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Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

Ci sono vini ammantati di hype, magia, mistero, speculazioni ridicole, anticipati da aspettative smisurate e prezzi folli che mettono a dura prova la capacità critica del bevitore schiacciato in un angolo dalla mole di lodi che precedono lo stappo.

Poi ci sono i vini normali, dove il termine normale non è da intendersi peggiorativo o denigratorio, che si stappano per la soddisfazione quotidiana, senza pensiero alcuno, accompagnando il ritmo del vivere. Tra i vini normali, questo Nebbiolo dell’azienda Brezza di Barolo è uno dei miei preferiti.

Nebbiolo da una Vigna che si trova appena fuori dal paese di Barolo, breve macerazione e poi 1 anno in botte grande e 1 anno in bottiglia.

Vino dal colore massimamente brillante, la documentazione fotografica non filtrata lo testimonia, decisamente fragrante, floreale spiccato di viola, frutti rossi come il lampone e il ribes, un filo di spezie e di erbe aromatiche. 

Sorso fresco, diretto, dal profilo netto. Ha un’impronta tattile, ma non difetta in gusto che è centrato sul frutto delicato. Gradazione importante senza derive, tannini rigorosi, nebbiolità radicale, senza compromessi, disegnata con pochi tratti precisi per un vino completo, più che semplice, coinciso. 

Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi
Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi
Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi

Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

There are wines cloaked in hype, magic, mystery, ridiculous speculation, anticipated by enormous expectations and crazy prices that put the critical capacity of the drinker to the test, crushed in a corner by the mass of praise that precedes the uncorking.

Then there are normal wines, where the term normal is not to be understood as pejorative or denigrating, which are uncorked for daily satisfaction, without any thought, accompanying the rhythm of life. Among normal wines, this Nebbiolo from the Brezza di Barolo company is one of my favorites.

Nebbiolo from a vineyard located just outside the town, short maceration and then 1 year in large barrels and 1 year in the bottle.

Wine with a very bright colour, unfiltered photographic documentation testifies to this, decidedly fragrant, floral with strong violets, red fruits such as raspberries and currants, a hint of spices and aromatic herbs.

Fresh, direct sip, with a clear profile. It has a tactile imprint, but does not lack in taste which is centered on the delicate fruit. Important alcoholic strength without drifts, rigorous tannins, radical haziness, without compromises, designed with a few precise traits for a complete, rather than simple, concise wine.

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Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Vigneto in Verduno, in Diano d’Alba l’azienda.
Invecchiamento in botte grande.

Premessa buffa:
Nell’aprile 2022 stavo organizzando un giro nelle Langhe con alcuni amici e l’azienda di Edoardo Sobrino era tra quelle che avevo contattato, spinto dall’entusiasmo di alcuni racconti raccolti e senza aver mai bevuto i suoi vini.
Poi è finita che io non ho potuto partecipare alla gita e da Edoardo Sobrino sono andati gli amici senza di me e qui si può leggere il resoconto di quel viaggio

(https://www.enonauta.it/2022/12/30/la-prima-volta-non-si-scorda-mai/)

Questa bottiglia è una di quelle che ritornarono da quel viaggio.

Vino chiaro, luminoso, nitido nei rimandi olfattivi con predominanti note floreali e balsamiche, di eucalipto, anice stellato, erbe officinali. Più tenui ricordi di ribes, bergamotto, felce.
Vino dall’intensità olfattiva sopra la media.

Al palato è sottile, dall’andatura lineare e incisiva, senza sbavature, con acidità calibratissima e tannini di grana fine, sapidità spiccata con ben apprezzabile bilanciamento di tattile e gustativo e si conferma la precisione di tratto già suggerita al naso.

Vino ottimo da riassaggiare sicuramente.




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Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Non voglio parlare dell’annata, ma ho avuto l’occasione di assaggiare un certo numero di vini del 2012, anche blasonati, famosi, unicorni e alcuni non avevano sprint, energia, carattere. Questo non è il caso. È certo invece uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi.

Prima di ogni altro discorso bisogna parlare del colore di questo vino. Granato splendente, luminoso, la luce lo attraversa e lo pervade rendendolo raggiante.
Ampio al naso con ricordi decisi di frutti rossi maturi, scorza di chinotto, carruba, radici aromatiche, cipria e noce moscata. Ampio e finissimo.

