Gite in Cantina, Luoghi del Vino

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

“Un sentiero è sempre un sentiero anche nella nebbia” questo afferma il Signor Geiser protagonista del racconto L’uomo dell’Olocene di Max Frisch. E cosa più della tradizione è un sentiero che rimane tale anche nella nebbia?

Ed è così che ci avviamo verso il Piemonte, con l’intenzione di incontrare alcuni interpreti della tradizione vinicola di Langa.

Novembre è il mese dell’estate indiana. In certe annate, quando si è fortunati, ci sono giornate che non ci sono in nessun altro momento dell’anno. Inoltre i lavori della vendemmia sono finiti, l’aroma dell’uva in fermentazione pervade le strade e gli ambienti delle cantine e il Cavalier Accomasso mette le sue bottiglie a disposizione dei pochi fortunati che riescono ad arrivare in tempo.

Il viaggio fino a Savona si fa in autostrada poi decidiamo per la ex Statale 661 che da da Montezemolo, passando per Murazzano, arriva a Dogliani. La statale è la soluzione ideale per chi abbia il tempo e la voglia di immergersi nel paesaggio, nella sua varietà prima della monocoltura duffusa, godersi il tempo del viaggio con la possibilità di osservare l’arco delle Alpi, dal Col di Tenda fino al Monte Bianco, da un punto privilegiato. Nel nostro caso c’era la nebbia. Quindi il paesaggio sarà parte del prossimo viaggio e lo racconteremo un’altra volta…

Giorno 1

Cap. 1

Az. Agr. Brezza

Da diversi anni mi proponevo di visitare questa storica azienda di Barolo. Il 2022 è stato l’anno giusto. L’azienda è nell’abitato di Barolo e si completa con un Ristorante e l’Albergo. 20.5 gli ettari vitati tra Barolo, Monforte, Novello e Diano d’Alba. Nayla, francese che si occupa di vino italiano, ci accoglie mostrando curiosità, disponibilità, gentilezza e competenza.

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

I Baroli 2018 che ci presenta in assaggio, Barolo, Barolo Castellero, Barolo Cannubi, Barolo Sarmassa brillano tutti per l’esattezza del tratto congiunta a una austerità tipica che nella 2018 pare stemperata a vantaggio di una accessibilità più spiccata, di un carattere luminoso. Il Barolo Cannubi 2017 porta invece un’impronta tannica molto più marcata.

Da non trascurare il resto della produzione composta di ottime interpretazioni dei vitigni tradizionali delle Langhe. Nebbiolo, Barbera e Dolcetto. Sottolineando la versatile precisione del Nebbiolo Santa Rosalia 2020.

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Chi ben comincia è a metà dell’opera.Dopo una sosta per il pranzo ci avviamo verso il nostro secondo appuntamento.

Cap. 2

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano è un vignaiolo dalla storia particolare. Parte con i Barolo Boys, di cui conserva un cimelio in azienda, e arriva come vignaiolo tradizionalista, ma soprattutto rispettoso dell’ecosistema, tenuto in considerazione anche dai grandi Classicisti delle Langhe.

L’azienda è a Monforte d’Alba.

La proposta è larga e tutta di livello. Si va dall’Alta Langa ai due Baroli di punta, Boscareto e Ravera, passando per il sorprendente Dolcetto 2021 che mi è sembrata una delle migliori interpretazioni provate recentemente, la Freisa (ovvero la cugina del Nebbiolo), per finire con un Boscareto 2009 stappato per testarne le qualità alla prova del tempo.

La nostra visita la ricorderemo anche per la particolarità di aver avuto come occasionali compagni di tavolo un gruppo di francesi che parlavano correntemente e volentieri in inglese.

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano

Cap. 3

Il Cav. Lorenzo Accomasso

Andare a trovare il Cavalier Accomasso senza parlare col Cavaliere è una situazione un po’ strana per chi ha avuto la fortuna di condividere con lui del tempo nella stanza degli assaggi al piano terra della sua casa di La Morra.

Non poter ascoltare la sua voce quasi plurale raccontare di tutto con generosità e con risparmio del vino, a momenti solo in modo tangenziale, come se fosse un corollario del ben più importante esistere. Comprensibile da parte di una persona per cui il lavoro di vigna fu per moltissimi anni principalmente fatica. Piacevole fatica, ma fatica. Prima che acquistare una vigna, come lo stesso Cavaliere sostiene, fosse diventata una questione per Fondi Internazionali e multinazionali del lusso e non c’era da vantarsi di fare il contadino.

La quercia nel vigneto, i funerali di Bartolo Mascarello con le bandiere rosse, le automobili, la pallapugno, l’Internazionale (la squadra di calcio), l’autoironia sul mancato uso delle barrique, la barbera e il formaggio coi vermi in vigna d’estate, ma tutto questo è materiale per un altro racconto ben più vasto.

Eppure la Signora Simona che all’oggi si occupa di gestire le visite e le vendite per Lorenzo Accomasso non si risparmia e ci accoglie con grande gentilezza e generosità.

