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Barolo Castellero 2012 – Giacomo Fenocchio

il Barolo Castellero 2012 di Giacomo Fenocchio. La cantina è a Monforte. Il cru Castellero è nel comune di Barolo (vedi la mappa). Fenocchio è uno degli emblemi della classicità e della tradizione. Giornata indimenticabile quella in cui comprai questa e altre bottiglie dal Signor Fenocchio che fu prodigo nel farci assaggiare i suoi vini così come nella compagnia e nel discorrere.

Lunga macerazione, sei mesi in acciaio e poi 30 mesi in botti da 25 hl. Tra i più tradizionali tra i tradizionali alla prova dell’assaggio. Vini che hanno bisogno di pazienza quelli di Giacomo Fenocchio. Questo tra gli altri suoi pari età della cantina sembra comunque il più pronto, quello che ha sviluppato al momento un equilibrio più manifesto.

Tra il rubino scarico e il granato, naso classico di viola, amarene, ribes, radice aromatica, balsamico, per il momento nessun terziario, vino ancora in fase evolutiva ascendente. Il sorso è rigoroso, ma non così austero come ad esempio il Villero 2012 del quale non ha la chiusura tannica asciugante. Il tannino è più levigato, la freschezza è più avvolgente, distribuita, il centrobocca gratificante e porta in dote una persistenza notevole con finale appassionante su amarena e balsamico. A dispetto dell’annata, che ha una brutta nomea, un vino ottimissimo.

 
 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia

Barolo Castellero 2012 by Giacomo Fenocchio.

The cellar is in Monforte. The Castellero cru is in the municipality of Barolo (see the map). Fenocchio is one of the emblems of classicism and tradition. An unforgettable day when I bought this and other bottles from Mr. Fenocchio who was generous in letting us taste his wines as well as in company and conversation.

Long maceration, six months in steel and then 30 months in 25 hl barrels. Among the most traditional among the traditional ones to the test of tasting. Wines that require patience are those of Giacomo Fenocchio. However, this one among others of the same age in the cellar seems to be the most ready, the one that has currently developed a more evident balance.

Between pale ruby ​​and garnet, classic nose of violets, black cherries, currants, aromatic root, balsamic, for the moment no tertiary, wine still in an ascending evolutionary phase. The sip is rigorous, but not as austere as for example the Villero 2012 which does not have the drying tannic closure. The tannin is smoother, the freshness is more enveloping, distributed, the mid-mouth is gratifying and brings notable persistence with a passionate finish of black cherry and balsamic. Despite the vintage, which has a bad reputation, an excellent wine.

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Barolo Ornato 2011 – Palladino

Barolo Ornato 2011 – Palladino – Serralunga d’Alba

Tra i cru proposti dalla Cantina Palladino. Mi ricorda di un bel pomeriggio di maggio passato a Serralunga d’Alba, il luogo dove sono transitato più volte nella mia storia di bevitore di vini e da cui venivano alcuni dei miei vini preferiti.
Lo definirei amaranto. Molto luminoso seppur fitto il colore. Mi preoccupa un po’ all’apertura per una decisa ritrosia. Stappato al ristorante in più persone e bevuto in breve tempo avrebbe fatto poca figura, ma a casa ha avuto il giusto tempo per manifestarsi.
È ancora un vino giovane. Con sentori fruttati maturi, di radice aromatica, vagamente agrumati e speziati e un leggero ricordo floreale. Robusto e caldo (forse leggermente troppo), con tannino possente e acidità molto viva. Ne risulta un sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo, eppure non manca di intensità gustativa, di persistenza, di un bel finale coerente centrato su agrume e radice.
Al momento lo consiglierei insieme a piatti di carne strutturati.
Io ormai l’ho stappato, ma sicuramente meglio nel 2025.
 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo

Barolo Ornato 2011 – Palladino – Serralunga d’Alba

Among the crus proposed by the Palladino winery. It reminds me of a beautiful May afternoon spent in Serralunga d’Alba, the place where I have passed several times in my history as a wine drinker and where some of my favorite wines came from.
I would call it amaranth. The color is very bright yet dense. It worries me a little when I open it due to a strong reluctance. Uncorked in a restaurant by several people and drunk in a short time it would have made little impression, but at home it had the right time to manifest itself.
It is still a young wine. With ripe fruity, aromatic root, vaguely citrus and spicy hints and a light floral hint. Robust and warm (perhaps slightly too much), with powerful tannins and very lively acidity. The result is a very physical sip, at times a melee, yet it does not lack gustatory intensity, persistence, a nice coherent finish centered on citrus and root.
At the moment I would recommend it together with structured meat dishes.
I’ve uncorked it now, but it will certainly be better in 2025.

Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo
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Nebbiolo d’Alba Cascinotto 2016 – Claudio Alario

Nebbiolo d’Alba Cascinotto 2016 – Claudio Alario

Nebbiolo d’Alba Doc

Tra gli enoappassionati è idea diffusa, tra le altre, che il rotofermentatore e la barrique usate insieme per vinificare il Nebbiolo siano strumenti del Dimonio per svilire l’anima e travisare l’identità di questo nobilissimo vitigno piemontese, ma questa del Nebbiolo d’Alba Cascinotto 2016 di Claudio Alario da Diano d’Alba è la bottiglia che, se mai ce ne fosse bisogno, smentisce in pieno l’idea risultandone all’assaggio una brillantissima interpretazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #115 - review - Nebbiolo d'Alba Cascinotto 2016 - Alario | Sostanzioso, pronto, gratificante, mi aspetto di trovarlo tra altri 10 anni a dire la sua.

Dicevamo per l’appunto: vinificazione in rotofermentatore e affinamento per 20 mesi in Barrique (metà nuove, metà di secondo passaggio).
Definizione, intensità, piacevolezza le parole chiave per descrivere questo vino.
Il colore è concentrato, vivo, lo confronto col 2015 bevuto l’anno scorso e al contrario di quello, che risultò inizialmente molto chiuso, è estroverso, dinamico e si rivela prontamente con richiami fruttati di ribes rosso e melograno, di rosa seguiti da note di cacao, e radice aromatica e vaghi ricordi d’agrume e spezie.

Enonauta/Degustazione di Vino #115 - review - Nebbiolo d'Alba Cascinotto 2016 - Alario | Sostanzioso, pronto, gratificante, mi aspetto di trovarlo tra altri 10 anni a dire la sua.

In bocca ha buon corpo, acidità smagliante e cremosa, trama tannica importante e nobile con finale intenso.
Sostanzioso, pronto, gratificante, mi aspetto di trovarlo tra altri 10 anni a dire la sua.

Enonauta/Degustazione di Vino #115 - review - Nebbiolo d'Alba Cascinotto 2016 - Alario | Sostanzioso, pronto, gratificante, mi aspetto di trovarlo tra altri 10 anni a dire la sua.

Nebbiolo d’Alba Cascinotto 2016 – Claudio Alario

Nebbiolo d’Alba Doc

Among wine enthusiasts there is a widespread idea, among others, that the rotary fermenter and the barrique used together to vinify Nebbiolo are tools of the Devil to debase the soul and misrepresent the identity of this most noble Piedmontese grape variety, but this of Nebbiolo d’Alba Cascinotto 2016 by Claudio Alario from Diano d’Alba is the bottle that, if ever it were needed, completely denies the idea, resulting in a brilliant interpretation when tasted.

We were precisely saying: vinification in a rotary fermenter and aging for 20 months in barriques (half new, half second passage).
Definition, intensity, pleasantness are the key words to describe this wine.
The color is concentrated, lively, I compare it with the 2015 drunk last year and unlike that, which was initially very closed, it is extrovert, dynamic and promptly reveals itself with fruity hints of red currant and pomegranate, of rose followed by notes of cocoa, and aromatic root and vague memories of citrus and spices.

In the mouth it has good body, dazzling and creamy acidity, an important and noble tannic texture with an intense finish.
Substantial, ready, rewarding, I expect to find him in another 10 years to have his say.

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Barolo 2010 – Viglione

Incentivato dal racconto di un 2015 passatomi davanti nel grande gruppo dei bevitori di vino di FB decido di stappare la mia bottiglia di Barolo Viglione 2010 a cui già ero passato vicino molte volte. Parto con delle aspettative che non vengono tradite. Dal sentito dire si passa al sentito per davvero ed è un sentire di prima categoria.

