Bottiglie, Degustazioni

Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

(le belle sorprese da poco più di 10 euro)

Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

L’azienda Le Calle si trova a Cinigiano in provincia di Grosseto. Tra il Monte Amiata e il mare Tirreno.
Questo Montecucco è prodotto con uve Sangiovese 90 percento e Ciliegiolo.
Vino artigianale, senza invecchiamento in legno.
Conservavo un buon ricordo di un bicchiere bevuto un paio d’anni addietro, trovo una bottiglia in enoteca e decido di rinfrescarlo.

Vino di colore scuro, immediato, con sentori di viola, marasca, ematico/terroso, pepe nero. Semplice e diretto.
Sorso caratterizzato da robusta fruttuosità e spiccata sapidità, gioviale e appena rustico, gli si perdona quel po’ di alcol di troppo in virtù di un sorso decisamente piacevole e corposo, mai sfuggente, ben definito. Tannini possenti, ma ben scolpiti.

Se non è un campione di finezza, lo è certamente di concretezza.

Benissimo con le mezze pipe al Ragù di Manzo e Prosciutto.

Enonauta/Degustazione di Vino #314 - review - Montecucco "Campo Rombolo" 2020 - Le Calle | le belle sorprese da poco più di 10 euro
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Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

The Le Calle company is located in Cinigiano in the province of Grosseto. Between Mount Amiata and the Tyrrhenian Sea.
This Montecucco is produced with 90 percent Sangiovese and Ciliegiolo grapes.
Artisanal wine, without aging in wood.
I had a good memory of a glass I drank a couple of years ago, I find a bottle in a wine shop and decide to refresh it.

Dark colored wine, immediate, with hints of violet, morello cherry, blood/earthy, black pepper. Simple and direct.
Sip characterized by robust fruitiness and marked flavor, jovial and slightly rustic, it is forgiven for that little bit too much alcohol by virtue of a decidedly pleasant and full-bodied sip, never elusive, well defined. Powerful but well-sculpted tannins.

If he is not a champion of finesse, he is certainly one of concreteness.

Excellent with mezze pipes with beef ragout and ham.

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Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

Il nome de Le Masse di Lamole è apparso spesso sulle pagine de L’Enonauta (vedi qui).


Un Sangiovese di Lamole, oltre 600 metri slm, vinificato in acciaio e con invecchiamento in botti di castagno.

Un Chianti Classico/Sangiovese smagliante, di colore vivace, giovane, con profumi di agrumi, lampone e lavanda in mezzo a un onda di floreale fragrantissimo. Con qualche eco di sottobosco e spezie. Tutto qui. Nettamente, con vigoria. Un tutto qui che è assai.

Enonauta/Degustazione di Vino #313 - review - Chianti Classico 2018 - Le Masse di Lamole | L'essenza del Terroir ben spiegata in toscano

Freschissimo al palato, diretto, schietto di carattere, ma equilibrato nel suo sviluppo, lineare, giustamente alcolico e tannico per un sorso tonico, ma sempre ben definito e direzionato. Retrogusto agrumato e di frutti rossi dolci, molto aperto sul finale. Vino identitario, territoriale, comprensibile e ampiamente godibile. Il consiglio di abbinarlo con la bistecca è inevitabile e altrettanto inevitabile è specificare che una bottiglia a persona è la “giusta proporzione” in questo caso.

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Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

The name of Le Masse di Lamole often appeared in the pages of L’Enonauta (see here).

A Sangiovese from Lamole, over 600 meters above sea level, vinified in steel and aged in chestnut barrels.

A dazzling Chianti Classico/Sangiovese, lively in color, young, with aromas of citrus, raspberry and lavender amidst a wave of very fragrant florals. With some echoes of undergrowth and spices. That’s all. Clearly, with vigor. An all here which is a lot.

Very fresh on the palate, direct, frank in character, but balanced in its development, linear, rightly alcoholic and tannic for a tonic sip, but always well defined and directed. Citrus and sweet red fruit aftertaste, very open on the finish. Wine with identity, territorial, understandable and widely enjoyable. The advice to pair it with steak is inevitable and equally inevitable is to specify that one bottle per person is the “right proportion” in this case.

