Bottiglie, Degustazioni

Fiordaliso 2017 – Roccafiore

Fiordaliso 2017 – Roccafiore – Umbria Igt

Grechetto 85% e Trebbiano Spoletino 15%
6 mesi in vasca d’acciaio e qualche mese in bottiglia

Nonostante l’annata ritenuta unanimemente minore, l’umiltà dell’origine e il prezzo conveniente il Fiordaliso 2017 di Roccafiore risulta essere una bottiglia valida e piacevole. Paglierino intenso, mostra una certa consistenza. Non è certo la complessità il suo punto forte, bensì una certa fine concretezza, sia all’olfatto che al palato. Con profumi floreali, di mela golden, mango disidratato. Vino con ottima freschezza e sapidità, dotato anche di un certo spessore e di un piacevole, coerente e persistente aroma di bocca che rendono l’esperienza di beva veramente gradevole.

Enonauta/Degustazione di Vino #102 - review - Fiordaliso 2017- Roccafiore | fine concretezza, sia all'olfatto che al palato
Enonauta/Degustazione di Vino #102 - review - Fiordaliso 2017- Roccafiore | fine concretezza, sia all'olfatto che al palato
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Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi

Prolusione – cosa chiediamo a un vino?

(Cosa chiediamo a un vino? Cosa chiediamo a noi stessi quando stappiamo una bottiglia? Il vino, come l’uomo, è molte cose. Alimento, bene di posizionamento, esperienza edonica, complemento nutritivo per gli uomini di un tempo, bevanda, collante per sodalizi di vario genere. Ma il Vino ha soprattutto il potere di aiutarci a storicizzare la nostra esistenza aldilà dell’edonismo dell’eterno presente che non stratifica.

L’antefatto – entrare in enoteca

Per il sottoscritto stappare il Nebbiolo di Rinaldi è quasi come chiudere il cerchio di un lungo amore per il vino cominciato casualmente proprio con una bottiglia di Nebbiolo di Giuseppe Rinaldi. Quel pomeriggio di un giorno di molti anni fa che passando davanti a una enoteca sentii il richiamo ad entrare. Fui consigliato dall’illuminato titolare all’acquisto quando ancora i vini di Rinaldi si potevano comprare in enoteca per 15000 lire e non erano oggetto di una speculazione spaventosa e ridicola. Bevendo quel vino compresi che il vino era assai diverso da quello che bevevano i più e cominciai la mia esplorazione che ancora continua)

Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi – Langhe Doc – Barolo

18 mesi in botte grande

Colore granato, vivo e ricco all’olfatto con sentori di viola e di melograno, ribes rosso, genziana e sentori vagamente speziati spinti da dietro da una sottile volatile.

Sembra fatto di una materia indisgregabile, di una stoffa resistentissima. Giovane e come tale non incline al compromesso. Assertorio senza essere sfrontato, acidità verticale, tesa, che scende e riscende, tannino serrato e nobile, ma non asciuga e sul finale, che definire infinito non è un eufemismo, si fa strada la gentilezza del frutto, melograno in corrispondenza totale col naso, con cui ti saluta questo vino.

Non è un vino equilibrato, anzi è burbero a tratti, ma a mio avviso è buono da bersi adesso proprio cercando di immaginare quel famoso ipotetico punto d’equilibrio di cui spesso si parla e che nessuno può garantirci che il vino raggiungerà effettivamente e tantomeno nessuno può garantirci di esserci quel giorno che il vino sarà considerato pronto da bere.

Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato
Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato
Enonauta/Degustazione di Vino #101 - review - Nebbiolo 2016 - Giuseppe Rinaldi | Assertorio senza essere sfrontato

Langhe Nebbiolo 2016 – Giuseppe Rinaldi

18 months in large barrels

Garnet colour, lively and rich on the nose with hints of violet and pomegranate, red currant, gentian and vaguely spicy hints pushed from behind by a subtle volatile.

It seems to be made of an indisintegrable material, of a very resistant fabric. Young and as such not inclined to compromise. Assertive without being brazen, vertical, tense acidity, which descends and descends, tight and noble tannin, but does not dry out and on the finish, which to define infinite is not a euphemism, the kindness of the fruit makes its way, pomegranate in total correspondence with the nose, with which this wine greets you.

It is not a balanced wine, in fact it is gruff at times, but in my opinion it is good to drink now just trying to imagine that famous hypothetical point of balance which is often talked about and which no one can guarantee us that the wine will actually reach, much less anyone can guarantee us to be there on the day that the wine is considered ready to drink.

