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Caparsino 2010 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Caparsino Chianti Classico Riserva da Radda in Chianti. Ovvero il grande bere toscano tradizionale. Sangiovese 100 percento, vinificato in cemento e maturato in botte grande di rovere. Vino che è figlio dell’ingegno enoico di due dei più talentuosi vignaioli (ed enologi) toscani: Paolo Cianferoni e Federico Staderini. Il primo a guida di una azienda che si può tranquillamente definire un faro. Il secondo enologo di chiara fama e adesso a capo di Cuna, pioniere del Pinot Nero Casentinese.

Se ciò che viene chiamato Souplesse esiste è dentro questa bottiglia dove coesistono definizione, concentrazione, vitalità e una eccezionale trama.

Vivo colore tra il rubino e il granato scuro, profumi di marasca, scorza d’arancia, finemente speziato, ricordo di tabacco dolce e confettura di more, appena ematico, balsamico.

Equilibrio e precisione, fruttuosità avvincente, tannino che, trovata la via verso un nobile ammorbidimento, profila e rinfresca, il sorso si espande, gratifica, dura.
Tra le migliori bevute di sempre.

Con lo Spezzatino in umido (senza pomodoro) in abbinamento ottimo.

Enonauta/Degustazione di Vino #154 - Caparsino 2010 Chianti Classico Ris. - Caparsa  | Se ciò che viene chiamato Souplesse esiste è dentro questa bottiglia
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Caparsino 2010 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Caparsino Chianti Classico Riserva from Radda in Chianti. That is, the great traditional Tuscan drink. 100 percent Sangiovese, vinified in cement and matured in large oak barrels. A wine that is the result of the oenological genius of two of the most talented Tuscan winemakers (and oenologists): Paolo Cianferoni and Federico Staderini. The first to lead a company that can easily be defined as a beacon. The second well-known winemaker and now head of Cuna, pioneer of Casentino Pinot Noir.

If what is called Souplesse exists, it is inside this bottle where definition, concentration, vitality and an exceptional texture coexist.

Vivid color between ruby ​​and dark garnet, aromas of morello cherry, orange peel, finely spiced, hints of sweet tobacco and blackberry jam, slightly bloody, balsamic.

Balance and precision, compelling fruitiness, tannin which, having found its way towards a noble softening, outlines and refreshes, the sip expands, gratifies, lasts.
Among the best drinks ever.

Excellent with stewed stew (without tomato).

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Chianti Classico Riserva 2016 – Buondonno (un Sangiovese coi Controcazzi)

il Chianti Classico Riserva 2016 di Buondonno da Castellina in Chianti è Un Sangiovese coi Controcazzi

Sangiovese dalle vigne più vecchie, fatto solo nelle annate migliori. Lunga macerazione in cemento poi maturazione in legno di piccole e medie dimensioni.

Se mi chiedessero di riassumere in breve l’essenza di questo vino non avrei esitazioni. Lo definirei un Chianti Classico, un Sangiovese coi Controcazzi pur consapevole che la parola Controcazzi non è prevista nel lessico ufficiale di nessuna associazione di assaggiatori. Però finirò per dilungarmi in onore di questa bottiglia che per qualità intrinseca e livello di soddisfazione in relazione alle aspettative non è seconda a nessun’altra.

Questo Chianti Classico Riserva di Buondonno ha tutte le caratteristiche che un appassionato di Sangiovese si aspetta di trovare in un Sangiovese. Il Colore Rosso rubino pieno, i profumi nitidi, filologici, intensi di viola e marasca, lavanda e scorza d’arancia.

Il sorso che è un raro esempio di tempra e finezza congiunte. Freschezza smagliante, copiosa, a ondate, corroborante, tannino di misura, pepato, un sorso che si distende in un lunghissimo finale pieno di gusto.

Last but not least è una riserva chiantigiana che sa di uva e non di cantina, lo specifico perché molto spesso capita il contrario. Come dimenticare all’ultima Chianti Classico Collection prima del lockdown, quando mi decisi per una mezz’ora di assaggi che avevo giurato di non fare più e ne uscii con le papille gustative asfaltate. Non ho niente contro nessuna tipologia di vino, c’è un bevitore per ogni bicchiere. Ma qui siamo su un altro pianeta.

Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi

the Chianti Classico Riserva 2016 by Buondonno from Castellina in Chianti is a Sangiovese with Controcazzi

Sangiovese from the oldest vines, made only in the best years. Long maceration in cement then maturation in small and medium sized wood.

If I were asked to briefly summarize the essence of this wine I would not hesitate. I would define it as a Chianti Classico, a Sangiovese with Controcazzi while being aware that the word Controcazzi is not included in the official lexicon of any association of tasters. However, I will end up going on at length in honor of this bottle which, in terms of intrinsic quality and level of satisfaction in relation to expectations, is second to no other.

This Chianti Classico Riserva di Buondonno has all the characteristics that a Sangiovese enthusiast expects to find in a Sangiovese. The color is full ruby ​​red, the clear, philological, intense aromas of violet and morello cherry, lavender and orange peel.

The sip which is a rare example of combined temper and finesse. Dazzling freshness, copious, in waves, invigorating, measured tannins, peppery, a sip that extends into a very long finish full of flavour.

Last but not least it is a Chianti reserve that tastes of grapes and not of the cellar, specifically because the opposite often happens. How can I forget the last Chianti Classico Collection before the lockdown, when I decided to do half an hour of tastings that I had sworn I would never do again and I came out with my taste buds asphalted. I have nothing against any type of wine, there is a drinker for every glass. But here we are on another planet.

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Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Etichetta iconica, riserva nata all’inizio degli anni 60, passata attraverso i decenni e innumerevoli mode.

Stappo col pensiero rivolto a una delle ultime belle giornate enoiche passata a Terre di Toscana esattamente un anno fa. Al banco d’assaggio di Monsanto fu un vero piacere.

Sangiovese con saldo di canaiolo e colorino. Dal vigneto omonimo sito in Barberino Val d’Elsa. Due anni in tonneau e un anno in bottiglia.

Rubino scuro, vivo, non è un vino che dà confidenza immediata. Si apre lentamente, consiglio a chi lo volesse stappare di farlo la mattina per la sera, con sentori di marasca matura, spezie, e più defilate note di lavanda, agrumate e di erbe aromatiche.

Al palato comunica potenza, vigore, ma alla fine sembra imbrigliato, non ancora risolto, in cerca di definizione. L’acidità è non comune, il tannino è tetragono, c’è concentrazione, struttura, persistenza. Un sorso che fa pensare a un vino che vorresti ribere tra dieci anni.

Ci salutiamo dunque sperando di incontrarci di nuovo un giorno.

Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Iconic label, reserve born in the early 60s, passed through the decades and countless fashions.

I uncork with my thoughts turned to one of the last beautiful wine days spent in Terre di Toscana exactly one year ago. It was a real pleasure at the Monsanto tasting bench.

Sangiovese with balance of canaiolo and colorino. From the vineyard of the same name located in Barberino Val d’Elsa. Two years in tonneau and one year in bottle.

Dark ruby, lively, it is not a wine that gives immediate confidence. It opens slowly, I recommend that those who want to uncork it do so in the morning for the evening, with hints of ripe morello cherry, spices, and more subtle notes of lavender, citrus and aromatic herbs.

On the palate it communicates power, vigor, but in the end it seems harnessed, not yet resolved, in search of definition. The acidity is uncommon, the tannin is tetragonal, there is concentration, structure, persistence. A sip that makes you think of a wine you would like to drink again in ten years.

We therefore say goodbye hoping to meet again one day.

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Gaiole in Chianti State of Mind

Gaiole in Chianti State of Mind

una serata in compagnia di due famosi vini di Gaiole

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle & Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

Prendo in prestito il titolo di una delle più famose tra le canzoni di Billy Joel, New York State of Mind, per raccontare una serata in compagnia di due belle espressioni di Sangiovese provenienti dalla stessa area geografica. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

Così recita l’inizio della canzone. E così come si decide di risalire il fiume Hudson col Greyhound per riaffermare la propria identità, parafrasando il testo io posso affermare che, mentre alcuni prendono l’aereo dell’esotismo enoico, io e i miei compagni di bevuta, da toscani amanti del nostro vino, prendiamo la corriera del Sangiovese che ci porta in una zona di conforto assoluto, di certezze incrollabili, di sapori unici legati a una tradizione antica.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese con saldo di Merlot con affinamento in barrique (non nuove)

Fresco. Intenso. Immediato.

