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“Doccio a Matteo” Chianti Classico Riserva 2016 – Caparsa

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Non da oggi sostengo che Paolo Cianferoni di Caparsa è uno dei migliori vignaioli, non voglio dire il migliore nonostante la tentazione e il convincimento, dell’area del Chianti Classico. Peraltro con la collaborazione di Federico Staderini. Ho avuto l’occasione di dirglielo di persona alla Collection e a Radda in azienda. E questa è l’ultima delle bottiglie riportate dall’ultima visita in azienda ormai alcuni anni fa.

Per le note tecniche rimando al sito di Caparsa.

Comunque Sangiovese con un due percento di Colorino.

Il tempo ha fatto un buon lavoro e ciò che si beve oggi è un vino rubino scuro, con bei profumi tipici di lavanda e viola, scorza di arancia, altri ricordi fruttati delicati che dopo una prima impressione di marasca fanno pensare al melograno. Speziatura fine, sentori di carne cruda, appena terrosi.
In piena corrispondenza il sorso ha corpo ed è temperato, con acidità e tannini fusi in luminoso equilibrio  che fanno emergere la straordinaria fruttuosa delicatezza di questo vino. Che è profondo e avvolgente, tenace sul finale, sapido e di qualità eccellente nel richiamare il frutto in fase retronasale.

Un bellissimo vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
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Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
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Vigna di Caparsa a Radda in Chianti

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Not since today have I maintained that Paolo Cianferoni of Caparsa is one of the best winemakers, I don’t want to say the best despite temptation and conviction, in the Chianti Classico area. Moreover with the collaboration of Federico Staderini. I had the opportunity to tell him in person at the Collection and in Radda at the company. And this is the last of the bottles brought back from the last visit to the company a few years ago.

For technical notes, please refer to the Caparsa website.

However Sangiovese with two percent Colorino.

Time has done a good job and what we drink today is a dark ruby ​​wine, with beautiful typical aromas of lavender and violet, orange peel, other delicate fruity flavors which after a first impression of morello cherry make you think of pomegranate. Fine spiciness, hints of raw meat, slightly earthy.
In full correspondence, the sip has body and is temperate, with acidity and tannins blended in luminous balance which bring out the extraordinary fruitful delicacy of this wine. Which is deep and enveloping, tenacious on the finish, savory and of excellent quality in recalling the fruit in the retronasal phase.

A beautiful wine.

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Note in margine a una serata da Gagaroni

Note in Margine a una serata da Gagaroni con Grandi Vini Toscani

È successo lo scorso venerdì. In ordine di apertura:

Tignanello 2005 – Antinori

Sassicaia 2001 – Tenuta San Guido 

Messorio 2002 – Le Macchiole 

Paleo 2002 – Le Macchiole

Nella ricerca prima, nell’acquisto poi e nello sturare infine un certo tipo di bottiglie si concentrano alcune diverse finalità, presupposti ed esiti possibili.

Abbiamo strappato (e stappato ovviamente), opera meritoria, queste 4 bottiglie, 4 grandi vini toscani, a un potenziale destino di passaggi di mano o a quello addirittura peggiore di finire a degradarsi in un caveau mentre intorno si diffonde il mugugno dei denigratori.

Abbiamo poi messo alla prova le potenzialità delle bottiglie, ma anche di tanto discorrerci intorno che spesso finisce per sembrare principalmente un esercizio ideologico distante da una reale prassi. Mi riferisco all’abitudine di definire i cosiddetti “grandi vini toscani” come dei fenomeni di comunicazione senza un reale valore enoico, ma senza forse averli mai, o poco, incontrati. Ci siamo messi quindi nella condizione di poter parlare perché, come si dovrebbe sempre ricordare, “prima di parlare bisogna stappare”.

In ultimo, ma forse la cosa più importante, abbiamo affidato le bottiglie al posto che gli spetta. Ovvero il piacere e i ricordi condivisi di una serata irripetibile, o difficilmente ripetibile, dunque bella.