I Baroli 2015 sono ottimi, in perfetto stile Accomasso, ma forse il millesimo li ha resi più immediati. Rocchette ha il sapore particolare di ciò che non si assaggerà mai più dal momento che il vigneto sarà espiantato. Ci sono anche il Dolcetto rustico annata 2020 e la Barbera 2018 che definirei un vero ordigno dall’alto potenziale. Pur non avendo parlato col Cavaliere se ne sentiva la presenza.

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Ultimo Rocchette

Ultimo Rocchette

Lorenzo Accomasso

Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera 2011 del Cavalier Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera del Cavalier Lorenzo Accomasso

Finisce la prima giornata. Si raggiunge l’alloggio e si va a cena.

Giorno 2

Cap. 4

Teobaldo Rivella

Teobaldo Rivella ha un’azienda che porta il nome del padre Serafino. Un’azienda piccola, circa 12000 bottiglie in totale, che poggia sulla sommità di una delle migliori vigne di Langa. Montestefano. Per chi scrive si tratta della terza volta dal Signor Teobaldo Rivella, un uomo dalla proverbiale gentilezza e cordialità, che condivide con Lorenzo Accomasso il piacere nel definirsi un classicista e come il Cavaliere tradisce una certa disposizione per il parlare più volentieri di sport, nel suo caso il ciclismo, che di vino. Ma di vino evidentemente se ne intende e basta assaggiare il suo Langhe Nebbiolo e il Barbaresco Montestefano per averne subitanea contezza. Una cantina semplice, pulitissima e suggestiva che giustamente il Signor Rivella mostra con malcelato orgoglio.

I vini di Rivella sono austeri e precisi, rigorosi, tradizionali e rispettosi della propria origine. In parte somigliano al loro artefice. Resta il rimpianto per il Dolcetto che non viene più prodotto e del quale non ci resta che tenere il più a lungo possibile vivo il ricordo dell’ultima bottiglia stappata.

Barbaresco Montestefano - Rivella

Barbaresco Montestefano – Rivella

Serafino Rivella

Serafino Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Cap. 5

Renato Fenocchio

Alla fine di una due giorni impegnativa andiamo a visitare l’azienda di Renato Fenocchio e Milva a Neive.

Milva ci chiede all’arrivo quanto tempo abbiamo a disposizione e capiamo il senso della domanda a fine visita. Una esperienza immersiva nella loro epopea familiare, nel loro modo di intendere la vita e il vino, nel loro vino, in una sala degustazioni stratificata che sembra ed è lo scenario perfetto per un pomeriggio di assaggi.

Conduce Milva con grande energia, generosità e simpatia. Non si risparmia nel racconto di come un anelito di indipendenza si sia trasformato con fatica nella splendida realtà che è oggi la loro azienda. Non ci si risparmia in assaggi e chi scrive trova conferma eclatante della qualità sperimentata in passati assaggi e diventa evidente il motivo per cui il nome di questa azienda, seppure non sia nei discorsi di tutti, si trova puntualmente nelle parole di molti credibili bevitori e raccontatori di vini. A un certo punto ci raggiunge anche Renato Fenocchio che impegnato coi lavori di cantina e ci si dilunga allegramente in chiacchiere, ma soprattutto in assaggi.

Espressività, concretezza e anche una politica dei prezzi apprezzabile. Sono i vini che io mi sentirei di consigliare senza timore di sbagliare e sono le persone che consiglierei di incontrare.

Renato Fenocchio a Neive

Renato Fenocchio a Neive

Su tutti Barbaresco Rombone 2018 che è un bell’esempio, quasi emblematico, di come un giovane Barbaresco riesca ad essere piacevole e approcciabile nella sua gioventù pur se di ispirazione classica.

Il Ritorno

Inebriati di vino si riprende la strada. Il maestro Alessio Chiappelli si occupa di selezionare la musica dal sedile posteriore fino allo Zenith che si raggiunge, a un punto del viaggio che non saprei indicare con certezza, forse Massarosa, quando si ascolta STARLESS dei King Crimson a un volume sconsiderato deliberando che la Barbera 2018 di Lorenzo Accomasso e Starless hanno qualcosa che le accomuna. Ovvero la forza inarginabile non lineare governata con maestria da mani sapienti.

©Simone Molinaroli per L’Enonauta

Marzo 2023

Visioni di Langa

Visioni di Langa – Novembre 2022

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Bottiglie, Degustazioni

L’irripetibile composizione del tavolo o “anche dal colore sembra un Barolo”

L’irripetibile composizione del tavolo o “anche dal colore sembra un Barolo” – Degustazione Barolo

(ricordi di una serata con sei Baroli)

Degustazione Barolo – Per quale motivo si organizza una serata come quella illustrata nella documentazione fotografica? La risposta è semplice. Per L’irripetibile composizione del tavolo. Composizione VISIVA, umana, enoica, verbale. Ma se è abbastanza facile replicare una compagnia di bevitori, non è altrettanto facile replicare le bevute proposte soprattutto quando si tratta di bottiglia prestigiose e d’annata. E quando il caso, coadiuvato dalla dedizione nella ricerca, ti porge una opportunità non c’è da indugiare, ma solo da agire, ché solo modo per progredire nella conoscenza del vino è il confronto. Di percezioni e bottiglie.
Ed eccoci dunque a tavola con questi 6 Baroli.

