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Derthona 2017 – Ricci

Nell’oscurità semintegrale, testimoniata dalla fotografia (senza filtri), del nuovo suggestivo dehors dell’enoteca Nati Stanchi di Pistoia, ieri sera ci siamo divisi in due questa bottiglia di Derthona 2017 di Ricci. Trattasi di Timorasso, vitigno che ho frequentato poco, colpevolmente, ma senza intenzione. Con breve macerazione e passaggio in botte di acacia.
Il colore è giallo dorato brillante e al naso brilla per precisione e pulizia con sentori di resine, cedro, ricordi del fiore del Viburno dell’albicocca e dell’uva sultanina.
Il leitmotiv in bocca è una bella tensione che si innesca dal confronto tra la bella freschezza e la solida matericità del succo. Coerente il finale, forse non persistentissimo.
Lo riberrei. Magari a tavola.
Enonauta/Degustazione di Vino #088 - review - Derthona 2017 - Ricci | Uno dei  principali interpreti del Timorasso

 

 
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Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Ultima in ordine temporale, last but non least direbbero gli anglofoni, delle bottiglie bevute la scorsa settimana. Il Barolo Riserva 2008 di Lorenzo Accomasso per accompagnare la cucina di Amerigo a Savigno, trattoria alla cui cucina la sosta obbligata non sembra aver tolto smalto, per un pranzo eccezionale.

Delle pratiche di cantina del Cavaliere/Commendatore si sa per quel che si riesce a evincere dai racconti del Cavaliere stesso quando si ha la possibilità di essere ricevuti per qualche acquisto nella sua saletta/magazzino. Cavaliere che si autodefinisce un “classicista”. Sappiamo dunque che il nebbiolo fa lunghe macerazioni e che invecchia a lungo in grandi botti. A La Morra in frazione Annunziata.

Questo Riserva 2008 è granato vivo chiaro con naso ancora floreale, ma soprattutto fruttato, melograno e ciliegia a polpa rosa, lievi accenni di genziana, cuoio e di scorza di arancio. Pulitissimo.

Lontano dalla assertività e dalla austerità evidente che di solito contraddistinguono i suoi Barolo, e che ricordo nell’ultimo bevuto (un Rocchette Riserva 2009), questo Riserva 2008 è un Barolo godibile, pronto, equilibrato, i cui tratti di rilievo sono il calore, la coerenza fruttata e la potenza dell’aroma di bocca.

Tannino tangibile, ma maturo e acidità ben distribuita.

Con la Coscia di Daino affumicata con cicorie e amarene fu un matrimonio trionfale.

Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità
Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità
Enonauta/Degustazione di Vino #087 - review - Barolo Riserva 2008 - Accomasso | il   Cavaliere è l'essenza della tradizione e della classicità

Barolo Riserva 2008 – Lorenzo Accomasso

Last in chronological order, last but not least as English speakers would say, of the bottles drunk last week. To accompany the cuisine of Amerigo in Savigno, a trattoria whose cuisine the obligatory stop does not seem to have taken away its lustre, for an exceptional lunch.

We know about the cellar practices of the Knight/Commendatore from what we can deduce from the stories of the Knight himself when we have the possibility of being received for some purchases in his room/warehouse. Knight who calls himself a “classicist”. We therefore know that Nebbiolo undergoes long macerations and that it ages for a long time in large barrels.

This Riserva 2008 is a light bright garnet with a still floral but above all fruity nose, pomegranate and cherry with pink pulp, slight hints of gentian, leather and orange peel. Very clean.

Far from the assertiveness and obvious austerity that usually distinguish his Barolos, and which I remember in the last drink (a Rocchette Riserva 2009), this Riserva 2008 is an enjoyable, ready, balanced Barolo, whose notable features are warmth, the fruity consistency and the power of the mouthfeel.

Tangible but ripe tannin and well-distributed acidity.

With the smoked deer leg with chicory and black cherries it was a triumphal marriage.

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Ribolla 2008 – Gravner

Ribolla 2008 – Gravner
Venezia Giulia Igt

Quest’ultima settimana appena terminata è stata una delle più fortunate, enoicamente parlando, dell’ultimo anno. Molte bottiglie, molta compagnia, molti amici, molta qualità, molta felicità. Tra queste bottiglie la Ribolla 2008 di Gravner. Da Oslavia. Dove la Ribolla è diventata vitigno degno di un progetto a parte. Ribolla di Oslavia.

