Bottiglie, Degustazioni

Modernista o Classicista? 4 Baroli 2015 per un confronto amichevole

Degustazione Barolo 2015 / Amichevole Modernisti Vs Classicisti

Per l’ultima serata di rossi prima dell’avvento del caldo, caldo che al momento di iniziare la serata era già arrivato da un po’ a dire il vero, ho scelto una selezione di Baroli dell’annata 2015 accompagnati da quattro formaggi. Annata buona, quasi top, da alcuni considerata troppo calda, poco incline per altri all’invecchiamento. Però le considerazioni non si bevono e le parole nemmeno. L’unica cosa da fare è stappare.
Per l’occasione ho organizzato un confronto amichevole Modernisti contro Classicisti. Due contro due. Domenico Clerico e Marco Curto da una parte. Scarzello e Guido Porro dall’altra. E gli amici a tavola.
A fine serata?
La 2015, per quanto nemmeno le annate si possano stappare, valutata attraverso il filtro di queste quattro interpretazioni figlie di due filosofie produttive diverse appare davvero una bella annata. Vitale, brillante, appagante, nel caso del Barolo tendenzialmente più incline alla prontezza.

Barolo 2015 – Domenico Clerico (Monforte)

Avevo già bevuto questo vino prima dell’inizio della Pandemia e si conferma un Barolo vellutato, il più felpato e pronto del novero, contraddistinto da aromi di frutta matura, tabacco, viola, qualcosa di resinoso, sorso caldo e d’impatto, aroma di bocca ricco, fruttuoso, già equilibrato, dalla forza tattile misurata, un Barolo da scegliere al ristorante per non rimanere traumatizzati da tannini troppo virulenti e non preventivati.
Elegante senza dubbi. Forse meno espressivo degli altri. Il più pronto.

Barolo del Comune di Barolo 2015 – Scarzello (Barolo)

Tradizionale, macerazione lunga, almeno 18 mesi in botte grande e poi lungamente in bottiglia.
Colore granato, varietà e intensità olfattiva che dopo diverse esperienze credo ormai caratteristiche del Barolo di Scarzello. Mentolato, melograno, erbe aromatiche, chinotto, rosa, ma ciò che appare come la cifra tipica è il tratto mentolato.
Tensione, scheletro, esilità apparente che si trasforma in forza espressiva, freschissimo, tannini sottili e di buona forza, lunghissimo finale che rievoca il frutto rosso e le erbe aromatiche.
Barolo non pronto nel senso in cui comunemente si usa il termine, ma bevibile, preciso, godibile, buono.

Barolo Arborina 2015 – Marco Curto (La Morra)

La vera sorpresa, almeno per me, della serata. Non perché mi aspettassi un vino meno buono, ma semplicemente perché non avevo mai incontrato i vini dell’azienda Curto di La Morra.

5 giorni in rotomaceratore, due anni in barrique. Un anno in bottiglia.
Il mio preferito della serata. Per la sua completezza, per la varietà di suggestioni offerte al bevitore.

Colore rubino scuro,
Fragranze di viola, marasca, agrume, speziatura netta, lievi reminiscenze balsamiche, di humus e di tostato.
Tra i quattro è il vino di maggior concentrazione, che offre il sorso più voluminoso. Esordio avvolgente, gratificante, a questa concentrazione si accompagnano acidità e tannini di carattere, definizione, distensione, un bel finale fruttato/speziato che non chiude.
Veramente un bel vino.

Barolo Lazzairasco 2015 – Guido Porro (Serralunga)

Guido Porro a mio avviso è un vero fuoriclasse. Con questo Lazzairasco 2015 non si smentisce.
Tradizionalmente lunga macerazione, invecchiamento in botte grande.
Rigore, persistenza, tipicità, trasparente granato, molta rosa, molto lampone, genziana, qualche ricordo di sottobosco, foglia di the, sorso freschissimo, tirato, grande progressione, i tannini ancora ruvidi, finisce lungo, sapido, sul frutto gentile, e poi sfuma lentamente come un disco in vinile dei Wire a cui, nella sua energica, sostanzale e precisa asciuttezza, potrebbe essere apparentato.
Per i vini di Porro non si saprebbe mai dove proiettare nel tempo una eventuale prontezza, ce li godiamo senza pensare al futuro nell’adesso.

Enonauta/Degustazione di Vino #228/231 - review - Degustazione Barolo 2015 | Clerico, Scarzello, Curto, Porro

Degustazione Barolo 2015

Enonauta/Degustazione di Vino #228/231 - review - Degustazione Barolo 2015 | Clerico, Scarzello, Curto, Porro
Enonauta/Degustazione di Vino #228/231 - review - Degustazione Barolo 2015 | Clerico, Scarzello, Curto, Porro

Degustazione Barolo 2015 Tasting / Modernists Vs Classicists – Friendly Match


For the last evening of reds before the arrival of the heat, heat which had already arrived for a while when the evening began, to be honest, I chose a selection of Baroli from the 2015 vintage accompanied by four cheeses. A good vintage, almost top, considered by some to be too warm, while by others it was not very prone to aging. But considerations are not swallowed and neither are words. The only thing to do is uncork.
For the occasion I organized a friendly confrontation between Modernists and Classicists. Two against two. Domenico Clerico and Marco Curto on one side. Scarzello and Guido Porro on the other. And friends at the table.
At the end of the evening?
The 2015, although not even the vintages can be uncorked, evaluated through the filter of these four interpretations resulting from two different production philosophies appears to be a truly beautiful vintage. Vital, brilliant, satisfying, in the case of Barolo tending to be more prompt.

