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TZÈRB eRETICO 2018 – Orto Tellinum

TZÈRB eRETICO 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Le belle sorprese arrivano all’improvviso. Se così non fosse non sarebbero sorprese. Questa di stasera ha un nome ed è Tzerb. Un nebbiolo del 2018 con saldo di vitigni rari locali che racconta assai bene l’essenza, l’identità e le potenzialità del territorio di provenienza, ovvero la Valtellina.
Da uve surmature, lunghe macerazione, acciaio. Tra il rubino e il Granato, colore molto vivo, molto espressivo e intenso il bouquet, profuma di Valtellina, ma manifesta anche una sua peculiare identità dovuta probabilmente alla scelta delle uve surmature. Sentori di prugna, rosa, farina di carruba, note balsamiche e di erbe mediche.
Fa un ingresso discreto, setoso, equilibrato, acidità smagliante cui fa da sponda una fruttuosità spiccata, rusticità appena sussurrata, tannino fino e sviluppo lineare molto persistente con ritorno di frutto maturo.
Senza esitazioni mi viene di definirlo un vino buonissimo, godibile ed emozionante. Non suggerirei di aspettare molto a berlo, ma è molto buono adesso dunque si può stappare senza timori.

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETICO Orto Tellinum

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETIC 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Beautiful surprises come suddenly. If they didn’t, they wouldn’t be surprised. This evening’s one has a name and it’s Tzerb. A 2018 Nebbiolo with a balance of rare local vines that tells very well the essence, identity and potential of the territory of origin, namely Valtellina.
From overripe grapes, long maceration, steel. Between ruby ​​and garnet, a very bright colour, a very expressive and intense bouquet, it smells of Valtellina, but also shows its own peculiar identity probably due to the choice of overripe grapes. Hints of plum, rose, carob flour, balsamic and medicinal herbal notes.
It makes a discreet, silky, balanced entrance, dazzling acidity backed by a marked fruitiness, barely whispered rusticity, fine tannins and very persistent linear development with a return of ripe fruit.
Without hesitation I can define it as a very good, enjoyable and exciting wine. I wouldn’t suggest waiting too long to drink it, but it’s very good now so you can open it without fear.

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Barolo 2015 del Comune di La Morra – Eraldo Viberti

Il Barolo del Comune di La Morra 2015 di Eraldo Viberti è Vino potente, franco, molto aperto e godibile già nella sua gioventù, accostato a un Brasato con cipolle per un risultato sicuro.

L’annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un’ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Granato vivo il colore. Al naso prevalgono il fruttato fresco di marasca e melograno e poi la foglia di the, la rosa, erbe aromatiche, radici e spezie residuali.
Sorso vigoroso e piacevole, dalla grande precisione e definizione. Parte caldo, sprigiona volume e succo e poi si innerva di grande acidità, si allunga, il tannino è rigoroso e di giusta forza. Grande persistenza finale tutto sul frutto fresco.

Vino buono e convincente a un prezzo invitante e con ottime prospettive per il futuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.
Brasato e Barolo
Enonauta/Degustazione di Vino #186 - Barolo del Comune di La Morra 2015 - Eraldo Viberti | L'annata si sente, ma è a mio avviso qui declinata con grande perizia e il vino pur restando su registri caldi e materici ha un bilanciamento e un'ottima bevibilità che non si scorda senza mai apparire straripante o surmaturo.

Barolo del Comune di La Morra 2015 by Eraldo Viberti

The Barolo del Comune di La Morra 2015 by Eraldo Viberti is a powerful, frank wine, very open and enjoyable even in its youth, paired with a braised meat with onions for a sure result.

You can feel the vintage, but in my opinion it is expressed here with great skill and the wine, while remaining warm and tactile, has a balance and excellent drinkability that is not forgotten without ever appearing overflowing or overripe.
The color is bright garnet. On the nose the fresh fruitiness of morello cherry and pomegranate prevails and then the tea leaf, rose, aromatic herbs, roots and residual spices.
Vigorous and pleasant sip, with great precision and definition. It starts out hot, releases volume and juice and then becomes innervated with great acidity, lengthens, the tannin is rigorous and of the right strength. Great final persistence all on the fresh fruit.

Good and convincing wine at an inviting price and with excellent prospects for the future.

