Bottiglie, Degustazioni

Baron’ Ugo 2015 – Az. Agr. Monteraponi

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi

Toscana Igt

Sangiovese con piccole percentuali di Canaiolo e Colorino.

Pochi interventi, fermentazione spontanea in cemento vetrificato, 36 mesi di botte grande.

Colore rubino scuro, bel ventaglio di sentori di frutti rossi come il lampone e il ribes poco maturi, la china, l’anice, la viola, agrumi freschi, cenere, ma anche note rustiche non ben risolte, a tratti solvente.
Il sorso è molto fresco, puntuto, alcol misurato e ben inserito, bevibilità assicurata, ma il gusto è un po’ traballante, non è un vino compiuto, il tannino è acerbo, trovo indicazioni in questa bottiglia già ricevute in altre occasioni, ed è fondamentalmente uno stile che non riesco ad apprezzare appieno. Ha grande struttura fisica, ma a latitare è il frutto e il centrobocca resta anonimo, il finale poco espressivo. Lo definirei un vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po’ di immaginazione per essere apprezzato.

A mio giudizio, dal rapporto prezzo/felicità molto squilibrato dalla parte del prezzo.

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Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Etichetta iconica, riserva nata all’inizio degli anni 60, passata attraverso i decenni e innumerevoli mode.

Stappo col pensiero rivolto a una delle ultime belle giornate enoiche passata a Terre di Toscana esattamente un anno fa. Al banco d’assaggio di Monsanto fu un vero piacere.

Sangiovese con saldo di canaiolo e colorino. Dal vigneto omonimo sito in Barberino Val d’Elsa. Due anni in tonneau e un anno in bottiglia.

Rubino scuro, vivo, non è un vino che dà confidenza immediata. Si apre lentamente, consiglio a chi lo volesse stappare di farlo la mattina per la sera, con sentori di marasca matura, spezie, e più defilate note di lavanda, agrumate e di erbe aromatiche.

Al palato comunica potenza, vigore, ma alla fine sembra imbrigliato, non ancora risolto, in cerca di definizione. L’acidità è non comune, il tannino è tetragono, c’è concentrazione, struttura, persistenza. Un sorso che fa pensare a un vino che vorresti ribere tra dieci anni.

Ci salutiamo dunque sperando di incontrarci di nuovo un giorno.

Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Iconic label, reserve born in the early 60s, passed through the decades and countless fashions.

I uncork with my thoughts turned to one of the last beautiful wine days spent in Terre di Toscana exactly one year ago. It was a real pleasure at the Monsanto tasting bench.

Sangiovese with balance of canaiolo and colorino. From the vineyard of the same name located in Barberino Val d’Elsa. Two years in tonneau and one year in bottle.

Dark ruby, lively, it is not a wine that gives immediate confidence. It opens slowly, I recommend that those who want to uncork it do so in the morning for the evening, with hints of ripe morello cherry, spices, and more subtle notes of lavender, citrus and aromatic herbs.

On the palate it communicates power, vigor, but in the end it seems harnessed, not yet resolved, in search of definition. The acidity is uncommon, the tannin is tetragonal, there is concentration, structure, persistence. A sip that makes you think of a wine you would like to drink again in ten years.

We therefore say goodbye hoping to meet again one day.

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Doccio a Matteo 2007 Chianti Classico Ris. – Caparsa

Chianti Classico Riserva 2007 – Caparsa

Doccio a Matteo 2007

Doccio a Matteo Caparsa – Vigna singola a 450 mt a Radda in Chianti

Note sull’affinamento tratti dal dettagliato sito aziendale

Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Colorino.

Maturazione: 2 anni in Tonneau di 500 litri di Troncais, Allier, Vosges, Americano, Ungherese.
Fermentazione: spontanea, con lieviti autoctoni, per circa 12 giorni

Non ho avuto la fortuna di assaggiare questa annata al momento dell’uscita per poter valutare il suo cambiamento nel tempo, ma posso dire che a questa decina d’anni di bottiglia non è sopravvissuto niente che non sia Sangiovese e Radda. Al tempo non è sopravvissuto il legno, ma sono invece sopravvissute la freschezza, la grande concentrazione di succo, un tannino rigoroso e una persistenza inenarrabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

Il colore è Granato scuro, fitto. Non ha bisogno di troppo tempo per presentarsi e subito brilla per intensità e qualità del bouquet e offre una varietà di profumi filologici come i fiori secchi, il cassis e il mirtillo. La Scorza d’arancio, il Cuoio, le erbe aromatiche.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

In bocca risulta vino molto tattile. Morbido in princìpio data la grande concentrazione e la dolcezza del frutto, ma è un sorso rusticamente vivo, che ha sapore, lunghezza, non si esaurisce, animoso. Buona acidità e trama tannica fitta, tetragona, che ricorda quella dei vini di Caparsa da giovani. Lunghissimo finale balsamico.
Volendo raccontarlo in tre termini direi concentrazione, intensità, persistenza.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

Doccio a Matteo Caparsa 2007

I wasn’t lucky enough to taste this vintage at the time of its release to be able to evaluate its change over time, but I can say that nothing other than Sangiovese and Radda has survived this ten-year bottle. The wood has not survived over time, but the freshness, the great concentration of juice, a rigorous tannin and an unspeakable persistence have survived.


The color is dark, dense garnet. It doesn’t need too much time to present itself and immediately shines with the intensity and quality of the bouquet and offers a variety of philological scents such as dried flowers, cassis and blueberry. Orange peel, leather, aromatic herbs.

In the mouth it is a very tactile wine. Soft at first given the great concentration and sweetness of the fruit, but it is a rustically lively sip, which has flavour, length, does not run out, lively. Good acidity and dense, tetragonal tannic texture, reminiscent of that of young Caparsa wines. Very long balsamic finish. Wanting to describe it in three terms, I would say concentration, intensity, persistence.

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