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L’Alberello 2018 Bolgheri Superiore – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco – Bolgheri Superiore

“Pole Bolgheri permettisi di pareggiare con tutti gli altri territori vocati così da poter essere considerato vocato allo stesso modo?”
Prendo a prestito, parafrasandola, una famosa battuta del film “Berlinguer ti voglio bene” per introdurre le mie note su questo Bolgheri Superiore.
Certi assaggi ci dicono di sì e questo è tra quelli. Assaggiato in diverse occasioni nel 2022, occasioni in cui mi sembrò sempre un vino piuttosto convincente, stappo finalmente una bottiglia a casa.

Cabernet Sauvignon per il 70 percento Cabernet Franc per il restante 30. Un anno in barrique e un anno in bottiglia. Questo si evince dalla scheda tecnica reperibile sul sito aziendale. Altrove si legge che il blend si completa con un saldo di Petit Verdot.

Veste color rubino scuro, impenetrabile, vino aperto, gioviale, profumato e non ci mette molto a presentarsi con ricordi di cassis, spezie dolci, mirto, timo fresco pestato e reminiscenze di tabacco, terrose e vagamente balsamiche.

Caldo senza mai strabordare, freschezza misurata molto larga/diffusa, buon corpo, ricchezza di gusto e tannini ben maturi per un sorso gratificante ed equilibrato dal lungo finale fruttato/balsamico.

Approcciabile e godibile fin da subito, ma non escluderei ottimi risultati anche nel tempo. Ma sicuramente consiglio a chi ne avesse comprate alcune bottiglie di stapparne una subito.

Enonauta/Degustazione di Vino #312 - review - L'Alberello 2018 - Grattamacco | Bolgheri Superiore accessibile e già approcciabile
L’Alberello 2018 – Grattamacco
Enonauta/Degustazione di Vino #312 - review - L'Alberello 2018 - Grattamacco | Bolgheri Superiore accessibile e già approcciabile
L’Alberello 2018 – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco – Bolgheri Superiore

“Do Pole Bolgheri allow itself to equalize with all the other suitable territories so that it can be considered equally suited?”
I borrow, paraphrasing it, a famous line from the film “Berlinguer I love you” to introduce my notes on this Bolgheri Superiore.
Certain tastings tell us yes and this is among them. Tasted on several occasions in 2022, occasions on which it always seemed to me to be a rather convincing wine, I finally uncorked a bottle at home.

Cabernet Sauvignon for 70 percent Cabernet Franc for the remaining 30. One year in barrique and one year in bottle. This can be seen from the technical data sheet available on the company website. Elsewhere we read that the blend is completed with a balance of Petit Verdot.

It has a dark ruby ​​colour, impenetrable, an open, cheerful, perfumed wine and it doesn’t take long to present itself with memories of cassis, sweet spices, myrtle, fresh crushed thyme and reminiscences of tobacco, earthy and vaguely balsamic.

Warm without ever overflowing, very broad/widespread measured freshness, good body, richness of taste and well-ripe tannins for a gratifying and balanced sip with a long fruity/balsamic finish.

Approachable and enjoyable right away, but I wouldn’t rule out excellent results over time too. But I certainly advise anyone who has bought a few bottles to uncork one immediately.

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UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

La giornata a ViniVeri è una delle mie preferite nel Calendario del Vinomane/Winewriter. Anzi, forse è la mia preferita. E continua a essere la mia preferita, alla pari con gli eventi organizzati da L’Acquabuona (https://www.acquabuona.it/), anche dopo aver frequentato negli anni una miriade di festival, fiere, esposizioni, etc.
E il motivo è semplice, come spesso è ciò che ti convince e soddisfa. Lo spazio e l’atmosfera.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Viniveri è forse l’occasione in cui si riescono a scambiare il maggior numero di parole col prossimo. In cui si riesce a bere/degustare senza l’incombente presenza fisica di migliaia di altre persone, a camminare liberi, a respirare, a riflettere il tempo necessario su quanto si è appena bevuto. E da quest’anno con un nuovo spazio espositivo e uno spazio ristoro di buon livello.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Per cosa ricorderemo Viniveri Cerea 2023?

