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Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

La perfezione di un’opera la potrebbe definire intimamente il suo autore valutando lo scarto tra la realizzazione e l’urgenza iniziale che ne determinò la volontà della realizzazione. Ecco, questa bottiglia di Bucerchiale 2016 ha uno scarto decisamente ridotto tra quanto io in anni di ripetuti stappi ho immaginato essere il vertice espressivo raggiungibile da questo vino in relazione a quello che ho pensato potesse essere l’idea originaria di questa etichetta. Un pensiero parziale, unilaterale, da bevitore, ma senza alcun timore di esagerare questo è uno dei miei candidati ideali per i 100 punti se mai mi dedicassi a valutare i vini in punti.

Sangiovese della Rufina con passaggio in legno piccolo.

Veste più chiara del solito, raggiante granato e si parte al naso con quel che si potrebbe respirare in una strada costeggiata da cipressi in un caldo pomeriggio di giugno (la resina fresca per chi non apprezza i giri di parole) e poi il rosmarino, la scorza d’arancia, ciliegia e meno pronunciate note balsamiche, di prugna, sottobosco, ematiche.
Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto. Incisivo, espressivo, vitale, risolto, rara profondità e il tutto su registri meno cupi di alcune recenti annate. Ogni elemento sembra intimamente fuso dentro al vino, che ha persistenza e qualità di gusto di assoluto valore e un finale frutto/mentolato molto arioso.

Un grande classico del bere Toscano che non bisogna mai sottovalutare.

Enonauta/Degustazione di Vino #373 - review - Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 - Fattoria Selvapiana | Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto
Enonauta/Degustazione di Vino #373 - review - Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 - Fattoria Selvapiana | Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto

Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

The perfection of a work could be intimately defined by its author by evaluating the gap between the realization and the initial urgency that determined the desire for its realization. Here, this bottle of Bucerchiale 2016 has a decidedly small gap between what, over years of repeated uncorking, I imagined to be the expressive peak achievable by this wine in relation to what I thought could be the original idea of ​​this label. A partial, one-sided, drinker’s thought, but without any fear of exaggerating this is one of my ideal candidates for 100 points if I ever get down to rating wines in points.

Sangiovese della Rufina with small wood passage.

It has a lighter appearance than usual, radiant garnet and it starts on the nose with what you might breathe in a street lined with cypress trees on a hot afternoon in June (the fresh resin for those who don’t appreciate mincing words) and then the rosemary, the orange peel, cherry and less pronounced balsamic, plum, undergrowth and blood notes.
A wine with intense and clear olfactory memories with a sip that doesn’t have a comma out of place. Incisive, expressive, vital, resolved, rare depth and all in less dark registers than some recent years. Each element seems intimately fused within the wine, which has persistence and taste qualities of absolute value and a very airy fruity/mentholated finish.

A great classic of Tuscan drinking that should never be underestimated.

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Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Sostanza, molta sostanza, e precisione per questo Barolo di Eraldo Viberti da La Morra.
Colore di media concentrazione molto luminoso, con ricordi di scorza di arancia, eucalipto, marasca, erbe medicinali, spezie un accenno, cosi come i sentori resinoso/tostati sono appena percepibili. Il tutto con grande generosità e pulizia.
Sorso altrettanto generoso, caldo, voluminoso, caratterizzato da spiccata piacevolezza di beva, scorrevolezza, integrità, misurata acidità e tannini ben scolpiti.
Buono da bersi adesso, ma anche in prospettiva 2028.
Altra bella interpretazione dell’annata 2015 (qui un altro esempio) per l’azienda di La Morra. Annata che è sì buona, ma non esente da rischi sulla distanza.

Enonauta/Degustazione di Vino #372 - review - Barolo Rocchettevini 2015 - Eraldo Viberti | Sostanza, molta sostanza, e precisione per questo Barolo di Eraldo Viberti

Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Substance, a lot of substance, and precision for this Barolo by Eraldo Viberti from La Morra.
Very bright medium concentration colour, with hints of orange peel, eucalyptus, morello cherry, medicinal herbs, a hint of spices, just as the resinous/toasted hints are barely perceptible. All with great generosity and cleanliness.
Equally generous sip, warm, voluminous, characterized by a marked drinking pleasure, smoothness, integrity, measured acidity and well-sculpted tannins.
Good to drink now, but also in 2028.
Another beautiful interpretation of the 2015 vintage (here is another example) for the La Morra company. A good year, yes, but not without risks over distance.