Cantina in Monforte d’Alba

Fermentazione in acciaio, 36 mesi in tonneaux usati.

Di primo acchito si presenta come un Barolo Classico. Sobrio ed elegante.

Enonauta/Degustazione di Vino #108 - review - Barolo 2010 - Viglione | Vino in una evidente fase di brillante evoluzione

Bel granato scuro il colore, brilla per il nitore dei profumi di amarena sotto spirito, foglia di the, rosa essiccata e per il fondo mentolato. Sorso caratterizzato da una lunghissima progressione. Caldo e avvolgente in ingresso, la massa poi si dipana e si distende, intensità e profondità gustativa spinta dalla fluente acidità, tannini maturi da cui riemergono nel lungo finale note delicate di frutto maturo.

Enonauta/Degustazione di Vino #108 - review - Barolo 2010 - Viglione | Vino in una evidente fase di brillante evoluzione

Vino in una evidente fase di brillante evoluzione. Per chi come me punta sui 10 anni dalla vendemmia una conferma confortante.

Enonauta/Degustazione di Vino #108 - review - Barolo 2010 - Viglione | Vino in una evidente fase di brillante evoluzione

Barolo Viglione 2010

Incentivized by the story of a 2015 passed before me in the large group of FB wine drinkers, I decide to uncork my bottle of Barolo Viglione 2010 which I had already passed by many times. I leave with expectations that are not betrayed. From hearsay we move on to what is truly heard and it is a first-class feeling.

Cellar in Monforte d’Alba

Fermentation in steel, 36 months in used tonneaux.

At first glance it presents itself as a Classic Barolo. Sober and elegant.

The color is a beautiful dark garnet, it shines with the clarity of the aromas of black cherry in spirit, tea leaf, dried rose and the mentholated base. Sip characterized by a very long progression. Warm and enveloping on entry, the mass then unravels and relaxes, intensity and depth of flavor driven by the flowing acidity, ripe tannins from which delicate notes of ripe fruit re-emerge in the long finish.

Wine in a clear phase of brilliant evolution. For those like me who are aiming for 10 years from the harvest, a comforting confirmation.

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Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi

Prolusione – cosa chiediamo a un vino?

(Cosa chiediamo a un vino? Cosa chiediamo a noi stessi quando stappiamo una bottiglia? Il vino, come l’uomo, è molte cose. Alimento, bene di posizionamento, esperienza edonica, complemento nutritivo per gli uomini di un tempo, bevanda, collante per sodalizi di vario genere. Ma il Vino ha soprattutto il potere di aiutarci a storicizzare la nostra esistenza aldilà dell’edonismo dell’eterno presente che non stratifica.

L’antefatto – entrare in enoteca

Per il sottoscritto stappare il Nebbiolo di Rinaldi è quasi come chiudere il cerchio di un lungo amore per il vino cominciato casualmente proprio con una bottiglia di Nebbiolo di Giuseppe Rinaldi. Quel pomeriggio di un giorno di molti anni fa che passando davanti a una enoteca sentii il richiamo ad entrare. Fui consigliato dall’illuminato titolare all’acquisto quando ancora i vini di Rinaldi si potevano comprare in enoteca per 15000 lire e non erano oggetto di una speculazione spaventosa e ridicola. Bevendo quel vino compresi che il vino era assai diverso da quello che bevevano i più e cominciai la mia esplorazione che ancora continua)

Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi – Langhe Doc – Barolo

18 mesi in botte grande

Colore granato, vivo e ricco all’olfatto con sentori di viola e di melograno, ribes rosso, genziana e sentori vagamente speziati spinti da dietro da una sottile volatile.

Sembra fatto di una materia indisgregabile, di una stoffa resistentissima. Giovane e come tale non incline al compromesso. Assertorio senza essere sfrontato, acidità verticale, tesa, che scende e riscende, tannino serrato e nobile, ma non asciuga e sul finale, che definire infinito non è un eufemismo, si fa strada la gentilezza del frutto, melograno in corrispondenza totale col naso, con cui ti saluta questo vino.