Sicuramente ci sono le conferme di quanto di buono assaggiato ad Assisi.
Ne abbiamo scritto qui: https://wp.me/pavwJ6-T3

Su tutto il Barolo Brunate 2019 di Rinaldi che pare un vino immaginario partorito dall’immaginazione di una mente illuminata come quella di Borges o di Elemire Zolla, vino di evidente e persuasiva precisione articolata in un linguaggio enoico comprensibile a tutti, non artificioso. Segno che chi continua l’opera di Citrico ha i numeri per farlo.

Il Bramaterra della famiglia Antoniotti, 2019 al banco, che anno dopo anno consolida una reputazione dovuta a ripetuti brillanti assaggi e ottime bottiglie stappate.

Il Pendio, azienda della Franciacorta che incontro per la prima volta in questa occasione, che porta in assaggio dei Metodo Classico di grande personalità lontani da certi standard del luogo da cui solitamente mi tengo lontano.

Massa Vecchia da Massa Marittima, con i cui vini in passato ho un po’ discusso, che ha tra le proposte il Rosato 2019 e il Sangiovese 201 . Sul Sangiovese superiore e sul Vermentino sul momento dell’assaggio si sono formate però delle riserve (un gioco di parole non premeditato). Da riprovare.

Laiolo Reginin con le sue Barbera. Dalla sapida e succosa agilita de La Mora alla struttura più importante, ma mai imballata, del Nizza Lai Man, passando per la sempre vitale e identitaria Barbera Da Sul.

Ronco Severo: simpatia e grandi vini. Combo perfetta.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Eugenio Rosi che forse è il produttore, tra quelli che portano un buon numero di etichette, con la qualità media più alta su tutta la proposta. In crescita costante.

Zampaglione che porta al banco un Fiano del 2007 che lascia incantati a riflettere sulle potenzialità espressive e di invecchiamento del vino.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

E ci rivedremo nel 2024.

Fotografie di Dario Agostini

Viniveri Cerea 2023 una delle principali manifestazioni del vino italiane
Viniveri Cerea 2023
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Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Pasqua avara, ma il dopo Pasqua si apre con questo cimelio riportato dall’ultima edizione di Viniveri a Cerea.

Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Al banco a Cerea si rimane colpiti dalla forza e dalla precisione con cui si esprime questo vino. I cui profumi e il cui gusto ricordano quanto espresso nelle annate più recenti a sottolineare un’idea e una identità netta, ma se vogliamo con ancora più riconoscibilità.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Il colore è giallo scuro, meno tendente all’arancio di quanto appaia in foto, ed è appena velato. E non lo definirei un orange wine. Lo classificherei più come un bianco tradizionale. Non è un orange. Degli orange non ha la vena confusionaria che spesso li contraddistingue al naso e non ha quel tocco un po’ sgraziato da cui spesso, non tutti specifichiamo, vengono caratterizzati.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Sentori di nespole, elicriso secco, caramella d’orzo, datteri, col passare del tempo si concentrano aromi di purea di albicocche, cera d’api, il piretro che avevo riscontrato nel 2020 bevuto, e raccontato, da poco.

Il Sorso è secco, incisivo, piuttosto preciso nelle sue suggestioni, molto equilibrato e persistente. Dotato di una eleganza rustica e confortevole, per analogia come una bella giacca alla cacciatora di panno. Il ritorno del frutto nel centrobocca e sul finale brilla per integrità, e nel complesso è certamente un vino dalla spiccata personalità.

È uno dei pochi vini che mi sentirei di paragonare al Trebbiano di Valentini. Proprio per il fatto che al pari suo non somiglia a nessun altro vino e si somigliano in questo. Nell’essere unici e tradizionalmente fuori da ogni schema.

Nel momento in cui chiudo questa nota l’ultimo gróndo di vino e di residui sono nel bicchiere da 48 ore. Non c’è traccia di derive. Purea di albicocche, c’era d’api, vegetale aromatico. Uno stress test che mi capita talvolta di fare con quei vini che sembrano avere un bel rapporto con l’aria.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

A stingy Easter, but the post-Easter period opens with this relic brought back from the latest edition of Viniveri in Cerea.

Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.

At the counter in Cerea you are struck by the strength and precision with which this wine is expressed. Whose aromas and taste are reminiscent of what was expressed in the most recent vintages to underline an idea and a clear identity, but if we want with even more recognisability.

