Antica Torre, la sala
Mangiare, Ristoranti/Trattorie

Enoteca Ristorante Antica Torre, a Carmignano (Prato)

Il Benestare – a tavola con L’Enonauta #1

Enoteca Ristorante Antica Torre, a Carmignano (Prato)

Indoe vien bona la vite, vien bona la vita. I modi di dire toscani nascondono nel loro repertorio una tale quantità di verità da poter essere sicuri di averne uno che va bene per qualsiasi necessità. Questo in particolare si attaglia benissimo al territorio di Carmignano. Vecchia riserva di caccia della famiglia de’ Medici, il territorio del Barco Reale Mediceo è la patria di uno dei vini più antichi (e buoni) d’Italia, denominazione di origine controllata ante litteram, precursore dei super-tuscan 400 anni prima di Giacomo Tachis e Piero Antinori, ma soprattutto è un gioiello di bellezza abbacinante incastonato quasi segretamente, come in uno scrigno collinare, a due passi dalle brutture delle vie di grande scorrimento tra Pistoia, Prato e Firenze.
E un gioiello incastonato quasi segretamente nel borgo di Carmignano è anche l’Enoteca Ristorante Antica Torre. Una calda sala rustica con pavimento in cotto, alcune pareti in mattoni rossi e un grande camino, alleggerita e illuminata da elementi moderni, espositori e tavoli in vetro, senza tovagliato, in cui si è accolti con impagabile garbo e gentilezza dalla famiglia Verni: lo chef Mattia con zia Michelli in cucina, i genitori Daniele e Michela in sala.
Mattia ha aperto il locale ad appena 24 anni nel marzo 2013, dopo il diploma alla Buontalenti di Firenze e un praticantato, evidentemente non troppo lungo, tra pizzerie, agriturismi e ristoranti, tra cui la Locanda dell’Angelo di Sarzana con lo chef Lorenzo Barsotti.
Per diversi anni l’Antica Torre fa quello che tutti si aspetterebbero in questo angolo di colline: pappardelle, bistecca, ribollita… Poi pian piano il carattere di questo giovane creativo, coraggioso e umile, ma giustamente ambizioso, inizia a incrinare il quadro della perfetta real tuscan experience da cartolina: lo chef si guarda intorno e inizia a divertirsi. Si comincia a inserire un’entrée, si sperimentano diversi tipi di pane e grissini fatti in casa, si inventa un pre-dessert… e insomma Verni ci prende gusto e a un certo punto decide di ribaltare tutto. Un’inversione a 180 gradi di quelle per cui serve davvero tanto coraggio. La virata è netta. Addio menu bistecca, addio ai vecchi clienti, si va verso la cucina cosiddetta creativa. Resta l’atmosfera accogliente, per cui si entra e ci si sente a casa, resta la passione per la materia prima, ma a guardar bene qualche segno avverte subito che la campagna toscana qui mostra di sé un’anima meno stereotipata. Dal camino calano reti da pescatore e materiale illustrativo di un produttore di vino affinato sott’acqua in Val Camonica. La carta è un florilegio di sorprese. Piatti spiazzanti e ambiziosi, poggiati su una rara capacità di orchestrare affinità e contrasti. Si indovina anche l’intenzione che c’è dietro: divertirsi, stupire, sedurre, offrire un’esperienza fuori dal consueto.
Il primo degli amuse-bouche della casa è già una dichiarazione di poetica, per un ristorante circondato da colline di viti e olivi: una falsa oliva di robiola glassata, con un pistacchio come nocciolo, su polvere di oliva disidratata e con una fialetta di olio per condire a piacere. Un divertito omaggio alle radici, una freccia scagliata verso l’altrove.