Ha molte buone carte da giocare. Energia, calore, potenza, acidità ben diffusa, sapidità, tannini tangibili e vigorosi, qualità dell’aroma fruttato. Cede qualcosa in presenza e in profondità, a tratti l’alcol sembra troppo/scollegato però senza mai sconfinare nell’incontrollabile. Ottimo il finale dolce/amaro molto persistente.

Credo di poter dire che questo sarà forse il suo apice espressivo, perché ha uno scheletro che il tempo ha levigato appena, alcol evidente a momenti un po’ disorganico e cominciano a tratteggiarsi segnali, se non di maturità, perlomeno di fine della gioventù.

In base a quanto esperito dò un consiglio a chi lo detiene in cantina: Bevilo adesso.

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Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza. E potrebbe essere portato ad esempio delle potenzialità di un vino adatto all’invecchiamento. Il Lazzairasco di Guido Porro da Serralunga, fuoriclasse indiscusso del Nebbiolo, è un Barolo fortemente tradizionale. A 17 anni dalla vendemmia è un vino di colore chiaro luminoso che si dispiega con estrema precisione al palato e nitore al naso dove prevalgono i ricordi fruttati di Melograno maturo, agrumati di scorza di chinotto, e poi sentori di timo, genziana, cuoio, the nero, a tratti etereo.
Vino potente, caldo, il cui filo conduttore sono l’integrità e la qualità del ritorno fruttato nel centrobocca, il suo prolungarsi lineare, definito ed equilibrato, con un tannino adesso disegnato e giusta freschezza, senza flessioni. In coda tornano anche l’agrume e le radici aromatiche.

Vino che avrebbe ancora del tempo a sua disposizione, ma adesso forse al culmine della sua evoluzione positiva.

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Sassella Riserva “Rocce Rosse” 2007 – AR. PE. PE

Sassella Riserva “Rocce Rosse” 2007 – AR. PE. PE.

Valtellina Superiore Docg

La qualità espressa dai vini delle cantina Ar. Pe. Pe. di Sondrio in Valtellina è una consuetudine a cui non si fa l’abitudine. Vino che nel bicchiere dimostra la lungimiranza di chi lo premiò con stelle, bicchieri e titoli di vario genere.

Vino pronto, stimolante, dal colore granato traslucido, con profumi essenziali e nitidissimi di rosa, melograno, rosmarino, sorso di raro equilibrio che ha le sue asperità gestite in modo mirabile ed è tutta forza luminosa, precisione millimetrica, frutto gentilissimo e una forma delineata, risolta. Un flusso di gusto continuo, inesausto.

Non sempre si riesce a pensare al costo dei vini come qualcosa di realmente giustificato, davanti a Rocce Rosse non ci si pensa.

Cinque stelle, tre bicchieri, nove cavatappi, 98/100 punti.

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Boca 2012 – Barbaglia

BOCA 2012 – BARBAGLIA

Un vino splendido, generoso, complesso, raffinato.
Sicuramente tra i migliori 2012, annata un po’ difficile, che io abbia provato finora.
Nebbiolo e Vespolina con 18 mesi di invecchiamento in botte.
Colore granato compatto, dalla luminosità spiccata, bei profumi di frutti scuri, noce moscata, ampia speziatura, floreale residuale, appena terroso, balsamico, in bocca spicca la sua marcata sapidità, l’acidità è ben distribuita, centrobocca pieno, fruttuoso, tannino robusto non più spigoloso, equilibrio generale e, come diceva il manuale, armonia certa tra le fasi di approccio. Il finale è aperto, di frutti di rovo e spezie.
L’alto Piemonte che non smette mai di emozionarci.

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Barolo Cerequio 2010 – Beni di Batasiolo

Barolo Cerequio 2010 – Beni di Batasiolo

Cerequio: mga nobilissima e ricercata a cavallo della linea che divide i comuni di Barolo e La Morra.

Il Colore è granato chiaro. Un profilo aromatico molto particolare con note predominanti di Vicks sinex, eucalipto, sentori balsamico/aromatici, poi piccoli frutti come la mora di gelso, il ribes rosso, ricordi eterei, di funghi esssiccati, di chinotto.