Tra il rubino e il purpureo con intensi sentori floreali di viola, mora e frutti scuri, piccoli cenni speziati e terragni. Attacco caldo e voluminoso, succoso. Emergono in allungo una buona vena fresco/sapida, un tannino delicato e nel finale al frutto scuro si aggiunge un piacevole retrogusto di erbe aromatiche.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Sangiovese in purezza. Acciaio e poi grandi tini di rovere per 10 mesi.

È sanguigno, vigoroso, diretto. Rubino pieno con profumi di marasca e spezie, arancia sanguinella, sentori ematici. Tra i Chianti Classico Riserva che bevuto negli ultimi anni appare come tra i più rigorosi, fedeli e meglio riusciti.

Il sorso è pieno, ma come premesso è vigoroso, fresco, equilibrato, nitido in fase retrolfattiva dove si rievocano l’agrume e la marasca, con un tannino preciso e maturo. Buono da subito.

Non sbagliava quello che disse che a Gaiole nelle annate che altrove danno vini molto potenti vengono vini mediamente più eleganti. In riferimento al Riserva 2015 di Capannelle.

Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015

Gaiole in Chianti State of Mind

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

I borrow the title of one of Billy Joel’s most famous songs, New York State of Mind, to describe an evening in the company of two beautiful expressions of Sangiovese from the same geographical area. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

So goes the beginning of the song. And just as one decides to travel up the Hudson River with the Greyhound to reaffirm one’s identity, paraphrasing the text I can say that, while some take the plane of wine exoticism, my drinking companions and I, as Tuscan lovers of our wine , we take the Sangiovese bus that takes us to an area of ​​absolute comfort, of unshakable certainties, of unique flavors linked to an ancient tradition.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese with Merlot balance with aging in barriques (not new)

Fresh. Intense. Immediate.

Between ruby ​​and purple with intense floral hints of violet, blackberry and dark fruits, small spicy and earthy hints. Warm and voluminous, juicy attack. A good fresh/savory vein, delicate tannins emerge in the long run and a pleasant aftertaste of aromatic herbs is added to the dark fruit in the finish.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Pure Sangiovese. Steel and then large oak vats for 10 months.

It is sanguine, vigorous, direct. Full ruby ​​with aromas of morello cherry and spices, blood orange, blood scents. Among the Chianti Classico Riservas that have been drunk in recent years, it appears to be among the most rigorous, faithful and most successful.

The sip is full, but as mentioned it is vigorous, fresh, balanced, clear in the aftertaste phase where citrus and morello cherries are evoked, with precise and ripe tannins. Good straight away.

He wasn’t wrong when he said that in Gaiole in the years that elsewhere produce very powerful wines, on average more elegant wines are produced. In reference to the 2015 Capannelle Reserve.

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Doccio a Matteo 2007 Chianti Classico Ris. – Caparsa

Chianti Classico Riserva 2007 – Caparsa

Doccio a Matteo 2007

Doccio a Matteo Caparsa – Vigna singola a 450 mt a Radda in Chianti

Note sull’affinamento tratti dal dettagliato sito aziendale

Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Colorino.

Maturazione: 2 anni in Tonneau di 500 litri di Troncais, Allier, Vosges, Americano, Ungherese.
Fermentazione: spontanea, con lieviti autoctoni, per circa 12 giorni

Non ho avuto la fortuna di assaggiare questa annata al momento dell’uscita per poter valutare il suo cambiamento nel tempo, ma posso dire che a questa decina d’anni di bottiglia non è sopravvissuto niente che non sia Sangiovese e Radda. Al tempo non è sopravvissuto il legno, ma sono invece sopravvissute la freschezza, la grande concentrazione di succo, un tannino rigoroso e una persistenza inenarrabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

Il colore è Granato scuro, fitto. Non ha bisogno di troppo tempo per presentarsi e subito brilla per intensità e qualità del bouquet e offre una varietà di profumi filologici come i fiori secchi, il cassis e il mirtillo. La Scorza d’arancio, il Cuoio, le erbe aromatiche.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

In bocca risulta vino molto tattile. Morbido in princìpio data la grande concentrazione e la dolcezza del frutto, ma è un sorso rusticamente vivo, che ha sapore, lunghezza, non si esaurisce, animoso. Buona acidità e trama tannica fitta, tetragona, che ricorda quella dei vini di Caparsa da giovani. Lunghissimo finale balsamico.
Volendo raccontarlo in tre termini direi concentrazione, intensità, persistenza.