Tre amuse-bouche
Tre amuse-bouche
Foglia alla cipolla e burro
Il Benestare - a tavola con L'Enonauta #1 | Enoteca Ristorante Antica Torre, a Carmignano (Prato) | Luogo dalla doppia Anima moderno-classica
Foglia alla cipolla e burro

In generale questa doppia anima polarizza la carta nel suo insieme (carne e pesce se la giocano con pari dignità) e i singoli piatti, costruiti su dinamiche non scontate. Per limitarci alle cose che abbiamo provato: la capasanta nel latte di cocco e succo di melograno, ravvivata dal pepe rosa; la calamarata con purea di fave e bottarga che scopre un’entusiasmante verticalità nell’incontro con l’aringa; un vero capolavoro di perizia tecnica la terrina di fegatini con lardo marmorizzato, e il vin santo sferificato a mo’ di caviale a donare una spezzatura più fresca alla sapidità avvolgente del piatto.

Capasanta, latte di cocco e melagrana
Capasanta, latte di cocco e melagrana
Calamarata fave, bottarga e aringa
Calamarata fave, bottarga e aringa
Fegatini, lardo marmorizzato e caviale al vin santo
Fegatini, lardo marmorizzato e caviale al vin santo

Più nella norma l’abbinamento dei pici al cervo con i frutti di bosco cotti nel vino o il galletto in due diverse cotture con un’insalatina di finocchi e arance; comunque riuscitissimi entrambi, di una bontà e un calore confortanti, soprattutto il galletto che prima della frittura attraversa una lunga attesa di 12 ore di cottura a bassa temperatura, cosicché lo scrigno di una panatura ricca e saporita custodisce un tesoro di succosa tenerezza.

PIci al cervo e frutti di bosco cotti nel vino
Pici al cervo e frutti di bosco cotti nel vino
Galletto in doppia cottura
Il Benestare - a tavola con L'Enonauta #1 | Enoteca Ristorante Antica Torre, a Carmignano (Prato) | Luogo dalla doppia Anima moderno-classica
Galletto in doppia cottura

Pirotecnici i dolci, in cui si esalta la voglia di stupire, e di lasciare un ricordo peculiare anche agli occhi: bellissimi l’alveare di panna cotta al rhum (con tanto di api svolazzanti) e la scoppiettante bavarese al cioccolato bianco con frutti di bosco immersa in una nebbia di menta che si alza dal piatto fino a profumare l’intero locale.

Alveare di panna cotta al rhum
Alveare di panna cotta al rhum
Bavarese nella nebbia
Bavarese nella nebbia – Il Benestare – a tavola con L’Enonauta #1 | Enoteca Ristorante Antica Torre, a Carmignano (Prato) | Luogo dalla doppia Anima moderno-classica

Carta dei vini non ricchissima ma con bottiglie di varia qualità e un doveroso occhio di riguardo verso le produzioni del territorio. A mescita si offre la scelta fra tre bianchi, tre rossi, tre rosati e tre champagne, insomma quanto è necessario.
Il conto, va detto, è un poco alto (per tre portate e un paio di calici di vino si sta sugli 80 euro; c’è la possibilità di menu degustazione con 5 portate e 2 calici di vino a 85 euro per la carne e 95 per il pesce) ma l’esperienza non è comune. L’insieme dell’accoglienza, dell’atmosfera, della proposta culinaria trasmettono quel senso complessivo dello star bene, anzi molto bene, che è il primo motivo che ci spinge a desiderare di tornare in un posto, per riunirsi a quel pezzetto di nostalgia che ogni volta lasciamo nelle sue stanze. E se cucine buone ce ne sono molte, luoghi come l’Antica Torre invece sono decisamente più rari, soprattutto nella sempre più artefatta Toscana, e quindi preziosi.

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Bramaterra 2010 – Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

Una splendida bevuta che ha bisogno di una premessa. Bevvi la stessa bottiglia qualche anno fa in un ristorante del quartiere San Salvario a Torino durante un diluvio, lo Scannabue (www.scannabue.it). Lo cito, non per fare pubblicità, perché la scoperta fu indotta dall’entusiasmo del sommelier nel proporsi di scegliere un vino, a suo dire particolare, per degli amanti del nebbiolo. Apprezzo questo entusiasmo quando mi sembra provenire da qualcuno che sembra competente e sincero al solito tempo.

