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Nebbiolo d’Alba 2010 – Flavio Roddolo

Nebbiolo d’Alba 2010 – Flavio Roddolo

La quintessenza dell’Austerità. È questo il Nebbiolo d’Alba 2010 del Signor Flavio Roddolo da Monforte d’Alba. Esattamente dal Bricco Appiani.

Nebbiolo e vecchie barrique. Lunga maturazione prima di essere messo in vendita e poi eccolo.

Un Nebbiolo che ha la tempra e la finezza (e anche il prezzo per essere giusti) di un Barolo. Granato scuro, austero fino quasi a farsi definire arcigno, con profumi intensi molto centrati sulle radici aromatiche, sulle erbe medicamentose, con echi di rosa disidratata, ribes nero e ritorni eterei.

Il sorso è assertivo e caldo nel centrobocca, asciutto e senza compromessi, animato da una acidità diffusa, da un tannino tetragono, ma assolutamente maturo. Colpiscono l’intensità e la finezza dell’aroma di bocca e il nebbiolo del Signor Flavio Roddolo finisce coerente e lungo rievocando su tutto la genziana.

Vino di valore assoluto per cui non si può che immaginare un radioso futuro. Dentro un’altra bottiglia però…

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Brunello di Montalcino 2010 – Tenute Silvio Nardi

Brunello di Montalcino 2010 – Tenute Silvio Nardi

Ovviamente Sangiovese

12 mesi in barrique di secondo passaggio
12 mesi in botte grande
Poi affinamento in bottiglia

Una interpretazione rigorosa e vigorosa del Sangiovese di Montalcino, con veste color Granato vivo e già nel bicchiere mostra di essere un vino di buon corpo.

Rosa disidratata e marasca, ribes nero, sentori ematici e di scorza d’arancia e lieve speziatura. In bocca è un vino che sviluppa tensione, l’acidità è poderosa, avvolgente, anno dopo anno questo Brunello acquisisce definizione e ci racconta della valida annata in cui nacque. Tannino maturo, di grande forza ed è lungo il finale centrato sul frutto gentile.

Con ancora grandi prospettive per chi volesse aspettarlo a un punto di equilibrio diverso, ma adesso mostra una forza e una precisione che non passano inosservate.

Ottimo compromesso tra qualità, prezzo, soddisfazione.

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Chianti Classico Riserva 2013 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico Riserva 2013 – Le Masse di Lamole

Le Masse di Lamole è una piccola azienda con una posizione di assoluto privilegio in una delle zone più vocate parlando di Sangiovese e Chianti Classico. Vini tradizionali, legati al territorio e a un fare antico, rivendicato e tramandato orgogliosamente.

Sangiovese con saldo di Merlot

Acciaio e botti grandi di rovere per questa riserva identitaria e leggiadra dal colore rubino intenso, con profumi ancora centrati sul floreale e sulla marasca, scorze d’agrume, lavanda e con note appena accennate di tabacco e cacao.

Al palato si conferma Sangiovese di Lamole, fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot, in una fase di grande equilibrio che ne amplifica la piacevolezza e la bevibilità. Il giusto apporto alcolico, i tannini ricamati e il finale tutto agrume e balsamicità ne fanno davvero una bella bottiglia.

Per mia opinione al vertice della curva evolutiva.

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Abtei Muri Pinot Nero Riserva 2016 – Muri-Gries

Abtei Muri Pinot Nero Riserva 2016

Muri-Gries

Sudtirol – Alto Adige DOC

Pinot nero da vigne site in Appiano Monte tra i 500 e i 600 mt slm.
Fermentazione in acciaio e poi 12 mesi in Barrique

Tra il rubino e il granato di media intensità.
Profumi di frutta matura, frutti di bosco e fragolina selvatica, spezie ed erbe officinali e sentori riconducibili al passaggio in legno, non predominanti, ma percepibili.

Caldo, avvolgente e appena ruvido al palato, sostenuto da una buona spalla acida e da tannini misurati. Progressione di gusto lineare con discreto finale speziato e vagamente balsamico.

Da accompagnarsi a piatti di buona struttura.

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Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

Igt Toscana

100 per cento Sangiovese di Gaiole in Chianti selezionato dai migliori otto ettari di proprietà aziendale fermentazione in cemento e poi maturazione in fusti da 225 litri per 22 mesi.

L’appassionato di vini spesso finisce per avere più vini che occasioni. Il distanziamento sociale potrebbe diminuirne ulteriormente il numero, ma paradossalmente il pericolo, le difficoltà, l’incertezza ci ricordano che l’occasione alla fine la fanno la bottiglia e il suo bevitore nell’unico momento che ci è veramente concesso che è quello presente.

Colore vivissimo, tra il rubino e il granato.
Non c’è stata flessione.
Fine, filologico ed espressivo al naso con sentori di rosa disidratata, marasca matura, arancia sanguinella in primo piano e sullo sfondo note di cuoio fresco e mirto.

Equilibrio e piacevolezza complessiva rara, per finezza e intensità. Freschezza ampia, fluente ed elegante, quasi vellutata, buona struttura e tannini nobili e rigorosi che profilano il sorso. Lunga coda balsamica e fruttata.

A casa mia con uno Spezzatino in bianco con patate, per una cena di famiglia. Nell’epoca del distanziamento sociale, ma senza arrendersi.

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