Bottiglie, Degustazioni

Refosco 2017 – Ronchi di Cialla

Viene da Prepotto questo Refosco dal Peduncolo Rosso di Ronchi di Cialla. Colli Orientali del Friuli Doc sottozona Cialla.

Acciaio, sosta prolungata sulle fecce fini e ulteriore affinamento in bottiglia.

Se ti resta impresso è per la non consueta congiunzione di due elementi. La compatta semplicità e la definizione.

Il colore è intenso tra il rubino e il purpureo. Al naso offre sentori di more e ribes nero, di spezie, reminiscenze di rabarbaro. Il sorso è pieno, lineare, equilibrato, ricco, con tannino smussato e buon finale coerente.

Buono e buono è il rapporto prezzo/soddisfazione.

Dopo aver tanto sentito parlare di Ronchi di Cialla finalmente stappo una bottiglia di persona e concludo che a breve ne stapperò un’altra.

Enonauta/Degustazione di Vino #113 - review - Refosco 2017 - Ronchi di Cialla | Se ti resta impresso è per la non consueta congiunzione di due elementi. La compatta semplicità e la definizione
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Refosco Ronchi di Cialla 2017

This Refosco dal Peduncolo Rosso from Ronchi di Cialla comes from Prepotto. Colli Orientali del Friuli Doc sub-area Cialla.

Steel, prolonged rest on the fine lees and further refinement in the bottle.

If it sticks in your mind it’s because of the unusual conjunction of two elements. The compact simplicity and definition.

The color is intense between ruby ​​and purple. On the nose it offers hints of blackberries and blackcurrants, spices, reminiscences of rhubarb. The sip is full, linear, balanced, rich, with smooth tannins and a good, coherent finish.

The price/satisfaction ratio is good and good.

After hearing so much about Ronchi di Cialla I finally uncorked a bottle myself and concluded that I will uncork another soon.

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Bottiglie, Degustazioni

Vespolina Ledi 2015 – Barbaglia

Della Vespolina Ledi dell’Azienda Barbaglia di Cavallirio (NO) conservavo un bel ricordo da una serata di degustazione alla presenza di Silvia Barbaglia all’Enoteca Nati Stanchi di Pistoia. Mi pento adesso che è vuota di averne acquistata una soltanto.

Vespolina con affinamento in acciaio e bottiglia.

Scuro, intenso il colore, sentori di viola e frutto maturo, spiccano note speziate di cannella e pepe, molto brillante.

In bocca se la gioca per spontaneità, piacevolezza, equilibrio, pulizia.

Suadente in ingresso, quasi vellutato, acidità avvolgente, pienezza gustativa e una pregevole chiusa tannica in cui coerenti tornano la mora matura e le spezie.

Ottimamente semplice e diretto. In ottima compagnia con gli Gnocchi alla Romana al Sugo.

Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto
Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto
Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Vespolina Ledi  2015 - Barbaglia | Ottimamente semplice e diretto

Vespolina Ledi 2015 – Barbaglia

I had fond memories of the Vespolina Ledi from the Barbaglia company from an evening of tasting in the presence of Silvia Barbaglia at the Enoteca Nati Stanchi in Pistoia. Now that it’s empty, I regret having only bought one.

Vespolina with aging in steel and bottle.

Dark, intense colour, hints of violet and ripe fruit, spicy notes of cinnamon and pepper stand out, very bright.

In the mouth it plays with spontaneity, pleasantness, balance, cleanliness.

Persuasive on entry, almost velvety, enveloping acidity, fullness of flavor and a fine tannic finish in which the ripe blackberry and spices return coherently.

Excellently simple and direct. In excellent company with Gnocchi alla Romana with sauce.

LA VESPOLINA

(in breve da wikipedia per chi non la conoscesse)

Il Vespolina o Ughetta è un vitigno a bacca nera. Giunge a piena maturazione verso la prima metà di ottobre. Sull’origine del suo nome esistono molte versioni, tra le quali quella che lo attribuisce al fatto che l’uva è molto dolce e attrae le vespe.