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Eco della Valle 2019 – Val di Buri

Eco della Valle 2019 – Val di Buri (Pistoia)

Lo compro senza particolari aspettative principalmente perché Pistoia è l’unica provincia italiana dove la terra è coltivata quasi esclusivamente a ulivi o per scopi florovivaistici e non ci sono produttori o vignaioli di grido. Lo so perché sono di Pistoia, ma lo sanno anche fuori provincia.

Vari vitigni autoctoni in percentuali non specificate (bianchi e rossi) per questo rosso/rosato da merenda dell’Azienda Val di Buri di Pistoia, nome abbastanza nuovo della scena dei vini naturali italiani. Fermentazione spontanea e acciaio.

Lo propongo a un pranzo di famiglia dopo averlo stappato la sera prima per raccogliere pareri. Entusiasta la decana della famiglia che ci risente la leggiadria e la bevibilità dei vini di un tempo che facevano in famiglia, poco entusiasta il suocero che lo definisce “una vinella”, soddisfatto uno zio dall’altro lato del tavolo che invece lo definisce “un vino del contadino senza i difetti tipici del vino del contadino”.

Ottiene pareri diversi, ma non passa inosservato.

A me è sembrato un vino semplice, color rosso rubino vivace con profumi elementari, ma di buona intensità, di viola, ciliegia e cinnamon, proprio quello delle cingomme anni 70, si avverte poco sangiovese al naso così come al palato, dove si percepisce una certa fruttata gentilezza, piacevolezza generale e scorrevolezza per una bevuta disinvolta.

Da approfondire.

Enonauta/Degustazione di Vino #100 - review - Eco della Valle 2019 - Val di Buri | una variante moderna del vino del contadino
Enonauta/Degustazione di Vino #100 - review - Eco della Valle 2019 - Val di Buri | una variante moderna del vino del contadino

eco della valle val di buri

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GROSS/SLAVCEK per un venerdi (enoico) da leoni

Pinot Gris Osperling 2019 Domaine Gross/Merlot 2013 di Slavcek

Venerdì sera, grazie agli amici dell’enoteca Nati Stanchi di Pistoia, ottima accoppiata di vini in buona compagnia. Tavolo rigorosamente all’aperto, distanziamento regolamentare, luce scarsa (vedi foto).

Due fulgidi esempi di come si riesca a fare vini di grande carattere, intensità e pulizia espressiva lavorando all’interno del mondo delle metodiche naturali.

Pinot Gris Osperling 2019 Domaine Gross Merlot 2013 di Slavcek

Il Pinot Grigio di Domaine Gross (Alsazia), 25 giorni di macerazione, lieviti non selezionati no solforosa, è più di un Orange Wine, cromaticamente parlando, e arriva a toni di rosa corallo che ricordano quello di certe birre. Profumi di albicocca disidratata, camomilla, bitter.

Ma è in bocca che l’Osperling gioca la sua partita con una suadenza e una presenza non comuni. Volume, flessuosità, persistenza.

Il Merlot 2013 di Slavcek è un vino di rara forza. 25 giorni di macerazione, fermentazione spontanea e poi 2 anni in botte di rovere e barrique usate.

Rubino tendente al purpureo, naso diretto ed esplosivo di mirtillo, praticamente come averne un bicchiere in mano, cannella, viole.

Il sorso è vibrante, caldo e carnoso. Tannini finissimi e allungo in progressione che sembra non finire.

Pensando alla possibilità che potrebbe essere anche l’ultima sera prima del nuovo lockdown, enoicamente è stata spesa bene.

Gross/Slavcek per un venerdi (enoico) da leoni

Enonauta/Degustazione di Vino #099 - review - Pinot Gris Osperling 2019 - Domaine Gross/Merlot 2013 di Slavcek
Enonauta/Degustazione di Vino #099 - review - Pinot Gris Osperling 2019 - Domaine Gross/Merlot 2013 di Slavcek
Enonauta/Degustazione di Vino #099 - review - Pinot Gris Osperling 2019 - Domaine Gross/Merlot 2013 di Slavcek
Enonauta/Degustazione di Vino #099 - review - Pinot Gris Osperling 2019 - Domaine Gross/Merlot 2013 di Slavcek
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Cabernet Franc 2015 – Flaibani

Alla prima folata di vento freschino e ai primi sentori del calo termico metto subito sul fuoco un tegame di salsicce rifatte coi fagioli. Poi vado alla ricerca di una bottiglia di rosso, che abbia una buona struttura, tannini vivi e una bella persistenza per accompagnare questo succulento piatto della tradizione toscana. Dalla cantina viene fuori il Cabernet Franc 2015 dell’Azienda Flaibani di Cividale del Friuli.