Degustazione Barolo

  1. Barolo Fossati 2012 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)
  2. Barolo Gabutti 2010 BOASSO (mga in Serralunga)
  3. Barolo Dardi le Rose Bussia 2010 PODERI COLLA (sottozona in Bussia Soprana – Monforte)
  4. Barolo Sottocastello di Novello 2010 CÀ VIOLA (mga in Novello)
  5. Barolo Cannubi 2009 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)
  6. Barolo LISTE 2009 GIACOMO BORGOGNO (mga in Barolo)

Il Barolo Fossati (mga del Comune di Barolo) 2012 è il primo che viene stappato e versato e subito si alza una voce “dal colore sembra un barolo” e infatti è un Barolo. L’unico che tradisce una qualche flessione pur essendo, paradossalmente, il più giovane.
Colore rubino pieno, naso prevalentemente di frutto maturo, con qualche noterella di confettura, poi humus, ricordi fungini e mentolato/balsamici.
Sorso dalla vitalità moderata, acidità media, con volume e concentrazione, ritorno consistente di frutto maturo e spezie, tannino un po’ tranchant, buona sapidità. Trova apprezzamenti alterni, io sinceramente l’ho trovato un po’ moscio nella sua pur apprezzabile consistenza.

Enonauta/Degustazione di Vino #290/295 - review - Serata Degustazione con Barolo d'annata | Borgogno, Boasso, Ca' Viola, Poderi Colla

Barolo Gabutti (Serralunga d’Alba) 2010 di Boasso sconta il fatto di essere molto chiuso d’acchìto e di essere stato l’ultimo ad assumere una fisionomia precisa.
Granato scuro, inizialmente non dà molti segnali, solo cenere, incenso, appena un po’ di visciola. Anche al palato appare un po’ involuto, confusionario.
Nel tempo che vengono stappate e assaggiate le altre bottiglie il vino cambia faccia, non radicalmente ma la cambia.
Emergono fragranze di mazzetto aromatico, rosa, ribes/cassis, spezie. Non esplosivo.
Al palato risulta austero, di corpo medio, con acidità lineare, puntuta, tannini non domati che tendono un po’ a chiudere e a limitare l’espressività del vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #290/295 - review - Serata Degustazione con Barolo d'annata | Borgogno, Boasso, Ca' Viola, Poderi Colla

I due vini centrali sono l’essenza della prontezza, della piacevolezza e della centratura.

Enonauta/Degustazione di Vino #290/295 - review - Serata Degustazione con Barolo d'annata | Borgogno, Boasso, Ca' Viola, Poderi Colla

Barolo Bussia 2010 Dardi Le Rose di Poderi Colla

Tra il rubino e il granato, molto brillante.
Nitore e forza nei sentori di melograno, scorza d’arancio, spezie dolci, china.
Al palato è immediato, senza sbavature, luminoso, materia viva, con tannini maturi che lasciano lo spazio a un finale lungo centrato sul frutto dolce. Vino al punto giusto.

Barolo Sottocastello di Novello 2009 di Ca’ Viola

Il più muscolare, ma anche il più pronto.
Un punto di colore più scuro, vivo, ha ancora florealità, ricordi di marasca e balsamici, vagamente terroso, profusione di spezie e radici, con intensità.
Sorso di spessore, robusto, ma innervato da acidità fluente, ben delineato, tannini e finale aperto, rinfrescante. Come premesso è il più pronto.

I due Borgogno 2009, Cannubi e Liste,

Barolo Cannubi 2009 – Borgogno

Vino traslucido brillantissimo, impattante con gran varietà di sentori. Ciliegia, etereo/smalto, sottobosco, cuoio, foglia di the, origano, ultimi cenni di rosa.

Ti investe con un’onda d’urto sul cui effetto rimani a meditare a lungo, potenza a tratti “intimidatoria”, vino compatto, coeso, dall’acidità brillante e dal tannino serrato, pepato direi, una coda lunghissima, nella quale riprendere fiato. Buono.

Enonauta/Degustazione di Vino #290/295 - review - Serata Degustazione con Barolo d'annata | Borgogno, Boasso, Ca' Viola, Poderi Colla

Barolo Liste 2009 – Giacomo Borgogno

Senza nulla togliere agli altri vini presenti in tavola, ognuno apprezzabile a suo modo e nel suo punto di evoluzione, ciò che si trova in questo Barolo Liste 2009 di Borgogno è un po’ ciò che si va cercando nelle bottiglie.
Definizione, equilibrio, unite a grande tensione ed energia.
Buono adesso, ma sarà buono anche nel 2029. Forse anche meglio.
Colore simile al coevo Cannubi, solo leggermente più rubino. Bouquet decisamente elegante, con ricordi di melograno, tamarindo, chinotto, spezie dolci, nessuna flessione.

Fluido e spaziale, ti investe a ondate forte di questa acidità che sale e scende, va e ritorna, ha un tannino che tratteggia il sorso, è sapido, nerbo e distensione, piacevolezza per cui ti porteresti via la bottiglia, litigheresti per l’ultimo sorso.
Vino memorabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #290/295 - review - Serata Degustazione con Barolo d'annata | Borgogno, Boasso, Ca' Viola, Poderi Colla
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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Cerequio 2010 – Beni di Batasiolo

Barolo Cerequio 2010 – Beni di Batasiolo

Cerequio: mga nobilissima e ricercata a cavallo della linea che divide i comuni di Barolo e La Morra.