Enonauta/Wine Tasting #311 – review – Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione | Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.
The color is dark yellow, less orange than it appears in the photo, and is barely veiled. And I wouldn’t call it an orange wine. I would classify it more as a traditional white. It’s not orange. Of oranges it does not have the confusing streak that often distinguishes them on the nose and it does not have that slightly awkward touch by which they are often, not all of us specified, characterized.

Enonauta/Wine Tasting #311 – review – Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione | Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.
Hints of medlar, dried helichrysum, barley candy, dates, as time goes by, aromas of apricot puree, beeswax, and the pyrethrum that I had recently encountered in 2020 were concentrated.

The sip is dry, incisive, rather precise in its suggestions, very balanced and persistent. Equipped with a rustic and comfortable elegance, by analogy like a beautiful cloth hunter’s jacket. The return of the fruit in the mid-mouth and on the finish shines with integrity, and overall it is certainly a wine with a strong personality.

It is one of the few wines that I would compare to Valentini’s Trebbiano. Precisely for the fact that like it it does not resemble any other wine and they are similar in this. In being unique and traditionally outside of any mold.

By the time I close this note, the last drop of wine and residue has been in the glass for 48 hours. There is no trace of drifts. Apricot puree, bee’s cabbage, aromatic vegetable. A stress test that I sometimes do with those wines that seem to have a good relationship with air.

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Soave Castelcerino 2019 – Filippi

Soave Castelcerino 2019 – Filippi – Soave Colli Scaligeri Doc

Pasqua avara di soddisfazioni enoiche e allora recupero questa bevuta consumata appena prima della festa e che mi ha lasciato un bel ricordo.

Soave Tripla A che muove opinioni anche molto diverse e che da un po’ volevo provare. Trovo un 2019 online e non me lo lascio scappare.

Garganega da vigne su suoli vulcanici. Fermentazione spontanea e sosta sulle fecce in acciaio.

Colore bello, giallo intenso, brillante, ha un bel corredo aromatico che spazia dal narciso alla noce di macadamia, dalla drupa matura al miele millefiori, fino a ricordi vegetali aromatici e speziati.
Al palato dà il meglio. Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido, strutturato con acidità appena pungente e una trama spessa. Il ritorno del frutto è ingente, così come di suggestioni legate al miele, alla scorza di cedro.
Bottiglia dalla piacevolezza di beva impressionante che si svuota a velocità record.

Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido
Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido
Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido

Soave Castelcerino 2019 – Filippi – Soave Colli Scaligeri Doc

Easter is stingy with wine satisfaction and so I recover this drink consumed just before the party and which left me with a beautiful memory.

Soave Triple A which raises very different opinions and which I have wanted to try for a while. I find a 2019 online and I don’t let it slip away.

Garganega from vineyards on volcanic soils. Spontaneous fermentation and rest on the lees in steel.

Beautiful colour, intense, brilliant yellow, it has a beautiful aromatic complement that ranges from narcissus to macadamia nut, from ripe drupe to wildflower honey, up to aromatic and spicy vegetal memories.
It gives its best on the palate. Tasty sip (can we say?) dynamic, savory, structured with slightly pungent acidity and a thick texture. The return of the fruit is huge, as well as suggestions linked to honey and cedar peel.
Bottle with impressive drinking pleasure that empties at record speed.

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Gite in Cantina, Luoghi del Vino

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

“Un sentiero è sempre un sentiero anche nella nebbia” questo afferma il Signor Geiser protagonista del racconto L’uomo dell’Olocene di Max Frisch. E cosa più della tradizione è un sentiero che rimane tale anche nella nebbia?

Ed è così che ci avviamo verso il Piemonte, con l’intenzione di incontrare alcuni interpreti della tradizione vinicola di Langa.

Novembre è il mese dell’estate indiana. In certe annate, quando si è fortunati, ci sono giornate che non ci sono in nessun altro momento dell’anno. Inoltre i lavori della vendemmia sono finiti, l’aroma dell’uva in fermentazione pervade le strade e gli ambienti delle cantine e il Cavalier Accomasso mette le sue bottiglie a disposizione dei pochi fortunati che riescono ad arrivare in tempo.