Barolo 2015 – Domenico Clerico (Monforte)


I had already drunk this wine before the start of the Pandemic and it confirms itself as a velvety Barolo, the softest and most ready of the bunch, characterized by aromas of ripe fruit, tobacco, violet, something resinous, warm and impactful sip, aroma of rich, fruitful, already balanced on the palate, with a measured tactile strength, a Barolo to choose at the restaurant so as not to be traumatized by too virulent and unexpected tannins.
Elegant without doubt. Perhaps less expressive than the others. The most ready.

Barolo from the Municipality of Barolo 2015 – Scarzello (Barolo)


Traditional, long maceration, at least 18 months in large barrels and then long in the bottle.
Garnet colour, variety and olfactory intensity which, after several experiences, I believe are now characteristic of Scarzello’s Barolo. Mentholated, pomegranate, aromatic herbs, chinotto, rose, but what appears as the typical figure is the mentholated trait.
Tension, skeleton, apparent slenderness that transforms into expressive strength, very fresh, thin and well-strength tannins, a very long finish that recalls red fruit and aromatic herbs.
Barolo not ready in the sense in which the term is commonly used, but drinkable, precise, enjoyable, good.

Barolo Arborina 2015 – Marco Curto (La Morra)


The real surprise, at least for me, of the evening. Not because I expected a less good wine, but simply because I had never encountered the wines of the Curto di La Morra company.

5 days in rotary macerator, two years in barrique. A year in the bottle.
My favorite of the evening. For its completeness, for the variety of suggestions offered to the drinker.

Dark ruby colour,
Fragrances of violet, morello cherry, citrus, clear spiciness, slight balsamic, humus and toasted reminiscences.
Among the four, it is the wine with the greatest concentration, which offers the most voluminous sip. Enveloping, rewarding debut, this concentration is accompanied by acidity and tannins of character, definition, relaxation, a nice fruity/spicy finish that does not close.
Truly a beautiful wine.

Barolo Lazzairasco 2015 – Guido Porro (Serralunga)


Guido Porro in my opinion is a true champion. With this Lazzairasco 2015 does not contradict itself.
Traditionally long maceration, aging in large barrels.
Rigor, persistence, typicality, transparent garnet, lots of rose, lots of raspberry, gentian, some hints of undergrowth, tea leaf, very fresh, tight sip, great progression, still rough tannins, ends long, savory, on the gentle fruit, and then it fades slowly like a Wire vinyl record to which, in its energetic, substantial and precise dryness, it could be related.
For Porro wines one would never know where to project any readiness over time, we enjoy them without thinking about the future in the now.

Degustazione Barolo 2015

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Non è solo l’Altro Nebbiolo (quello Dell’alto PIEMONTE)

Non è solo l’Altro Nebbiolo

(quello dell’alto piemonte)

Giovedì 5 maggio ho avuto la fortuna di condurre una serata conviviale, con un discreto numero di curiosi ed enoappassionati, centrata sull’assaggio di quattro vini proveniente dalla zona comunemente chiamata Alto Piemonte. Serata organizzata da Il Mosto Selvaggio a Pistoia presso il Ristorante “il Punto di Simone” .
Proposte quattro denominazioni in una sola annata, il 2018, per delineare un quadro contestuale sulle potenzialità del vitigno e ciò che se ne è ne evinto è una diffusa qualità, espressività, annata fortunata ben interpretata dalle quattro aziende proposte. Se mai ce ne fosse stato bisogno, la consapevolezza maturata alla fine delle bottiglie è scritta nel titolo. Non una variante minore del Nebbiolo, ma una sua interpretazione dall’identità ben delineata e dagli esiti qualitativi spesso di primissimo livello.
Inoltre un Intruso, un vino Valtellinese, imparentato con l’alto Piemonte per via del Nebbiolo, o Chiavennasca, e della vicinanza alle montagne.
Si tratta del Matock 2018 dell’azienda Giano di Albosaggia (SO) che ci ha proposto il suo vino in assaggio.

Questi i vini in degustazione:
1 Carema 2018 – Cantina Produttori di Carema
2 Bramaterra 2018 – Colombera & Garella
3 Ghemme 2018 – il Chiosso
4 Gattinara 2018 – Caligaris
5 MATOCK 2018 – Az. Agricola Giano (SO)

Carema 2018 Cantina Produttori di Carema

24 mesi di botte grande
Un nebbiolo questo che concorre al premio “miglior carema” della Cantina di Carema mai provato.
Colore traslucido rubino quasi porpora.
Floreale delicato, mandarino, fragolina/lampone, erbe aromatiche, nessun peso su questo vino leggiadrissimo.
La freschezza è dilagante, tannino finissimo, essenziale e pieno di energia, finale aperto, lungo su frutto fresco e spezie. Vino che può anche apparire semplice per la beva facile, ma che non dà mai segni di approssimatività o incertezza.
Buonissimo.