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Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Vigneto in Verduno, in Diano d’Alba l’azienda.
Invecchiamento in botte grande.

Premessa buffa:
Nell’aprile 2022 stavo organizzando un giro nelle Langhe con alcuni amici e l’azienda di Edoardo Sobrino era tra quelle che avevo contattato, spinto dall’entusiasmo di alcuni racconti raccolti e senza aver mai bevuto i suoi vini.
Poi è finita che io non ho potuto partecipare alla gita e da Edoardo Sobrino sono andati gli amici senza di me e qui si può leggere il resoconto di quel viaggio

(https://www.enonauta.it/2022/12/30/la-prima-volta-non-si-scorda-mai/)

Questa bottiglia è una di quelle che ritornarono da quel viaggio.

Vino chiaro, luminoso, nitido nei rimandi olfattivi con predominanti note floreali e balsamiche, di eucalipto, anice stellato, erbe officinali. Più tenui ricordi di ribes, bergamotto, felce.
Vino dall’intensità olfattiva sopra la media.

Al palato è sottile, dall’andatura lineare e incisiva, senza sbavature, con acidità calibratissima e tannini di grana fine, sapidità spiccata con ben apprezzabile bilanciamento di tattile e gustativo e si conferma la precisione di tratto già suggerita al naso.

Vino ottimo da riassaggiare sicuramente.




Enonauta/Degustazione di Vino #371 - review - Barolo Pisapola 2016 - Edoardo Sobrino | Vino chiaro, luminoso, nitido, lineare al palato

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Vineyard in Verduno, the company in Diano d’Alba.
Aging in large barrels.

Funny premise:
In April 2022 I was organizing a tour in the Langhe with some friends and Edoardo Sobrino’s company was among those I had contacted, driven by the enthusiasm of some stories I had collected and without ever having drunk his wines.
Then it ended up that I wasn’t able to take part in the trip and my friends went to Edoardo Sobrino without me and you can read the report of that trip here

(https://www.enonauta.it/2022/12/30/la-prima-volta-non-si-corda-mai/)

This bottle is one of those that returned from that trip.

Clear, bright wine, clear in its olfactory references with predominant floral and balsamic notes of eucalyptus, star anise, medicinal herbs. More subtle memories of currant, bergamot, fern.
Wine with above average olfactory intensity.

On the palate it is subtle, with a linear and incisive gait, without smudging, with very calibrated acidity and fine-grained tannins, marked flavor with a very appreciable balance of tactile and gustatory aspects and the precision of trait already suggested on the nose is confirmed.

Excellent wine to definitely taste again.

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Cepparello 2016 – Isole e Olena

Che possiamo dire di Cepparello 2016 di Isole & Olena? Ottima l’annata, credo in Toscana nessuno sia riuscito a fallire nemmeno provandoci volontariamente, celebrato il vino. Il risultato è buono.
Ultima bottiglia acquistata al prezzo di prima della deriva delirante del mercato e credo sarà, proprio per l’aumento del prezzo, l’ultima volta che ci incontriamo. Questo però non cambia il giudizio di valore sul vino che è indubbiamente ottimo.

Sangiovese con lunga macerazione e invecchiamento in barrique per un terzo nuove.

A differenza di altre volte, ho stappato la bottiglia a casa e ne ho potuto seguire la dinamica evolutiva.
È un vino fondista che acquisisce brillantezza col passare del tempo e si va componendo col tempo un bouquet con ricordi preminenti di marasca e scorza d’arancia, reminiscenze  di lavanda e incenso, alloro, residuali sentori di torrefazione e muschio/balsamico.
Spiccano al palato la sapidita, la stratificazione e la stoffa di questo Sangiovese. Che è ricco di materia cosi come di scheletro,  ha sorso definito, acidità fluida e tannini finissimi vagamente pungenti. Mostra già un certo equilibrio che lo rende godibile. Godibilissmo.

Enonauta/Degustazione di Vino #370 - review - Cepparello 2016 - Isole & Olena | Grande Vino da una Grande Annata
Enonauta/Degustazione di Vino #370 - review - Cepparello 2016 - Isole & Olena | Grande Vino da una Grande Annata

What can we say about Cepparello 2016 di Isole & Olena?

The vintage was excellent, I don’t think anyone in Tuscany managed to fail even by trying voluntarily, the wine was celebrated. The result is good.
Last bottle purchased at the price before the delirious drift of the market and I believe it will be, precisely because of the price increase, the last time we meet. However, this does not change the value judgment on the wine which is undoubtedly excellent.