Lunga macerazione in anfora, svinatura e di nuovo in anfora e poi sei lunghi anni in grandi botti di rovere.

Mi trovo nel bicchiere questo liquido ambrato lucente (peccato la scarsa luce che non rende completamente giustizia al vino) e gioisco preventivamente.

Al naso porge un bel ventaglio di aromi che vanno dallo Zafferano al caffè, dall’uva sultanina alle radici aromatiche, dal miele di acacia alla resina.

In bocca è cangiante, multiforme, sapido, tannico, buono di sapore, persistente ai massimi livelli. Rispetto ad altre annate da me assaggiate risulta più corposo e sviluppa più volume, rievocando le spezie e la frutta disdratata.

Bevuto peraltro in compagnia di un altro vino macerato, Zagreo 2017 de I Cacciagalli, per invalidare la teoria che tutti i macerati si somigliano. Ottimo, e diversissimo, anche Zagreo, in foto in primo piano sfocato davanti al calice di Ribolla, su cui meriterebbe ritornare.

Enonauta/Degustazione di Vino #086 - review - Ribolla 2008 - Gravner | cangiante, multiforme, sapido, tannico
Enonauta/Degustazione di Vino #086 - review - Ribolla 2008 - Gravner | cangiante, multiforme, sapido, tannico
Enonauta/Degustazione di Vino #086 - review - Ribolla 2008 - Gravner | cangiante, multiforme, sapido, tannico

Ribolla Gravner 2008 – Venezia Giulia Igt

This last week that has just ended has been one of the luckiest, oenologically speaking, of the last year. Many bottles, much company, many friends, much quality, much happiness. Among these bottles is Gravner’s Ribolla 2008.

Long maceration in amphora, racking and again in amphora and then six long years in large oak barrels.

I find this shiny amber liquid in the glass (pity about the poor light which doesn’t do the wine complete justice) and I rejoice in advance.

The nose offers a beautiful range of aromas ranging from saffron to coffee, from sultanas to aromatic roots, from acacia honey to resin.

In the mouth it is iridescent, multifaceted, savory, tannic, good tasting, persistent at the highest levels. Compared to other vintages I have tasted, it is more full-bodied and develops more volume, recalling spices and dehydrated fruit.

Furthermore, drunk in the company of another macerated wine, Zagreo 2017 by I Cacciagalli, to invalidate the theory that all macerated wines are similar. Also excellent and very different is Zagreo, in the photo in the foreground blurred in front of the glass of Ribolla, which is worth returning to.

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Campo dell’Orzo 2016 – Vallone di Cecione

Campo dell’Orzo – Vallone di Cecione – Toscana I.G.T 2016

Si tratta di Sangiovese in purezza da Panzano in Chianti. Lieviti non selezionati, cemento e poi 12 mesi in botte grande.

Sempre dal pranzo di domenica scorsa una bella conferma da una piccola azienda di Panzano in Chianti chiamata Vallone di Cecione. Il cui Campo dell’orzo mi ricorda quell’unica volta che si andò in gruppo a visitare la suddetta azienda Panzanese. È un vino amichevole, ma non carezzevole. Più simile a una vigorosa pacca sul groppone come succede al Sangiovese quando è Sangiovese e buono allo stesso tempo.

Color rubino vivace e trasparente e sentori che definire tipici è un eufemismo. Viola, marasca, tratti ematici e di erbe aromatiche, qualche accenno agrumato e di lavanda. Preciso e intenso.

Il sorso ha nerbo ed energia, acidità e tannini di carattere e non comune coerenza, lunghezza e piacevolezza dell’aroma di bocca.

In Abbinamento a una classica bistecca fiorentina al sangue per un classico, semplice, soddisfacente connubio.

L’amante del Sangiovese non può che restare positivamente impressionato.

Enonauta/Degustazione di Vino #085 - review - Campo dell'Orzo 2016 - Vallone di Cecione | da Panzano un Sangiovese schietto ed energico
Enonauta/Degustazione di Vino #085 - review - Campo dell'Orzo 2016 - Vallone di Cecione | da Panzano un Sangiovese schietto ed energico

Campo dell’Orzo – Vallone di Cecione – Toscana I.G.T 2016

It is pure Sangiovese from Panzano in Chianti. Unselected yeasts, cement and then 12 months in large barrels.