Storia

Già dal secolo XVIII viene coltivata in Alto Piemonte (province di Novara, Vercelli e Biella), dove è vinificata anche in purezza nelle due denominazioni di zona (Coste della Sesia e Colline Novaresi), ed entra nell’uvaggio delle DOC Lessona, Bramaterra, Boca, Fara e Sizzano e delle DOCG Gattinara e Ghemme. Viene coltivata da tempi remoti anche in provincia di Pavia sulle colline dell’Oltrepò Pavese, dove rientra nell’uvaggio della DOC Oltrepò Pavese ed in quella del Buttafuoco. È un vitigno di vigoria e produttività moderate, piuttosto regolare.

La prima descrizione della Vespolina risale al 1825, poi ad opera del Gallesio, che la chiamò Vitis Vinifera Circumpadana. Fra i sinonimi ricordiamo ughetta e uvetta di Canneto in Oltrepò, balsamina in Val d’Ossola, nespolina o nespolino (nespoulìn), inzaga o inzagre, massana, solenga, novarina, uva cinerina, vispavola, vespolino.

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Bottiglie, Degustazioni

Brda 2016 – Kristian Keber

Brda 2016 – Kristian Keber
Kakovostno Vino ZGP

Appare di domenica mattina, come un proiettile tracciante a indicare la direzione nell’oscura delusione innescata da alcune bottiglie discutibili, questo Brda 2016 di Kristian Keber figlio di Edi da Zegla-Cormons. Collio.

Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Brda 2016 - Kristian Keber | Un vino che infonde fiducia e innesca il buonumore

Definiamolo Orange Wine per semplicità.
Ribolla, Malvasia e Friulano con macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea, passaggio in legno grande. Biodinamica.

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Il colore ricorda quello dell’ambra. Vagamente opalescente. Stappato volontariamente freddo per curiosità, coi minuti si compone un quadro olfattivo vario e ben definito. Elicriso, pompelmo, nespola in prima battuta, a cui si aggiungono in seguito sentori di chicco di caffé e sfalcio d’erba medica.
Il sorso è un crescendo pieno di tensione che si libera in un finale che rievoca a lungo il frutto disidratato, a tratti balsamico, erbe aromatiche. Vino che ha grande presenza e precisione.

Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Brda 2016 - Kristian Keber | Un vino che infonde fiducia e innesca il buonumore

Un vino che infonde fiducia e innesca il buonumore.

Con lo Sformato di Patate e Cavolfiore in buona accoppiata.

Enonauta/Degustazione di Vino #112 - review - Brda 2016 - Kristian Keber | Un vino che infonde fiducia e innesca il buonumore

Brda 2016 – Kristian Keber

This Brda 2016 by Kristian Keber son of Edi from Zegla-Cormons appears on Sunday morning, like a tracer bullet to indicate the direction in the dark disappointment triggered by some questionable bottles. Collio.

Let’s call it Orange Wine for simplicity.
Ribolla, Malvasia and Friulano with maceration on the skins, spontaneous fermentation, passage in large wood. Biodynamics.

The color resembles that of amber. Vaguely opalescent. Uncorked voluntarily cold out of curiosity, over the minutes a varied and well-defined olfactory picture is created. Helichrysum, grapefruit, medlar at first, to which are later added hints of coffee bean and alfalfa clippings.
The sip is a crescendo full of tension that is released in a finish that recalls the dehydrated fruit, at times balsamic, aromatic herbs. Wine that has great presence and precision.

A wine that instills confidence and triggers good mood.

With the Potato and Cauliflower flan in good combination.