Enonauta/Degustazione di Vino #030 - wine review - Doccio a Matteo 2007 di Caparsa -  concentrazione, intensità, persistenza, tra i migliori.

Doccio a Matteo Caparsa 2007

I wasn’t lucky enough to taste this vintage at the time of its release to be able to evaluate its change over time, but I can say that nothing other than Sangiovese and Radda has survived this ten-year bottle. The wood has not survived over time, but the freshness, the great concentration of juice, a rigorous tannin and an unspeakable persistence have survived.


The color is dark, dense garnet. It doesn’t need too much time to present itself and immediately shines with the intensity and quality of the bouquet and offers a variety of philological scents such as dried flowers, cassis and blueberry. Orange peel, leather, aromatic herbs.

In the mouth it is a very tactile wine. Soft at first given the great concentration and sweetness of the fruit, but it is a rustically lively sip, which has flavour, length, does not run out, lively. Good acidity and dense, tetragonal tannic texture, reminiscent of that of young Caparsa wines. Very long balsamic finish. Wanting to describe it in three terms, I would say concentration, intensity, persistence.

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Chianti Classico Riserva 2012 – Capannelle

Chianti Classico Riserva 2012 – Capannelle

il Chianti Classico Capannelle nasce a Gaiole in Chianti.

Si trovano indicazioni contrastanti sull’uvaggio. Il sito aziendale dice sangiovese 100 percento, in altri luoghi si fa accenno ai classici vitigni complementari del territorio. Nel dubbio mi affido al gusto e dichiaro che secondo me c’è il Canaiolo. Secondo me.
Fermentazione in acciaio e affinamento in botte da 16 hl per 18 mesi.
40 quintali per ettaro la resa.

Enonauta/Degustazione di Vino #024 - review - Chianti Classico Ris. 2012 di Capannelle. Eleganza Chiantigiana da Gaiole

Rubino scuro, cupo.

Rispetto ad altre bottiglie di alte altre annate questo 2012 in questa bottiglia è meno brillante. Ha meno slancio.

Naso sornione. Timidamente floreale, molto frutto scuro e molto maturo, accenni di spezie e col passare del tempo sentori boschivi e qualche sottile fragranza d’erba aromatica.

Enonauta/Degustazione di Vino #024 - review - Chianti Classico Ris. 2012 di Capannelle. Eleganza Chiantigiana da Gaiole

Acidità vischiosa non particolarmente viva, a dominare il sorso è ancora il frutto maturo. Il tannino è morbido, buon finale con retrogusto speziato.

Ciò che resta è un certo senso di incompiutezza.

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…Dark ruby.

Compared to other bottles of other vintages this 2012 in this bottle is less brilliant. It has less momentum. Sly nose. Timidly floral, very dark and very ripe fruit, hints of spices and over time woody scents and some subtle fragrance of aromatic grass. Viscous acidity not particularly lively, the ripe fruit still dominates the sip. The tannins are soft, with a good finish and a spicy aftertaste.

What remains is a certain sense of incompleteness.

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Rubis foncé. Comparé à d’autres bouteilles d’autres millésimes, cette année 2012 est moins brillante. Il a moins d’élan. Nez sournois. Fruit timidement floral, très sombre et très mûr, notes d’épices et de boisés au fil du temps et un parfum subtil d’herbe aromatique. Acidité visqueuse pas particulièrement vive, le fruit mûr domine toujours la gorgée. Les tanins sont doux, avec une bonne finition et un arrière-goût épicé.

Ce qui reste est un certain sentiment d’inachèvement.

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