Arrivò in tavola questo Bramaterra 2010 della cantina Antoniotti che riscosse un grande successo. Andai poi in seguito a conoscere la famiglia Antoniotti e a procurarmi questa bottiglia di stasera in quel di Sostegno.

Bevute anche altre annate (leggi qui ad esempio), ma nessuna come questa.

È nebbiolo con 20 percento di Croatina, 7 percento di Vespolina e 3 percento di Uva Rara. Cemento e botte grande per tre anni, approccio tradizionale.
Il vino è granato, integro fino al bordo, pieno, luminoso, ampio ed aperto da subito, intenso, con aromi nettissimi di rosa, lampone, ciliegia matura, chiodo di garofano e speziatura che sottolineano il buon uso dei vitigni complementari e che a questo Bramaterra donano una personalità davvero unica. È inoltre lievemente etereo, con ricordi di radici, appena un po’ di scorza di arancio. Rigore e precisione rari.
Nel sorso tutti gli elementi convergono affinché l’esperienza sia entusiasmante. Tenore alcolico misurato, acidità e salinità davvero importanti, ma che non tagliano mai il flusso di gusto, ne sono invece propulsore infinito. Tannino finissimo, di buona forza e non smussato, un ricamo, centro bocca fruttato, pieno, definito e gustoso. Il Finale è lungo, rinfrescante dove trova il modo di essere rievocato tutto ciò che era stato suggerito al naso.

98 punti, ma anche 100.

Enonauta/Degustazione di Vino #264 - review - Bramaterra 2010 - Antoniotti | Vino perfettamente compiuto, per esecuzione, piacevolezza, carattere e anche originalità.
Un Bramaterra da 100 punti
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Bramaterra 2010
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Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

A splendid drink that needs a premise. I drank the same bottle a few years ago in a restaurant in the San Salvario district of Turin during a flood, Scannabue (www.scannabue.it). I mention it, not to advertise, because the discovery was induced by the sommelier’s enthusiasm in proposing to choose a wine, which he said was particular, for Nebbiolo lovers. I appreciate this enthusiasm when it seems to come from someone who seems competent and sincere at the same time.

This Bramaterra 2010 from the Antoniotti winery arrived on the table and was a great success. I then later went to meet the Antoniotti family and to get this bottle tonight in Sostegno.

I also drank other vintages (read here for example), but none like this one.

It is Nebbiolo with 20 percent Croatina, 7 percent Vespolina and 3 percent Uva Rara. Cement and big barrel for three years, traditional approach.
The wine is garnet, intact up to the edge, full, bright, ample and immediately open, intense, with very clear aromas of rose, raspberry, ripe cherry, clove and spiciness which underline the good use of complementary vines and which to this Bramaterra give a truly unique personality. It is also slightly ethereal, with hints of roots, just a little orange peel. Rare rigor and precision.
In the sip all the elements converge so that the experience is exciting. Measured alcohol content, really important acidity and salinity, but which never cut off the flow of flavour, are instead an infinite driving force. Very fine tannin, of good strength and not blunt, an embroidery, fruity, full, defined and tasty center of the mouth. The finish is long, refreshing where everything that was suggested to the nose finds a way to be evoked.

98 points, but also 100.

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Riesling Silberberg de Rorschwihr 2009 – Rolly Gassmann

Riesling Silberberg de Rorschwihr 2009 – Rolly Gassmann

Come si parla di un vino che non incontra i nostri gusti? Possiamo definire buono un vino ben fatto e di indubbia qualità, che però soggettivamente, ed onestamente, non ci piace? Difficile dare una risposta semplice ad un quesito complesso. Difficile rispondere in maniera univoca, almeno per me. Quando scriviamo intorno ad un vino, esprimiamo sempre almeno in parte, una forma di “giudizio”, che non vuole essere una sentenza, ma certamente non possiamo sfuggire completamente dall’esercizio di una valutazione soggettiva e personale. Scrivere è sovente raccontare del proprio incontro con l’altro, ed anche scrivere di vino (o del vino o intorno al vino) è la storia di un incontro ermeneutico e fenomenologico con un elemento a suo modo vivente.