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Gite in Cantina, Luoghi del Vino

Lamole – Storia di Vino e Paesaggi

Lamole

Storia di Vino e paesaggi

Spesso si viaggia ad ispirazione, a volte si programma leggendo riviste, alcune volte libri: “Varie contrade segnalate con la denominazione di Lamola o Lamole, vale a dire di piccole Lame si trovano in toscana”. La nostra metà si colloca qui: “circa 3 miglia toscane a scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole. Trovasi sulla pendice settentrionale del Poggio delle Stinche, fra i due primi rami della fiumana di Greve, nella strada pedonale che guida sulla cresta del monte di Cintoja. I vigneti che danno il buon vin di Lamole cotanto lodato, sono piantati fra i macigni di cotesto poggio”. Così scrive il Repetti sul suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana.

In effetti la descrizione è calzante, allontanandosi da Greve e Panzano si abbandonano le colline tondeggianti e caratterizzate da geometrici filari che vediamo nelle pubblicità del “Chiantishire”. I pendii della collina si fanno più scoscesi, le vigne sono abbarbicate a terrazzamenti con muretti a secco costruiti spaccando il macigno dei monti del Chianti di cui fa parte questa località.

Arriviamo finalmente nel piccolo borgo di Lamole che si è sviluppato intorno alla pieve un chilometro più in alto del castello. Qui un’altra particolarità, le persone (rare) sono cordiali, ma con meno dipendenza verso il turista, quasi diffidenti, sembra di essere tornati indietro nel tempo.

Eccoci arrivati dai nostri ospiti Annamaria Socci e suo marito Giuliano che ci accolgono nella loro azienda le Masse di Lamole. L’accoglienza è freddina. Non come si potrebbe credere; è una giornata novembrina fantastica, niente vento e tanto sole, però no. Non dipende neppure da loro, che sono riservati, ma felici di mostrarci la loro cantina. Si, è la cantina che tutta in pietra è quasi fredda.

Ma dopo cinque minuti ci siamo già scaldati sorseggiando il famoso sangiovese di Lamole e ascoltando Annamaria che con passione descrive come viene fuori questo vino che è un Chianti Classico, ma mantiene una freschezza anche nell’ invecchiamento mai sentito in altri vini locali.

Poi con Giuliano andiamo in vigna e apprezziamo la peculiarità di questo paesaggio, sotto i nostri piedi i Terrazzamenti di Lamole, la loro è la vigna più alta che arriva quasi a 700 m, di fronte a noi in controluce vediamo le colline di San Casciano e Panzano che chiudono l’orizzonte. I vini, favolosi, hanno una marcia in più. Sarà per il minimo “lavoro” in cantina, per il passaggio nelle botti di castagno che li rende godibilissimi, tanto che la degustazione diventa quasi libagione.

Lasciati Annamaria e Giuliano penso a ciò che più mi è rimasto impresso di questa gita, quasi dimenticavo il loro vinsanto, ottimo, fatto come una volta non troppo dolce, anzi quasi secco. Altra cosa che mi piace molto è la loro etichetta, che raffigura un semplice ed elegantissimo giaggiolo (iris) usato anche in profumeria, probabilmente contribuisce al bouquet del loro Sangiovese.

Le Masse di Lamole: vini genuini e irreprensibili, ricordano loro due: veri cordiali, senza fronzoli.

Lamole Vino Paesaggio Terroir
Lamole Vino Paesaggio Terroir
Lamole Vino Paesaggio Terroir
Lamole Vino Paesaggio Terroir
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Collio 2017 – Edi Keber

Bevo questo vino da anni, da quando un amico mi riportò una selezione di bianchi friulani da un suo viaggio di approfondimento in Friuli. Tra quelle bottiglie insieme a quelle di Keber c’erano bottiglie di Zidarich, Kante, Vodopivec, ma l’amore per il Collio Bianco di Edi Keber sbocciò subitaneo.
Da allora di bottiglie nella campana del vetro ne sono finite tante, fino ad andare a visitare la cantina lo scorso novembre. Mai una delusione.Seppure questo 2017 non sia considerabile a mio avviso il più brillante dei vini di Edi Keber, resta una bevuta di buon livello. E conferma che tra le cose apprezzabili nell’opera di questo vignaiolo c’è sicuramente la capacità di offrire vini che non si replicano anno dopo anno, ma vini che hanno il coraggio di presentare una propria personalità peculiare.Il colore è giallo con riflessi verdolini. Profumi non esplosivi, ma continui, fiore di Camomila, pera wlliams, erbaceo fresco, vagamente balsamico.
Perde un po’ in freschezza se confrontato con alcuni suoi predecessori risultando più opulento, spesso, centrato sul frutto e sul calore. Nel finale frutta candita e un tocco di mandorla.