Abbiamo trovato vini floridi, vivi, espressivi che permettevano addirittura di pensarli in un futuro non necessariamente prossimo. Chi scrive si è concentrato molto sulla fase ricreativa e le note sono necessariamente approssimative.

Tignanello 2005 – grandi vini toscani

Non ha bisogno di tempo. Tempra ed energia. 

Ricordi di arancia e prugna, lavanda, erbe aromatiche tritate, tabacco, vino decisamente teso, con freschezza incisiva, tannini ben scolpiti, calore ben inserito per un sorso pieno di vigoria, reminiscenze speziate e di frutto maturo sul finale. Da l’impressione di essere partito da due minuti. Di poter fare ancora meglio tra altri 10 anni.

Sassicaia 2001 -grandi vini toscani

Parte bene e finisce gloriosamente. Chi è riuscito a farlo durare nel bicchiere ha raccontato cose belle.

Il più misurato, e questa la trovo una costante negli anni, ma con un crescendo coinvolgente in precisione ed intensità.

Colore scuro, con sentori di cassis, camminata in pineta, caffè tostato, foglia di alloro, grafite. 

Palato progressivo, avvolgente, equilibrato, con acidità innervata e tannini risolti, sorso definito e di crescente intensità, principalmente sapida. Finale arioso, frutto scuro/vegetale aromatico.

Messorio 2002 -grandi vini toscani

Un Merlot abbondante, lussureggiante, ricco di profumi e sensazioni, più generoso in materia che in forza.

Impenetrabile granato scuro, profumi di Mora, cacao, balsamico/mentolato, note di cenere, vaniglia.

Voluminoso, ricco al palato, con discreta sapidità, ma non particolamente dinamico, con tannini smussati. 

Paleo 2002 – grandi vini toscani

Paleo è sempre atteso da chi lo ha bevuto in precedenza. L’annata, come per Messorio, non è delle migliori, ma è più vitale. 

Molto frutto scuro, macchia mediterranea, erbe aromatiche, pepe, grande espressività, vibrante e tannico, a tratti ostico e assertivo. Pensare che sono già 21 anni e Paleo ha immensa forza.

Accompagnati da un assaggio di Cinghiale in umido con frutta secca. Da 10!

Enonauta/Degustazione di Vino #362/365 - review - Note in Margine a una serata | Sassicaia, Paleo, Messorio, Tignanello grandi vini toscani
Sassicaia, Tignanello, Paleo, Messorio
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Cinghiale

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Titon – Nizza docg – 2020 – L’Armangia

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon è un ottimo Nizza, ma prima ancora una fantastica Barbera. Assaggiato due volte, a mercato Fivi e alla kermesse di Nizza Monferrato Nizza È, in entrambe le occasioni mi lasciò di buonumore. Un ottimo Nizza che nel panorama rappresenta a mio avviso una visione più tradizionale traghettata nel contesto della denominazione, forse più orientata verso vini moderni, e per questo, perlomeno per chi scrive, ancora più apprezzabile. Una fantastica barbera perché porta in dote tutte le qualità che generalmente la fanno apprezzare.
Affinamento in legni di varie dimensioni, ma principalmente grandi.
Colore porpora, scuro, denso, un’ondata floreale e di frutto fragrante ti investe con veemenza. Questo Titon è uno di quei vini entusiasmanti che ti coinvolgono subito e non mancano però di convincerti. Ricordi di viole, susina rossa e lampone, spezie, balsamici. Con generosità.
Sorso che manifesta vigoria, larga acidità e un’anima quasi salina. Buono, coinvolgente, dall’azione arrembante e lunga, gli si perdona volentieri qualche eccesso di calore alcolico.

Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.
Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon is an excellent Nizza, but even before that a fantastic Barbera. Tasted twice, at the Fivi market and at the Nizza Monferrato Nizza È event, on both occasions it left me in a good mood. An excellent Nizza which in my opinion represents a more traditional vision brought into the context of the denomination, perhaps more oriented towards modern wines, and for this reason, at least for this writer, even more appreciable. A fantastic Barbera because it brings with it all the qualities that generally make it appreciated.
Aging in wood of various sizes, but mainly large.
Purple in color, dark, dense, a wave of floral and fragrant fruit hits you vehemently. This Titon is one of those exciting wines that immediately involves you and never fails to convince you. Memories of violets, red plum and raspberry, spices, balsamics. With generosity.
A sip that shows vigor, broad acidity and an almost saline soul. Good, engaging, with a strong and long action, it is willingly forgiven for some excess of alcoholic heat.

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Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco è uno dei vini, prodotto dal 1977,  che ha contribuito a fare la storia di Bolgheri.

Questo 2018 mi aveva convinto, per la vibrante freschezza e la dinamica di gusto, durante vari assaggi dello scorso anno e questa è la prima bottiglia che stappo a casa. Ed è una conferma.

Taglio bordolese appena toscanizzato dal Sangiovese. Cabernet Sauvignon per il 65 per cento, per il resto Merlot e Sangiovese in parti quasi uguali. Fermentazione in tini aperti e 18 mesi di affinamento in barrique.

Colore rosso scuro, denso, un bel bouquet  con predominanti note di bacche scure, d’incenso, balsamiche cui si aggiungono ricordi floreali, di pepe, cacao, scorza di bergamotto. 

Al palato si fa notare per la brillante acidità che movimenta una materia di spessore, con tannini ruggenti. Vino dinamico, sapido, intenso. Sorso piacevole nella sua giovane esuberanza  e che troverà un punto di equilibrio immaginabile tra qualche anno.

Finale coerente e apprezzabIle con ulteriori reminiscenze di Rabarbaro.

Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #360 - review - Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore - ColleMassari | Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.
Enonauta/Degustazione di Vino #360 - review - Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore - ColleMassari | Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco is one of the wines, produced since 1977, that has contributed to making the history of Bolgheri.

This 2018 had convinced me, for its vibrant freshness and dynamic flavour, during various tastings last year and this is the first bottle I have opened at home. And it’s a confirmation.

Freshly Tuscanized Bordeaux blend from Sangiovese. 65 percent Cabernet Sauvignon, the rest Merlot and Sangiovese in almost equal parts. Fermentation in open vats and 18 months of aging in barrique.

Dark red color, dense, a beautiful bouquet with predominant notes of dark berries, incense, balsamic to which are added floral notes, pepper, cocoa, bergamot peel.

On the palate it stands out for the brilliant acidity that enlivens a thick material, with roaring tannins. Dynamic, savory, intense wine. Pleasant sip in its young exuberance  and which will find an imaginable point of balance in a few years.

Coherent and appreciable finish with further reminiscences of Rhubarb.

Young wine with good prospects and an already appreciable present.

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Dolcetto d’Alba 2020 – Accomasso

Il Dolcetto d’Alba 2020 del Cavalier Lorenzo Accomasso da La Morra non è un dolcetto consueto. Non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso. Che non lo faceva più e nel 2017, “vista l’annata difficile” queste sono parole sue, decise di ricominciare.

Lo stappi e ti prende paura. Perplessità. 

Vaschetta di affettato appena aperta, una leggera carbonica, sentori rustici.

Ne bevo un bicchiere e decido di metterlo da una parte sospendendo il giudizio per tornare dopo 24 ore.

L’arieggiamento gli fa molto bene. Colore rubino scuro. Carbonica e riduzione svanite, è rimasto certamente un dolcetto generoso e rustico, ampiamente floreale, con ricordi di frutti scuri, chiodo di garofano, note ematiche e di humus/terra. 

Al palato risulta potente, caldo, concentrato, con acidità incisiva e rara profondità. Elegante non direi, direi piuttosto ruvido e sostanziale, adatto a una serata dove ci sono la voglia di vivere e un piatto di penne al ragù, almeno 2 etti a testa.