Bramaterra 2018 Colombera & Garella

Nebbiolo con Croatina e Vespolina
24 mesi in barrique e tonneaux, 6 mesi in cemento.
Rubino chiaro, ribes rosso, prugna, appena agrumato, origano, tracce ematiche.
Acidità bilanciata da un buon corpo, tannino da calibrare, darà il meglio tra un po’. Il meno energico del novero.
Per chi scrive l’unica mezza delusione della serata, ma molti ne hanno apprezzato certe forme più affusolate e il minor impeto fresco/tannico.

Ghemme 2018 Il Chiosso


Nebbiolo con saldo di vespolina
2 anni in botte grande
Rubino vivace il colore
Ci mette un po’ ad aprirsi, ma poi offre sentori tipici di rosa, fragolina, genziana e speziati di pepe e cannella.
Impattante al palato, caldo e spesso, ma poi trova grande distensione, precisione e persistenza grazie all’acidità diffusa, a un tannino di forza e ben definito.
Grande prova e rapporto qualità prezzo. (il mio preferito)

Gattinara 2018 Caligaris


Vino artigianale. Lunga macerazione, 36 mesi in botte grande
Nebbiolo 100 percento
Color rubino/granato
Sentori di marasca e rosa, appena resinoso, speziatura netta.
Vino di struttura, non muscolare però, acidità fluente e tannino rigoroso. La vena sapida in evidenza lo vivifica assai pur essendo il più austero dei 4.
Vino dalle ottime prospettive.

L’ospite/intruso viene dalla Valtellina.

Matock 2018 – Az. Agr. Giano


Chiavennasca da vigneti a recupero sulla sponda Orobica della Valtellina. Senza chiarifica e filtrazione. Fermentazione spontanea e macerazione carbonica a grappolo intero.
Fa grande figura tra i colleghi altopiemontesi e riscuote un apprezzamento quasi unanime.
Per la sua veste chiara, quasi purpurea, i netti sentori di viola, visciola, spezie offerti con un certo vigore inebriante.
Sorso a tratti rustico, di medio corpo, fresco e tannico, non adatto a un aperitivo in scioltezza, ma sicuramente vincente a tavola (in questo caso con le costine di maiale con rape in padella). Di gusto pieno, coerente e offre anche un buon finale lineare.

Enonauta/Degustazione di Vino #208/2012 - Degustazione Vini Alto Piemonte |  Non è solo l'Altro Nebbiolo quello dell'Alto Piemonte
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Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi

Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi

Giuseppe Rinaldi non ha bisogno certamente di presentazioni. I suoi vini lo fanno in maniera autonoma ben prima di essere stappati. Scelgo questa Pasqua 2022 per aprire il suo Nebbiolo 2013 che conservavo in cantina da 5/6 anni rimandando frequentemente la sua apertura, come spesso mi capita per le bottiglie importanti e che custodisco con religiosa aspettativa. (qui due note sul 2016)

Rosso granato brillante con riflessi rubino, sprigiona al naso tutte le caratteristiche che ti aspetti dal nebbiolo nel suo territorio di elezione. Sugli scudi la rosa, una leggera violetta, prugna e ciliegia selvatica e poi un incedere discreto, ma ben presente, di sentori terziari, come pellame e liquirizia, sottobosco, note balsamiche e mentolate.

Il sorso attacca con una sensazione che definire fresca è decisamente riduttivo. La componente acida è proverbiale, attraversa e sorregge il sorso dall’inizio alla fine con una costante spinta propulsiva ed energica. Caldo, ma non eccessivamente (dissimulando un alcolicità elevata, gestita in maniera magistrale), porta in dote tannini di razza che hanno davanti a loro ancora del tempo per raggiungere la piena forma e maturazione. Retrogusto che riporta in superficie il frutto croccante e chiude molto lungo con leggere note speziate e di liquirizia amara.

Corpo atletico e definito come quello di un quattrocentrista olimpico. Fine, elegante e complesso senza risultare complicato, dotato di una beva straordinariamente efficace, gratificante e dissetante. Se qualcuno lo ha in cantina, mi sento di dire che può assecondare la propria eventuale resistenza all’apertura per almeno due-tre anni, forse anche più.

Nebbiolo d’eccezione ed eccellenza, che regala emozione, ma anche spiazzamento, sopratutto per coloro che non sono avvezzi ai modi dei vini del “Citrico”. Parliamo di un vino concepito per essere compagno di un pasto adeguato, e consiglio di farlo se si vuole evitare di sprecare e mal interpretarne le sue caratteristiche e qualità proverbiali. Mi immagino infatti il volto spiazzato di un qualche avventore “parkerizzato”, che sorseggia questo vino alle 18.00 in un wine-Bar, rigorosamente a bocca pulita, come fosse un Cabernet della Napa Valley.

È indubbiamente una grande bevuta, ed il prezzo é proporzionato al blasone, alla scarsa reperibilità e all’ottima annata. Forse non alla portata di tutti, anche dal punto di vista del rapporto aspettative/comprensione/gratificazione. Con il classico agnello pasquale al forno accompagnato da patate è stato un bel matrimonio.