I dubbi ed i quesiti di cui sopra, mi sono soggiunti dopo aver bevuto questo Riesling alsaziano in purezza, proveniente dalla storica Cantina Rolly Gassman situata a nord di Colmar, al confine tra il basso e l’alto Reno. Vinificazioni parcellari dal lieu-dit Silberg de Rorschwihr in tini d’acciaio, maturazione in botte grande e lungo affinamento in bottiglia.

Il suo giallo paglierino brillante sprigiona potenti note floreali, pesca nettarina e albicocca matura, frutta esotica, note minerali di pietra focaia e tipici sentori di idrocarburi. Al palato l’ingresso è spietatamente morbido, succoso, quasi un nettare, con una prevalenza dolce che avvolge il palato in maniera peculiare, dirompente. A primo acchito sembra un vino da dolce, ma poi arriva fortunatamente una coda acida e salina che ci ricorda che si tratta comunque di un Riesling Renano di 13 anni, ufficialmente secco. Buona la coerenza gusto-olfattiva, ma il sorso è penalizzato a mio avviso dal netto squilibrio morbidezza-durezza, che rendono poco fluido ed invitante il sorso.

Credo di aver incontrato questo Riesling nel suo momento di massimo espressione, ma partendo dal presupposto che non amo particolarmente il vitigno (fatta eccezione dei grandi Riesling tedeschi!), il problema rimane a mio avviso l’estrema dolcezza al palato, che ne fa un vino poco in equilibrio e difficilmente adatto al pasto. Il produttore consiglia di abbinarlo a frutti di mare, crostacei e salmone, ma la mia esperienza con quest’ultimo è stata decisamente contrastante per non dire “cozzante”. Forse meglio con formaggi stagionati, erborinati, terrine e paté, fois gras. Forse ancora meglio da solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #263 - review - Riesling Silberberg de Rorschwihr 2009 - Rolly Gassmann | in bilico tra Freschezza e Dolcezza
Enonauta/Degustazione di Vino #263 - review - Riesling Silberberg de Rorschwihr 2009 - Rolly Gassmann | in bilico tra Freschezza e Dolcezza
Enonauta/Degustazione di Vino #263 - review - Riesling Silberberg de Rorschwihr 2009 - Rolly Gassmann | in bilico tra Freschezza e Dolcezza

Riesling Silberberg de Rorschwihr

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Soave Classico “Foscarino” 2020 – Inama

Soave Classico “Foscarino” 2020 di INAMA

Conservavo un bel ricordo del Soave Classico “Foscarino” 2020 di Inama dalla sera in cui lo scorso anno lo incontrai durante una degustazione alla cieca in cui, sinceramente, non lo seppi individuare e non ricordo per quale altro vino lo scambiai. Però risultò apprezzato e allora eccoci qui a carte scoperte a riprovare.

Garganega che fermenta per il 30 percento in acciaio e per il restante 70 percento in barrique usate. Dopo sei mesi di sosta sulle fecce viene trasferito in acciaio.

Colore giallo vivido, intenso, un naso variegato che propone il fiore della ginestra, il lime, foglia di basilico, pesca gialla, suggestioni fumé, profumi comunque netti e incisivi, prolungati.
Il sorso è preciso, presente, con forza espressiva e di gusto, freschissimo e salino/minerale con un tratto di opulenza che è più un suggerimento, una epifania che una sensazione tattile. Finale coerente con reminiscenza di nespola o altro frutto giallo con nocciolo, ancora le erbe aromatiche.
Una bella conferma.

