusto estroverso non lunghissimo, ma dotato di buona forza espressiva. Acidità brillante e alcool misurato per una esperienza piacevole a un prezzo piacevole anch’esso.

Fra le molte espressioni con le quali si può dichiarare il proprio apprezzamento per un vino c’è “lo ricomprerei/lo riberrei”.

Ecco, questo è tra i vini che riberrei volentieri anche a breve termine.

Enonauta/Degustazione di Vino #451 - review - Teroldego 2018 - Rudi Vindimian  | Teroldego brillante di carattere e coinvolgente

Enonauta/Degustazione di Vino #451 – review – Teroldego 2018 – Rudi Vindimian  | Teroldego brillante di carattere e coinvolgente

Teroldego 2018 – Rudi VindimianVigneti delle Dolomiti IGT

Vigneti delle Dolomiti IGT

Rudi Vindimian. A company I recently met in Bologna during the Slow Wine Fair. I spent a lot of time tasting excellent wines at the Vindimian stand and so in the following days I organized a purchase to learn more. From Lavis in the province of Trento. 4 generations of winemakers, hilly terrain between 250 and 750 meters. This Teroldego confirms the positive vibes received in Bologna. From biodynamically managed vineyards and with a natural approach in the cellar. Aging in wood and then a year in the bottle. The color is dark tending towards purple. Very fragrant in its simplicity. Strong floral, particularly the Wisteria, spicy, and then a lot of blackberry and some balsamic notes. Dry, dark, sinewy, tasty with an extroverted taste that is not very long, but has good expressive strength. Bright acidity and measured alcohol for a pleasant experience at a pleasant price. Among the many expressions with which one can declare one’s learning for a wine is “I would buy it again/I would drink it again”. Well, this is among the wines that I would gladly drink again even in the short term.

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