Enonauta/Degustazione di Vino #204 - Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi | Corpo atletico e definito come quello di un quattrocentrista olimpico
Enonauta/Degustazione di Vino #205 - Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi | Corpo atletico e definito come quello di un quattrocentrista olimpico

Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi

Giuseppe Rinaldi certainly needs no introduction. His wines do so independently well before being uncorked. I choose this Easter 2022 to open his 2013 Nebbiolo which I have kept in the cellar for 5/6 years, frequently postponing its opening, as often happens to me for important bottles and which I keep with religious expectation.

Brilliant garnet red with ruby ​​reflections, it releases on the nose all the characteristics you expect from Nebbiolo in its chosen territory. On the shields the rose, a light violet, plum and wild cherry and then a discreet but very present progression of tertiary scents, such as leather and liquorice, undergrowth, balsamic and mentholated notes.

The sip starts with a sensation that defining fresh is definitely an understatement. The acid component is proverbial, it crosses and supports the sip from start to finish with a constant propulsive and energetic push. Warm, but not excessively (concealing a high alcohol content, managed in a masterly manner), it brings with it pure tannins that still have time ahead of them to reach full shape and maturation. Aftertaste that brings the crunchy fruit to the surface and closes very long with light spicy and bitter liquorice notes.

Athletic and defined body like that of an Olympic four-centre athlete. Fine, elegant and complex without being complicated, with an extraordinarily effective, rewarding and thirst-quenching drink. If someone has it in their cellar, I would say that they can accommodate their possible resistance to opening it for at least two-three years, perhaps even more.

Exceptional and excellent Nebbiolo, which gives emotion, but also disorientation, especially for those who are not accustomed to the ways of “Citrico” wines. We are talking about a wine designed to be the companion of an adequate meal, and I recommend doing so if you want to avoid wasting and misinterpreting its proverbial characteristics and qualities. In fact, I imagine the disconcerted face of some “Parkerized” customer, sipping this wine at 6pm in a wine bar, strictly with a clean mouth, as if it were a Cabernet from Napa Valley.

It is undoubtedly a great drink, and the price is proportionate to the coat of arms, the limited availability and the excellent vintage. Perhaps not within everyone’s reach, even from the point of view of the expectations/understanding/gratification relationship. With the classic baked Easter lamb accompanied by potatoes it was a beautiful marriage.

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Gattinara Pietro 2015 – Paride Iaretti

Giù il cappello davanti al calice che contiene questo Gattinara Pietro 2015 di Paride Iaretti. Per la precisione con cui austeramente riesce a innescare una delle migliori esperienze enoiche di questo inizio 2022.

Nebbiolo da vecchie viti, 36 mesi in tonneaux. Terreno vulcanico, porfidi, cristalli di ferro e di quarzo. Vigne sui declivi che circondano il paese di Gattinara. Azienda in crescita qualitativa continua.
Si presenta granato, chiaro, lucente, Complesso con ricordi nitidi e intensi di anguria e lampone, genziana ed erbe aromatiche, rosa, una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta.
Il Sorso è incalzante, certo più orientato verso la durezza, con un profonda vena fresco/salina, pienezza di gusto pur senza eccedere in volume, piacevole senza indulgere, vino arioso, aperto, tannino rigoroso che definisce e poi lascia spazio per uno slancio finale tutto sul frutto.

Enonauta/Degustazione di Vino #197 - Gattinara Pietro 2015 - Paride Iaretti | Un ottimo Gattinara che austeramente innesca un grande piacere
Enonauta/Degustazione di Vino #197 - Gattinara Pietro 2015 - Paride Iaretti | Un ottimo Gattinara che austeramente innesca un grande piacere

Gattinara Pietro 2015 by Paride Iaretti

Hats off to the glass that contains this Gattinara Pietro 2015 by Paride Iaretti. For the precision with which he austerely manages to trigger one of the best wine experiences of this early 2022.

Nebbiolo from old vines, 36 months in tonneaux. Volcanic soil, porphyry, iron and quartz crystals. Vineyards on the slopes surrounding the town of Gattinara. Company in continuous qualitative growth.
It is garnet, clear, shiny, complex with clear and intense flavors of watermelon and raspberry, gentian and aromatic herbs, rose, a minty note that accompanies the entire drinking time.
The sip is pressing, certainly more oriented towards hardness, with a deep fresh/saline vein, fullness of taste without exceeding in volume, pleasant without overindulging, an airy, open wine, rigorous tannins that define and then leave room for a final momentum all about the fruit.

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TZÈRB eRETICO 2018 – Orto Tellinum

TZÈRB eRETICO 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Le belle sorprese arrivano all’improvviso. Se così non fosse non sarebbero sorprese. Questa di stasera ha un nome ed è Tzerb. Un nebbiolo del 2018 con saldo di vitigni rari locali che racconta assai bene l’essenza, l’identità e le potenzialità del territorio di provenienza, ovvero la Valtellina.
Da uve surmature, lunghe macerazione, acciaio. Tra il rubino e il Granato, colore molto vivo, molto espressivo e intenso il bouquet, profuma di Valtellina, ma manifesta anche una sua peculiare identità dovuta probabilmente alla scelta delle uve surmature. Sentori di prugna, rosa, farina di carruba, note balsamiche e di erbe mediche.
Fa un ingresso discreto, setoso, equilibrato, acidità smagliante cui fa da sponda una fruttuosità spiccata, rusticità appena sussurrata, tannino fino e sviluppo lineare molto persistente con ritorno di frutto maturo.
Senza esitazioni mi viene di definirlo un vino buonissimo, godibile ed emozionante. Non suggerirei di aspettare molto a berlo, ma è molto buono adesso dunque si può stappare senza timori.