Il viaggio fino a Savona si fa in autostrada poi decidiamo per la ex Statale 661 che da da Montezemolo, passando per Murazzano, arriva a Dogliani. La statale è la soluzione ideale per chi abbia il tempo e la voglia di immergersi nel paesaggio, nella sua varietà prima della monocoltura duffusa, godersi il tempo del viaggio con la possibilità di osservare l’arco delle Alpi, dal Col di Tenda fino al Monte Bianco, da un punto privilegiato. Nel nostro caso c’era la nebbia. Quindi il paesaggio sarà parte del prossimo viaggio e lo racconteremo un’altra volta…

Giorno 1

Cap. 1

Az. Agr. Brezza

Da diversi anni mi proponevo di visitare questa storica azienda di Barolo. Il 2022 è stato l’anno giusto. L’azienda è nell’abitato di Barolo e si completa con un Ristorante e l’Albergo. 20.5 gli ettari vitati tra Barolo, Monforte, Novello e Diano d’Alba. Nayla, francese che si occupa di vino italiano, ci accoglie mostrando curiosità, disponibilità, gentilezza e competenza.

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

I Baroli 2018 che ci presenta in assaggio, Barolo, Barolo Castellero, Barolo Cannubi, Barolo Sarmassa brillano tutti per l’esattezza del tratto congiunta a una austerità tipica che nella 2018 pare stemperata a vantaggio di una accessibilità più spiccata, di un carattere luminoso. Il Barolo Cannubi 2017 porta invece un’impronta tannica molto più marcata.

Da non trascurare il resto della produzione composta di ottime interpretazioni dei vitigni tradizionali delle Langhe. Nebbiolo, Barbera e Dolcetto. Sottolineando la versatile precisione del Nebbiolo Santa Rosalia 2020.

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Chi ben comincia è a metà dell’opera.Dopo una sosta per il pranzo ci avviamo verso il nostro secondo appuntamento.

Cap. 2

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano è un vignaiolo dalla storia particolare. Parte con i Barolo Boys, di cui conserva un cimelio in azienda, e arriva come vignaiolo tradizionalista, ma soprattutto rispettoso dell’ecosistema, tenuto in considerazione anche dai grandi Classicisti delle Langhe.

L’azienda è a Monforte d’Alba.

La proposta è larga e tutta di livello. Si va dall’Alta Langa ai due Baroli di punta, Boscareto e Ravera, passando per il sorprendente Dolcetto 2021 che mi è sembrata una delle migliori interpretazioni provate recentemente, la Freisa (ovvero la cugina del Nebbiolo), per finire con un Boscareto 2009 stappato per testarne le qualità alla prova del tempo.

La nostra visita la ricorderemo anche per la particolarità di aver avuto come occasionali compagni di tavolo un gruppo di francesi che parlavano correntemente e volentieri in inglese.

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano

Cap. 3

Il Cav. Lorenzo Accomasso

Andare a trovare il Cavalier Accomasso senza parlare col Cavaliere è una situazione un po’ strana per chi ha avuto la fortuna di condividere con lui del tempo nella stanza degli assaggi al piano terra della sua casa di La Morra.

Non poter ascoltare la sua voce quasi plurale raccontare di tutto con generosità e con risparmio del vino, a momenti solo in modo tangenziale, come se fosse un corollario del ben più importante esistere. Comprensibile da parte di una persona per cui il lavoro di vigna fu per moltissimi anni principalmente fatica. Piacevole fatica, ma fatica. Prima che acquistare una vigna, come lo stesso Cavaliere sostiene, fosse diventata una questione per Fondi Internazionali e multinazionali del lusso e non c’era da vantarsi di fare il contadino.

La quercia nel vigneto, i funerali di Bartolo Mascarello con le bandiere rosse, le automobili, la pallapugno, l’Internazionale (la squadra di calcio), l’autoironia sul mancato uso delle barrique, la barbera e il formaggio coi vermi in vigna d’estate, ma tutto questo è materiale per un altro racconto ben più vasto.

Eppure la Signora Simona che all’oggi si occupa di gestire le visite e le vendite per Lorenzo Accomasso non si risparmia e ci accoglie con grande gentilezza e generosità.