Enonauta/Degustazione di Vino #111 - review - Collio 2017 - Edi Keber | Un classicissimo del Collio che mantiene sempre le promesse
Enonauta/Degustazione di Vino #111 - review - Collio 2017 - Edi Keber | Un classicissimo del Collio che mantiene sempre le promesse

Collio 2017 – Edi Keber

I have been drinking this wine for years, ever since a friend brought me back a selection of Friulian whites from an in-depth trip to Friuli. Among those bottles, together with those of Keber, there were bottles of Zidarich, Kante, Vodopivec, but Edi Keber’s love for Collio Bianco blossomed immediately.
Since then, many bottles have ended up in the glass bell jar, until we went to visit the cellar last November. Never a disappointment. Although this 2017 cannot be considered the most brilliant of Edi Keber’s wines in my opinion, it remains a good drink. And it confirms that among the appreciable things in the work of this winemaker there is certainly the ability to offer wines that are not replicated year after year, but wines that have the courage to present their own peculiar personality. The color is yellow with greenish reflections . Perfumes not explosive, but continuous, chamomile flower, Williams pear, fresh herbaceous, vaguely balsamic.
It loses a little in freshness when compared to some of its predecessors, resulting more opulent, often, centered on fruit and heat. In the finish candied fruit and a touch of almond.

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Pinot Grigio Jesera 2019 – Venica (Collio Doc)

Ecco un vino che ho apprezzato integralmente. Il Pinot Grigio Jesera 2019 di VENICA, azienda di Dolegna del Collio.

Per la foggia, una cosa secondaria che comunque completa l’esperienza, per la piacevolezza della beva, per il rapporto prezzo/soddisfazione e per l’apporto alla tavola imbandita.

Questo Pinot Grigio Jesera 2019 viene dal Collio, breve macerazione e poi sosta sulle fecce in acciaio e per il 10 percento in legno grande.

Il colore è quello della cipolla ramata.

Al naso una combinazione di suggestioni floreali e fruttate molto peculiari come il fiore di sambuco, lemongrass, la pera conference e pare di scorgere anche il profumo della fecoja e un leggera speziatura. Profumi densi.

Volume e sapore, ma non è un vino piazzato. È anzi dinamico, vivo, leggermente tannico, presente in bocca, coriaceo, con un buon finale giocato sulle reminiscenze di frutta disidratata.

Col risotto alla pescatora si accompagnò alla grande.

Enonauta/Degustazione di Vino #110 - review - Pinot Grigio Jesera 2019 - Venica | Volume e sapore, ma non è un vino piazzato.
Enonauta/Degustazione di Vino #110 - review - Pinot Grigio Jesera 2019 - Venica | Volume e sapore, ma non è un vino piazzato.

Pinot Grigio Jesera 2019 – Venica (Collio Doc)

Here is a wine that I fully appreciated. The Pinot Grigio Jesera 2019 from VENICA

For the style, a secondary thing that nevertheless completes the experience, for the pleasure of drinking, for the price/satisfaction ratio and for the contribution to the laid table.

This Pinot Grigio Jesera 2019 comes from Collio, short maceration and then rest on the lees in steel and 10 percent in large wood.

The color is that of coppery onion.

On the nose a combination of very peculiar floral and fruity suggestions such as elderflower, lemongrass, conference pear and it seems to also detect the scent of fecoja and a light spiciness. Dense aromas.

Volume and flavour, but it is not a classy wine. Indeed, it is dynamic, lively, slightly tannic, present in the mouth, leathery, with a good finish played on reminiscences of dehydrated fruit.

It went great with risotto alla pescatora.

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