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETICO Orto Tellinum

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETIC 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Beautiful surprises come suddenly. If they didn’t, they wouldn’t be surprised. This evening’s one has a name and it’s Tzerb. A 2018 Nebbiolo with a balance of rare local vines that tells very well the essence, identity and potential of the territory of origin, namely Valtellina.
From overripe grapes, long maceration, steel. Between ruby ​​and garnet, a very bright colour, a very expressive and intense bouquet, it smells of Valtellina, but also shows its own peculiar identity probably due to the choice of overripe grapes. Hints of plum, rose, carob flour, balsamic and medicinal herbal notes.
It makes a discreet, silky, balanced entrance, dazzling acidity backed by a marked fruitiness, barely whispered rusticity, fine tannins and very persistent linear development with a return of ripe fruit.
Without hesitation I can define it as a very good, enjoyable and exciting wine. I wouldn’t suggest waiting too long to drink it, but it’s very good now so you can open it without fear.

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Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Ogni tanto bisogna prendersi il rischio di stappare una di quelle bottiglie, ad esempio il Barolo Sarmassa 2010 di Brezza, cercate e tenute da parte, una di quelle bottiglie su cui abbiamo proiettato aspettative rilevanti e farlo senza un’occasione precisa se non per celebrare la gioia di vivere. Così da dare una misura al vino e alle proprie convinzioni. Ad esempio la mia di cercare di bere il Barolo sempre, o quasi sempre, nella finestra 10/12 anni per cercare di intercettare il liquido nella fase di massima espressività prima dell’inizio della fase discendente.
In questo caso si sarebbe potuto aspettare ancora qualche anno vista l’integrità e le caratteristiche del vino, ma la mia convinzione si rafforza.

Barolo classicista con invecchiamento in botte grande con uve dal cru posto a nord di Barolo verso il confine con La Morra.

Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Colore granato vivo, complessità e finezza olfattiva. Apre con una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta, lampone e melograno, floreale residuale, carruba, eucalipto, sentori minimi di cuoio fresco e di spezie. Preciso e intenso anche nel tempo.
In bocca è un crescendo continuo, non è un vino da esposizione che lascia di stucco in ingresso, lascia semmai estasiati in uscita, con quella sua lunga scia balsamico/sapida, con la sua struttura, la sua stoffa, lo scheletro solido di questo vino che promette di essere buono anche in tempo X lontano da noi, il suo bilanciamento, questa progressione di gusto che non finisce, la bevibilità incredibile, ebbe ragione chi ne intravide le potenzialità a suo tempo e peccato per tutte quelle bottiglie imprigionate nelle cantine dei mercanti del nordeuropa.

Il mio consiglio a chi lo dovesse trovare è di prenderne quanto più possibile.

Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Every now and then we have to take the risk of uncorking one of those bottles, for example the Barolo Sarmassa 2010 by Brezza, sought out and kept aside, one of those bottles on which we have projected significant expectations and doing so without a specific occasion other than to celebrate the joy of life. So as to give a measure to the wine and to one’s own beliefs. For example, mine is to try to drink Barolo always, or almost always, in the 10/12 year window to try to intercept the liquid in the phase of maximum expressiveness before the beginning of the descending phase.
In this case we could have waited a few more years given the integrity and characteristics of the wine, but my conviction is strengthened.

Classicist Barolo aged in large barrels with grapes from the cru located north of Barolo towards the border with La Morra.

Great expressive finesse, precision, elegance, structure, prediction of future life that cannot be calculated if preserved in the best possible way.

Bright garnet color, complexity and olfactory finesse. It opens with a minty note that accompanies the entire drinking time, raspberry and pomegranate, residual floral, carob, eucalyptus, minimal hints of fresh leather and spices. Precise and intense even over time.
In the mouth it is a continuous crescendo, it is not a show wine that leaves you stunned on entry, if anything it leaves you enraptured on the way out, with its long balsamic/savory trail, with its structure, its fabric, the solid skeleton of this wine which promises to be good even in time far from us, its balance, this progression of taste that never ends, the incredible drinkability, those who glimpsed its potential at the time were right and it’s a shame for all those bottles imprisoned in the cellars of Northern European merchants.

My advice to anyone who finds it is to get as much as possible.