Il Colore è granato chiaro. Un profilo aromatico molto particolare con note predominanti di Vicks sinex, eucalipto, sentori balsamico/aromatici, poi piccoli frutti come la mora di gelso, il ribes rosso, ricordi eterei, di funghi esssiccati, di chinotto.

Etereo al naso, ma etereo anche di presenza, di carattere. Non è un vino immaginario, ma lascia qualcosa all’immaginazione. Secco, conserva una certa severità nel tannino che pur sembra sulla strada dell’ingentilimento, acidità diretta, cospicua, il palato è in definitiva fino ed elegante, molto energico nel suo snello incedere, non difetta in espressività, anzi con quest’ultima sopperisce a una sua certa scarnezza. In definitiva è un vino quasi pronto, di buon equilibrio e che si gioca le sue migliori carte con l’evocativa essenzialità dei suoi componenti.

Una bottiglia che conferma una percezione ripetuta e condivisa con altri appassionati. Il 2010 ci ha consegnato Baroli che, pur nella loro unicità, ognuno nel suo punto sulla strada dell’evoluzione, sembrano sospesi, tenaci, al limite dell’inossidabilità, che alla prova del tempo mutano conservando compostezza e rigore.

Enonauta/Degustazione di Vino #289 - review - Barolo Cerequio 2010 - Beni di Batasiolo | Una bottiglia che conferma una percezione ripetuta e condivisa con altri appassionati. Il 2010 ci ha consegnato Baroli che, pur nella loro unicità, ognuno nel suo punto sulla strada dell'evoluzione, sembrano sospesi, tenaci, al limite dell'inossidabilità, che alla prova del tempo mutano conservando compostezza e rigore.
Enonauta/Degustazione di Vino #289 - review - Barolo Cerequio 2010 - Beni di Batasiolo | Una bottiglia che conferma una percezione ripetuta e condivisa con altri appassionati. Il 2010 ci ha consegnato Baroli che, pur nella loro unicità, ognuno nel suo punto sulla strada dell'evoluzione, sembrano sospesi, tenaci, al limite dell'inossidabilità, che alla prova del tempo mutano conservando compostezza e rigore.

Barolo Cerequio 2010 – Beni di Batasiolo

Cerequio: very noble and sought after mga straddling the line that divides the municipalities of Barolo and La Morra.

The color is light garnet. A very particular aromatic profile with predominant notes of Vicks sinex, eucalyptus, balsamic/aromatic hints, then small fruits such as mulberry, redcurrant, ethereal memories of dried mushrooms, of chinotto.

Ethereal on the nose, but also ethereal in presence and character. It is not an imaginary wine, but it leaves something to the imagination. Dry, it retains a certain severity in the tannin which although it seems on the road to softening, direct, conspicuous acidity, the palate is ultimately fine and elegant, very energetic in its slender gait, it does not lack in expressiveness, indeed with the latter it makes up for a certain sparseness of its own. Ultimately it is an almost ready wine, with good balance and which plays its best cards with the evocative essentiality of its components.

A bottle that confirms a perception repeated and shared with other enthusiasts. 2010 gave us Baroli which, despite their uniqueness, each in its own point on the path of evolution, seem suspended, tenacious, bordering on stainless, which change with the test of time while maintaining composure and rigor.

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

 

Il primo stappo dell’anno è stato memorabile. Questo Barolo Boscareto 2008, mga del Comune di Serralunga d’Alba, di Ferdinando Principiano, ex Barolo Boy poi transitato a un’idea di viticoltura più sostenibile, è un vino sontuoso. Sono veramente felice di averlo scovato in uno scatolo, mentre in realtà stavo acquistando un altro lotto di baroli d’annata per una serata di degustazione, e di averlo adottato per il breve periodo intercorso tra l’incontro e lo sturamento, risparmiando a questa grande bottiglia un futuro ipotetico di passaggi di proprietà e l’ingloriosa fine col livello sotto la spalla in mano a qualcuno che chiede “che valore può avere” dopo essersi dimenticato che il valore più grande che una bottiglia può esprimere è quando è aperta.
Vino generoso al naso e al palato. Colore granato scuro, vivissimo, ricordi di prugna, cassis, chiodo di garofano, bergamotto, spinge molto, è avvolgente, anche sentori di anice e foglia di the, fichi maturi, vagamente terrosi. Il sorso è caldo, sferico, sembra che gli elementi si siano amalgamati e siano al punto di simbiosi perfetta. A dominare è il frutto anche in bocca, tannino incorporato senza più spigoli, pienezza, acidità senza increspature, dotazione alcolica imponente, ma completamente funzionale a una piacevolezza radicale, totalizzante.
Per chi ne detenesse una, o più di una, io mi sentirei di consigliare l’apertura per un dopo cena meditativo/edonico in buona compagnia. E il momento, almeno a giudicare da questa personale esperienza, è adesso.
A tratti commovente.

Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

The first uncorking of the year was memorable. This Barolo Boscareto 2008, mga from the Municipality of Serralunga d’Alba, by Ferdinando Principiano, former Barolo Boy who then moved on to a more sustainable idea of ​​viticulture, is a sumptuous wine. I am really happy to have found it in a box, while in reality I was buying another batch of vintage Barolos for an evening of tasting, and to have adopted it for the short period between the meeting and the uncorking, saving this great bottle a hypothetical future of changes of ownership and the inglorious end with the level below the shoulder in the hand of someone who asks “what value can it have” after having forgotten that the greatest value a bottle can express is when it is open.
Generous wine on the nose and palate. Dark garnet colour, very lively, with hints of plum, cassis, clove, bergamot, very strong, enveloping, also with hints of anise and tea leaf, ripe figs, vaguely earthy. The sip is warm, spherical, it seems that the elements have blended and are at the point of perfect symbiosis. The fruit also dominates in the mouth, tannin incorporated without any sharp edges, fullness, acidity without ripples, impressive alcohol content, but completely functional to a radical, all-encompassing pleasantness.
For anyone who owns one, or more than one, I would recommend opening it for a meditative/hedonic after dinner in good company. And the time, at least judging from this personal experience, is now.
At times touching.

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Azienda di La Morra che ha vigneti distribuiti anche nel Comune di Serralunga d’Alba. Lì si trova il Cru Badarina. Nella zona più meridionale del territorio.
Non sono riuscito a trovare grandi notizie sulle tecniche di vinificazione, ma già dall’analisi visiva e olfattiva si presenta come un vino muscolare, concentrato, dal colore granato scuro integro fino all’unghia, denso, con aromi ampiamente fruttati e speziati, con prevalenza di amarena, kirsch, chiodo di garofano, scorza d’arancio ricoperta, tamarindo e foglia bagnata.

Sorso caldo e finanche morbido, acidità vellutata e tannino risolto, pienezza di gusto e lunghezza, coerente e integro.
Vino d’impatto, che finisce però per stancare a causa della una dotazione alcolica straripante e della sua anima piacevole, ma alla lunga monocorde.

Vino ottimamente conservato che arriva all’appuntamento in buona forma. Direi meglio con la selvaggina che con i formaggi.

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 – review – Barolo Badarina 2010 – Reverdito | Barolo d’impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Company from La Morra which also has vineyards distributed in the municipality of Serralunga d’Alba. The Cru Badarina is located there. In the southernmost area of ​​the territory.
I wasn’t able to find much information on winemaking techniques, but already from the visual and olfactory analysis it presents itself as a muscular, concentrated wine, with a dark garnet color intact up to the nail, dense, with largely fruity and spicy aromas, predominantly of black cherry, kirsch, clove, coated orange peel, tamarind and wet leaf.

Warm and even soft sip, velvety acidity and resolved tannin, fullness of flavor and length, coherent and intact.
An impactful wine, which however ends up tiring due to its overflowing alcohol content and its pleasant, but ultimately monotonous soul.

Excellently preserved wine that arrives at the appointment in good shape. I would say better with game than with cheese.

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Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, menzione geografica del Comune di Verduno. 24 mesi in barrique francesi, 12 mesi in botte grande 30Hl e 12 mesi in bottiglia.
Uno dei due Baroli prodotti dall’azienda di Diano d’Alba i cui vini negli anni non finiscono mai di impressionarmi positivamente per i valori che riescono a esprimere.
Questo è un Barolo sostanzioso, color rubino pieno, articolato impatto olfattivo con richiami classici e ben delineati di Rosa, visciola, note mentolate e balsamiche che accompagnano con costanza, etereo, erbe essiccate/radici aromatiche, un soffio di chinotto e di resine.
Al palato arriva pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali, il sorso è invece dinamico, persistente, dal tannino potente e di forma arrotondata e con cospicua acidità distribuita. Coerente nel gusto, intenso, finisce aperto, balsamico e fruttato. Se al palato, nell’incipit, appare un Barolo moderno finisce, alla fine dell’esame olfattivo e gustolfattivo, per avere le sembianze di un classico.
Già stappato lo stesso vino un paio d’anni addietro e lo trovo sicuramente migliorato sotto tutti gli aspetti. In ottimo abbinamento con la Tasca di Vitello ripiena, ma non solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, geographical mention of the Municipality of Verduno. 24 months in French barriques, 12 months in large 30Hl barrels and 12 months in the bottle.
One of the two Barolos produced by the Diano d’Alba company whose wines over the years never cease to positively impress me for the values ​​they manage to express.
This is a substantial Barolo, full ruby ​​colour, articulated olfactory impact with classic and well-defined hints of rose, sour cherry, minty and balsamic notes that consistently accompany, ethereal, dried herbs/aromatic roots, a whiff of chinotto and resins.
On the palate it arrives full and warm, without lingering however in dramatic softness, the sip is instead dynamic, persistent, with powerful tannins and a rounded shape and with conspicuous distributed acidity. Consistent in taste, intense, finishes open, balsamic and fruity. If on the palate, in the incipit, a modern Barolo appears, it ends up, at the end of the olfactory and taste-olfactory examination, having the appearance of a classic.
I already uncorked the same wine a couple of years ago and I certainly found it improved in all aspects. In excellent combination with stuffed veal pocket, but not only.