Etereo al naso, ma etereo anche di presenza, di carattere. Non è un vino immaginario, ma lascia qualcosa all’immaginazione. Secco, conserva una certa severità nel tannino che pur sembra sulla strada dell’ingentilimento, acidità diretta, cospicua, il palato è in definitiva fino ed elegante, molto energico nel suo snello incedere, non difetta in espressività, anzi con quest’ultima sopperisce a una sua certa scarnezza. In definitiva è un vino quasi pronto, di buon equilibrio e che si gioca le sue migliori carte con l’evocativa essenzialità dei suoi componenti.

Una bottiglia che conferma una percezione ripetuta e condivisa con altri appassionati. Il 2010 ci ha consegnato Baroli che, pur nella loro unicità, ognuno nel suo punto sulla strada dell’evoluzione, sembrano sospesi, tenaci, al limite dell’inossidabilità, che alla prova del tempo mutano conservando compostezza e rigore.

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Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Azienda di La Morra che ha vigneti distribuiti anche nel Comune di Serralunga d’Alba. Lì si trova il Cru Badarina. Nella zona più meridionale del territorio.
Non sono riuscito a trovare grandi notizie sulle tecniche di vinificazione, ma già dall’analisi visiva e olfattiva si presenta come un vino muscolare, concentrato, dal colore granato scuro integro fino all’unghia, denso, con aromi ampiamente fruttati e speziati, con prevalenza di amarena, kirsch, chiodo di garofano, scorza d’arancio ricoperta, tamarindo e foglia bagnata.

Sorso caldo e finanche morbido, acidità vellutata e tannino risolto, pienezza di gusto e lunghezza, coerente e integro.
Vino d’impatto, che finisce però per stancare a causa della una dotazione alcolica straripante e della sua anima piacevole, ma alla lunga monocorde.

Vino ottimamente conservato che arriva all’appuntamento in buona forma. Direi meglio con la selvaggina che con i formaggi.

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Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(o del piacere di arrivare al momento giusto)

Una delle migliori emozioni che può innescare una bottiglia di vino è quella che si prova allora che ci si rende conto di averla aperta nel momento giusto.
Quando l’integrità del frutto, lo sviluppo aromatico, l’evoluzione e l’accordo delle parti sembrano aver trovato una sintonia che non potrà essere ripetuta e si può dire a voce piena “Questo è un vino pronto!” .

Barbaresco di ispirazione classica, macerazione per 20 giorni e 12 mesi di passaggio in grandi botti da 30 e 50 hl e 9 mesi in bottiglie.

Colore granato traslucido, alterna sentori di piccoli frutti rossi, melograno in prevalenza e ribes rosso alle spezie dolci, e poi scorza di chinotto, foglia di the, cipria, ricordi eterei e di timo in un quadro di grande precisione.

Ha l’impatto del Melograno. Estrema delicatezza del frutto e al contempo acidità radiosa e ficcante, la fermezza del tannino che un tempo doveva essere molto compatto e che qui, adesso, ha cominciato a sgranarsi conservando però forza. Sorso asciutto, sapido, intenso, definito, molto persistente e altamente equilibrato.
Il Finale è un lento sfumare di ricordi fruttati e speziati che coinvolge tutto il cavo orale.
In ottima compagnia con un piatto misto di formaggi (gorgonzola, parmigiano e caciotta fresca della Montagna Pistoiese).

Era il momento giusto.

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Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, menzione geografica del Comune di Verduno. 24 mesi in barrique francesi, 12 mesi in botte grande 30Hl e 12 mesi in bottiglia.
Uno dei due Baroli prodotti dall’azienda di Diano d’Alba i cui vini negli anni non finiscono mai di impressionarmi positivamente per i valori che riescono a esprimere.
Questo è un Barolo sostanzioso, color rubino pieno, articolato impatto olfattivo con richiami classici e ben delineati di Rosa, visciola, note mentolate e balsamiche che accompagnano con costanza, etereo, erbe essiccate/radici aromatiche, un soffio di chinotto e di resine.
Al palato arriva pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali, il sorso è invece dinamico, persistente, dal tannino potente e di forma arrotondata e con cospicua acidità distribuita. Coerente nel gusto, intenso, finisce aperto, balsamico e fruttato. Se al palato, nell’incipit, appare un Barolo moderno finisce, alla fine dell’esame olfattivo e gustolfattivo, per avere le sembianze di un classico.
Già stappato lo stesso vino un paio d’anni addietro e lo trovo sicuramente migliorato sotto tutti gli aspetti. In ottimo abbinamento con la Tasca di Vitello ripiena, ma non solo.

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