Sangiovese with long maceration and aging in one third new barriques.

Unlike other times, I uncorked the bottle at home and was able to follow its evolutionary dynamics.
It is a cross-country wine that acquires brilliance as time passes and over time a bouquet is composed with prominent memories of morello cherry and orange peel, reminiscences of lavender and incense, bay leaves, residual hints of roasting and musk/balsamic.
The flavor, stratification and texture of this Sangiovese stand out on the palate. Which is rich in substance as well as skeleton, it has a defined sip, fluid acidity and very fine, vaguely pungent tannins. It already shows a certain balance that makes it enjoyable. Enjoyable.

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Tre Grandi Barolo – Principiano/Sandrone/Fenocchio

Tre Grandi Barolo – Principiano/Sandrone/Fenocchio

In occasione di una riunione enogastronomica che mancava da un po’ di tempo si decide per un menu di varie portate di carne, Lingua bollita con salsa verde, Trippa in bianco con fagioli e salsiccia, Coniglio al forno con patate e Roastbeef all’aceto balsamico, e tre bottiglie di Barolo. Sicuramente tre dei migliori Barolo in circolazione a un prezzo, se non proprio economico, perlomeno accessibile. Ognuno con una sua precisa, netta identità.

Barolo Boscareto 2016 – Ferdinando Principiano

36 mesi in botti da 30 hl.

Vino Raggiante, luminoso granato chiaro, traslucido, molta energia, ma non solo energia. Ho avuto la fortuna di poter stappare 2008 e 2009 in rapida sequenza non molto tempo fa e mi sono reso conto di cosa può diventare questo vino. 

Profumi di arancia navel e melograno, foglia di the, rosmarino, con una nettezza davvero impressiva.

Il sorso è esplosivo, incalzante, austerità declinata in modo approcciabile per cui è un Barolo altamente godibile già nel 2023. Fluisce, scalda, tannini appena rustici, ha ottima dinamica di gusto, spazialità senza impacci ed è già ben definito. 

Enonauta/Degustazione di Vino #367/369 - review - Tre Grandi Baroli - Principiano/Sandrone/Fenocchio | Una tripletta di giovani Barolo
Barolo Boscareto 2016 – Ferdinando Principiano

Barolo Bussia Riserva 90 dì – Giacomo Fenocchio

Monforte d’Alba. Per me il 90 dì di Giacomo Fenocchio rappresenta l’emblema del Barolo tradizionale. 4 anni in botte grande, 90 giorni di macerazione. Ebbi l’occasione di assaggiare il 2011 direttamente dalla botte di invecchiamento e fu un colpo di fulmine.

Si può dire che è giovane e che si sarebbe potuto bere tra trent’anni, ma per me e i miei compagni di tavolo trent’anni sembrano una scommessa troppo rischiosa.

Rubino chiaro, naso progressivo. Marasca, rosa, note balsamiche e di chinotto, genziana. Fedelissimo. 

Al palato è risoluto, potente, in questo momento assai compatto, tetragono, uno sviluppo gustativo fatto di piccoli passi. Tannini robusti, molto scheletro, si intravedono come premesso delle potenzialità infinite per un futuro anche remoto, ma per l’intanto con il Roastbeef all’aceto balsamico si fecero buona compagnia.

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Barolo Bussia Riserva 90 dì 2015 – Giacomo Fenocchio

Barolo Le Vigne 2015 – Sandrone

Barolo Le Vigne 2015 – Sandrone

Con uve dai vigneti Baudana a Serralunga d’Alba, Villero a Castiglione Falletto, Vignane a Barolo e Merli a Novello è un Barolo che va dichiaratamente e con successo a cercare la misura e l’equilibrio.

Elevazione in rovere francese da 500 litri e 18 mesi di affinamento in bottiglia.

Mette insieme la classicità dell’assemblaggio con un’idea più contemporanea del Barolo.

Di colore più intenso, con predominanti reminiscenze fruttate di corbezzolo e ribes rosso e di spezie dolci, floreale elegante, echi di bosco, cipria, eucalipto. Finezza manifesta.

Vellutato e sapido, ben orchestrato, certamente il più pronto dei tre, eppure nella sua amichevole disposizione mantiene una costante tensione, una forza trascinante senza spigoli e nemmeno cercando di proposito e con animo ostile si riuscirebbe a individuare un punto debole a questo Barolo.