Enonauta/Degustazione di Vino #262 - review - Soave Classico "Foscarino" 2020 - Inama | Profumato con un tratto di opulenza
Enonauta/Degustazione di Vino #262 - review - Soave Classico "Foscarino" 2020 - Inama | Profumato con un tratto di opulenza
Enonauta/Degustazione di Vino #262 - review - Soave Classico "Foscarino" 2020 - Inama | Profumato con un tratto di opulenza

Soave Classico “Foscarino” 2020 by INAMA

I had fond memories of Inama’s Soave Classico “Foscarino” 2020 from the evening when last year I met it during a blind tasting in which, honestly, I couldn’t identify it and I don’t remember what other wine I mistook it for. But it was appreciated and so here we are with our cards open and trying again.

Garganega which ferments 30 percent in steel and the remaining 70 percent in used barriques. After six months of rest on the lees it is transferred to steel.

Vivid, intense yellow color, a variegated nose that offers broom flowers, lime, basil leaves, yellow peach, smoky suggestions, however clear and incisive, prolonged aromas.
The sip is precise, present, with expressive strength and flavour, very fresh and saline/mineral with a touch of opulence which is more a suggestion, an epiphany than a tactile sensation. Consistent finish with reminiscences of medlar or other yellow fruit with stone, again aromatic herbs.
A nice confirmation.

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Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 – Francesco Boschis

Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 – Francesco Boschis

Dopo un paio di delusioni ristappo un Dolcetto che fortunatamente, essendo un amante del vitigno, mi appassiona.
È il Dogliani Superiore Pianezza Vigna del Prey 2019 dell’azienda Francesco Boschis.

Bel colore purpureo scuro, inizialmente è un po’ riservato col tempo si apre e rivela un bouquet con ricordi floreali e balsamici in primo piano, poi lampone e spezie e altre note vagamente agrumate (scorza di chinotto).
Molto fresco il sorso, acidità decisa, fresco e secco, di corpo snello con tannino appena rustico, con bella forza di gusto piazza un bel finale lungo con coda sapida non così diffusa nella tipologia.

Enonauta/Degustazione di Vino #261 - review - Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 - Francesco Boschis | Rustico e deciso
Enonauta/Degustazione di Vino #261 - review - Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 - Francesco Boschis | Rustico e deciso
Enonauta/Degustazione di Vino #261 - review - Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 - Francesco Boschis | Rustico e deciso
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Le Vendangeur Masqué Chablis 2018  – Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – De Moor è uno chablis elaborato dal Domaine De Moor con uve di altri vignaioli nel villaggio chiamato Courgis vicino al comune di Chablis (Borgogna). L’ispirazione di base è quella naturale. Il vitigno è lo Chardonnay.
Pressatura, fermentazione spontanea in legno usato e affinamento nello stesso per 12 mesi.

Premessa: finita la bottiglia ne avrei aperta subito un’altra.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Uno Chablis profumato e di colore giallo pieno e luminoso, con ricordi di lime, mela opal, frutti esotici, note petroso/minerali, reminiscenze di noce pecan, erbe aromatiche e floreali. Arioso, intenso, percussivo.
Acidità netta, rinfrancante, dentro un sorso che rivela maturità, fruttuosità, a tratti morbidezza, profondità, tenuta. In una tensione/alternanza continua tra queste due anime.
Persistenza memorabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Come premesso ne avrei bevute due di fila.

Dispiace per l’impronta di calcare sul bicchiere che comunque, se pure peggiora l’immagine, non inficia il valore assoluto del liquido nel bicchiere.

Enonauta/Degustazione di Vino #260 - review - Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 - Alice et Olivier De Moor | Arioso, intenso, percussivo
Alice et Olivier De Moor

Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – De Moor

is a chablis elaborated by Domaine De Moor with grapes from other winemakers in the village called Courgis near the municipality of Chablis (Burgundy). The basic inspiration is natural. The grape variety is Chardonnay.
Pressing, spontaneous fermentation in used wood and aging in the same for 12 months.

Premise: once I finished the bottle I would immediately open another one.