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Bottiglie, Degustazioni

Modernista o Classicista? 4 Baroli 2015 per un confronto amichevole

Degustazione Barolo 2015 / Amichevole Modernisti Vs Classicisti

Per l’ultima serata di rossi prima dell’avvento del caldo, caldo che al momento di iniziare la serata era già arrivato da un po’ a dire il vero, ho scelto una selezione di Baroli dell’annata 2015 accompagnati da quattro formaggi. Annata buona, quasi top, da alcuni considerata troppo calda, poco incline per altri all’invecchiamento. Però le considerazioni non si bevono e le parole nemmeno. L’unica cosa da fare è stappare.
Per l’occasione ho organizzato un confronto amichevole Modernisti contro Classicisti. Due contro due. Domenico Clerico e Marco Curto da una parte. Scarzello e Guido Porro dall’altra. E gli amici a tavola.
A fine serata?
La 2015, per quanto nemmeno le annate si possano stappare, valutata attraverso il filtro di queste quattro interpretazioni figlie di due filosofie produttive diverse appare davvero una bella annata. Vitale, brillante, appagante, nel caso del Barolo tendenzialmente più incline alla prontezza.

Barolo 2015 – Domenico Clerico (Monforte)

Avevo già bevuto questo vino prima dell’inizio della Pandemia e si conferma un Barolo vellutato, il più felpato e pronto del novero, contraddistinto da aromi di frutta matura, tabacco, viola, qualcosa di resinoso, sorso caldo e d’impatto, aroma di bocca ricco, fruttuoso, già equilibrato, dalla forza tattile misurata, un Barolo da scegliere al ristorante per non rimanere traumatizzati da tannini troppo virulenti e non preventivati.
Elegante senza dubbi. Forse meno espressivo degli altri. Il più pronto.

Barolo del Comune di Barolo 2015 – Scarzello (Barolo)

Tradizionale, macerazione lunga, almeno 18 mesi in botte grande e poi lungamente in bottiglia.
Colore granato, varietà e intensità olfattiva che dopo diverse esperienze credo ormai caratteristiche del Barolo di Scarzello. Mentolato, melograno, erbe aromatiche, chinotto, rosa, ma ciò che appare come la cifra tipica è il tratto mentolato.
Tensione, scheletro, esilità apparente che si trasforma in forza espressiva, freschissimo, tannini sottili e di buona forza, lunghissimo finale che rievoca il frutto rosso e le erbe aromatiche.
Barolo non pronto nel senso in cui comunemente si usa il termine, ma bevibile, preciso, godibile, buono.

Barolo Arborina 2015 – Marco Curto (La Morra)

La vera sorpresa, almeno per me, della serata. Non perché mi aspettassi un vino meno buono, ma semplicemente perché non avevo mai incontrato i vini dell’azienda Curto di La Morra.

5 giorni in rotomaceratore, due anni in barrique. Un anno in bottiglia.
Il mio preferito della serata. Per la sua completezza, per la varietà di suggestioni offerte al bevitore.

Colore rubino scuro,
Fragranze di viola, marasca, agrume, speziatura netta, lievi reminiscenze balsamiche, di humus e di tostato.
Tra i quattro è il vino di maggior concentrazione, che offre il sorso più voluminoso. Esordio avvolgente, gratificante, a questa concentrazione si accompagnano acidità e tannini di carattere, definizione, distensione, un bel finale fruttato/speziato che non chiude.
Veramente un bel vino.

Barolo Lazzairasco 2015 – Guido Porro (Serralunga)

Guido Porro a mio avviso è un vero fuoriclasse. Con questo Lazzairasco 2015 non si smentisce.
Tradizionalmente lunga macerazione, invecchiamento in botte grande.
Rigore, persistenza, tipicità, trasparente granato, molta rosa, molto lampone, genziana, qualche ricordo di sottobosco, foglia di the, sorso freschissimo, tirato, grande progressione, i tannini ancora ruvidi, finisce lungo, sapido, sul frutto gentile, e poi sfuma lentamente come un disco in vinile dei Wire a cui, nella sua energica, sostanzale e precisa asciuttezza, potrebbe essere apparentato.
Per i vini di Porro non si saprebbe mai dove proiettare nel tempo una eventuale prontezza, ce li godiamo senza pensare al futuro nell’adesso.

Enonauta/Degustazione di Vino #228/231 - review - Degustazione Barolo 2015 | Clerico, Scarzello, Curto, Porro

Degustazione Barolo 2015

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Degustazione Barolo 2015 Tasting / Modernists Vs Classicists – Friendly Match


For the last evening of reds before the arrival of the heat, heat which had already arrived for a while when the evening began, to be honest, I chose a selection of Baroli from the 2015 vintage accompanied by four cheeses. A good vintage, almost top, considered by some to be too warm, while by others it was not very prone to aging. But considerations are not swallowed and neither are words. The only thing to do is uncork.
For the occasion I organized a friendly confrontation between Modernists and Classicists. Two against two. Domenico Clerico and Marco Curto on one side. Scarzello and Guido Porro on the other. And friends at the table.
At the end of the evening?
The 2015, although not even the vintages can be uncorked, evaluated through the filter of these four interpretations resulting from two different production philosophies appears to be a truly beautiful vintage. Vital, brilliant, satisfying, in the case of Barolo tending to be more prompt.