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Barolo Albe 2013 – G. D. VAJRA

Barolo Albe 2013 – GD VAJRA

Uve provenienti da tre vigneti nel Comune di Barolo, lunga macerazione e 36 mesi in botte per questo Barolo Albe 2013 dell’azienda Vajra
Portando al naso il calice che lo contiene il pensiero torna a un loro nebbiolo che bevvi un paio d’anni fa, e di cui scrissi (qui), e mi pare di scorgere una continuità, quasi una firma.
Ed è l’attacco olfattivo floreale, pervasivo, che inebria. Seguono sentori di fragolina di bosco, rosa, spezie e radici appena accennate, direi anche lavanda, un tratto terragno. Tutto molto preciso, pulito. Il colore è un bel rosso rubino brillante.
Al palato si fanno notare la verve acida e il tannino ancora mordente che ne fanno un vino molto tattile a questo punto della sua evoluzione in bottiglia. Ha buon corpo, giusto calore, penalizzato un poco nel centrobocca, si conferma però un in fase retrolfattiva dove si ribadiscono le anticipazioni avute al momento dell’impugnare il bicchiere, arricchite da una piacevole rievocazione mentolato/balsamica e da un ritorno fruttato freschissimo. Credo potrà esprimersi al meglio tra qualche anno per quanto già godibile. Mi veniva in principio di dirlo austero, ma ci ripenso sul finale di bottiglia perché non è austero affatto, ma solo ancora animato da irruenza giovanile.
Enonauta/Degustazione di Vino #174 - Barolo Albe 2013 - G. D. VAJRA | Giovane Barolo ancora austero da riprovare
Enonauta/Degustazione di Vino #174 - Barolo Albe 2013 - G. D. VAJRA | Giovane Barolo ancora austero da riprovare

Barolo Albe 2013 – GD VAJRA

Grapes from three vineyards in the municipality of Barolo, long maceration and 36 months in barrel for this Barolo Albe 2013 from the Vajra company
Bringing the glass that contains it to my nose, my thoughts go back to one of their Nebbiolos that I drank a couple of years ago, and about which I wrote (here), and I seem to see a continuity, almost a signature.
And it is the floral, pervasive olfactory attack that inebriates. Followed by hints of wild strawberry, rose, spices and barely mentioned roots, I would also say lavender, an earthy trait. Everything very precise, clean. The color is a beautiful bright ruby ​​red.
On the palate, the acidic verve and the still biting tannin stand out, making it a very tactile wine at this point in its evolution in the bottle. It has good body, the right heat, penalized a little in the mid-mouth, but it confirms a retro-olfactory phase where the anticipations had when holding the glass are reiterated, enriched by a pleasant menthol/balsamic reminiscence and a very fresh fruity return. I believe it will be able to express itself at its best in a few years, although it is already enjoyable. At first I felt like calling it austere, but I think about it again at the end of the bottle because it’s not austere at all, but just still animated by youthful impetuosity.

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Un tranquillo mercoledì sera coi vini di GAJA

UN TRANQUILLO MERCOLEDÌ SERA CON DEGUSTAZIONE VINI DI GAJA

Per iniziare alcune note a margine di un tranquillo mercoledì trasformato in una base enomissilistica da una Degustazione Vini Gaja. Notissima, quasi inutile dirlo, azienda di Barbaresco.

Il tempo è inesorabile ed equo. Aggiunge elementi di valutazione impagabili che depotenziano molti discorsi sul vino, sul suo valore, sulla costruzione del consenso intorno ad esso, specialmente quelli fatti a priori.

Essere in una società di bevitori è fondamentale. Si migliora confrontandosi, si socializzano spese talvolta insostenibili, ci sono molte cantine a disposizione, la rete di ricerca (quello che ad esempio ha permesso questa serata) è ramificata.

C’erano dunque sul tavolo due vini iconici. Iconici e non solo iconici.

Gaja Sorì Tildin 1996
Gaja Sorì San Lorenzo 1996

Pare che il 1996 sia stato un anno buono nelle Langhe. Questo accresce le già alte aspettative.

Si parte con Sorì Tildin

Sorì Tildin è un vino che sembra aver imboccato elegantenente il viale del tramonto. Superato sicuramente il momento di massimo splendore, probabilmente nel 2015 avrebbe fatto più figura, sta sulla prima parte della discesa.
Colore granato chiaro, il naso è ampio con ricordi di frutta sotto spirito, prugna secca, rimandi eterei, salamoia di oliva, un nota fumosa che con i minuti di trasforma in caffè macinato, rosmarino, cipria. Sensazioni perlopiù condivise dai sei presenti a tavola.

Il sorso è fresco, il tannino è quasi completamente dissolto, forse un po’ esile, ma offre i suoi ultimi lampi fruttati con essenziale forza ed è sapido, profondo. La persistenza è ben oltre la media e sul finale si rievocano il dattero, la polvere di caffè, l’erba aromatica. La gradazione moderata agevola la bevuta.
Elegante maturità, ma era meglio arrivare prima.

Sorì San Lorenzo pare aver avuto un trascorso diverso in questi venti anni circa di bottiglia passati tutti accanto all’altra nella solita cantina.
Quello che si può immaginare come un vino al vertice della curva evolutiva è esattamente questo. Un vino ancora fruttato in cui tutti gli elementi tattili convergono verso un equilibrio quasi esatto.
Il colore tende ancora al rubino, limpido, di piacevolezza immediata che non necessita sforzi di interpretazione. Al naso melograno e spezie, foglia di the e erbe aromatiche, una fruttuosità che lascia di stucco tra note terziarie discrete.
Al palato risulta fresco, stratificato, acidità ampia e distribuita, di rara finezza ed espressività. Un tannino che dà rilievo al sorso come un ricamo tono su tono, c’è levità e intensità di gusto. Il finale chiude un cerchio e si torna al melograno. Un vino dove tutto sembra aver concorso per 25 lunghi anni per arrivare esattamente a creare questo momento di equilibrio assoluto.