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LOVE and PIF 2017 – Aligotè – Domaine Recrue des Sens

LOVE and PIF 2017 – Aligotè – Domaine Recrue des Sens

Yann Duriex è un giovane vignaiolo che dal 2010 (dopo aver lavorato a lungo presso il mitico Domaine Prieure Roch) si è messo in proprio nella Hautes-Côtes-de-Nuits, inizialmente con soli due ettare e mezzo (oggi nove) e recuperando vecchie vigne di famiglia, oggi affiancate da parcelle in affitto. Negli ultimi anni è diventato un “vigneron-star” a livello mondiale ed i suoi vini, assolutamente di impronta naturale-artigianale, sono ricercatissimi e molto costosi. Ha scelto, in maniera piuttosto coraggiosa, di rinunciare alla denominazione locale e nelle sue etichette (tutte in stile iper-moderno/fumettistico) non compare nessun riferimento enografico alla Borgogna. Questa scelta non è certamente una mancanza di riconoscenza nei confronti di un territorio che conosce profondamente, quanto una scommessa (a quanto pare vinta) sulle proprie capacità e sulla propria personale idea di fare vino.

Emozionare con un Aligotè da 11% alcolici non è veramente cosa facile. Eppure LOVE and PIF ci riesce in maniera spiazzante. Il vino è delizioso e si posiziona due/tre spanne sopra ogni altro altro Aligoté assaggiato fino ad oggi. Il suo colore giallo paglierino archetipico regala al naso intensi e ben definiti sentori agrumati (in particolare limone e bergamotto), fiori bianchi e miele di acacia. Al palato sprigiona sferzante energia, grande freschezza (lontana dalle iper-acidità di molti Aligotè), sapidità e mineralità. È un vino molto gastronomico (ma non un “glou-glou”) e di corpo è abbastanza fine, senza per questo essere privo di personalità e sostanza. Al palato la materia è presente, il fluido e sempre teso, vivo e dotato di una sua profondità ed ampiezza.

Bevendo questo vino ho avuto la sensazione di trovarmi al cospetto di un’altra categoria. Forse di un fuori classe. Si avverte, come spiazzante, un interrogativo rispetto alle possibilità medie del vitigno. Ci si chiede ad un certo punto: “Ma sarà un Aligotè in purezza?” (lo è). È un vino che a me è piaciuto moltissimo, che avevo preso come entry level (tutt’altro che economico), intimorito dai prezzi degli altri suoi vini (Pinot Noir e Chardonnay). Ma da oggi l’ho appuntato sulla lista dei desideri enoici per il 2022.

Enonauta/Degustazione di Vino #185 - LOVE and PIF 2017 - Domaine Recrue des sense | Emozionare con un Aligotè da 11% alcolici non è veramente cosa facile. Eppure LOVE and PIF ci riesce in maniera spiazzante.
Enonauta/Degustazione di Vino #185 - LOVE and PIF 2017 - Domaine Recrue des sense | Emozionare con un Aligotè da 11% alcolici non è veramente cosa facile. Eppure LOVE and PIF ci riesce in maniera spiazzante.

LOVE and PIF 2017 – Aligotè – Domaine Recrue des Sens

Yann Duriex is a young winemaker who since 2010 (after having worked for a long time at the legendary Domaine Prieure Roch) has set up his own business in the Hautes-Côtes-de-Nuits, initially with just two and a half hectares (today nine) and recovering old family vineyards, now flanked by rented plots. In recent years he has become a “star vigneron” on a global level and his wines, absolutely natural-artisan in nature, are highly sought after and very expensive. He chose, rather courageously, to renounce the local denomination and in his labels (all in a hyper-modern/cartoonish style) no enographic reference to Burgundy appears. This choice is certainly not a lack of gratitude towards a territory he knows deeply, but rather a bet (apparently won) on his own abilities and his own personal idea of ​​making wine.

Getting excited with an 11% alcohol Aligotè is really not easy. Yet LOVE and PIF succeeds in a surprising way. The wine is delicious and ranks two/three heads above any other Aligoté tasted to date. Its archetypal straw yellow color gives the nose intense and well-defined citrus scents (in particular lemon and bergamot), white flowers and acacia honey. On the palate it releases lively energy, great freshness (far from the hyper-acidity of many Aligotè), flavor and minerality. It is a very gastronomic wine (but not a “glou-glou”) and is quite fine in body, without being devoid of personality and substance. On the palate the matter is present, the fluid is always tense, alive and equipped with its own depth and breadth.