Enonauta/Degustazione di Vino #367/369 - review - Tre Grandi Baroli - Principiano/Sandrone/Fenocchio | Una tripletta di giovani Barolo

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Tre Grandi Barolo – Principiano, Fenocchio, Sandri

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“Doccio a Matteo” Chianti Classico Riserva 2016 – Caparsa

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Non da oggi sostengo che Paolo Cianferoni di Caparsa è uno dei migliori vignaioli, non voglio dire il migliore nonostante la tentazione e il convincimento, dell’area del Chianti Classico. Peraltro con la collaborazione di Federico Staderini. Ho avuto l’occasione di dirglielo di persona alla Collection e a Radda in azienda. E questa è l’ultima delle bottiglie riportate dall’ultima visita in azienda ormai alcuni anni fa.

Per le note tecniche rimando al sito di Caparsa.

Comunque Sangiovese con un due percento di Colorino.

Il tempo ha fatto un buon lavoro e ciò che si beve oggi è un vino rubino scuro, con bei profumi tipici di lavanda e viola, scorza di arancia, altri ricordi fruttati delicati che dopo una prima impressione di marasca fanno pensare al melograno. Speziatura fine, sentori di carne cruda, appena terrosi.
In piena corrispondenza il sorso ha corpo ed è temperato, con acidità e tannini fusi in luminoso equilibrio  che fanno emergere la straordinaria fruttuosa delicatezza di questo vino. Che è profondo e avvolgente, tenace sul finale, sapido e di qualità eccellente nel richiamare il frutto in fase retronasale.

Un bellissimo vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Vigna di Caparsa a Radda in Chianti

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Not since today have I maintained that Paolo Cianferoni of Caparsa is one of the best winemakers, I don’t want to say the best despite temptation and conviction, in the Chianti Classico area. Moreover with the collaboration of Federico Staderini. I had the opportunity to tell him in person at the Collection and in Radda at the company. And this is the last of the bottles brought back from the last visit to the company a few years ago.

For technical notes, please refer to the Caparsa website.

However Sangiovese with two percent Colorino.

Time has done a good job and what we drink today is a dark ruby ​​wine, with beautiful typical aromas of lavender and violet, orange peel, other delicate fruity flavors which after a first impression of morello cherry make you think of pomegranate. Fine spiciness, hints of raw meat, slightly earthy.
In full correspondence, the sip has body and is temperate, with acidity and tannins blended in luminous balance which bring out the extraordinary fruitful delicacy of this wine. Which is deep and enveloping, tenacious on the finish, savory and of excellent quality in recalling the fruit in the retronasal phase.

A beautiful wine.

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Note in margine a una serata da Gagaroni

Note in Margine a una serata da Gagaroni con Grandi Vini Toscani

È successo lo scorso venerdì. In ordine di apertura:

Tignanello 2005 – Antinori

Sassicaia 2001 – Tenuta San Guido 

Messorio 2002 – Le Macchiole 

Paleo 2002 – Le Macchiole

Nella ricerca prima, nell’acquisto poi e nello sturare infine un certo tipo di bottiglie si concentrano alcune diverse finalità, presupposti ed esiti possibili.

Abbiamo strappato (e stappato ovviamente), opera meritoria, queste 4 bottiglie, 4 grandi vini toscani, a un potenziale destino di passaggi di mano o a quello addirittura peggiore di finire a degradarsi in un caveau mentre intorno si diffonde il mugugno dei denigratori.

Abbiamo poi messo alla prova le potenzialità delle bottiglie, ma anche di tanto discorrerci intorno che spesso finisce per sembrare principalmente un esercizio ideologico distante da una reale prassi. Mi riferisco all’abitudine di definire i cosiddetti “grandi vini toscani” come dei fenomeni di comunicazione senza un reale valore enoico, ma senza forse averli mai, o poco, incontrati. Ci siamo messi quindi nella condizione di poter parlare perché, come si dovrebbe sempre ricordare, “prima di parlare bisogna stappare”.

In ultimo, ma forse la cosa più importante, abbiamo affidato le bottiglie al posto che gli spetta. Ovvero il piacere e i ricordi condivisi di una serata irripetibile, o difficilmente ripetibile, dunque bella.

Abbiamo trovato vini floridi, vivi, espressivi che permettevano addirittura di pensarli in un futuro non necessariamente prossimo. Chi scrive si è concentrato molto sulla fase ricreativa e le note sono necessariamente approssimative.

Tignanello 2005 – grandi vini toscani

Non ha bisogno di tempo. Tempra ed energia. 