Barolo 2015 – Domenico Clerico (Monforte)


I had already drunk this wine before the start of the Pandemic and it confirms itself as a velvety Barolo, the softest and most ready of the bunch, characterized by aromas of ripe fruit, tobacco, violet, something resinous, warm and impactful sip, aroma of rich, fruitful, already balanced on the palate, with a measured tactile strength, a Barolo to choose at the restaurant so as not to be traumatized by too virulent and unexpected tannins.
Elegant without doubt. Perhaps less expressive than the others. The most ready.

Barolo from the Municipality of Barolo 2015 – Scarzello (Barolo)


Traditional, long maceration, at least 18 months in large barrels and then long in the bottle.
Garnet colour, variety and olfactory intensity which, after several experiences, I believe are now characteristic of Scarzello’s Barolo. Mentholated, pomegranate, aromatic herbs, chinotto, rose, but what appears as the typical figure is the mentholated trait.
Tension, skeleton, apparent slenderness that transforms into expressive strength, very fresh, thin and well-strength tannins, a very long finish that recalls red fruit and aromatic herbs.
Barolo not ready in the sense in which the term is commonly used, but drinkable, precise, enjoyable, good.

Barolo Arborina 2015 – Marco Curto (La Morra)


The real surprise, at least for me, of the evening. Not because I expected a less good wine, but simply because I had never encountered the wines of the Curto di La Morra company.

5 days in rotary macerator, two years in barrique. A year in the bottle.
My favorite of the evening. For its completeness, for the variety of suggestions offered to the drinker.

Dark ruby colour,
Fragrances of violet, morello cherry, citrus, clear spiciness, slight balsamic, humus and toasted reminiscences.
Among the four, it is the wine with the greatest concentration, which offers the most voluminous sip. Enveloping, rewarding debut, this concentration is accompanied by acidity and tannins of character, definition, relaxation, a nice fruity/spicy finish that does not close.
Truly a beautiful wine.

Barolo Lazzairasco 2015 – Guido Porro (Serralunga)


Guido Porro in my opinion is a true champion. With this Lazzairasco 2015 does not contradict itself.
Traditionally long maceration, aging in large barrels.
Rigor, persistence, typicality, transparent garnet, lots of rose, lots of raspberry, gentian, some hints of undergrowth, tea leaf, very fresh, tight sip, great progression, still rough tannins, ends long, savory, on the gentle fruit, and then it fades slowly like a Wire vinyl record to which, in its energetic, substantial and precise dryness, it could be related.
For Porro wines one would never know where to project any readiness over time, we enjoy them without thinking about the future in the now.

Degustazione Barolo 2015

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo 2015 del Comune di La Morra – Eraldo Viberti

Il Barolo del Comune di La Morra 2015 di Eraldo Viberti è Vino potente, franco, molto aperto e godibile già nella sua gioventù, accostato a un Brasato con cipolle per un risultato sicuro.

L’annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un’ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Granato vivo il colore. Al naso prevalgono il fruttato fresco di marasca e melograno e poi la foglia di the, la rosa, erbe aromatiche, radici e spezie residuali.
Sorso vigoroso e piacevole, dalla grande precisione e definizione. Parte caldo, sprigiona volume e succo e poi si innerva di grande acidità, si allunga, il tannino è rigoroso e di giusta forza. Grande persistenza finale tutto sul frutto fresco.

Vino buono e convincente a un prezzo invitante e con ottime prospettive per il futuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Brasato e Barolo
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.

Barolo del Comune di La Morra 2015 by Eraldo Viberti

The Barolo del Comune di La Morra 2015 by Eraldo Viberti is a powerful, frank wine, very open and enjoyable even in its youth, paired with a braised meat with onions for a sure result.

You can feel the vintage, but in my opinion it is expressed here with great skill and the wine, while remaining warm and tactile, has a balance and excellent drinkability that is not forgotten without ever appearing overflowing or overripe.
The color is bright garnet. On the nose the fresh fruitiness of morello cherry and pomegranate prevails and then the tea leaf, rose, aromatic herbs, roots and residual spices.
Vigorous and pleasant sip, with great precision and definition. It starts out hot, releases volume and juice and then becomes innervated with great acidity, lengthens, the tannin is rigorous and of the right strength. Great final persistence all on the fresh fruit.

Good and convincing wine at an inviting price and with excellent prospects for the future.

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Ogni tanto bisogna prendersi il rischio di stappare una di quelle bottiglie, ad esempio il Barolo Sarmassa 2010 di Brezza, cercate e tenute da parte, una di quelle bottiglie su cui abbiamo proiettato aspettative rilevanti e farlo senza un’occasione precisa se non per celebrare la gioia di vivere. Così da dare una misura al vino e alle proprie convinzioni. Ad esempio la mia di cercare di bere il Barolo sempre, o quasi sempre, nella finestra 10/12 anni per cercare di intercettare il liquido nella fase di massima espressività prima dell’inizio della fase discendente.
In questo caso si sarebbe potuto aspettare ancora qualche anno vista l’integrità e le caratteristiche del vino, ma la mia convinzione si rafforza.

Barolo classicista con invecchiamento in botte grande con uve dal cru posto a nord di Barolo verso il confine con La Morra.

Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Colore granato vivo, complessità e finezza olfattiva. Apre con una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta, lampone e melograno, floreale residuale, carruba, eucalipto, sentori minimi di cuoio fresco e di spezie. Preciso e intenso anche nel tempo.
In bocca è un crescendo continuo, non è un vino da esposizione che lascia di stucco in ingresso, lascia semmai estasiati in uscita, con quella sua lunga scia balsamico/sapida, con la sua struttura, la sua stoffa, lo scheletro solido di questo vino che promette di essere buono anche in tempo X lontano da noi, il suo bilanciamento, questa progressione di gusto che non finisce, la bevibilità incredibile, ebbe ragione chi ne intravide le potenzialità a suo tempo e peccato per tutte quelle bottiglie imprigionate nelle cantine dei mercanti del nordeuropa.

Il mio consiglio a chi lo dovesse trovare è di prenderne quanto più possibile.

Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Every now and then we have to take the risk of uncorking one of those bottles, for example the Barolo Sarmassa 2010 by Brezza, sought out and kept aside, one of those bottles on which we have projected significant expectations and doing so without a specific occasion other than to celebrate the joy of life. So as to give a measure to the wine and to one’s own beliefs. For example, mine is to try to drink Barolo always, or almost always, in the 10/12 year window to try to intercept the liquid in the phase of maximum expressiveness before the beginning of the descending phase.
In this case we could have waited a few more years given the integrity and characteristics of the wine, but my conviction is strengthened.

Classicist Barolo aged in large barrels with grapes from the cru located north of Barolo towards the border with La Morra.

Great expressive finesse, precision, elegance, structure, prediction of future life that cannot be calculated if preserved in the best possible way.

Bright garnet color, complexity and olfactory finesse. It opens with a minty note that accompanies the entire drinking time, raspberry and pomegranate, residual floral, carob, eucalyptus, minimal hints of fresh leather and spices. Precise and intense even over time.
In the mouth it is a continuous crescendo, it is not a show wine that leaves you stunned on entry, if anything it leaves you enraptured on the way out, with its long balsamic/savory trail, with its structure, its fabric, the solid skeleton of this wine which promises to be good even in time far from us, its balance, this progression of taste that never ends, the incredible drinkability, those who glimpsed its potential at the time were right and it’s a shame for all those bottles imprisoned in the cellars of Northern European merchants.

My advice to anyone who finds it is to get as much as possible.

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Albe 2013 – G. D. VAJRA

Barolo Albe 2013 – GD VAJRA

Uve provenienti da tre vigneti nel Comune di Barolo, lunga macerazione e 36 mesi in botte per questo Barolo Albe 2013 dell’azienda Vajra
Portando al naso il calice che lo contiene il pensiero torna a un loro nebbiolo che bevvi un paio d’anni fa, e di cui scrissi (qui), e mi pare di scorgere una continuità, quasi una firma.
Ed è l’attacco olfattivo floreale, pervasivo, che inebria. Seguono sentori di fragolina di bosco, rosa, spezie e radici appena accennate, direi anche lavanda, un tratto terragno. Tutto molto preciso, pulito. Il colore è un bel rosso rubino brillante.
Al palato si fanno notare la verve acida e il tannino ancora mordente che ne fanno un vino molto tattile a questo punto della sua evoluzione in bottiglia. Ha buon corpo, giusto calore, penalizzato un poco nel centrobocca, si conferma però un in fase retrolfattiva dove si ribadiscono le anticipazioni avute al momento dell’impugnare il bicchiere, arricchite da una piacevole rievocazione mentolato/balsamica e da un ritorno fruttato freschissimo. Credo potrà esprimersi al meglio tra qualche anno per quanto già godibile. Mi veniva in principio di dirlo austero, ma ci ripenso sul finale di bottiglia perché non è austero affatto, ma solo ancora animato da irruenza giovanile.
Enonauta/Degustazione di Vino #174 - Barolo Albe 2013 - G. D. VAJRA | Giovane Barolo ancora austero da riprovare
Enonauta/Degustazione di Vino #174 - Barolo Albe 2013 - G. D. VAJRA | Giovane Barolo ancora austero da riprovare

Barolo Albe 2013 – GD VAJRA

Grapes from three vineyards in the municipality of Barolo, long maceration and 36 months in barrel for this Barolo Albe 2013 from the Vajra company
Bringing the glass that contains it to my nose, my thoughts go back to one of their Nebbiolos that I drank a couple of years ago, and about which I wrote (here), and I seem to see a continuity, almost a signature.
And it is the floral, pervasive olfactory attack that inebriates. Followed by hints of wild strawberry, rose, spices and barely mentioned roots, I would also say lavender, an earthy trait. Everything very precise, clean. The color is a beautiful bright ruby ​​red.
On the palate, the acidic verve and the still biting tannin stand out, making it a very tactile wine at this point in its evolution in the bottle. It has good body, the right heat, penalized a little in the mid-mouth, but it confirms a retro-olfactory phase where the anticipations had when holding the glass are reiterated, enriched by a pleasant menthol/balsamic reminiscence and a very fresh fruity return. I believe it will be able to express itself at its best in a few years, although it is already enjoyable. At first I felt like calling it austere, but I think about it again at the end of the bottle because it’s not austere at all, but just still animated by youthful impetuosity.

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