While drinking this wine I had the sensation of finding myself in the presence of another category. Maybe someone out of class. There is a surprising question regarding the average possibilities of the vine. At a certain point we ask ourselves: “But will it be a pure Aligotè?” (it is). It is a wine that I liked very much, which I had bought as an entry level (far from cheap), intimidated by the prices of its other wines (Pinot Noir and Chardonnay). But as of today I’ve pinned it on my wine wish list for 2022.

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Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Ogni tanto bisogna prendersi il rischio di stappare una di quelle bottiglie, ad esempio il Barolo Sarmassa 2010 di Brezza, cercate e tenute da parte, una di quelle bottiglie su cui abbiamo proiettato aspettative rilevanti e farlo senza un’occasione precisa se non per celebrare la gioia di vivere. Così da dare una misura al vino e alle proprie convinzioni. Ad esempio la mia di cercare di bere il Barolo sempre, o quasi sempre, nella finestra 10/12 anni per cercare di intercettare il liquido nella fase di massima espressività prima dell’inizio della fase discendente.
In questo caso si sarebbe potuto aspettare ancora qualche anno vista l’integrità e le caratteristiche del vino, ma la mia convinzione si rafforza.

Barolo classicista con invecchiamento in botte grande con uve dal cru posto a nord di Barolo verso il confine con La Morra.

Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Colore granato vivo, complessità e finezza olfattiva. Apre con una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta, lampone e melograno, floreale residuale, carruba, eucalipto, sentori minimi di cuoio fresco e di spezie. Preciso e intenso anche nel tempo.
In bocca è un crescendo continuo, non è un vino da esposizione che lascia di stucco in ingresso, lascia semmai estasiati in uscita, con quella sua lunga scia balsamico/sapida, con la sua struttura, la sua stoffa, lo scheletro solido di questo vino che promette di essere buono anche in tempo X lontano da noi, il suo bilanciamento, questa progressione di gusto che non finisce, la bevibilità incredibile, ebbe ragione chi ne intravide le potenzialità a suo tempo e peccato per tutte quelle bottiglie imprigionate nelle cantine dei mercanti del nordeuropa.

Il mio consiglio a chi lo dovesse trovare è di prenderne quanto più possibile.

Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Every now and then we have to take the risk of uncorking one of those bottles, for example the Barolo Sarmassa 2010 by Brezza, sought out and kept aside, one of those bottles on which we have projected significant expectations and doing so without a specific occasion other than to celebrate the joy of life. So as to give a measure to the wine and to one’s own beliefs. For example, mine is to try to drink Barolo always, or almost always, in the 10/12 year window to try to intercept the liquid in the phase of maximum expressiveness before the beginning of the descending phase.
In this case we could have waited a few more years given the integrity and characteristics of the wine, but my conviction is strengthened.

Classicist Barolo aged in large barrels with grapes from the cru located north of Barolo towards the border with La Morra.

Great expressive finesse, precision, elegance, structure, prediction of future life that cannot be calculated if preserved in the best possible way.

Bright garnet color, complexity and olfactory finesse. It opens with a minty note that accompanies the entire drinking time, raspberry and pomegranate, residual floral, carob, eucalyptus, minimal hints of fresh leather and spices. Precise and intense even over time.
In the mouth it is a continuous crescendo, it is not a show wine that leaves you stunned on entry, if anything it leaves you enraptured on the way out, with its long balsamic/savory trail, with its structure, its fabric, the solid skeleton of this wine which promises to be good even in time far from us, its balance, this progression of taste that never ends, the incredible drinkability, those who glimpsed its potential at the time were right and it’s a shame for all those bottles imprisoned in the cellars of Northern European merchants.

My advice to anyone who finds it is to get as much as possible.

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The Schubert Theorem 2016 – Standish Winery- Barossa Valley

The Schubert Theorem 2016 – Standish Winery– Barossa Valley

La bottiglia si presenta pesantissima e completamente nera (compresa etichetta, controetichetta e ceralacca). Appare solo in controluce l’incisione di una formula matematica ed il nome The Schubert Theorem. Questa presentazione dall’aspetto enigmatico e fascinoso, ha sortito in me un “effetto aspettativa” decisamente elevato. Il quale è stato ampiamente superato, oserei dire surclassato, dall’esperienza sensoriale di questo Syrah in purezza delle Barossa Valley.