Non è un vino equilibrato, anzi è burbero a tratti, ma a mio avviso è buono da bersi adesso proprio cercando di immaginare quel famoso ipotetico punto d’equilibrio di cui spesso si parla e che nessuno può garantirci che il vino raggiungerà effettivamente e tantomeno nessuno può garantirci di esserci quel giorno che il vino sarà considerato pronto da bere.

Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato
Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato
Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato

Langhe Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi

18 months in large barrels

Garnet colour, lively and rich on the nose with hints of violet and pomegranate, red currant, gentian and vaguely spicy hints pushed from behind by a subtle volatile.

It seems to be made of an indisintegrable material, of a very resistant fabric. Young and as such not inclined to compromise. Assertive without being brazen, vertical, tense acidity, which descends and descends, tight and noble tannin, but does not dry out and on the finish, which to define infinite is not a euphemism, the kindness of the fruit makes its way, pomegranate in total correspondence with the nose, with which this wine greets you.

It is not a balanced wine, in fact it is gruff at times, but in my opinion it is good to drink now just trying to imagine that famous hypothetical point of balance which is often talked about and which no one can guarantee us that the wine will actually reach, much less anyone can guarantee us to be there on the day that the wine is considered ready to drink.

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Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Ultima in ordine temporale, last but non least direbbero gli anglofoni, delle bottiglie bevute la scorsa settimana. Il Barolo Riserva 2008 di Lorenzo Accomasso per accompagnare la cucina di Amerigo a Savigno, trattoria alla cui cucina la sosta obbligata non sembra aver tolto smalto, per un pranzo eccezionale.

Delle pratiche di cantina del Cavaliere/Commendatore si sa per quel che si riesce a evincere dai racconti del Cavaliere stesso quando si ha la possibilità di essere ricevuti per qualche acquisto nella sua saletta/magazzino. Cavaliere che si autodefinisce un “classicista”. Sappiamo dunque che il nebbiolo fa lunghe macerazioni e che invecchia a lungo in grandi botti. A La Morra in frazione Annunziata.

Questo Riserva 2008 è granato vivo chiaro con naso ancora floreale, ma soprattutto fruttato, melograno e ciliegia a polpa rosa, lievi accenni di genziana, cuoio e di scorza di arancio. Pulitissimo.

Lontano dalla assertività e dalla austerità evidente che di solito contraddistinguono i suoi Barolo, e che ricordo nell’ultimo bevuto (un Rocchette Riserva 2009), questo Riserva 2008 è un Barolo godibile, pronto, equilibrato, i cui tratti di rilievo sono il calore, la coerenza fruttata e la potenza dell’aroma di bocca.

Tannino tangibile, ma maturo e acidità ben distribuita.

Con la Coscia di Daino affumicata con cicorie e amarene fu un matrimonio trionfale.

Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità
Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità
Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità

Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Last in chronological order, last but not least as English speakers would say, of the bottles drunk last week. To accompany the cuisine of Amerigo in Savigno, a trattoria whose cuisine the obligatory stop does not seem to have taken away its lustre, for an exceptional lunch.

We know about the cellar practices of the Knight/Commendatore from what we can deduce from the stories of the Knight himself when we have the possibility of being received for some purchases in his room/warehouse. Knight who calls himself a “classicist”. We therefore know that Nebbiolo undergoes long macerations and that it ages for a long time in large barrels.

This Riserva 2008 is a light bright garnet with a still floral but above all fruity nose, pomegranate and cherry with pink pulp, slight hints of gentian, leather and orange peel. Very clean.

Far from the assertiveness and obvious austerity that usually distinguish his Barolos, and which I remember in the last drink (a Rocchette Riserva 2009), this Riserva 2008 is an enjoyable, ready, balanced Barolo, whose notable features are warmth, the fruity consistency and the power of the mouthfeel.

Tangible but ripe tannin and well-distributed acidity.

With the smoked deer leg with chicory and black cherries it was a triumphal marriage.

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Barolo 2013 – Massolino

Barolo Serralunga d’Alba 2013 – Massolino

La vita da reclusi consente di andare a ripescare ricette provate anni prima e con le quali non ci si è mai più cimentati per pigrizia o, come in questo caso, per la non facile reperibilità della materia prima in questione, in questo caso l’Asino, che in Toscana non sembra essere molto diffuso. L’epidemia mi chiude in casa nel momento in cui casualmente ho mezzo chilo di spezzatino di asino nel congelatore e una intera cantina da svuotare. Il Tapulone (o anche qui) col Barolo è l’accoppiata perfetta per questo surreale sabato italiano.