Enonauta/Wine Tasting #260 – review – Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor | Airy, intense, percussive
Alice and Olivier De Moor
A fragrant Chablis with a full and bright yellow colour, with hints of lime, opal apple, exotic fruits, petrous/mineral notes, reminiscences of pecan nut, aromatic and floral herbs. Airy, intense, percussive.
Clear, refreshing acidity, in a sip that reveals maturity, fruitiness, at times softness, depth, stability. In a continuous tension/alternation between these two souls.
Memorable persistence.

Enonauta/Wine Tasting #260 – review – Le Vendangeur Masqué Chablis 2018 – Alice et Olivier De Moor | Airy, intense, percussive
Alice and Olivier De Moor
As mentioned, I would have drunk two in a row.

I am sorry about the limescale mark on the glass which, although it worsens the image, does not affect the absolute value of the liquid in the glass.

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Fiano di Avellino Riserva 2019 – Joaquin

Fiano di Avellino Riserva 2019 – Joaquin

Fiano di Avellino DOCG

Ecco un altra gemma enoica dell’Irpinia, territorio di cui, volendo essere giusti, non si finirebbe mai di raccontare.
È il Fiano di Avellino Riserva 2019 della azienda Joaquin. Da vigne vocate, in altura, due giorni di macerazione, breve passaggio in legno e alcuno mesi di bottiglia.

Il colore è giallo intenso, la bassa temperatura lo penalizza, ma il bouquet diventa complesso e vitale con l’aumento della temperatura e al naso arrivano profumi di caramella d’orzo, miele di tiglio, pepe bianco, pesca gialla, passiflora. Davvero suadente.
Al palato mostra acidità e struttura avvolgenti, salinità percepita che aumenta con la temperatura, stratificato eppur dinamico, ha stoffa nobile, presenza, retrogusto prolungato centrato su frutto e spezie dolci, appena un ricordo di uva sultanina.

Da bersi non a temperatura ambiente, ma nemmeno appena tolto dal frigorifero.
Ottimo investimento potenziale, e ipotetico, per chi ama bere bianchi con qualche anno di cantina.

Enonauta/Degustazione di Vino #259 - review - Fiano di Avellino Riserva 2019 - Joaquin | Un grande Fiano con ottime prospettive
Enonauta/Degustazione di Vino #259 - review - Fiano di Avellino Riserva 2019 - Joaquin | Un grande Fiano con ottime prospettive
Enonauta/Degustazione di Vino #259 - review - Fiano di Avellino Riserva 2019 - Joaquin | Un grande Fiano con ottime prospettive

Fiano di Avellino Riserva 2019 – Joaquin

Fiano di Avellino DOCG

Here is another wine gem from Irpinia, a territory which, to be fair, we would never stop talking about.
It is the Fiano di Avellino Riserva 2019 from the Joaquin company. From suitable vineyards, on high ground, two days of maceration, brief passage in wood and several months in the bottle.

The color is intense yellow, the low temperature penalizes it, but the bouquet becomes complex and vital with the increase in temperature and the nose reaches aromas of barley candy, lime honey, white pepper, yellow peach, passion flower. Really persuasive.
On the palate it shows enveloping acidity and structure, perceived salinity that increases with temperature, layered yet dynamic, it has noble substance, presence, a prolonged aftertaste centered on fruit and sweet spices, just a hint of sultanas.

Not to be drunk at room temperature, but not just taken out of the refrigerator.
Excellent potential and hypothetical investment for those who love drinking white wines with a few years of cellar.

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Carema Riserva 2015 – Cantina Produttori di Carema

Il Carema Riserva 2015 della Cantina dei Produttori di Carema è più che un vino del Cuore. È un vino chiave che apre soglie. Un vino paradigma che racconta di un mondo parallelo che sembrava scomparso, di un fare che fino a qualche anno fa appariva “superato” . Un vino buonissimo questo 2015 che non avrei timori a inserire tra le migliori bevute di sempre.

Nebbiolo 100 percento. Tre anni di invecchiamento in botte grande.

Granato traslucido brillante, integro fino all’unghia, fragrantissimo con profusione di ribes e melograno, scorza di arancia navelina, radici, rosa, che si rincorrono con nitore ed energia.