Ricordi di arancia e prugna, lavanda, erbe aromatiche tritate, tabacco, vino decisamente teso, con freschezza incisiva, tannini ben scolpiti, calore ben inserito per un sorso pieno di vigoria, reminiscenze speziate e di frutto maturo sul finale. Da l’impressione di essere partito da due minuti. Di poter fare ancora meglio tra altri 10 anni.

Sassicaia 2001 -grandi vini toscani

Parte bene e finisce gloriosamente. Chi è riuscito a farlo durare nel bicchiere ha raccontato cose belle.

Il più misurato, e questa la trovo una costante negli anni, ma con un crescendo coinvolgente in precisione ed intensità.

Colore scuro, con sentori di cassis, camminata in pineta, caffè tostato, foglia di alloro, grafite. 

Palato progressivo, avvolgente, equilibrato, con acidità innervata e tannini risolti, sorso definito e di crescente intensità, principalmente sapida. Finale arioso, frutto scuro/vegetale aromatico.

Messorio 2002 -grandi vini toscani

Un Merlot abbondante, lussureggiante, ricco di profumi e sensazioni, più generoso in materia che in forza.

Impenetrabile granato scuro, profumi di Mora, cacao, balsamico/mentolato, note di cenere, vaniglia.

Voluminoso, ricco al palato, con discreta sapidità, ma non particolamente dinamico, con tannini smussati. 

Paleo 2002 – grandi vini toscani

Paleo è sempre atteso da chi lo ha bevuto in precedenza. L’annata, come per Messorio, non è delle migliori, ma è più vitale. 

Molto frutto scuro, macchia mediterranea, erbe aromatiche, pepe, grande espressività, vibrante e tannico, a tratti ostico e assertivo. Pensare che sono già 21 anni e Paleo ha immensa forza.

Accompagnati da un assaggio di Cinghiale in umido con frutta secca. Da 10!

Enonauta/Degustazione di Vino #362/365 - review - Note in Margine a una serata | Sassicaia, Paleo, Messorio, Tignanello grandi vini toscani
Sassicaia, Tignanello, Paleo, Messorio
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Cinghiale

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Titon – Nizza docg – 2020 – L’Armangia

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon è un ottimo Nizza, ma prima ancora una fantastica Barbera. Assaggiato due volte, a mercato Fivi e alla kermesse di Nizza Monferrato Nizza È, in entrambe le occasioni mi lasciò di buonumore. Un ottimo Nizza che nel panorama rappresenta a mio avviso una visione più tradizionale traghettata nel contesto della denominazione, forse più orientata verso vini moderni, e per questo, perlomeno per chi scrive, ancora più apprezzabile. Una fantastica barbera perché porta in dote tutte le qualità che generalmente la fanno apprezzare.
Affinamento in legni di varie dimensioni, ma principalmente grandi.
Colore porpora, scuro, denso, un’ondata floreale e di frutto fragrante ti investe con veemenza. Questo Titon è uno di quei vini entusiasmanti che ti coinvolgono subito e non mancano però di convincerti. Ricordi di viole, susina rossa e lampone, spezie, balsamici. Con generosità.
Sorso che manifesta vigoria, larga acidità e un’anima quasi salina. Buono, coinvolgente, dall’azione arrembante e lunga, gli si perdona volentieri qualche eccesso di calore alcolico.

Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.
Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon is an excellent Nizza, but even before that a fantastic Barbera. Tasted twice, at the Fivi market and at the Nizza Monferrato Nizza È event, on both occasions it left me in a good mood. An excellent Nizza which in my opinion represents a more traditional vision brought into the context of the denomination, perhaps more oriented towards modern wines, and for this reason, at least for this writer, even more appreciable. A fantastic Barbera because it brings with it all the qualities that generally make it appreciated.
Aging in wood of various sizes, but mainly large.
Purple in color, dark, dense, a wave of floral and fragrant fruit hits you vehemently. This Titon is one of those exciting wines that immediately involves you and never fails to convince you. Memories of violets, red plum and raspberry, spices, balsamics. With generosity.
A sip that shows vigor, broad acidity and an almost saline soul. Good, engaging, with a strong and long action, it is willingly forgiven for some excess of alcoholic heat.

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Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco è uno dei vini, prodotto dal 1977,  che ha contribuito a fare la storia di Bolgheri.

Questo 2018 mi aveva convinto, per la vibrante freschezza e la dinamica di gusto, durante vari assaggi dello scorso anno e questa è la prima bottiglia che stappo a casa. Ed è una conferma.