Il Barolo 2013 di Massolino si è accompagnato perfettamente al Tapulone d’Asino con le verze. Barolo Tradizionale da Serralunga d’Alba, 30 mesi di invecchiamento in botte di rovere e un anno di affinamento in bottiglia.

Granato chiaro molto vivo, non particolarmente intensi i profumi, ma netti di rosa e lampone, erbe aromatiche e radici. Al palato la sua forza sono l’equilibrio, la bevibilità, la lineare progressione di gusto. Bella tensione tra la piacevole dolcezza del succo, l’acidità diffusa e un tannino nobile e fitto. Ottimo finale coerente con piacevole sensazione amaricante che rievoca la genziana. Un entry level convincente e dal buon rapporto qualita prezzo che potrà dare soddisfazione anche nel tempo.

 
Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Barolo Massolino 2013
Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
 
Spezzatino di Asino per Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Tapulone d'Asino con le verze - Enonauta/Degustazione di Vino #070 - wine review - Barolo 2013 - Massolino | Barolo Tradizionale da Serralunga d'Alba
Tapulone d’Asino con le verze

Barolo Serralunga d’Alba 2013 – Massolino

Life as a recluse allows you to go and fish out recipes you tried years before and which you never tried again due to laziness or, as in this case, due to the difficult availability of the raw material in question, in this case the Donkey. , which does not seem to be very widespread in Tuscany. The epidemic locks me in the house at the moment when I coincidentally have half a kilo of donkey stew in the freezer and an entire cellar to empty. Tapulone (or here too) with Barolo is the perfect pairing for this surreal Italian Saturday.

Massolino’s 2013 Barolo went perfectly with the Tapulone d’Asino with cabbage. Traditional Barolo from Serralunga d’Alba, 30 months of aging in oak barrels and one year of refinement in the bottle.

Very bright light garnet, the aromas are not particularly intense, but clear of rose and raspberry, aromatic herbs and roots. On the palate its strength is balance, drinkability and the linear progression of flavour. Nice tension between the pleasant sweetness of the juice, the diffuse acidity and a noble and dense tannin. Excellent consistent finish with a pleasant bittering sensation that recalls gentian. A convincing entry level with good value for money that will also give satisfaction over time.

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Barolo V. S. Caterina 2011 – Guido Porro

Barolo Vigna Santa Caterina 2011

Guido Porro

Il Barolo di Guido Porro nasce a Serralunga d’Alba (parte settentrionale). Lunghe macerazioni in cemento, affinamento per tre anni in grandi botti. Lo potremmo dunque definire un Barolo Tradizionale.

Enonauta/Degustazione di Vino #047 - wine review - Barolo V. Santa Caterina 2011 Guido Porro. Straordinario rapporto qualità prezzo

Potrei sicuramente indicare i vini di Guido Porro, parlando di vini italiani, tra quelli col miglior rapporto qualità prezzo. Se non addirittura i migliori. Opinione personale.

Granato chiaro, trasparente e vivo, incisivi e nitidi i profumi di melograno, rosa e foglia di the, con discrezione note di spezie, cacao e nocciola tostata per un bouquet veramente piacevole.

Enonauta/Degustazione di Vino #047 - wine review - Barolo V. Santa Caterina 2011 Guido Porro. Straordinario rapporto qualità prezzo

Vino di grande equilibrio e profondità, la cui carta migliore è la progressione gustativa inesorabile in perfetta coerenza con le sensazioni olfattive. Ottima e ben distribuita freschezza e rilevante struttura tannica dai contorni smussati che ci danno un Barolo di grande bevibilità in cui tatto e gusto sono alleati indivisibili.