Also from last Sunday’s lunch, a nice confirmation from a small company in Panzano in Chianti called Vallone di Cecione. Whose barley field reminds me of that one time we went as a group to visit the aforementioned Panzanese company. It is a friendly wine, but not caressing. More like a vigorous pat on the rump like what happens to Sangiovese when it is Sangiovese and good at the same time.

Lively and transparent ruby ​​color and hints that defining typical is an understatement. Violet, morello cherry, hints of blood and aromatic herbs, some citrus and lavender hints. Precise and intense.

The sip has strength and energy, acidity and tannins of character and uncommon consistency, length and pleasantness of the aroma in the mouth.

Paired with a classic rare Florentine steak for a classic, simple, satisfying combination.

The Sangiovese lover cannot help but be positively impressed.

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Rosso Riserva 2010 – Vignalta

Rosso Riserva 2010 – Colli Euganei Doc – Vignalta

Merlot 60 e Cabernet Sauvignon 40Con passaggio di 24 mesi in botti da 500 litri di rovere e sei mesi di bottiglia.

Ha colore rubino non concentrato con riflessi granata, pulito ed immediato al naso con sentori di cassis, cannella e tabacco.

Controllo, equilibrio, sapidità, sviluppo gustativo profondo, duraturo e coerente, tannini setosi, scorrevolezza pericolosa e un rapporto qualità prezzo vincente e incentivante al riacquisto.

In abbinamento perfetto col Diaframma cotto a 52 gradi per tre ore con un breve passaggio successivo sulla griglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #084 - review - Rosso Riserva 2010 - Vignalta | taglio bordolese da i Colli Euganei
Enonauta/Degustazione di Vino #084 - review - Rosso Riserva 2010 - Vignalta | taglio bordolese da i Colli Euganei
Enonauta/Degustazione di Vino #084 - review - Rosso Riserva 2010 - Vignalta | taglio bordolese da i Colli Euganei
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VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG MIRUM 2015 – La Monacesca

VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG MIRUM 2015 – La Monacesca

Il Verdicchio di Matelica Mirum de La Monacesca è ottenuto da uve surmature con sosta sulle fecce e affinamento in acciaio e bottiglia.

Mi misuro per la seconda volta con questa bottiglia, dopo una prima interlocutoria volta in cui la bottiglia finì troppo alla svelta durante una cena inadatta.

Non so se chiamarlo Superverdicchio sia fuori luogo, ma lo farei con intento laudativo e affatto ironico e per sottolineare l’apprezzamento per una idea di vino riserva che ha principalmente a che fare con la natura della materia da cui si è ottenuto.

Colore tendente al dorato molto vivo. Quadro olfattivo ampio e intenso con sentori di nespola matura, ranuncolo giallo, miele di trifoglio.

In bocca mostra grande struttura, densità e impatto aromatico. Seppure ceda in freschezza rispetto alle aspettative create da un Verdicchio di Matelica, la vena sapida e la profondità/persistenza lo fanno apprezzare e gustare da solo e a tavola, meglio se in compagnia di piatti strutturati.

Enonauta/Degustazione di Vino #083 - review - VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG MIRUM 2015 - La Monacesca | un superverdicchio affascinante

VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG MIRUM 2015 – La Monacesca

Verdicchio di Matelica from overripe grapes with rest on the lees and refinement in steel and bottle.

I’m testing myself for the second time with this bottle, after a first tentative time in which the bottle ran out too quickly during an unsuitable dinner.

I don’t know if calling it Superverdicchio is out of place, but I would do so with a laudatory and not at all ironic intent and to underline the appreciation for an idea of ​​reserve wine which has mainly to do with the nature of the material from which it is obtained.

Very bright golden color. Broad and intense olfactory framework with hints of ripe medlar, yellow buttercup, clover honey.

In the mouth it shows great structure, density and aromatic impact. Although it falls short in freshness compared to the expectations created by a Verdicchio di Matelica, its savory streak and depth/persistence make it appreciated and enjoyed alone and at the table, preferably in the company of structured dishes.

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