Taglio bordolese appena toscanizzato dal Sangiovese. Cabernet Sauvignon per il 65 per cento, per il resto Merlot e Sangiovese in parti quasi uguali. Fermentazione in tini aperti e 18 mesi di affinamento in barrique.

Colore rosso scuro, denso, un bel bouquet  con predominanti note di bacche scure, d’incenso, balsamiche cui si aggiungono ricordi floreali, di pepe, cacao, scorza di bergamotto. 

Al palato si fa notare per la brillante acidità che movimenta una materia di spessore, con tannini ruggenti. Vino dinamico, sapido, intenso. Sorso piacevole nella sua giovane esuberanza  e che troverà un punto di equilibrio immaginabile tra qualche anno.

Finale coerente e apprezzabIle con ulteriori reminiscenze di Rabarbaro.

Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #360 - review - Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore - ColleMassari | Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.
Enonauta/Degustazione di Vino #360 - review - Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore - ColleMassari | Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco is one of the wines, produced since 1977, that has contributed to making the history of Bolgheri.

This 2018 had convinced me, for its vibrant freshness and dynamic flavour, during various tastings last year and this is the first bottle I have opened at home. And it’s a confirmation.

Freshly Tuscanized Bordeaux blend from Sangiovese. 65 percent Cabernet Sauvignon, the rest Merlot and Sangiovese in almost equal parts. Fermentation in open vats and 18 months of aging in barrique.

Dark red color, dense, a beautiful bouquet with predominant notes of dark berries, incense, balsamic to which are added floral notes, pepper, cocoa, bergamot peel.

On the palate it stands out for the brilliant acidity that enlivens a thick material, with roaring tannins. Dynamic, savory, intense wine. Pleasant sip in its young exuberance  and which will find an imaginable point of balance in a few years.

Coherent and appreciable finish with further reminiscences of Rhubarb.

Young wine with good prospects and an already appreciable present.

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Dolcetto d’Alba 2020 – Accomasso

Il Dolcetto d’Alba 2020 del Cavalier Lorenzo Accomasso da La Morra non è un dolcetto consueto. Non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso. Che non lo faceva più e nel 2017, “vista l’annata difficile” queste sono parole sue, decise di ricominciare.

Lo stappi e ti prende paura. Perplessità. 

Vaschetta di affettato appena aperta, una leggera carbonica, sentori rustici.

Ne bevo un bicchiere e decido di metterlo da una parte sospendendo il giudizio per tornare dopo 24 ore.

L’arieggiamento gli fa molto bene. Colore rubino scuro. Carbonica e riduzione svanite, è rimasto certamente un dolcetto generoso e rustico, ampiamente floreale, con ricordi di frutti scuri, chiodo di garofano, note ematiche e di humus/terra. 

Al palato risulta potente, caldo, concentrato, con acidità incisiva e rara profondità. Elegante non direi, direi piuttosto ruvido e sostanziale, adatto a una serata dove ci sono la voglia di vivere e un piatto di penne al ragù, almeno 2 etti a testa.

Enonauta/Degustazione di Vino #359 - review - Dolcetto d'Alba 2020 - Accomasso | Non è un dolcetto consueto, non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso
Dolcetto 2020 di Lorenzo Accomasso
Enonauta/Degustazione di Vino #359 - review - Dolcetto d'Alba 2020 - Accomasso | Non è un dolcetto consueto, non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso
Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

The Dolcetto d’Alba 2020 by Cavalier Lorenzo Accomasso from La Morra is not a usual. It’s not even the best one I’ve ever tasted, it’s not the most linear or the most precise. It is the cheeky and powerful Dolcetto of Cavalier Accomasso. That he no longer did it and in 2017, “given the difficult year” these are his words, he decided to start again.

You uncork it and it scares you. Perplexity.

Freshly opened tray of cold cuts, a light carbonation, rustic hints.

I drink a glass and decide to put it aside, suspending judgment and returning after 24 hours.

Airing is very good for him. Dark ruby ​​colour. Carbonic and reduction vanished, it certainly remained a generous and rustic sweet, largely floral, with hints of dark fruits, clove, blood and humus/earth notes.

On the palate it is powerful, warm, concentrated, with incisive acidity and rare depth. I wouldn’t say elegant, I would say rather rough and substantial, suitable for an evening where there is the desire to live and a plate of penne with ragù, at least 2 ounces each.

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