Si accompagnò degnamente con la Polenta Concia alla Valdostana

Enonauta/Degustazione di Vino #047 - wine review - Barolo V. Santa Caterina 2011 Guido Porro. Straordinario rapporto qualità prezzo

Barolo Guido Porro V. S. Caterina 2011

Guido Porro’s Barolo was born in Serralunga d’Alba (northern part). Long macerations in cement, aging for three years in large barrels. We could therefore define it as a Traditional Barolo.
I could certainly point out Guido Porro’s wines, speaking of Italian wines, among those with the best value for money. If not even the best. Personal opinion.
Light, transparent and lively garnet, incisive and clear aromas of pomegranate, rose and tea leaf, with discreet notes of spices, cocoa and toasted hazelnut for a truly pleasant bouquet.
A wine of great balance and depth, whose best asset is the inexorable gustatory progression in perfect coherence with the olfactory sensations. Excellent and well-distributed freshness and significant tannic structure with rounded edges that give us a highly drinkable Barolo in which touch and taste are indivisible allies.
It was worthily accompanied by Polenta Concia alla Valdostana

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Nebbiolo 2016 – Giovanni Canonica

Langhe Nebbiolo 2016 – Giovanni Canonica

Langhe Nebbiolo di Giovanni Canonica. La cantina in pieno centro a Barolo
Nebbiolo affinato in acciaio e vetroresina
Non dichiarata, né certificata, conduzione biologica

Enonauta/Degustazione di Vino #034 - wine review - Langhe Nebbiolo 2016 di Canonica -  Uno dei maestri del nebbiolo tradizionale.

C’è un alone di leggenda intorno a Giovanni Canonica e ai suoi vini. Per me che scrivo è un alone certamente legittimo perché, come altri sicuramente prima e altri in futuro, non sono mai riuscito a farmi ricevere dal Sig. Giovanni e sul territorio i suoi vini praticamente non esistono.
Sono venuto in possesso di questa bottiglia grazie a un amico di Roma e sono riuscito a tenerla in cantina sette mesi scarsi. Poi ha vinto la curiosità.

Enonauta/Degustazione di Vino #034 - wine review - Langhe Nebbiolo 2016 di Canonica -  Uno dei maestri del nebbiolo tradizionale.

Per il mio palato un nebbiolo inedito.
Essenziale ed arcigno.

Core tra il rubino ed il granato, luminoso e trasparente.
Al naso soprattutto Erbe aromatiche, radici, pellame, ribes nero e mora.

L’alcol sviluppa una considerevole aromaticità e si confermano al palato le sensazioni olfattive. Frutto ben rifinito e una discreta freschezza, tannino molto fitto, combattivo, grande piacevolezza complessiva nella beva e persistenza non comune.

Enonauta/Degustazione di Vino #034 - wine review - Langhe Nebbiolo 2016 di Canonica -  Uno dei maestri del nebbiolo tradizionale.

Lo riberrei, ma non si trova facilmente.

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Barbera d’Alba Superiore 2016 – Scarzello

Barbera d’Alba Superiore 2016 – Scarzello

Scarzello è a Barolo. Giustamente famoso il suo Barolo Vigna Merenda, ma insieme a quello fu riportato dalla gita in cantina anche questa vigorosa Barbera d’Alba Sup. 2016. Che fu aperta coraggiosamente in barba al clima torrido.

Lunga macerazione e affinamento per 18 mesi in legni di diversa capacità.

Enonauta/Degustazione di Vino #027 - wine review - Barbera d'Alba Sup. 2016 - Scarzello - Estroverso e potente all'assaggio

Rosso rubino intenso. Molto compatto. Forte la spinta olfattiva, agevolata dal considerevole elemento alcolico, con sentori di Viola, Ciliegia Durone e Prugna blu, una speziatura netta di pepe sichuan e chiodo di garofano.

Estroverso e potente all’assaggio, inizialmente si sviluppa su registri morbidi, molta dolcezza di frutto e calore, però ben equilibrati da una acidità fluente e da un tannino di grana fine.

Enonauta/Degustazione di Vino #027 - wine review - Barbera d'Alba Sup. 2016 - Scarzello - Estroverso e potente all'assaggio

Il passaggio in frigo lo rende ancora più gradevole, per quanto la componente alcoolica resti comunque un po’ sopra le righe.

Stappato il 25 luglio 2019 per onorare il Santo Jacopo, patrono della Città di Pistoia, insieme al piatto della festa, i Maccheroni col Sugo D’anatra.

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