Il vino si presenta con un compatto ed assolutamente impenetrabile rosso porpora scuro, inchiostrato e denso. Il naso è un esplosione di complessità ed intensità che è possibile avvertire nitidamente anche a 20 cm dal calice. Piccoli frutti rossi e neri in composta (in particolare mirtillo e mora), pepe nero, radice di liquerizia, tabacco, cioccolato, torrefazione, inchiostro.

In bocca il vino è dirompente. La concentrazione è oltre i livelli massimi sperimentati, viscosa, totalizzante e suadente. Caldo e morbido prende spazio nel palato in maniera inaspettatamente dinamica e fluente. L’alcool è eccezionalmente gestito ed integrato a tannini di velluto, definitissimi, multidimensionali. Non tardano ad arrivare, in soccorso alla dinamica del sorso, una bellissima acidità ed una buona sapidità, che regalano al vino bevibilità e scioltezza, sopratutto in relazione alla tipologia di vino di cui stiamo parlando. Persistenza importante e finale lunghissimo, con un ritorno coerente sul frutto scuro (questa volta fresco) e sulla spezia dolce.

Questo Syrah in purezza (proveniente da uno dei migliori produttori del paese, all’interno della zona più vocata in assoluto) credo sia assolutamente sconosciuto e pressoché introvabile in Italia.

Io l’ho ricevuto in regalo, ed è stata un esperienza entusiasmante. Premetto che non sono un appassionato della tipologia dei vini iper-concetrati e “muscolosi”, né del vitigno (fatta ovvia eccezione dei grandi Syrah del Rodano). Inoltre, prima di questo vino, la mia esperienza con i vini australiani era relegata a qualche bottiglia di basso profilo, facilmente reperibile nella GDO. Questo per dire che una certa dose di preconcetto era presente in me. Ed è stata spazzata via al primo sorso.

La qualità del vino è assolutamente eccezionale, un vino di cui è difficile non infatuarsi quasi in tempo reale e tenerlo a lungo impresso nella memoria sensoriale. Un vino seducente e sensuale, ma mai semplice o monocorde, anzi direi stratificato e vivissimo. Certamente non è un vino quotidiano, né per tipologia e caratteristiche, né tanto meno per il prezzo, decisamente elevato.

È però un esperienza veramente interessante che consiglio a chi abbia passione per il genere o per chi sia decisamente incuriosito dal cimentarsi con un vino Australiano di fascia alta. A mio modesto parere (ma forse anche secondo JS che nel 2020 lo ha posto al 4° gradino della sua classifica dei migliori 100) questo Syrah non sfigurerebbe se confrontato alla cieca con molti blasonati Hermitage del Rodano Settentrionale.

Enonauta/Degustazione di Vino #183 - The Schubert Theorem 2016 - Standish Winery | In bocca il vino è dirompente. La concentrazione è oltre i livelli massimi sperimentati

The Schubert Theorem 2016 – Standish Winery – Barossa Valley

Enonauta/Degustazione di Vino #183 - The Schubert Theorem 2016 - Standish Winery | In bocca il vino è dirompente. La concentrazione è oltre i livelli massimi sperimentati

The Schubert Theorem 2016 – Standish Winery – Barossa Valley

This bottle is very heavy and completely black (including label, back label and sealing wax). Only against the light appears the engraving of a mathematical formula and the name The Schubert Theorem. This presentation, with its enigmatic and fascinating appearance, had a decidedly high “expectation effect” in me. Which was largely surpassed, dare I say outclassed, by the sensorial experience of this pure Syrah from the Barossa Valley.

The wine presents a compact and absolutely impenetrable dark purple red, inky and dense. The nose is an explosion of complexity and intensity that can be clearly perceived even 20 cm from the glass. Small red and black fruits in compote (especially blueberry and blackberry), black pepper, liquorice root, tobacco, chocolate, roasting, ink.

In the mouth the wine is explosive. The concentration is beyond the maximum levels experienced, viscous, all-encompassing and persuasive. Warm and soft, it takes up space on the palate in an unexpectedly dynamic and flowing way. The alcohol is exceptionally managed and integrated with velvety, very defined, multidimensional tannins. A beautiful acidity and a good flavor are not long in arriving to help the dynamics of the sip, which give the wine drinkability and looseness, especially in relation to the type of wine we are talking about. Important persistence and a very long finish, with a consistent return to the dark fruit (this time fresh) and the sweet spice.