Al palato si conferma. Caldo con un sorso agile, di medio corpo, ma dalla espressiva inarginabile forza, acidità dritta, tannini di giusta forza è un vino che ha una direzione precisa, netta, lineare, ma da questa retta si dipanano onde di gusto più morbide innescate dal ritorno fruttato di grande piacevolezza. Tutto in un quadro di estrema finezza e precisione. Tensione fino sul finale con impronta salina. Vino dall’identità forte e netta.
Un Carema Riserva a cui l’annata ha forse regalato quel tratto di amichevolezza che lo rende irresistible.

Vino da 100 punti volendo dare i punti.

Enonauta/Degustazione di Vino #258 - review - Carema Riserva 2015 - Cantina Produttori di Carema | Vino da 100 punti volendo dare i numeri
Enonauta/Degustazione di Vino #258 - review - Carema Riserva 2015 - Cantina Produttori di Carema | Vino da 100 punti volendo dare i numeri
Enonauta/Degustazione di Vino #258 - review - Carema Riserva 2015 - Cantina Produttori di Carema | Vino da 100 punti volendo dare i numeri

The Carema Riserva 2015 della Cantina dei Produttori di Carema

is more than a wine of the heart. It is a key wine that opens thresholds. A paradigm wine that tells of a parallel world that seemed to have disappeared, of a way of doing things that until a few years ago seemed “outdated”. A very good wine this 2015 that I would not be afraid to include among the best drinks ever.

100 percent Nebbiolo. Three years of aging in large barrels.

Brilliant translucent garnet, intact up to the nail, very fragrant with a profusion of currants and pomegranate, navelina orange peel, roots, rose, which chase each other with clarity and energy.

It is confirmed on the palate. Warm with an agile sip, medium-bodied, but with an unstoppable expressive strength, straight acidity, tannins of the right strength, it is a wine that has a precise, clear, linear direction, but from this line softer waves of taste unfold, triggered by the return very pleasant fruity. All in a framework of extreme finesse and precision. Tension right up to the finish with a salty imprint. Wine with a strong and clear identity.
A Carema Riserva to which the vintage has perhaps given that trait of friendliness that makes it irresistible.

100 point wine if you want to give points.

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Fiano Particella 928 2019 – Cantina Del BARONE

Fiano Particella 928 2019 – Cantina Del BARONE – Campania Fiano IGP

Fiano che fermenta spontaneamente e affina sulle fecce prima e in bottiglia poi.
Uva da un singolo vigneto in Cesinali (AV).

La premessa da fare è che è un vino ottimo. Ottimo, suggestivo, di carattere e con una identità particolare che lo rende riconoscibile.
Per quanto già ottimo, come premesso, questo è un vino che suggerisce chiaramente di avere in nuce un altro vino che assaporerai tra qualche anno quando la volontà umana e il caso troveranno un incastro che potrà essere magico e fortuito, frutto di intuizione, più semplicemente figlio della buona conservazione o tutte queste cose insieme.
Per oggi mi contento di bere questo ottimo vino, che non è per tutti.

Il colore è giallo vivo, profumi di mandarino, nespola, floreale di ginestra, incursioni vegetali di verbena, erba medica, poi ancora frutto tropicale come il mango, note petrose, cera d’api.
Il tutto sembra una promessa, una anteprima di qualcosa che sta per accadere.
Il sorso è secco e salino, a tratti ruvido, c’è intensità gustativa e presenza, spessore, acidità ben diffusa e nel bel finale aperto si rievocano la nespola, lo zafferano, qualcosa di appena citrico.

I miei complimenti a Luigi Sarno per questa bottiglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #257 - review - Fiano Particella 928 - Cantina Del BARONE | Ottimo, suggestivo, di carattere e con una identità particolare che lo rende riconoscibile

Fiano Particella 928 Cantina Del BARONE

Fiano Particle 928 2019 – Cantina Del BARONE – Campania Fiano IGP

Fiano which ferments spontaneously and refines first on the lees and then in the bottle.
Grapes from a single vineyard in Cesinali (AV).