Bottiglia memorabile senza esagerazioni.

Enonauta/Degustazione di Vino #160/161 - Gaja Sorì Tildin 1996/Gaja Sorì San Lorenzo 1996  | Una serata irripetibile con due Gaja 1996

A QUIET WEDNESDAY EVENING WITH GAJA WINE TASTING (degustazione vini Gaja)

Gaja Sorì Tildin 1996

Gaja Sorì San Lorenzo 1996

To begin, some side notes on a quiet Wednesday transformed into an enomissile base by a Gaja Wine Tasting. Very well-known, almost needless to say, company from Barbaresco.

Time is inexorable and fair. It adds priceless elements of evaluation that weaken many discussions on wine, on its value, on the construction of consensus around it, especially those made a priori.

Being in a drinking society is essential. You improve by comparing, you socialize at sometimes unsustainable expenses, there are many wineries available, the research network (which for example made this evening possible) is branched out.

There were therefore two iconic wines on the table. Iconic and not just iconic.

Gaja Sorì Tildin 1996
Gaja Sorì San Lorenzo 1996

It seems that 1996 was a good year in the Langhe. This increases the already high expectations.

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Bottiglie, Degustazioni

La batteria dei Nebbioli

Degustazione di Nebbioli

Degustazione di Nebbioli in Batteria. Al primo rèfolo d’aria fresca s’innesca subito la sete di rossi e ritorna alla mente quel lotto di nebbioli comprati in gruppo alcuni mesi prima e per il cui assaggio era attesa da tempo la fine della gran calura. Ci si ritrova dunque nella tana de “Il Mosto Selvaggio” per approfondire le potenzialità di questo nobile vitigno, qui nella sua interpretazione base, in alcune sue diverse declinazioni.
Raccontare 10 vini a memoria seguendo gli scarni appunti vergati in una serata che ha finito per configurarsi più ricreativa che formativa, nel senso puro del termine, non è facile. Ho deciso quindi di tracciare una descrizione di quelli che mi hanno maggiormente colpito.

I vini in degustazione erano i seguenti:

Langhe Nebbiolo 2018 Elio Sandri / monforte d’alba


Cemento e legno grande per un Nebbiolo che brilla per la nettezza dei profumi floreali, di melograno e ribes rosso, di genziana, per la scorrevolezza del sorso, l’equilibrio e la tensione, la coda sapida e la persistenza. Sembra di scorgere in controluce dentro questo vino un progetto che ha trovato una compiutezza esatta. Vino pronto e convincente.

VERSIO / neive 18


Acciaio, legno grande e di nuovo cemento. Colore quasi di un rosato, sottile, profumo di fragolina, cinnamomo, rosa, luminoso, apparentemente esile e trasparente, ma animato da chiara forza, espressività, definito un vino “risolto”. Piaciuto a tutta la tavola, in effetti stupiva per la serbevolezza e per il fatto di mostrare una memoria viva del frutto da cui provenne. Tutti i commensali hanno dichiarato di poterne bere una bottiglia da soli in venti minuti.

Langhe Nebbiolo 2019 RIVELLA / barbaresco


Lunga macerazione e affinamento in tonneaux per questo nebbiolo di uno dei prìncipi del classicismo piemontese.
La gioventù lo penalizza perché risulta un po’ austero e allora ci si proietta in avanti col pensiero a tra qualche anno. Però c’è la consueta eleganza di Rivella, sentori di ribes rosso, scorza d’arancio, mazzo d’erbe aromatiche/bitter, il sorso è teso, fresco, di buon corpo, il tannino è ruggente. Ripensare alla gentilezza della famiglia Rivella aumenta l’apprezzamento per il vino.

Langhe Nebbiolo Bartolo Mascarello 2018 / barolo


Cemento e botti grandi per nove mesi.
Archetipico e quasi perfetto. Gli ho preferito il Nebbiolo di Sandri in virtù di una più viva dinamica di gusto, ma questo Nebbiolo è eccezionale.
Colore rubino vivo, viola, finissima Speziatura, piccoli frutti rossi, erbe mediche, il sorso è lungo, fresco, col giusto spessore e con un tannino rinfrescante che invoglia alla beva.

Langhe Nebbiolo 2018 Canonica / Barolo


Vino di grande personalità, solo cemento, colore rubino di media intensità, frutti scuri, balsamico, radice, suggestioni fungine (percezione non condivisa), al palato si presenta denso, con grande intensità di gusto, cala anche la carta di un buon equilibrio che in altre annate non avevo riscontrato, persistenza non comune. C’è chi lo ha subito apposto come trofeo in postazione al lavoro.