I Baroli 2015 sono ottimi, in perfetto stile Accomasso, ma forse il millesimo li ha resi più immediati. Rocchette ha il sapore particolare di ciò che non si assaggerà mai più dal momento che il vigneto sarà espiantato. Ci sono anche il Dolcetto rustico annata 2020 e la Barbera 2018 che definirei un vero ordigno dall’alto potenziale. Pur non avendo parlato col Cavaliere se ne sentiva la presenza.

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Ultimo Rocchette

Ultimo Rocchette

Lorenzo Accomasso

Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera 2011 del Cavalier Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera del Cavalier Lorenzo Accomasso

Finisce la prima giornata. Si raggiunge l’alloggio e si va a cena.

Giorno 2

Cap. 4

Teobaldo Rivella

Teobaldo Rivella ha un’azienda che porta il nome del padre Serafino. Un’azienda piccola, circa 12000 bottiglie in totale, che poggia sulla sommità di una delle migliori vigne di Langa. Montestefano. Per chi scrive si tratta della terza volta dal Signor Teobaldo Rivella, un uomo dalla proverbiale gentilezza e cordialità, che condivide con Lorenzo Accomasso il piacere nel definirsi un classicista e come il Cavaliere tradisce una certa disposizione per il parlare più volentieri di sport, nel suo caso il ciclismo, che di vino. Ma di vino evidentemente se ne intende e basta assaggiare il suo Langhe Nebbiolo e il Barbaresco Montestefano per averne subitanea contezza. Una cantina semplice, pulitissima e suggestiva che giustamente il Signor Rivella mostra con malcelato orgoglio.

I vini di Rivella sono austeri e precisi, rigorosi, tradizionali e rispettosi della propria origine. In parte somigliano al loro artefice. Resta il rimpianto per il Dolcetto che non viene più prodotto e del quale non ci resta che tenere il più a lungo possibile vivo il ricordo dell’ultima bottiglia stappata.

Barbaresco Montestefano - Rivella

Barbaresco Montestefano – Rivella

Serafino Rivella

Serafino Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Cap. 5

Renato Fenocchio

Alla fine di una due giorni impegnativa andiamo a visitare l’azienda di Renato Fenocchio e Milva a Neive.

Milva ci chiede all’arrivo quanto tempo abbiamo a disposizione e capiamo il senso della domanda a fine visita. Una esperienza immersiva nella loro epopea familiare, nel loro modo di intendere la vita e il vino, nel loro vino, in una sala degustazioni stratificata che sembra ed è lo scenario perfetto per un pomeriggio di assaggi.

Conduce Milva con grande energia, generosità e simpatia. Non si risparmia nel racconto di come un anelito di indipendenza si sia trasformato con fatica nella splendida realtà che è oggi la loro azienda. Non ci si risparmia in assaggi e chi scrive trova conferma eclatante della qualità sperimentata in passati assaggi e diventa evidente il motivo per cui il nome di questa azienda, seppure non sia nei discorsi di tutti, si trova puntualmente nelle parole di molti credibili bevitori e raccontatori di vini. A un certo punto ci raggiunge anche Renato Fenocchio che impegnato coi lavori di cantina e ci si dilunga allegramente in chiacchiere, ma soprattutto in assaggi.

Espressività, concretezza e anche una politica dei prezzi apprezzabile. Sono i vini che io mi sentirei di consigliare senza timore di sbagliare e sono le persone che consiglierei di incontrare.

Renato Fenocchio a Neive

Renato Fenocchio a Neive

Su tutti Barbaresco Rombone 2018 che è un bell’esempio, quasi emblematico, di come un giovane Barbaresco riesca ad essere piacevole e approcciabile nella sua gioventù pur se di ispirazione classica.

Il Ritorno

Inebriati di vino si riprende la strada. Il maestro Alessio Chiappelli si occupa di selezionare la musica dal sedile posteriore fino allo Zenith che si raggiunge, a un punto del viaggio che non saprei indicare con certezza, forse Massarosa, quando si ascolta STARLESS dei King Crimson a un volume sconsiderato deliberando che la Barbera 2018 di Lorenzo Accomasso e Starless hanno qualcosa che le accomuna. Ovvero la forza inarginabile non lineare governata con maestria da mani sapienti.

©Simone Molinaroli per L’Enonauta

Marzo 2023

Visioni di Langa

Visioni di Langa – Novembre 2022

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