The premise to be made is that it is an excellent wine. Excellent, evocative, full of character and with a particular identity that makes it recognisable.
Although already excellent, as stated, this is a wine that clearly suggests that you have in essence another wine that you will taste in a few years when human will and chance find a match that could be magical and fortuitous, the result of intuition, or more simply son of good conservation or all these things together.
For today I am happy to drink this excellent wine, which is not for everyone.

The color is bright yellow, aromas of mandarin, medlar, floral broom, vegetal incursions of verbena, alfalfa, then again tropical fruit such as mango, petrous notes, beeswax.
It all seems like a promise, a preview of something that is about to happen.
The sip is dry and saline, at times rough, there is gustatory intensity and presence, thickness, well-spread acidity and in the beautiful open finish the medlar, saffron, something slightly citric are evoked.

My compliments to Luigi Sarno for this bottle.

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Tinata 2015 – Monteverro

Tinata 2015 – Monteverro

Toscana Rosso Igt

Questo Tinata 2015 dell’azienda Monteverro di Capalbio, nella Maremma Toscana, mi venne regalato per il mio 50esimo compleanno da amici/compagni di assaggi. Regalo gradito e che per il costo genera ovviamente aspettative. Aspettative che, si sa, sono spesso la matrice della delusione.

Syrah 70 percento e Grenache/Cannonau 30 percento
Vino che affina per il 70 percento (40 nuove) in barrique. Il resto in cemento di forma ovale.

Il vino ha colore rubino scuro e muovendosi nel bevante mostra riflessi violacei.
Ampio e dinamico al naso. Esordisce vegetale, per virare in breve sul pepe, il mirto, le erbe aromatiche. Poi seguono sentori di frutto scuro, note terragne, ancora altre spezie dolci, poi ancora frutto, liquirizia, note boisee a lato, tracce di salamoia. Insomma è un bel tourbillon di stimolazioni olfattive.
Il sorso è vellutato e stratificato. Consistente senza mai pesare. Molto equlibrato, preciso, tutto concorre a determinare un esito ottimo. Tannini finissimi, acidità avvolgente, tenore alcolico misurato, coerenza piena, ottimo finale.

Aperto il sabato e finito il martedì mostra grande capacità di stare aperto e di accompagnare a tavola. Fino alla Salsiccia piccante di Mormanno.

Il costo è importante, ma il vino è in effetti molto gratificante. Oltre una certa cifra è bene che ognuno giudichi da solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #256 - review - Tinata 2015 - Monteverro | Il costo è importante, ma il vino è in effetti molto gratificante
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Tinata 2015 – Monteverro

Toscana Rosso Igt

This Tinata 2015 from the Monteverro company in Capalbio, in the Tuscan Maremma, was given to me for my 50th birthday by friends/tasting companions. A welcome gift which obviously generates expectations for the cost. Expectations which, as we know, are often the source of disappointment.

Syrah 70 percent and Grenache/Cannonau 30 percent
Wine that ages 70 percent (40 new) in barriques. The rest in oval-shaped concrete.

The wine has a dark ruby ​​color and shows violet reflections as it moves in the drink.
Broad and dynamic on the nose. It starts out vegetal, quickly turning to pepper, myrtle and aromatic herbs. Then follow hints of dark fruit, earthy notes, even more sweet spices, then more fruit, liquorice, woody notes on the side, traces of brine. In short, it is a nice whirlwind of olfactory stimulation.
The sip is velvety and layered. Consistent without ever weighing. Very balanced, precise, everything contributes to determining an excellent outcome. Very fine tannins, enveloping acidity, measured alcohol content, full consistency, excellent finish.

Open on Saturday and finished on Tuesday, it shows great ability to stay open and accompany at the table. Up to the spicy Mormanno sausage.

The cost is important, but the wine is actually very rewarding. Beyond a certain amount it is best for everyone to judge for themselves.

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