Vino di cui conservo un bel ricordo dal giorno in cui lo bevvi durante la visita alla cantina e che ricordo possedere le caratteristiche ricercate.

Rosso rubino scuro, c’è forza nei profumi che richiamano la viola, la mora, la liquirizia, ma è proverbiale la componente speziata.

In bocca è un bel mix di struttura e bevibilità, esordio di velluto e poi una bella accelerata grazie alla bella freschezza e alla misurata rusticità. La pai cercata c’è e trovano il tempo di tornare il frutto di bosco e le spezie per una bevuta soddisfacente e un abbinamento inedito, ma azzeccato.

Enonauta/Degustazione di Vino #098 - review - Cabernet Franc 2015 - Flaibani | I colli orientali del Friuli in versione internazionale
Enonauta/Degustazione di Vino #098 - review - Cabernet Franc 2015 - Flaibani | I colli orientali del Friuli in versione internazionale
Enonauta/Degustazione di Vino #098 - review - Cabernet Franc 2015 - Flaibani | I colli orientali del Friuli in versione internazionale

Cabernet Franc 2015 – Flaibani

At the first gust of fresh wind and the first hints of a drop in temperature I immediately put a pan of sausages made with beans on the fire. Then I go in search of a bottle of red, which has a good structure, lively tannins and a nice persistence to accompany this succulent traditional Tuscan dish. From the cellar comes the Cabernet Franc 2015 of the Flaibani company of Cividale del Friuli.

A wine of which I have fond memories from the day I drank it during the visit to the cellar and which I remember possessing the sought-after characteristics.

Dark ruby ​​red, there is strength in the aromas that recall violets, blackberries, liquorice, but the spicy component is proverbial.

In the mouth it is a nice mix of structure and drinkability, a velvety onset and then a nice acceleration thanks to the beautiful freshness and measured rusticity. The pai they were looking for is there and they find time to bring back the berries and the spices for a satisfying drink and an original but successful combination.

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I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole

I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole – Alta Valle della Greve IGT

Ci sono vini che si raccontano con un surplus di piacere personale dovuto alla simpatia, all’apprezzamento del prodotto, al ricordo delle gite in compagnia.

È il caso dei vini di Annamaria e Giuliano da Lamole proprietari dell’azienda Le Masse di Lamole.

Questo bianco nasce da vigneti posti a circa 700 metri sulla sommità del poggio di Lamole e ci racconta che anche nella culla del Sangiovese è possibile fare un buon vino bianco con Trebbiano e Malvasia affinate in vetroresina e le condizioni pedoclimatiche uniche di questo luogo

Giallo paglierino con profumi decisi di Narciso, mela golden, mentuccia comune (nepitella). Non complesso, ma incisivo.

Al palato mostra carattere solido, diretto, intenso. A predominare è la sapidità in un quandro gustativo equilibrato, ma a spiccare però è l’intensità dell’aroma aroma di bocca. Finale buono che rievoca la nespola e le erbe aromatiche.

Da provare in abbinamento al Tonno di Coniglio o in alternativa al Tonno del Chianti per lussuose merende indimenticabili.

Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana
Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

Enonauta/Degustazione di Vino #097 – review – I Cortacci di Lamole 2018 – Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole – Alta Valle della Greve IGT

There are wines that are told with a surplus of personal pleasure due to sympathy, appreciation of the product, the memory of trips with friends.

This is the case of the wines of Annamaria and Giuliano da Lamole, owners of the Le Masse di Lamole company.

This white comes from vineyards located about 700 meters on the top of the Lamole hill and tells us that even in the cradle of Sangiovese it is possible to make a good white wine with Trebbiano and Malvasia aged in fiberglass and the unique pedoclimatic conditions of this place

Straw yellow with strong aromas of narcissus, golden apple, common mint (catmint). Not complex, but incisive.

On the palate it shows solid, direct, intense character. The flavor predominates in a balanced gustatory context, but what stands out is the intensity of the aroma in the mouth. Good finish that recalls medlar and aromatic herbs.

Try it in combination with rabbit tuna or as an alternative to Chianti tuna for luxurious, unforgettable snacks.

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