Langhe Nebbiolo 2017 Agostino Bosco / la morra
Langhe Nebbiolo Trediberri 2019/ la morra
Langhe Nebbiolo Scarzello 2017 / barolo
Nebbiolo d’Alba 2018 Bruna Grimaldi / serralunga
Barbaresco F. Lli Giacosa 2017

Bartolo Mascarello & Friends
Enonauta/Degustazione di Vino #177/181 - La Batteria dei Nebbioli con Sandri, Rivella, Versio, Mascarello, Canonica, Trediberri, Scarzello
Enonauta/Degustazione di Vino #177/181 - La Batteria dei Nebbioli con Sandri, Rivella, Versio, Mascarello, Canonica, Trediberri, Scarzello

Degustazione di Nebbioli – Nebbiolo Tasting

Enonauta/Degustazione di Vino #177/181 - La Batteria dei Nebbioli con Sandri, Rivella, Versio, Mascarello, Canonica, Trediberri, Scarzello
Enonauta/Degustazione di Vino #177/181 - La Batteria dei Nebbioli con Sandri, Rivella, Versio, Mascarello, Canonica, Trediberri, Scarzello

Degustazione di Nebbioli – Nebbiolo Tasting

The first breath of fresh air immediately triggers the thirst for reds and brings to mind that batch of Nebbiolos bought in a group a few months earlier and whose tasting was long overdue until the end of the great heat. We therefore find ourselves in the den of “Il Mosto Selvaggio” to delve deeper into the potential of this noble vine, here in its basic interpretation, in some of its different declinations.
Telling 10 wines from memory following the scant notes written in an evening that ended up being more recreational than educational, in the pure sense of the term, is not easy. I therefore decided to outline a description of those that struck me most.

The wines tasted were as follows:

Langhe Nebbiolo 2018 Elio Sandri / monforte d’alba

Cement and large wood for a Nebbiolo that shines for the clarity of the floral aromas, of pomegranate and red currant, of gentian, for the smoothness of the sip, the balance and tension, the savory aftertaste and persistence. It seems to see against the light inside this wine a project that has found exact completion. Ready and convincing wine.

VERSIO / neive 18

Steel, large wood and concrete again. Almost rosé colour, subtle, scent of strawberry, cinnamon, pink, bright, apparently thin and transparent, but animated by clear strength, expressiveness, defined as a “resolved” wine. The whole table liked it, and in fact it was surprising for its shelf life and for the fact that it showed a living memory of the fruit from which it came. All the guests declared that they could drink a bottle alone in twenty minutes.

Langhe Nebbiolo 2019 RIVELLA / barbaresco

Long maceration and refinement in tonneaux for this Nebbiolo from one of the princes of Piedmontese classicism.
Youth penalizes it because it appears a bit austere and so we project ourselves forward with the thought of a few years from now. But there is the usual elegance of Rivella, hints of red currant, orange peel, bunch of aromatic herbs/bitters, the sip is tense, fresh, full-bodied, the tannin is roaring. Thinking back to the kindness of the Rivella family increases your appreciation for wine.

Langhe Nebbiolo Bartolo Mascarello 2018 / barolo

Cement and large barrels for nine months.
Archetypal and almost perfect. I preferred Sandri’s Nebbiolo to it due to its livelier flavor dynamics, but this Nebbiolo is exceptional.
Bright ruby ​​colour, purple, very fine spiciness, small red fruits, medicinal herbs, the sip is long, fresh, with the right thickness and with a refreshing tannin that invites you to drink.

Langhe Nebbiolo 2018 Canonica / Barolo

Wine with great personality, only cement, ruby ​​color of medium intensity, dark fruits, balsamic, root, fungal suggestions (perception not shared), on the palate it is dense, with great intensity of taste, it also shows a good balance which in other years I had not found uncommon persistence. There are those who immediately placed it as a trophy on their workstation.

Langhe Nebbiolo 2017 Agostino Bosco / la morra
Langhe Nebbiolo Trediberri 2019/ la morra
Langhe Nebbiolo Scarzello 2017 / barolo
Nebbiolo d’Alba 2018 Bruna Grimaldi / serralunga
Barbaresco F. Lli Giacosa 2017

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Bottiglie, Degustazioni

Memorie da un Aperitivo Ricco

Memorie da un aperitivo ricco con degustazione di vino

Ci si trova di pomeriggio, come imposto dalle vigenti disposizioni, si ritorna a casa presto.

4 bottiglie. Due Langhe, due Carso.

Il mitico Dolcetto Superiore di Flavio Roddolo. Un bel Nebbiolo giovane di Conterno Fantino. Due espressioni diverse del bianco macerato dal Carso. La Malvasia di Zahar e il Bezga, blend di Vitovska e Malvasia, di Milic.

Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 di Flavio Roddolo da Monforte.

Brilla della sue consuete caratteristiche. Forza, espressività, persistenza, intensità dell’aroma di bocca. Impenetrabile. Mora e cassis, spezie dolci, erbe aromatiche, in bocca struttura, grande persistenza, il profumo nel bevante vuoto è da ricordare per sempre.

Nebbiolo Ginestrino 2019 di Conterno Fantino

Giovane, rubino con riflessi porpora, molto floreale, marasca, spezie, sorso pieno, di corpo, un tannino un po’ irruento.

Malvasia Zahar 2016 – Aperitivo Ricco con Degustazione di Vino

Una Malvasia Istriana macerata molto elegante, ambra chiara, di misura, con sentori di camomilla, albicocca disidratata, miele di Cardo. Equilibrato al palato, coerente, buona presenza e bel finale.

Bezga Lune Milic 2015 -Aperitivo Ricco con Degustazione di Vino

Malvasia e Vitovska
Orange wine pieno di energia, quasi strabordante. Lievemente rustico, intenso al naso con ricordi di camomilla, zenzero, caffé tostato, nespola. Il sorso è vitale, di non comune pienezza di gusto, persistente.

Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
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