This pure Syrah (coming from one of the best producers in the country, in the most suitable area of ​​all) I believe is absolutely unknown and almost impossible to find in Italy.

I received it as a gift, and it was an exciting experience. Let me start by saying that I am not a fan of the type of hyper-concentrated and “muscular” wines, nor of the grape variety (with the obvious exception of the great Syrahs from the Rhône). Furthermore, before this wine, my experience with Australian wines was relegated to a few low profile bottles, easily available in large-scale retail trade. This is to say that a certain amount of preconception was present in me. And it was blown away at the first sip.

The quality of the wine is absolutely exceptional, a wine with which it is difficult not to become infatuated almost in real time and keep it imprinted in the sensorial memory for a long time. A seductive and sensual wine, but never simple or monotonous, indeed I would say layered and very lively. It is certainly not an everyday wine, neither for its type and characteristics, nor for the decidedly high price.

However it is a truly interesting experience that I recommend to those who have a passion for the genre or to those who are decidedly intrigued by trying their hand at a high-end Australian wine. In my humble opinion (but perhaps also according to JS who in 2020 placed it on the 4th step of its ranking of the best 100) this Syrah would not look out of place if blindly compared with many of the famous Hermitages of the Northern Rhône.

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Valpolicella Superiore 2016 – Ferragú

VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 – FERRAGÚ – Valpolicella Doc

Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Corvina, Corvinone, Croatina, Oseleta, Rondinella. Leggero appassimento e 24 mesi in barrique di rovere americano.
Rosso scuro, assolutamente impenetrabile. L’idea noumenica dell’impenetrabilità. Molto espressivo a qualche ora dall’apertura con sentori di frutta matura, confettura di more, mirtillo, spezie, tabacco, cenere.
Caldo e di corpo, mai viscoso però. Fluisce anzi, ha dinamica e freschezza, riempie il cavo orale di gusto, con forza di gusto brillante non meramente muscolare, tannino fine e pungente, a tratti sapido. Finisce lungo sul frutto, balsamico.

Testato a cena e nel dopo cena con apprezzamento generale.

A fine bottiglia mi ispira una quartina:

Ferragú Ferragú
Ne vorrei un’altra in più
Ma purtroppo non ce l’ho
Con la voglia rimarrò.

Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.

VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 – FERRAGÚ – Valpolicella Doc

More of an Amarone than a Valpolicella Superiore in my opinion. But more of a dynamic Amarone than a pachydermal Amarone with a carpet effect on the palate with which to engage in a lethal melee.
Corvina, Corvinone, Croatina, Oseleta, Rondinella. Light drying and 24 months in American oak barriques.
Dark red, absolutely impenetrable. The noumenal idea of ​​impenetrability. Very expressive a few hours after opening with hints of ripe fruit, blackberry jam, blueberry, spices, tobacco, ash.
Warm and full-bodied, but never viscous. Indeed, it flows, it has dynamics and freshness, it fills the oral cavity with flavour, with a brilliant strength of taste that is not merely muscular, fine and pungent tannin, at times savory. It ends long on the fruit, balsamic.

Tested at dinner and after dinner with general appreciation.

At the end of the bottle a quatrain inspires me:

Ferragú Ferragú
Ne vorrei un’altra in più
Ma purtroppo non ce l’ho
Con la voglia rimarrò.

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Mason 2015 – Manincor

Mason 2015 – Manincor – Pinot Nero/Caldaro/Alto Adige Doc

Il Mason 2015 di Manincor è una bottiglia che mi riconcilia col Pinot Nero, italiano o transalpino che sia, da cui finisco spesso deluso. Per l’essere costantemente in bilico tra un’apparente scarnezza e una forza espressiva inarginabile. La precisione, la pulizia unite a una complessità non trascurabile di un vino che non appare mai sovracostruito.
Pinot nero, fermentazione con lieviti indigeni, due settimana di macerazione, 16 mesi di barrique (20 percento nuove), sempre a contatto con le fecce.
Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet dove troviamo i frutti rossi come la fragolina di bosco e il lampone, il mazzetto aromatico, la china, lievi sentori di spezie e di affumicato.
Al palato brilla per la lineare e lunga progressione, la freschezza diffusa e l’intensa espressione di gusto, il tannino setoso, un equilibrio e una piacevolezza generale da ricordare. Finisce con un bel ricordo di frutto “vero” e spezie dolci.
Un bel riconciliarsi col Pinot Nero con questo Mason che ricordavo buono e che ritrovo buono.
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...