Enonauta/Degustazione di Vino #359 - review - Dolcetto d'Alba 2020 - Accomasso | Non è un dolcetto consueto, non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso
Dolcetto 2020 di Lorenzo Accomasso
Enonauta/Degustazione di Vino #359 - review - Dolcetto d'Alba 2020 - Accomasso | Non è un dolcetto consueto, non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso
Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

The Dolcetto d’Alba 2020 by Cavalier Lorenzo Accomasso from La Morra is not a usual. It’s not even the best one I’ve ever tasted, it’s not the most linear or the most precise. It is the cheeky and powerful Dolcetto of Cavalier Accomasso. That he no longer did it and in 2017, “given the difficult year” these are his words, he decided to start again.

You uncork it and it scares you. Perplexity.

Freshly opened tray of cold cuts, a light carbonation, rustic hints.

I drink a glass and decide to put it aside, suspending judgment and returning after 24 hours.

Airing is very good for him. Dark ruby ​​colour. Carbonic and reduction vanished, it certainly remained a generous and rustic sweet, largely floral, with hints of dark fruits, clove, blood and humus/earth notes.

On the palate it is powerful, warm, concentrated, with incisive acidity and rare depth. I wouldn’t say elegant, I would say rather rough and substantial, suitable for an evening where there is the desire to live and a plate of penne with ragù, at least 2 ounces each.

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Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

Nel momento di approcciarsi ad uno Chardonnay si dice, per quanto io non sia d’accordo, che il confronto con la sua terra d’elezione sia imprescindibile. Io propendo più per una valutazione della piacevolezza e dellla qualità generale del vino principalmente in relazione a come/dove è stato fatto. Questo Chardonnay di Colterenzio comunque, se confrontato con certi omologhi di Borgogna, risulta simile negli intenti e addirittura negli esiti, per quanto restino delle differenze che al degustatore non passano inosservate.

È uno Chardonnay generoso e di spessore, tendente all’opulenza, vinificato e affinato in legno con sosta sulle fecce.

Il Colore è concentrato e brillante, con naso complesso e distintivo dove si rievocano la mela opal e il cedro, la ginestra e la noce, con echi di vaniglia e spezie orientali.
Al palato è denso e avvolgente, alcool e acidità ben armonizzati, mai sopra le righe, dai tratti ben disegnati e gratificante qualità di gusto. Buono il finale coerente.
Rispetto ai cugini chardonnay francesi vinificati con tecniche simili manca forse di un po’ di acida vitalità, ma resta un’ottima bevuta dal prezzo invitante che, perlomeno per chi scrive, finisce per fare miglior figura di vini ben più costosi. Italici e non.

Enonauta/Degustazione di Vino #358 - review - Chardonnay Lafòa 2019 - Colterenzio | Chardonnay generoso e di spessore, tendente all'opulenza
Enonauta/Degustazione di Vino #358 - review - Chardonnay Lafòa 2019 - Colterenzio | Chardonnay generoso e di spessore, tendente all'opulenza

Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

When approaching a Chardonnay it is said, although I do not agree, that the comparison with its chosen land is essential. I lean more towards an evaluation of the pleasantness and general quality of the wine mainly in relation to how/where it was made. This Colterenzio Chardonnay, however, when compared with certain Burgundy counterparts, is similar in intent and even in results, although there remain differences that do not go unnoticed by the taster.

It is a generous and full-bodied Chardonnay, tending towards opulence, vinified and aged in wood with a rest on the lees.

The color is concentrated and brilliant, with a complex and distinctive nose recalling opal apple and cedar, broom and walnut, with echoes of vanilla and oriental spices.
On the palate it is dense and enveloping, alcohol and acidity well harmonized, never over the top, with well-designed features and a gratifying quality of taste. Good coherent ending.
Compared to its French Chardonnay cousins ​​vinified with similar techniques, it perhaps lacks a bit of acidic vitality, but it remains an excellent drink with an attractive price which, at least for this writer, ends up making a better impression than much more expensive wines. Italian and otherwise.

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