Mason 2015 – Manincor – Pinot Noir/Caldaro/Alto Adige Doc

Manincor’s Mason 2015 is a bottle that reconciles me with Pinot Noir, whether Italian or transalpine, which I often end up disappointed by. For being constantly in the balance between an apparent sparseness and an unstoppable expressive force. Precision, cleanliness combined with a non-negligible complexity of a wine that never appears over-constructed.
Pinot noir, fermentation with indigenous yeasts, two weeks of maceration, 16 months in barrique (20 percent new), always in contact with the lees.
Wine with a rare brightness, open, clean and direct in the bouquet where we find red fruits such as wild strawberry and raspberry, the aromatic bunch, cinchona, light hints of spices and smoke.
On the palate it shines with its linear and long progression, the widespread freshness and the intense expression of taste, the silky tannins, a balance and a general pleasantness to remember. It ends with a nice hint of “real” fruit and sweet spices.
A nice reconciliation with the Pinot Noir with this Mason which I remembered as good and which I find good again.

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Okenio 2016 – Terradonnà

Okenio 2016 – Terradonnà
Val di Cornia Doc

I Vini Di Natale 2021 #3 (ancora anche se è già capodanno)
La Sorpresa

Mai visto questa bottiglia in vita mia. Arriva sulla tavola di natale preceduta da una nota sul suo prezzo e dalle lodi di chi la portò. Dunque si genera l’Hype.

Cabernet Sauvignon coltivato a Suvereto, lunga macerazione, malolattica e seguente invecchiamento in barriques per 14 mesi, poi affinamento in bottiglia 30 mesi.
In effetti è un bel vino. Un cabernet sauvignon sostanzioso, denso, che a differenza di molti suoi omologhi italiani bevuti nel recente passato non porta in dote sentori vegetali marcati e un sorso talvolta disunito.
Qui ci sono profumi di frutta scura, cassis e mirtillo, a maturazione piena, tabacco e cacao, chiodo di garofano, a tratti terragno, e sono profumi intensi, non è un vino che che indugia nel proporsi al bevitore.
Il sorso è caldo e voluminoso, di buon gusto, intenso, forse difetta un po’ in acidità e per questo mi vien di pensare che non sia il caso di aspettare tanto per stapparlo, anzi credo proprio che il momento giusto per questo 2016 sia adesso che anche il tannino appare ben maturo. Resto piacevolmente impressionato seppure non sia un bevitore di “vinoni”. Principalmente per la sensazione di aver bevuto un vino ottenuto da uve mature e che in questa densità ci sia anche una buona definizione.
Se valga o meno il suo prezzo non saprei dirlo anche perché i prezzi ormai sono spesso inspiegabili e di conseguenza invalutabili.

Enonauta/Degustazione di Vino #180 - Okenio 2016 - Terradonnà | densità e definizione in questo Cabernet da Suvereto

Okenio 2016 – Terradonnà
Val di Cornia Doc

Christmas Wines 2021 #3 (still even if it’s already New Year’s Eve)
The surprise

Never seen this bottle in my life. It arrives on the Christmas table preceded by a note on its price and the praise of the person who brought it. Therefore Hype is generated.

Cabernet Sauvignon grown in Suvereto, long maceration, malolactic and following aging in barriques for 14 months, then refinement in bottle for 30 months.
It’s actually a nice wine. A substantial, dense cabernet sauvignon, which unlike many of its Italian counterparts drunk in the recent past does not bring marked vegetal hints and a sometimes disjointed sip.
Here there are aromas of dark fruit, cassis and blueberry, when fully ripe, tobacco and cocoa, clove, at times earthy, and they are intense aromas, it is not a wine that lingers in presenting itself to the drinker.
The sip is warm and voluminous, with good taste, intense, perhaps lacking a little in acidity and for this reason I think that there is no need to wait so long to uncork it, in fact I really believe that the right time for this 2016 is now that the tannin also appears well ripe. I am pleasantly impressed even though I am not a “wine” drinker. Mainly for the sensation of having drunk a wine made from ripe grapes and that in this density there is also a good definition.
I couldn’t say whether it’s worth its price or not, also because the prices are now often inexplicable and consequently invaluable.

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